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Capitolo 21 "Non è vero che siamo invincibili, anche senza ferite visibili..."

Quella mattina, quando mi svegliai, sentivo che qualcosa non andava.
La testa mi girava, sentivo freddo e qualche volta avevo le vertigini.

Forse mi era venuta la febbre.

Non ricordavo quasi niente della sera precedente, solo tanto rumore e...oddio Luca!!!!

Il bacio, Michele che mi tira per farmi tornare a casa e discussioni, tutto troppo sfocato.

Ricordavo solo che era arrabbiato.

Fortunatamente non dovevo andare a scuola quel giorno, c'era sciopero e la scuola era stata chiusa, meglio per me.

Guardai l'ora nel telefono.

Le 9 e 30.

Era ancora presto, e non avevo nessuna voglia di alzarmi.

Provai a riaddormentarmi ma poco dopo il mio telefono squillò.

Chi è che rompeva a quest'ora?
Presi il telefono dal comodino e appena lessi il nome di colui che mi stava chiamando, persi un battito

Michele

E se era ancora arrabbiato?

"Pronto?" Risposi piano

"Ale..." lo sentivo balbettare

"Come va?" Disse dopo un po'

"Sto un po' male" ammisi

Lui stette un attimo in silenzio.

"Cos'hai?" Rispose dopo preoccupato

"Niente di grave" dissi solamente

"Sto arrivando" esclamò subito dopo cogliendomi di sorpresa

Mi lasciai sfuggire un sorriso, pensavo fosse arrabbiato con me.

Staccò la chiamata.

Decisi di alzarmi, ma appena lo feci, barcollai.

Strizzai gli occhi e cercai di rimettermi in equilibrio.

Indossai le prime cose che trovai, un paio di pantaloni neri e una t-shirt grigia.

Andai in bagno per darmi una rinfrescata per poi dirigermi verso la cucina e prepararmi la medicina.

Sentì il campanello suonare cinque minuti dopo, segno che Michele era venuto per davvero.

Aprì la porta e subito incontrai quegli occhi verdi che tanto mi piacevano.

Michele quel giorno indossava una maglietta nera e dei jeans ma era lo stesso bellissimo.

Ci studiammo per un minuto, in silenzio. Poi parlò.

"Ti ricordi qualcosa di ieri sera?" Chiese

"Io...poco" dissi chiudendo la porta d'ingresso

"Mi dispiace per averti trattato male tral'altro, all'andata" mi scusai

Scrollò le spalle.

"Tranquilla" disse facendo un passo verso di me

"Ale sei bollente, hai la febbre" disse toccandomi la fronte

Io annuì.

"Mi racconti cos'è successo ieri sera?" Chiesi titubante

Lui annuì dirigendosi però in camera mia.

"Daii, non voglio stare a letto" mi lamentai salendo le scale

Lui non disse niente, ma mi trascinò in camera prendendomi la mano dolcemente.

Si sdraiò sul letto e poco dopo io lo imitai.

Non so perché, ma c'era una certa tensione tra di noi.

Mi accarezzò il polso, dove avevo un livido che non avevo notato prima.

"Parla" esclamai all'improvviso

Michele si schiarì la voce.

"Io...non so esattamente cos'è successo, ti ho persa di vista all'inizio, eri con i tuoi amici, ho bevuto qualche drink" spiegò

Questo già lo sapevo, me lo ricordavo.

"Ti ho visto solo quando hai...baciato Luca" disse queste ultime parole a denti stretti, un'espressione indecifrabile

"Devo chiedergli scusa, ero proprio ubriaca" dissi imbarazzata

Michele non mi guardava.

"Poi ti ho portata a casa, tu facevi resistenza e...non volevo farti del male, davvero" disse dispiaciuto indicando il polso

Era stato lui?!

"Abbiamo avuto delle discussioni in camera tua...io, credo di averti spaventata alzando la voce e tu mi hai cacciato" concluse

"Mi dispiace tanto" disse guardandomi per la prima volta da quando era entrato in camera

Non risposi, non sapevo che dire.

Mi girai verso di lui e poggiai la testa sul suo petto socchiudendo gli occhi.
"Va tutto bene...capita di essere arrabbiati e io non avrei dovuto bere così tanto" dissi dopo un po'

"No, non va tutto bene, ti ho fatta male, ho alzato la voce, questo non sono io!" Esclamò mettendosi a sedere

Lo guardai. Era terrorizzato.

"Michele...stai tranquillo, sto bene, è tutto apposto davvero" dissi prendendogli la mano

Lo tirai in un abbraccio e lui sembrò tranquillizzarsi.

Gli accarezzai i capelli e lui sospirò.

"Tranquillo" gli sussurrai baciandogli una guancia

"Ieri eri arrabbiata" mi rispose, con il fiato che mi solleticava il collo

"Ieri ero ubriaca" ribattei ancora

"Scusami bimba"

Sorrisi contro il suo petto.

Passammo la mattinata semplicemente a riposarci, a parlare sottovoce e ad abbracciarci.

Poi, all'una, Michele si alzò.

"Dove vai?" Chiesi

"A prendere qualcosa da mangiare, vuoi pranzare vero?" Sorrise

Io annuì ridendo.

Nel frattempo che lui era via, io chiamai Luca mentre scendevo in soggiorno e mi sdraiavo sul divano

"Pronto?" Quando sentì la sua voce arrossì terribilmente

"Ehi Luca, volevo solo chiederti scusa per ieri" dissi diretta

"Ale, non preoccuparti, eravamo tutti un po' scombussolati" disse

"Non volevo baciarti, ero ubriaca"

"Tranquilla, nemmeno io" mi rassicurò

"Noi siamo amici, no?" Dissi titubante

"Assolutamente, non preoccuparti è tutto risolto" affermò

Sospirai di sollievo.

"Tu stai bene?" Chiese poi

"Si, apparte mal di testa e cose varie ma sto bene" risposi

Parlammo un altro po', fin quando non sentì Michele tornare.

Poi chiusi la chiamata, sospirando.

"Chi era?" Chiese posando sul tavolo un sacchetto con dentro il pranzo

"Luca, volevo chiedergli scusa" dico semplicemente mettendomi a sedere

Lui annuì, poi inziammo a mangiare.

****

Ero appoggiata alla sua spalla, stavo comoda e lui era così morbido.

Aveva il cellulare in mano, ed essendo appoggiata alla sua spalla vedevo cosa stava facendo.

Stava controllando un po' i social, i commenti alle sue foto, e cose del genere.

Poi gli arrivò una chiamata.

"Pronto?" Disse rispondendo

"Ah Katoo...si, si certo...domani? Ok, allora ci sentiamo dopo" staccò quasi subito

"Chi era?" Chiesi

"Il mio produttore, domani ho un'intervista, niente di nuovo" disse lui

"Michi..."

Lui alzò lo sguardo su di me.

"Si?" Disse dolce

"Mi canti qualcosa?" Chiesi timida

Lui mi sorrise e si girò un po' di più verso di me.

"Vuoi che ti canti una canzone? Quale?" Domandò

Ci pensai, ma poi dissi: "Non aver paura mai"

"Va bene" disse facendo spuntare quelle sue fossette adorabili

Si schiarì la voce e poi iniziò a cantare mentre io lo guardavo rapita.

"Quando il mondo sarà stanco di guardare,
Cercherà i tuoi occhi puri da rubare.
Tu chiudili e fai finta di dormire,
E non aver paura mai.."

Iniziò ad accarezzarmi i capelli mentre cantava, io mi lasciai cullare da quelle dolci parole, rivolte in quel momento, solo per me.

Mi guardava sorridendo e io non desideravo altro che stare là, con lui.

"...Io, ti metterò al riparo prima o poi,
E adesso non lo vedi, e mi vedrai.
Forse è troppo tardi o troppo presto,
Ma arriverò e...na na na na na
Si ma non aver paura mai.

Chiusi gli occhi mentre lo ascoltavo, adoravo la sua voce, così bella e dolce.

"Quando il cielo avrà voglia di cadere,
Serviranno mani forti a riparare,
Tu aprila la porta e fammi entrare,
E non aver paura mai...

In quel momento lo interruppi anche se con gli occhi chiusi.

"Non serve aprire la porta, tu sei già dentro" sorrisi

Anche se non lo vedevo, sapevo che stava sorridendo.

"Io, ti metterò al riparo prima o poi,
E adesso non lo vedi, e mi vedrai.
Forse è troppo tardi o troppo presto,
Ma arriverò e...
Ti aspetterò ovunque tu sarai,
vedremo il sole nascere, vedrai,
Forse è troppo tardi o adesso,
Andiamo e non aver paura...

Forse è troppo tardi o adesso,
Non aver paura mai.
Paura mai.
Mai."

E con quelle dolci note mi addormentai, stretta a lui.

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