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Capitolo 14 "Dov'è la verità? Qual è il mio nome?..."

P.O.V Michele

Mi svegliai con un mal di testa terribile il giorno seguente.

Rimasi un po' disorientato all'inizio, poi capì di essere in camera mia.
Ricordavo poco della sera precedente, poi non so perché avevo iniziato a bere così tanto.

Ma come ci ero arrivato a casa mia?

Mi guardai attorno, poi notai una ragazza appoggiata alla mia spalla, che dormiva beatamente.
Inizai a farmi le peggio paranoie sulle cose che avevo potuto fare la sera prima ma poi la riconobbi e fu quasi peggio.

ALESSIA? Cosa ci faceva qui? Oh no no no, non prometteva niente di buono.

Perché aveva la mia maglietta?!? No no no.

"Alessia" la chiamai agitato

Guardai la sveglia accanto a me che segnava le 9 di mattina.

Lei non rispose, la scossi leggermente per una spalla.

"Ale!!" Esclamai scuotandola di più

Lei si stropicciò gli occhi.

"Che bel risveglio" si lamentò lei

"Che cavolo è successo ieri? Che cosa ci fai qui? E perché indossi i miei vestiti?! Dimmi che non abbiamo..." lasciai il discorso in sospeso

Ok forse mi ero comportato un po' male a parlarle così, ma non riuscivo a credere che noi avevamo...No, non era possibile, non riuscivo nemmeno a pensarci.

Poi sentì qualcosa risalirmi in gola e mi ritrovai in bagno a vomitare.

P.O.V Alessia

"Guarda ti sta bene dopo quello che hai fatto ieri" dissi severa mentre mi alzavo dal letto

Si lamentò ritornando in camera e passandosi le mani sul viso, stanco.

"E se credi che io sia quel genere di persona che si approfitta di te mentre eri in quello stato di sbagli di grosso" dissi alzando la voce e prendendo le mie cose

"E se lo vuoi sapere ieri eri ubriaco e io ti ho semplicemente riportato a casa e tu hai insistito perché rimanessi a dormire da te" dissi sempre con lo stesso tono per poi chiudermi in bagno per cambiarmi

"Ale" mi chiamò Michele dispiaciuto da dietro la porta

Anche se ero arrabbiata con lui, era tenero mentre provava a chiedere scusa.

Mi rimisi il vestito ma non riuscì a chiuderlo del tutto.

Sbuffai ritornando in camera dove trovai Michele seduto sul letto che fissava la porta dove ero scomparsa cinque minuti prima.

"Alessia ascoltami ti prego" disse alzandosi per venirmi incontro

Lo superai per rimettermi le scarpe e poi cercai di tirarmi su la zip senza però avere successo.

"Scusami...mi sono espresso male, avrei dovuto ascoltarti prima di fare supposizioni, ho pensato subito al peggio" si scusò avvicinandosi a me per chiudermi il vestito

Non risposi.

"E se proprio lo vuoi sapere, sei tu che hai provato ad ottenere qualcosa da me ma io mi sono rifiutata, non sono quel genere di persona" dissi arrabbiata per poi andare via

P.O.V Michele

Sono stato un vero idiota. Come avevo potuto pensare quelle cose?

E che cavolo avevo combinato la sera precedente?

Mi sentivo malissimo.

Mi passai una mano tra i capelli frustrato.

Stupido. Stupido. Stupido.

Andai in cucina dove trovai Giulio che mi guardava storto.

"Beh cosa c'è?" Sbottai arrabbiato

Lui trattenne una risata.

"Come dire...la tua simpatica amica è appena uscita tutta incavolata dalla porta di casa nostra, hai qualcosa da dirmi?" Rise

"No" sbuffai lasciandomi cadere su una sedia

Non sapevo proprio cosa fare questa volta.

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