Capitolo 28 "Che ho bisogno di tempo..."
Settembre era ormai passato, l'autunno aveva fatto la sua entrata e l'aria era diventata più fredda.
Dopo quel rifiuto da parte mia, George non mi aveva più parlato molto e a me dispiaceva per lui.
Da qualche giorno ormai, avevo iniziato a lavorare in un bar del centro, dopo scuola.
Nessuno sapeva niente, non volevo dire nulla in realtà, si sarebbero offerti di aiutarmi e questo io non potevo accettarlo.
Quel giorno, erano quasi le 17, il sole era alto e io avevo quasi finito il mio turno.
Quando poi, vidi entrare Michele dalla porta. Impallidì subito e per non farmi vedere mi girai dall'altra parte cercando di non farmi vedere e sperando in una sua svista.
"Scusi..." poi sentì la sua voce e allora fui costretta a girarmi
"Potrebbe farmi un..." si interruppe quando mi vide
"Ale ma cosa stai facendo qua?" Chiese Michele confuso
"Io...lavoro qui" dissi
"Oh...perché?" Chiese ancora lui
"Per cosa si lavora scusa?" dissi solo
"Se lo avessi detto ti avrei aiutata...io e gli altri" disse preoccupato
"Proprio per questo non ho detto niente" risposi
"Ok...allora signorina mi fa un caffè?" Chiese Michele sorridendo
Io risi.
"Certo signore subito" dissi
"Signore...non sono così vecchio dopotutto" rise lui
Dopo avergli fatto il caffè, lo poggiai sul bancone, dove lui si sedette e iniziò a berlo.
"Da quanto tempo lavori qui?" Chiese poi
"Una settimana più o meno" risposi
"A che ora finisci?" Chiese per poi finire il caffè
"Un quarto d'ora, credo" dissi guardando l'orologio
"Poi vieni a fare un giro?" Chiese alzandosi
"Non posso, devo andare a fare alcune cose in giro" dissi
"E se più tardi passi da me?" Chiese ancora
"No Michi devo studiare" dissi triste
"E se ci vediamo domani?" Chiese ancora speranzoso
"Michele..." dissi
"Si si, ho capito, non puoi..." disse tirando fuori il portafoglio
"Non puoi mai per me" disse arrabbiato lasciando una banconota sul bancone per poi girarsi
"Michele...scusa" provai a dire
"Lascia stare" disse aprendo la porta
"Michele" lo richiamai
Lui si girò.
"Il resto"
"Tienilo" disse secco per poi uscire dal bar
Io sospirai.
Poco dopo finì il mio turno e andai a svolgere alcune commissioni.
Poi tornai a casa per studiare.
Quando finì, erano all'incirca le 7 di sera, sorrisi posando i libri, anche quel giorno avevo finito.
Mi tornò in mente Michele, e il mio sorriso scomparve.
Decisi di chiamarlo per risolvere la questione.
Il telefono squillava, poi all'improvviso si staccò.
Aveva rifiutato la chiamata.
Decisi allora di mandargli un messaggio.
Michele...
Dopo 10 minuti ancora nessuna risposta ma sapevo che lui aveva visualizzato.
Possiamo parlare un attimo?
Niente.
Lo vedo che stai leggendo
Dopo un po' ottenni una sua risposta.
Cosa c'è?
Una risposta secca, che non faceva trasparire emozioni.
Non essere arrabbiato con me...
Non ottenni risposta, allora lasciai perdere.
Nei giorni successivi cercai di parlare con Michele ma era sempre irraggiungibile.
E in questo arco di tempo la mia vita era diventa più noiosa, certo c'erano Alice e Sofia che mi rallegravano ma non era la stessa cosa.
****
Quel giorno Sofia era venuta a casa mia per distrarmi un po' dai miei pensieri.
"Dai vedrai che si sistemerà tutto" disse Sofia
"Lo spero" sospirai
Eravamo sedute sul mio letto, e io mi stavo lamentando, come al solito.
"Insomma, sono giorni che lo cerco, che lo chiamo, che gli mando messaggi ma lui ignora e rifiuta tutto" dissi sbuffando e buttandomi all'indietro sul materasso.
"E se lo chiamo io? E ci parlo un po' e tu ascolti?" Propose Sofia
"Davvero?" Mi alzai subito
Lei sorrise, lo chiamò e mise in viva voce.
"Ehi Michele" salutò Sofia
"Ciao Sofi" disse Michele sconsolato
"Tutto bene?" Chiese lei
"Non tanto" sentivo la voce di Michele
"Cosa è successo?" Chiese
"Lo sai...Alessia" sospirò lui, il mio cuore batteva forte
"Ma dai c'è l'hai ancora con lei? Che ti costa chiamarla e chiarire" esclamò Sofia
"Io...non lo so, insomma, un po' di tempo per me poteva anche ritagliarselo" rispose lui
"Michele sai che ha la maturità quest'anno, e poi lei vive da sola, insomma, deve fare tutto lei" protestò lei
E io la stavo amando in quel momento.
"Hai ragione, sono stato uno stupido...e ora cosa faccio?"
"Vacci a parlare no?"
"Secondo te la trovo a casa?" Chise speranzoso
"Si sono sicura che la troverai lì" disse Sofia felice
"Grazie Sofi" disse Michele
"Dai, corri da lei" rise lei
Chiuse la chiamata.
"Sofia io ti amoo" dissi abbracciandola
"Ora devo andare, Michele sta venendo, mi raccomando, stendilo" scherzò lei per poi uscire di casa
Sospirai e feci appena in tempo per sistemarmi un poco i capelli che suonarono alla porta.
Appena aprì la porta, come sospettavo, trovai Michele che mi guardava dispiaciuto.
Restammo un po' in silenzio, mentre ci guardavamo negli occhi, poi parlai visto che non aveva intenzione di proferire parola.
"Hai intenzione di dire qualcosa o no?" Dissi seccata
Insomma, anche se ero felice che fosse venuto, non sopportavo l'idea che mi avesse ignorata per quasi una settimana e poi tutto ad un tratto avesse deciso di parlarmi.
Erano bastate solo due parole di Sofia per convincerlo.
"Scusami...non avrei dovuto ignorarti per tutto questo tempo" disse triste
Io non resistetti più.
Mi buttai letteralmente su di lui, stringendolo forte.
Sentivo le sue braccia sulla mia vita e affondai la testa nell'incavo del suo collo.
"Scusami Ale" sussurrò Michele al mio orecchio, in risposta lo strinsi di più
Poco dopo mi staccai e lo feci entrare.
"Scusa Michele" dissi
"Stai scherzando? Scusami tu, avrei dovuto sapere che hai l'esame, invece mi sono comportato come un bambino" disse lui
"Sei libera o devi studiare adesso?" Chiese poi
"No adesso sono libera" sorrisi
Lui sorrise a sua volta, poi mi abbracciò forte.
Sì, mi era mancato.Tanto.
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