Capitolo 31 "E cercare le risposte separandole da noi..."
Andammo in camera, Michele tirò fuori dei pantaloncini e poi sparì in bagno per cambiarsi.
Mi sdraiai sul suo letto, iniziando a smanettare il cellulare.
Michele tornò poco dopo con addosso dei pantaloncini neri e la stessa maglietta di prima.
"Sempre di nero vesti, non è possibile"
Lui rise.
"Bravi is the new black" risi
"Cosa fai?" Chiese avvicinandosi al letto
"Niente di ché"
Lo vidi stendersi sul letto e appoggiare la testa sulla mia pancia.
Iniziai ad accarezzargli i capelli mentre lui fissava il soffitto.
Il battito del mio cuore iniziava ad aumentare.
"E se attaccassi un poster di Taylor Swift sul soffitto?" Chiese
Io scoppiai a ridere.
"Perché?" Chiesi ridendo
"Perché così quando mi sveglio è la prima cosa che vedo" sorrise
"Come sei stupido"
"Oh andiamo, vuoi dire che non hai mai fatto una cosa così per un cantante o qualcosa del genere" disse girando il viso verso di me
Diventai rossa.
"Nooo" spostai lo sguardo per la stanza
"Ale..." disse sorridendo
"Ammettilo!" Si tirò a sedere
Io sorrisi.
"Chi era?" Chiese curioso
"Tu" ammisi arrossendo ancora di più
"Ohhh ma che carina che sei" disse stringendomi una guancia
"Daaii, era prima, ora non è più la stessa cosa" protestai
"Che cucciola!" Esclamò ancora
"Smettila" lo spinsi e lui cadde di schiena sul materasso
Io risi.
"Ti sta bene, stupido" dissi colpendolo con un cuscino
"Stronza" rise
"Lo so" mi vantai
Si tirò a sedere di nuovo e rimase un po' a guardarmi.
"Mi suoni qualcosa?" Chiesi dopo un po'
Lui mi sorrise.
"Certo" si alzò dal letto e spostò la sedia davanti alla tastiera
Mi girai su un fianco, per guardarlo meglio.
Poi inziò a suonare una melodia.
"Proprio ora, adesso, che ho capito la strada,
Ho smarrito correndo le mie chiavi casa" inziò a cantare
"Ho sentito il bisogno di vederti arrivare..."
Era stupenda, la sua voce e la canzone. Sicuramente era una del nuovo album. Non l'avevo mai sentita.
"Perché non mi è servito a niente rimanere solo, e non è vero che il silenzio può risolvere..." alzò leggermente la voce per il ritornello
"Avrei dovuto dirti prima di partire di lasciare indietro una ragione per tornare..."
Era qualcosa di bellissimo questa canzone.
"E non è servito a niente farci così male, per cercare le risposte, separandole da noi..."
"Sai che per ogni strada che ho percorso, sono sempre ritornato al punto in cui ti ho perso..."
"Prendere a calci il dolore, ricercarti negli altri, che per tenerti accanto ti ho rotto in mille frammenti.
Abituarsi all'assenza, ai giorni senza di te, per ritornare verso casa..."
C'era tanto dolore in quella canzone, riuscivo a sentirlo.
Intonò le ultime note sulla tastiera, poi calò il silenzio nella stanza.
Lo vidi alzarsi e sdraiarsi accanto a me, senza proferire parola.
Io lo guardai a lungo, finché lui non si girò a guardarmi.
"Ti è piaciuta?" Sorrise
"Era bellissima" sussurrai
Michele si avvicinò a me, e mi abbracciò.
"Grazie" mormorò al mio orecchio
Poggiai la testa sul suo petto.
"Era nuova vero?" mormorai
"Si, la devo ancora finire... Ci sto lavorando" annunciò
"Buonanotte" dissi per poi accoccolarmi a lui
Poco dopo riuscì ad addormentarmi.
******
Mi svegliai la mattina dopo, guardai velocemente l'orologio e fortunatamente ero in orario per la scuola.
Provai ad alzarmi ma ero intrappolata tra le braccia di un angelo dagli occhi verdi.
Poi mi ricordai della sera precedente, tutto quello che era successo, i miei genitori e la faccenda di Giulio che ancora non aveva lasciato la mia mente.
"Michele..." lo scossi un po'
Lo vidi aprire gli occhi e sorridere.
"Ehi" disse, la voce roca di uno che si è appena svegliato
Aveva i capelli tutti arruffati e un sorriso sulle labbra.
"Dai che è tardi, devo andare a scuola" sciolse quella specie di abbraccio e corsi a prepararmi
Mi rimisi i vestiti di ieri, poi aprì la finestra della camera per far cambiare aria. Me ne pentì subito. L'aria mattutina dell'autunno mi investì e io rabbrividì.
"Michele, non è che avresti una giacca da prestarmi?" Chiesi
Lui si alzò dal letto.
"Ora vedo"
Osservai Michele scegliere una giacca dall'armadio, poi me ne porse una grigia.
Risi provandola.
"È il doppio di me"
"È il massimo che ti posso dare" rise
Il suo telefono iniziò a squillare, il suo sguardo si incupì quando guardò il mittente.
Biascicò un "scusa" e sparì nell'altra stanza.
Lo sentì parlare, prima tranquillamente, poi la sua voce mi arrivò più forte e nitida.
"No cazzo, non me ne frega niente" sbottò e io sussultai per il suo tono
"Abbiamo chiuso" disse ancora
Non lo avevo mai sentito parlare così.
Poco dopo lo sentì chiudere la chiamata.
Uscì dalla stanza e lo vidi appoggiato alla parete con le braccia incrociate al petto.
Lo sguardo duro e arrabbiato.
Mi chiedevo che cosa fosse successo.
"Michi...tutto ok?" Mi avvicinai lentamente a lui
Lui annuì ma non rispose.
Sospirai e ci riprovai.
"Sicuro?"
"Ti ho detto di si!" Sbottò ad alta voce
Sobbalzai per il suo tono.
"Sei un bugiardo" lo rimproverai
Lui sbuffò arrabbiato.
"Lasciami in pace cazzo, se sto così ci sarà un motivo, fatti i cazzi tuoi!" Alzò e la voce e io mi spaventai
Strinsi le labbra, ma non risposi.
Sembrò pentirsi subito delle sue parole ma era troppo tardi. Mi voltai, recuperai il mio cellulare, poi uscì dal suo appartamento.
"Alessia aspetta" sentì la sua voce nelle scale, dietro di me
Non mi girai, continuai a scendere le scale, frettolosa.
"Alessia" correva dietro di me per cercare di raggiungermi, non gli mancava molto ormai.
Accellerai il passo.
"Alessia!" Gridò
Aprì il portone con una spinta, poi corsi via.
~Spazio autrice~
Guardatelo tutto il video perché è molto bello.
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