Era arrivato. Quel giorno era arrivato.
E io non vedevo l'ora.

L'instore iniziava il pomeriggio, quella mattina sarei andata come al solito a scuola.

Durante il compito non facevo altro che pensare a Michele e al nostro incontro quindi non riuscì a farlo al meglio.

Quando uscì da scuola credetti davvero che quello fosse un sogno.
Avevo aspettato così tanto quel giorno.

Ritornai a casa per posare lo zaino, poi presi l'autobus per recarmi al punto d'incontro.

Non mangiai niente, non riuscivo a farlo, avevo lo stomaco chiuso.

Michele sarebbe dovuto arrivare fra più di un paio d'ore.

C'era già molta gente, ma fortunatamente riuscì a mettermi tra le prime file.

È strano come a scuola si fa amicizia difficilmente e poi in occasioni come queste ci facciamo chissà quanti amici.
Certo nel frattempo che si aspetta, uno si mette a parlare con le persone.

Michele come suo solito arrivò un po' in ritardo ma non ci feci molto caso, ero troppo occupata a non farmi venire un infarto appena lo vidi arrivare.

Sembrava così strano vederlo dal vivo, lo avevo sempre visto attraverso uno schermo e adesso era davanti a me.

Cantò un paio di canzoni del nuovo album, poi iniziò il firmacopie e cavolo c'erano davvero un sacco di persone.

Non piansi neanche, vedevo alcune persone che lo facevano, ma io no, forse perché non sopportavo di piangere davanti a tutti.

Venni schiacciata in mezzo a tanta altra gente, dovetti aspettare delle ore prima che potessi solo vederlo da vicino.

Ma più mi avvicinavo a lui, più l'ansia saliva.

Programmavo nella mia mente quello che dovevo dirgli ma sapevo già che appena mi avesse guardato, non avrei ragionato più.

La fila scorreva e lui diventava sempre più vicino.

E poi, alla fine toccò a me.

La ragazza prima di me scese dal palco e per un attimo, per l'ansia o per la paura, sarei voluta scappare da lì ma poi mi feci coraggio e salì io.

Salì con un sorriso che forse potevo sembrare una psicopatica.

"Ciao, come stai?! Grazie per essere venuta" era così strano sentire la sua voce dal vivo, che mi parlava direttamente

Nessuno schermo ci divideva. Io guardavo lui e lui guardava me, con il suo bellissimo sorriso sulle labbra.

Dopo che disse questo posai il disco sul tavolinetto lì vicino e lo abbracciai.

Durò pochi secondi ma fu davvero incredibile.

Mi ricordai solo dopo essermi staccata della domanda che mi fece.

"Benissimo" sussurrai e non fui neanche sicura che mi avesse sentito

Mi sorrise firmando il disco.

"Ci facciamo una foto?" Mi chiese gentile con un sorriso sulle labbra

Annuì incapace di parlare.

Mise un braccio sulle mie spalle e mi avvicinai a lui, fu tutto troppo incredibile e strano.

Soprattutto vedere quegli occhi verdi dal vivo.

Poi mi ricordai della lettera, allora gliela porsi.

"Questa l'ho fatta io" dissi timidamente

"Grazie! Ma che carina! Questa poi me la leggo" esclamò dolce sorridendo

Gli sorrisi poi lo abbracciai ancora.

Feci per andarmene ma lui mi fece girare e mi porse il disco.

Con tutta la fretta e la tensione del momento stavo per dimenticare il disco.

Gli sorrisi, poi scesi dal palco.

Sono stati i due minuti più belli di sempre.

Erano le otto di sera ormai quando uscì da lì, anche se prima di farlo, mi giravo tantissime volte per guardarlo dal vivo un'ultima volta.

Non cenai neanche, ero ancora troppo emozionata.

Al ritorno a casa, mi misi ad ascoltare l'album per un po' di tempo.

Per tutta la serata riguardai i video e le foto che avevo fatto quel pomeriggio, sorridendo tutto il tempo come una scema.

Fino a mezzanotte ero ancora sveglia, che messaggiavo con alcune mie amiche raccontando l'incontro con Michele.

Raccontare è una parola grossa, più che altro scleravo con loro.

Alla fine verso l'una riuscì ad andare a dormire.

Mi sembrava ancora di aver vissuto un sogno, ma quelle foto e i video confermavano che era davvero accaduto.

~Spazio autrice☆~

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una stellina e un piccolo commentino se vi va.

Che canzone è?