Capitolo 13 "Rubi il mio battito cardiaco, la mia coscienza, la mia vista..."
Ballare con Luca era divertente.
Non perché fosse bravo a ballare ma perché era disagiato quanto me e non ce ne fregava niente se non andavamo a tempo o sbagliavamo i passi.
Era divertente ballare con lui e basta. Ci divertivamo, e solo questo contava.
Michele era sparito, non lo vedevo da un po'.
Dopo che Luca mi lasciò, il gruppo delle ragazze mi circondò.
Conoscerle dal vivo era tutta un'altra storia, erano simpatiche, pazze e disagiate quanto me.
Iniziammo a conoscerci meglio sedute sul divanetto con un drink in mano.
"Sai, sono contenta che Michele ti abbia portato con sé, sono felice di averti conosciuta" ammise Alice
"Grazie, anche io" sorrisi
"Ehi belle donzelle" ci voltammo
I ragazzi si avvicinavano a noi.
"Che fate qua? Non venite a ballare?" Chiese Alberico
"No no, magari più tardi" rispose Sofia per tutte
"Vi portiamo qualcosa da bere?" Propose Chiko
"Abbiamo già fatto" rise Lea sollevando il bicchiere che aveva in mano
"Vieni a ballare" mi propose Michele tendendomi la mano
"Nhaa, non ho voglia" sorrisi
Lui sbuffò distogliendo lo sguardo.
Sofia mi diede una lieve spinta indicando Michele con la testa, come per dire di accettare.
Alzai gli occhi al cielo divertita.
"Eh va bene, dai andiamo" dissi ridendo prendendogli la mano per poi andare in pista
Poi mi fermai sentendo un dolore alla testa e vidi tutto intorno girare.
Mi portai una mano alla testa.
"Ale stai bene?" Michele mi sorresse circondandomi la vita con un braccio
Appoggiai una mano sulla sua spalla per non cadere.
"Si, solo...un giramento di testa" dissi riprendendomi
"Anche a Roma hai detto la stessa cosa" disse serio
"Tranquillo, è tutto ok" dissi separandomi da lui
Lui esitò un po', poi annuì e mi trascinò in pista.
"Sciogliti un po', sei tropppo rigido" risi poggiando le mani sulle sue spalle
Lui si grattò la testa imbarazzato.
Dopo aver ballato e aver preso qualcosa da bere, Michele sparì tra la folla.
"Ehi" Alice e Sofia si sedettero accanto a me al bancone
"Ehi ragazze" salutai
"Dov'è finito Michele?" Chiese Alice
"Non lo so, è da un po' che è sparito" riflettei
"Quindi...tra te e Michele..." disse Sofia
Lasciò la frase in sospeso alzando le sopracciglie in modo allusivo.
"Oh no no no no, cosa vi salta in mente?" dissi arrossendo violentemente
Io e Michele? Scherzano?
Sofia ridacchiò.
"Si vedrà" rispose
Le diedi una scherzosa botta alla spalla e rimanemmo là a ridere e divertirci.
Guardai l'orologio, erano le 2 di notte.
Cavolo non ero mai rimasta così tanto fuori di casa.
"Ehi bella" quando riconobbi la voce rabbrividì
"Non è possibile" sussurrai girandomi
"Balli?" Ridacchiò Michele
È ubriaco.
Infatti più mi avvicinavo e più sentivo l'odore di alcool che emanava.
No Michele che cosa hai fatto?
"Sei ubriaco Michele" dissi
"Ma cosa dici?" Rise a crepapelle come se avessi fatto la battuta più bella del secolo
In effetti...
Lui non era esattamente il tipo.
"Andiamo ti riporto a casa" sospirai
Tanto era tardi.
"Ma no, io mi sto divertendo, penso che andrò a ballare con Lea...chissà magari succede qualcosa" ghignò
Sentì la rabbia aumentare.
"Andiamo prima che tu faccia qualcosa di cui poi ti pentiresti" sbuffai tirandolo per un braccio
Ero stata solo una volta a casa sua, non mi ricordavo dove abitava.
"Dove abiti Michele?" Chiesi
"Perché?" Fece un sorriso malizioso
"Per riportarti a casa, stupido" mi sbattei una mano sulla fronte
"Non te lo dico" ghignò
Era un bambino capriccioso.
"Aspetta qua" dissi per poi andare verso Sofia e Alice
"Ragazze ho bisogno di aiuto" dissi
"Cosa c'è?" Chiese Sofia
"Michele è completamente ubriaco, devo riportarlo a casa ma non mi ricordo dove abita e lui non me lo vuole dire" dissi esasperata
Alice rise, e mi disse la via.
"Stai attenta" disse poi
"Ricevuto, ci vediamo" dissi prima di girarmi
"Ehi aspetta" mi richiamò
Mi chiese il numero per rimanere in contatto, e io ne fui davvero felice.
Tornai dove avevo lasciato Michele e lo trovai ancora lì, con le braccia incrociate.
"Andiamo" sbuffai
Lo sentì ridere.
Ah domani avremmo fatto i conti.
Tornammo alla sua auto.
"Dammi le chiavi" dissi mettendo una mano avanti
"No" rise
"Michele!" Sbottai
Lui ridacchiò appoggiandosi alla portiera con le braccia incrociate al petto.
"Sei un bambino capriccioso" sbuffai
"Trovale tu" disse facendo un sorriso malizioso
Era estremamente attraente anche da ubriaco.
Sbuffai e infilai una mano nella sua tasca.
Le trovai finalmente ma prima che mi allontanassi da lui, Michele mi prese un braccio e mi avvicinò di più a lui facendo sfiorare le nostre labbra.
Guardai le sue labbra.
Dovevano essere morbidissime.
Ma cosa stavo a pensare?
Mi ripresi dal mio stato di trans e lo spinsi leggermente mettendo una mano sul suo petto prima che potesse baciarmi.
"Lo so che lo vuoi anche tu" sussurra
Certo, ma non così.
Lo spinsi nuovamente e aprì la macchina facendolo entrare.
Misi in moto e partì per casa sua.
Non ci impiegammo molto, anche se abitava un po' fuori dal centro.
"Perché stiamo tornando a casa?" Si lamentò
"Perché devi andare a dormire" dissi
Sbuffai facendolo scendere dall'auto.
Poco dopo lo vidi chinare la testa per poi vomitare anche l'anima.
Perché aveva bevuto così tanto? Lui non era quel tipo di persona.
Riuscì a portarlo fino al suo appartamento.
"Dai, mettiti il pigiama e poi fila a dormire" dissi severa
"Tu non sei mia madre" si lamentò
"No ma sarò la persona che te le suonerà domani" minacciai
Nonostante questo si sedette sul letto portando una mano alla fronte.
"Mi scoppia la testa" si lamentò
"E domani sarà anche peggio" dissi
Perché stavo facendo tutto questo?
Perché dovevo ricambiare in qualche modo, lui mi aveva salvato molte volte senza saperlo, io dovevo aiutarlo.
Gli sbottonai la camicia per farlo cambiare scoprendo così la sua pelle estremamente chiara.
Mi schiarì la voce per riprendermi da quella visione per poi cercare una sua maglietta.
"Là" mi indicò un cassetto
Ne presi una e gliela passai, lui la indossò per poi prendere un paio di pantaloni e andare a cambiarsi.
"Ale?" Mi chiamò quando ritornò in camera
Lo guardai confusa.
"Mi abbracci?" Chiese
"Michele" lo rimproverai
Sapevo che c'era qualcos'altro sotto. Era da quando eravamo in discoteca che non faceva altro che provarci con me.
"Che c'è? Ti ho chiesto solo un abbraccio...lascia stare, fai pure finta di niente" disse infine con tono arrabbiato
Dopodiché si stese sul letto a fissare il soffitto.
Era passato dall'essere un pervertito a dolce, ad arrabbiato.
"Michele...mi dispiace, non sono abituata a vederti così...domani dimenticherai tutto" dissi sedendomi su un lato del letto accanto a lui
"Scusa...neanch'io sono abituato ad essere così; non so perché ho bevuto così tanto" disse triste
Gli passai una mano tra i capelli disordinati.
"Su ora mettiti a dormire" dissi
Lui si infilò sotto le coperte e chiuse gli occhi.
Mi alzai sospirando e gli lasciai un piccolo bacio sulla fronte.
"Buonanotte Michele" sussurrai e feci per voltarmi
Mi prese la mano così riportai l'attenzione su di lui.
"Resta, ti prego" disse pregandomi
"Michele...i miei-"
"Sono partiti, non lo sapranno mai, sono così solo qua" disse sporgendo il labbro inferiore
Ora era passato dall'arrabbiato al dolce e tenero.
Sospirai.
"E va bene resto, ma non posso certo dormire così" dissi indicando il mio vestito
"Ehm...aspetta" disse alzandosi
Aprì un cassetto e prese una maglietta blu e dei pantaloni.
"Scusa...non ho nient'altro" disse imbarazzato
"Fa niente" risi prendendoli e andando in bagno
La maglietta mi arrivava al sedere e non parliamo dei pantaloni.
Cavolo ma io dovevo dormire con lui? No no no no no.
Uscì probabilmente molto rossa, lui rise vedendomi.
Si ristese sotto le coperte e io rimasi a guardarlo.
Lui batté una mano accanto a sé.
Essere ubriaco lo faceva essere meno timido.
Mi misi sotto le coperte accanto a lui a distanza di sicurezza.
"Ale?" Mi chiamò dopo un po'
"Si?" Girai il viso verso di lui
"Grazie" disse
Io gli sorrisi. Poi mi girai dall'altra parte pronta per dormire.
Ma per Michele non era così.
"Ale?" Mi chiamò ancora
"Michele...cosa c'è?" Dissi esasperata ma evidentemente divertita
"Non ho sonno" si lamentò
"Michele sono le 2 e 30 di mattina; per l'amor del cielo dormi" sospirai
Lui sbuffò, mettendosi a sedere sotto le coperte
Lo imitai appoggiandomi alla tastiera del letto.
"Coraggio, vieni qua" dissi facendogli cenno di avvicinarsi
Lui mi guardò strano, poi si avvicinò.
Si appoggiò un po' a me, scivolando sul materasso.
Iniziai a passargli la mano tra i capelli per farlo rilassare e di consegenza farlo addormentare.
In breve si addormentò e io con lui.
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