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Capitolo 27 "Con la voglia di restare anche se non ti sai spiegare..."

P.O.V Michele

La mattina dopo, quando mi svegliai mi trovai a pochi centimetri dal viso di Alessia.

Deglutì mentre la guardavo.

Era così serena mentre dormiva.

Sorrisi a quella scena, le scostai una ciocca di capelli che le aveva coperto gli occhi, poi mi alzai e mi guardai intorno, confuso.
Accesi il telefono e notai l'ora.
Quasi le 9.

Uscì dalla camera e in quello stesso mondo uscì anche Sofia dalla stanza di fronte.

"Ehi" salutò

"Buongiorno" sbadigliai

"Perché ero là dentro? Ieri sera non potevate svegliarmi?" Chiesi indicando la stanza dietro di me

"Potevamo...ma eravate così carini"

Ridacchiai scuotendo la testa.

Andai in bagno per farmi una doccia veloce, poi ritornai in camera di Alessia dove avevo visto il mio zaino. Chissà come ci era arrivato quassù.

Mi assicurai che Alessia stesse ancora dormendo, poi mi cambiai.

Mi rimisi i jeans, poi indossai sopra la maglietta nera, una felpa dello stesso colore.

Scesi al piano di sotto mentre mi aggiustavo i capelli.

"Oh allora non ti sei perso dentro la stanza di Alessia" mi prese in giro Chiko appena entrai in cucina dove si erano già radunati tutti

"Ah ha" risi sarcasticamente

*****

Poco dopo tutti se ne andarono, io l'aspettai in cucina mentre Alessia era andata a cambiarsi.

"Sai...l'altra volta prima di venire da te in studio" disse lei entrando in cucina

Ero appoggiato al tavolo, mentre la stavo aspettando, a braccia incrociate.

Annuì, invitandola a continuare.

"...ero a casa di George lo sai, e lui..." esitò mentre si appoggiava al muro

"Lui?" Chiesi impaziente

"Lui ha ammesso di amarmi" disse

Mi irrigidì a quelle parole, alla fine gliela aveva detto.

"E-E tu?"

Alzò le spalle.

"A me lui non piace" disse solo abbassando lo sguardo

E quelle parole mi sollevarono così tanto. Il che mi sembrava molto strano.

Restammo in silenzio, con lo sguardo basso e con mille pensieri per la testa.

"Va bene allora vado, non voglio disturbarti più del dovuto" le dissi  iniziando a camminare verso l'ingresso

"Michele" mi prese la mano per farmi girare e a quel contatto, seppur breve, sussultai

La guardai, in attesa.

Lei esitò un attimo, poi parlò.

"Grazie" mi sorrise e per un attimo mi sembrò che avesse voluto dire qualcos'altro ma io non ci feci tanto caso

Le sorrisi.

"Tranquilla" la strinsi in un abbraccio, lei nascose la testa nel mio petto

Vorrei che il tempo si fermasse, vorrei rimanere così per sempre.

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