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Capitolo 17 "E anche quando il problema non c'è, noi ce lo cerchiamo"

P.O.V Alessia

Dopo la cena riflettei molto sui miei sentimenti per Michele, era tutto così strano, non sapevo più che pensare.

Quel pomeriggio avevo deciso di dedicarlo allo studio, il giorno dopo avevo un'interrogazione importante.

Ero immersa nei libri quando il mio telefono iniziò a squillare.

"Pronto?" Dissi sfogliando l'ennesima pagina

"Ehi Ale" era Sofia

"Ehi Sof, hai bisogno di qualcosa?" Chiesi confusa

"Sono in centro con i ragazzi, ti aggiungi a noi?" Chiese

Sbuffai.

"Non penso Sofia, domani quella di storia ci interroga, e io non so niente" mi lamentai

"Ma se me l'hai ripetuta ieri! Sei bravissima e andrai alla grande" mi incitò

"Non lo so..." dissi insicura guardando il libro di testo

"Se può convincerti...oggi Michele è proprio un figo" la sentì ridere al telefono facendomi arrossire

"SOFIA!!" esclamai ridendo

"Okay okay, se cambi idea...siamo al Duomo per 15 minuti per prendere qualcosa da mangiare, ti aspetto" disse soffocando una risatina

Poi chiuse la chiamata.

Sbuffai dubbiosa.
Sempre la stessa Sofia.

Guardai i libri mordendomi un labbro, poi guardai la foto attaccata al muro.

Esitai un po'.

"Al diavolo" dissi alzandomi dalla scrivania

Mi vestì in tutta fretta per poi uscire da casa.

Girai per il Duomo in cerca del gruppo di ragazzi.

Non li trovai da nessuna parte.

"Questa è tutta colpa tua Sofia" mormorai sbuffando

Forse se n'erano già andati.
Guardai l'orologio ormai già decisa a tornare a casa.

Feci per girarmi e andarmene quando due mani si posarono sui miei occhi.

Sobbalzai per la sorpresa e persi cento battiti.

Sorrisi riconoscendo il profumo che usava sempre Michele.

"Sei molto stupido sai?" Risi

Lo sentì ridere e tolse le mani.

Appena mi girai per poco non rimasi a bocca aperta.

Sofia non scherzava quando diceva che era un figo oggi.

Indossava una giacca tipo da motociclista e dei jeans scuri.
E i capelli, ricci questa volta, erano posti in un ciuffo verso il basso.

"Potresti anche accettarlo un gesto carino ogni tanto" sorrise

"Io lo accetterei anche, se tu non mi facessi prendere un infarto" risi divertita

"Scusa" sorrise

"Buon pomeriggio, comunque" risi alzandomi sulle punte per baciargli una guancia

"Sei nana" disse prendendomi in giro

"E tu sei uno spilungone" ribattei

M guidò fino agli altri.

"Comunque, vedi che sono molto alta per la mia età, sei tu che sei un gigante" replicai

"Certo certo" disse sedendosi al tavolo all'aperto dove c'erano il resto dei ragazzi

"Ehi bella gente" salutai

"Ecco che arriva la coppietta" ci canzonò Muriel

Io la guardai male ma lei rise.

"Ah-ha" dissi sarcastica

"Io non dovrei essere qua" sbuffai all'improvviso mentre i ragazzi finivano di mangiare

"Dai...la sai benissimo, non ti fare mille paranoie" ribatté Sofia

"Che facciamo?" Dissi arrendendomi

Le ragazze sorrisero complici, poi mi guardarono maligne.

"Non mi piace quello sguardo" dissi

"È meglio non contraddirle mai" rise Chiko

"Oggi...mia cara Alessia" iniziò Alice alzandosi

"Ti rifaremo il vestiario" sorrise Lea insieme a Sofia

"No vi prego" dissi implorando pietà

Loro sorrisero e i ragazzi scoppiarono a ridere.

"Ho cambiato idea, vado a studiare che è meglio" dissi alzandomi dal tavolo

Sofia mi prese per un braccio ridendo.

"Ormai sei qua" le ragazze mi presero a braccietto e purtroppo iniziarono a camminare per non so dove

"Aiuto!!" Susurrai ai ragazzi

Loro risero e ci seguirono.

Non so in quanti negozi entrammo.
Mi costrinsero a provare abiti di tutti i genere e per alcuni, mi rifiutai proprio di provarli.

"Ragazze basta, vi prego" dissi esausta uscendo dal camerino con una decina di abiti in mano

"Quale ti piace di più?" Chiese Sofia

"Questo" dissi prendendone uno

Poco più in là, vidi Michele e Lea appoggiati alla parete, lei era praticamente appiccicata a lui.

Ci rimasi un po' male.

Sofia si accorse del mio sguardo, mi guardò tristemente.

"Mi dispiace Ale" disse

"Non m'importa" dissi distogliendo lo sguardo da loro

Eppure non lo capivo, prima faceva tutto il carino...poi stava appiccicato a Lea, per non parlare della cena.

"Ehi Ale" disse Michele quando mi passò di fianco

"Lasciami stare" mormorai fredda forse a voce troppo alta

Andammo a pagare, poi uscimmo dall'ennesimo negozio.

Anzi mi era andata bene, non avevo poi così tante buste in mano.

"Ok, penso che l'abbiate torturata abbastanza" disse Michele mettendosi al mio fianco

"Forse..." disse Lea

Io non la guardai, non mi sembrava particolarmente simpatica.

Non mi aveva fatto niente di male, ma...non lo so.

"Tutto ok?" Chiese Michele notandomi assente dalla discussione

Annuì.

"Vi va un gelato?" Chiese Sofia

"Sof...siamo a metà ottobre, che problemi hai?" Dissi ridendo

Lei alzò le spalle.

"Io non lo voglio" dissi rimanendo fuori dalla gelateria mentre gli altri entravano

"Mi spieghi che ti è preso?" Disse Michele mettendosi accanto a me

"Cosa?" Chiesi confusa

"Al negozio, prima" disse

Non sapevo che dire. Abbassai lo sguardo.

Mi rifiutavo di credere di poter essere gelosa.

"Alessia?" Una voce mi salvò da quel momento di totale imbarazzo

Alzai la testa.

"George" un mio compagno di classe

Menomale.

"Ehi" lo salutai

Lui mi abbracciò, Michele non disse niente.

"Ehm...George, lui è Michele" dissi

"Ciao" quest'ultimo gli strinse la mano senza troppo entusiasmo

Goerge inziò a fissarlo.

"Tu non sei il cantante?...Michele Bravi" disse poi

"Si sono io" disse lui

Dopo poco George se ne uscì con una scusa per andarsene.

"Ci vediamo domani Ale" mi salutò con un bacio sulla guancia, poi sparì tra la folla

Michele sbuffò.

"Che c'è?" Chiesi

"Non mi piace molto quel tipo" disse

Io alzai gli occhi al cielo.

I ragazzi uscirono poco dopo.

"Ragazzi adesso devo proprio scappare, devo finire di ripassare" dissi

"Ti accompagno io" aggiunse Michele

Salutammo tutti, Sofia mi fece l'occhiolino, poi inziammo a camminare.

"Quindi...dicevamo" riprese lui

Sbuffai.
Quando vuole le cose se le ricorda.

"Sei gelosa per caso?" Disse ridacchiando

Arrossì di colpo.

"Gelosa? Io?! Ma sei pazzo per caso?" Dissi cercando di risultare credibile

"Si proprio tu" disse divertito

"E no, sono perfettamente sano di mente" rise

Mi circondò le spalle con un braccio avvicinandomi a sé.

"Piccolina!!" Mi canzonò scompigliandomi i capelli così come si fa ai bambini

"Io non sono piccola!" Protestai separandomi da lui fingendomi offesa

Lo sentì ridere.

"Dai, stavo scherzando" rise riavvicinandosi da me

Incrociai le braccia al petto, offesa.

Michele rise rimettendo il braccio dov'era prima.

"Qundi come va la vita?" Chiesi cercando di cambiare discorso

"Si si, cerca pure di sviare il discorso" esclamò

Arrossì.

"Smettila!" Lo rimproverai e sentì subito la sua risata entrarmi nelle orecchie e quello, lo trovai il suono più bello del mondo

Poco dopo arrivammo davanti la porta di casa mia.

Michele si posizionò davanti a me tirando su un piccolo sorriso.

Solo il fatto che stesse sorridendo fece sorridere anche me.

"Ci vediamo Michele" mormorai fissandolo negli occhi

"Ciao piccola rossa gelosona" sghignazzò lui

"Smettila" gli diedi una manata sul petto

Rise, poi mi guardò negli occhi.
"Dai abbracciami" mormorò lui

Sorrisi lievemente e avvolsi le mie piccole braccia attorno al suo busto, sprofondando la testa nel suo petto.

Sentì le sue braccia stringermi forte e desiderai non staccarmi mai più da lui.

Purtroppo però, le sue braccia si staccarono troppo velocemente e io fui costretta ad allontanarmi.

"Ciao" dissi piano per poi sparire dietro l'uscio di casa

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