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Capitolo 18 "Anche se hai da fare, Oggi non te ne andare da me..."

I giorni passavano, la scuola procedeva al meglio, però era dura.

Sofia era venuta da me quel pomeriggio e voleva sapere a tutti costi che cosa avevamo fatto io e Michele a cena.

"Niente, abbiamo mangiato la pizza e abbiamo parlato" dissi solo

"E...?" Chiese poi

"E poi mi ha regalato questo" dissi mostrandole il mio nuovo telefono

"Non ci credo" esultò lei

"Si sentiva in colpa perché quando ci siamo rivisti mi ha fatto cadere il cellulare e si è rotto" dissi

"È sempre il solito" disse ridendo

Poco dopo venne anche Alice.

"Usciamo?" Chiese lei tutta contenta

"Certo" annuì

Io e Sofia avevamo finito da poco i compiti.

Inziammo a girare per il centro e ci prendemmo pure un gelato.

George mi mandò un messaggio.

"Chi è questo George?" Sorrise maliziosamente Alice

"Oh solo un compagno di classe" dissi

"Sicura?" Chiese lei prendendomi il cellulare

"Ehi" dissi per protesta

Lei iniziò a scorrere la conversazione.

"Si come no" disse poi ridandomelo

Sbuffai.

"Non c'è niente tra di noi" sbuffai

"Ma lui ti vuole, è palese" aggiunse Sofia

"Non è vero, e se anche fosse io non lo voglio" dissi

"Chissà perché" rise Sofia

Io le diedi una spallata giocosa.

Il giro nei negozi non mancò di certo, ci divertimmo un sacco.

"Ragazze devo scappare" disse Sofia giardando l'orologio

"Dove vai?" Le chiesi

"Devo incontrare una persona" disse

"Ciao" la salutai mentre si allontanava

Io e Alice ci sedemmo su una panchina, al parco.

"Quindi...tu e Michele.." iniziò lei

"No ti prego, non anche tu" protestai

Lei rise.

"Dai dillo che ti piace" insistette

"Lui non mi piace, era solo un idolo e ora che lo conosco...è un amico, niente di più" dissi con gli occhi puntati sul mio cellulare

"E tu la vuoi dare a bere a me?" Fece poi

"Non posso comunque dirti niente, sei la sua migliore amica, glielo andresti a dire" dissi

"Allora lo ammetti che ti piace" rise

"Io non l'ho mai detto" risi

"D'aaaccordo, ora vado, ci vediamo Ale" disse

"Ciao" la salutai sorridendo

Misi le cuffiette e ascoltai un po' di musica.

Poi sentì due mani posarsi sulle mie spalle

Mi tolsi le cuffiette e mi girai quando le mani dello sconosciuto si tolsero.

George.

Rimasi un po' delusa.

"Ehi che c'è? Aspettavi qualcun'altro?'' Chiese

"No no...che ci fai qui?" Chiesi poi

"Facevo un giro" disse sedendosi accanto a me

''E tu bellissima?'' Disse

Arrossì un po' per il complimento.

"Niente di che" dissi

Mi propose di fare un giro, io accettai anche perché non avevo niente da fare.

Stavamo camminando tranquillamente quando vidi Michele seduto su una panchina con un quaderno tra le mani.

"Ehi, aspetta un attimo" gli dissi mente mi avvicinavo a Michele con George dietro

Gli toccai una spalla e lui alzò la testa di scatto.

"Ehi Ale" disse alzandosi per poi abbracciarmi

George lo guardò male.

"George" Michele gli fece un cenno di saluto con il capo e la stessa cosa fece lui

Pensai che non si stavano molto simpatici.

"Che stavi facendo?" Chiesi

"Scrivevo...voi?" Disse subito dopo

"Stavamo facendo un giro" dissi

"Ora vado, sarete occupati" disse Michele lanciando un'occhiata a George

Fece per andarsene poi si rigirò.

"Ah e...stasera ti devo portare in un posto, quindi preparati" sorrise

"Certo, ci vediamo" poi sparì

Mi girai verso George che mi guardava male.

"Be? Cosa c'è?" Chiesi

"Dove devi andare sta sera?" Chiese

Io alzai le spalle.

"Non so" poi continuammo il nostro giro

Quando tornai a casa mi buttai letteralmente sul divano.

Ero stanca morta.
Guardai l'orologio, erano le 6.
Non sapevo a che ora Michele sarebbe venuto.

Mi cambiai mettendomi semplicemente dei pantaloni scuri e una felpa non troppo pesante grigia.

Stava iniziando a fare un po' di freddo. Ormai era ottobre.

****

"Ehi Sofy" ero in videochiamata con Sofia

Mi sentivo sola e mi annoiavo molto.

"Ehi Ale, dove vai così vestita?" Disse lei

"Niente in pratica Michele vuole portarmi non so dove" alzai le spalle

"Passate un mucchio di tempo insieme" rifletté lei

"Non è vero" arrossì

"Guarda che lo puoi ammettere che un po' ti piace" sorrise

Io arrossì ma non dissi niente.

"Come vuoi" ma continuò a sorridere

"Lui non mi piace...almeno credo" dissi dopo aver chiuso la chiamata

"Sto impazzendo" dissi
poi

Poco dopo suonò il campanello.

Aprendo vidi Michele vestito come sempre di nero, ma stavolta almeno aveva una giacca rossa.

"Sempre allegro tu" risi facendolo entrare

"Ehi almeno c'è il rosso" ribatté sorridendo

"Allora? Dove andiamo?" Chiesi

"È ancora un po' presto per uscire" disse guardando verso la finestra

"Ook...vieni?" Chiesi indicando il piano superiore

Lui annuì seguendomi.

Entrammo in camera e Michele iniziò a gironzolare in giro.

Sorrise vedendo le foto attaccate al muro.

Passammo un po' di tempo a chiacchierare e a ridere come se non ci fosse un domani.

Michele era un ragazzo molto divertente, e io mi trovavo bene con lui.

Mi accorsi di provare qualcosa di strano ogni volta che lo vedevo ridere o sorridere.

Il suo sorriso era qualcosa di speciale.

Mi arrivò un messaggio poco dopo.

Ti devo dire una cosa

Era George, non so cosa doveva dirmi ma avevo un brutto presentimento.

"Chi era?" Chiese Michele

"Solo George" dissi

"Devo andare un attimo in bagno" aggiunsi lasciando il telefono sulla scrivania

Lui annuì e io entrai in bagno.

P.O.V Michele

Mentre aspettavo Alessia il suo telefono inziò a vibrare.

Segno che le era arrivato un messaggio.

Non volevo sbirciare, ma la tentazione era troppa, anche sapendo che era George.
Non mi piaceva affatto.

Poi vibrò di nuovo e allora mi arresi prendendo il suo telefono.

Credo di essermi innamorato di te

Mi bloccai.

Sentì un leggero senso di gelosia crescere in me.

Non sapevo ancora cosa provassi per lei, ma non avrei permesso a qualcun'altro di portarmela via.

Non resistetti e cancellai il messaggio di George.
Poi rimisi il cellulare dov'era, prima che Alessia uscisse dal bagno.

"Andiamo?" Chiese

Annuì ed uscimmo fuori.
Mi sentivo in colpa per averlo fatto.

P.O.V Alessia

"Dove andiamo?" Chiesi poi seguendo Michele che iniziava a camminare

"Facciamo una passeggiata" disse solo

"Cioè tu mi hai fatto uscire solo per una passeggiata?" Esclamai

"Più o meno...camminiamo e arriviamo dove dobbiamo andare" disse lui

Così lo seguì.

George non mi aveva più risposto, forse aveva cambiato idea.

Michele era strano, silenzioso, perso tra i suoi pensieri.

"Ehi Michy, tutto ok?" Chiesi tirandolo per il braccio per farlo concentrare su di me

"Cosa?...Ehm si, tutto ok" disse sorridendo imbarazzato

"Stai mentendo, cosa ti preoccupa?" Gli chiesi

"Niente davvero, sto bene" rispose

Io annuì, poco convinta.

"Dove andiamo?" Chiesi per cambiare argomento

"Lassù" disse indicando una collinetta, eravamo appena arrivati ai suoi piedi

"Dai vieni, corri" dissi sorridendo per poi prendergli la mano e cominciare a correre

"Non correre, dai" disse ridendo lui cercando di stare al mio passo

"Dai fermati" continuò a ridere e per poco non inciampò

Stava morendo dal ridere e io non ero da meno.

Quando arrivammo in cima lasciai la sua mano e si buttò letteralmente sull'erba, morto dalle risate e dal fiatone.

Il suo petto faceva su e giù velocemente.

"Come sei sportivo" risi

"Ah-ha" disse sarcastico

Mi sdraiai accanto a lui.

Sorrisi guardando le stelle sopra di noi.
Quanto vorrei vivere ogni giorno momenti del genere.

Sospirai e guardai Michele.

Gli occhi verdi brillavano con la luce delle stelle e il sorriso si espandeva radioso sul suo viso.

Sorrisi istintivamente.

Girò il capo verso di me e mi beccò a fissarlo.

"So che sono bellissimo ma così mi sciupi" scherzò

"Perché siamo venuti qui?" Chiesi dopo un po'

"Per farti vedere questo" disse indicando lo spettacolo sopra le nostre teste

"È bellissimo" dissi

Lui annuì.

"Michele..." dissi dopo un po'

"Si?" Chiese

"Mi canti qualcosa?" Domandai avvicinandomi leggermente

"Che cosa vuoi sentire?" Chiese

"Non lo so...fai tu" dissi

Lui ci pensò un attimo.

Poi iniziò ad intonare qualche strofa di -Bene Per Sempre-.

"Anche se non ci sarò,
Non preoccuparti perché,
Come un libro ti terrò,
Tra le mie mani e sarai,
Le mie pagine da rileggere..." mi avvicinai ulteriolmente poggiando la testa sulla sua spalla

"Anche se hai da fare
Oggi non te ne andare da me..."

Adoravo la sua voce, mi faceva sentire così bene.

Mentre cantava quella canzone mi strinse a sé.

"Ora che niente è più semplice,
Come volerti bene,
Per sempre..."

Stavo incominciando ad avere sonno, con la sua dolce voce di sottofondo.

Quando smise di cantare, passammo un po' di tempo là, senza dire niente, anche se questo silenzio diceva più di mille parole.

Dopo un po' decisimo di tornare a casa, anche se tutti e due avremmo voluto passare molto più tempo sotto quel cielo stellato.

Appena arrivammo davanti casa mia, mi girai per guardarlo.

Lui mi guardò, un po' imbarazzato ma sorrise.

"Grazie Michele" dissi solo

"Per cosa?" Chiese

"Per avermi fatto uscire dalla mia tana e per avermi fatto passare una bellissima serata, avrei sicuramente iniziato a mangiare gelato davanti un film" risi

"Non preoccuparti, la stessa cosa vale per me" disse sorridendo

Lo abbracciai, adoravo farlo.

Quando mi staccai gli sorrisi.

"Buonanotte" salutò lui

"Notte Michele" dissi per poi girarmi e entrare

Sì, era stata propria una bella serata.

Sorrisi tutto il tempo, mentre mi cambiavo e mettevo a dormire.

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