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Capitolo 11 "È un viaggio in costruzione, certezze non ne ho..."

Michele non si era più fatto sentire per almeno una settimana.
Forse se l'era presa per come l'avevo trattato.

Ma io non lo cercavo e lui di conseguenza non cercava me.

Ma tutti i miei pensieri vennero interrotti dallo squillare del mio cellulare.

Una notifica.

Era George, un mio 'amico' e compagno di classe.

Sottolineavo amico perché si, per me era un amico, ma troppo appiccicoso e credevo che per lui non fosse la stessa cosa.

In fondo era carino e simpatico ma non faceva per me.

-Ti va di andare a fare un giro in centro?

Non ne avevo per niente voglia.

-Scusa ma non mi va.

Poi mi arrivò un altro messaggio, e il mio cuore saltò in aria vedendo che era di Michele.

Sbloccai il telefono e visualizzai il messaggio.

-Tra un po' vado al parco con la Signora, se vuoi puoi venire con noi.

Si vedeva che il tono era un po' freddo.
Esitai un po' prima di rispondere, poi accettai.

-Ci vediamo là alle 16.

Poi non scrisse più nulla, secondo me era un po' offeso per quando gli avevo staccato il telefono in faccia.

Ok si con lui ci esco, perché lui è importante per me e voglio chiarire.

Guardai l'orologio, erano le 14.

Verso le 15 e 40 uscì di casa. Ci voleva un po' a piedi per raggiungere il parco.

Arrivai lì esattamente alle quattro, adesso dovevo solo trovarlo.

Inziai a girare per il parco, poi lo vidi.

Era inginocchiato verso la Signora.

Mi fermai un po' dietro di lui e lo guardai, lui non mi aveva ancora notata.

Indossava dei jeans blu, una maglietta a righe e una giacca in tono con i pantaloni, con le maniche arrotolate e le sue solite scarpe bianche.

I capelli erano stati tirati su in una cresta disordinata.

Era molto bello se dovevo essere sincera.

Sospirai facendomi coraggio e mi avvicinai.

"Ehi" dissi sfiorandogli la spalla

Lui girò la testa di scatto.

"Ciao" disse per poi abbassare lo sguardo verso la Signora

Sì, era effettivamente offeso.

Tolse il guinzaglio al cane e lei iniziò a correre attorno a noi.

"Scusami per l'ultima volta, ero in un brutto momento" mi scusai notando il suo silenzio

Lui mi guardò.

"Io volevo solo aiutarti" disse dopo un po'

"Lo so, scusa, faccio sempre casini"

"Dai non fa niente, tranquilla" disse sorridendo leggermente accarezzandomi una spalla

Mi scese una lacrima solitaria contro la mia volontà.

"Io...non sapevo se sperare che tornassero al più presto o che non lo facessero mai più, sono stanca di tutto questo movimento, voglio solo qualcosa di stabile nella mia vita" un'altra lacrima era scappata al mio controllo seguita subito da un'altra

L'ultima cosa che volevo era piangere davanti a lui.
Non volevo che mi vedesse così. Un'altra volta.

"Ehi...tranquilla" disse cercando di rassicurarmi asciugandomi una lacrima con il pollice

Cercai di asciugarmi le lacrime con il braccio ma Michele mi fermò.

"Vieni qua" disse attirandomi in un abbraccio

Di tanto in tanto mi accarezzava la schiena per tranquillizzarmi.
Non saprei cosa fare senza di lui.

"Tranquilla, io ci sono" disse

Lo trinsi più forte.

"Grazie Michele" disse una volta separata dall'abbraccio

Lui mi sorrise.

"Ora mi fai un sorriso?" Chiese

Io cercai di tirare su un sorriso che risultò molto finto.

"No no, non ci siamo capiti, io ne voglio uno vero" sorrise, solleticandomi un fianco

Io adoravo il suo sorriso e già solo quello mi bastava per essere felice.
Mettiamoci anche il fatto di soffrire il solletico in una maniera assurda ed era fatta.

Sorrisi, ma questa volta veramente.

"Brava, ora andiamo se no la Signora diventa gelosa" rise

Io mi unì a lui e inziammo a passeggiare un po' per il parco con la Signora davanti.

"Ti va un gelato più tardi?" Chiese dopo un po'

"Ma sempre a mangiare pensi, devi metterti a dieta se no scoppi" risi

"Ehi!" Esclamò incrociando le braccia e facendo il finto offeso

"Dai scherzo, lo sai" risi alzandomi sulle punte per baciargli la guancia

Lui sorrise.

"Signora gliela facciamo fare un po' di ginnastica al tuo padrone?" Risi al cagnolino davanti a me

Lei scodinzolò abbaiando.

"Corri Signora, corri" iniziai a correre con il cane un po' davanti

"Ehi!! Così non vale, aspettami!" Esclamò Michele iniziando a correrci dietro

****

Michele si buttò sul prato, esausto.

"Sto morendo" esclamò mettendosi una mano sul cuore

"Ma se hai corso si e no 5 minuti" risi sedendomi accanto a lui

"Apprezza lo sforzo" disse coprendosi la faccia con le mani

"Tu sei pazza" rise

"Anche tu" gli risposi

"Adesso me lo sono meritato un gelato" disse sedendosi

"Sicuro" risi

Dopo poco si alzò e mi tese la mano per aiutarmi.

La presi e mi alzai.

"Portiamo a casa la Signora prima" disse per poi metterle il guinzaglio

Arrivammo al suo palazzo, lui aprì il portone per poi entrare.

Io rimasi fuori, infatti lo vidi girarsi e guardarmi confuso.

"Io...ti aspetto qua" sorrisi

"Puoi salire se vuoi" disse grattandosi la nuca imbarazzato

"Ehm...ok" sussurrai seguendolo su per le scale

Mi fermai sentendo un improvviso giramento di testa.

"Tutto ok?" Disse girandosi verso di me

Non risposi subito.
Mille puntini mi oscurarono la vista.

"Si, solo un giramento di testa" dissi appena il mondo smise di girare

Michele aprì una porta e mi fece entrare chiudendosela alle spalle.

Tolse il guinzaglio alla Signora.

"Sei sicura di stare bene? Vuoi un bicchiere d'acqua?" Chiese

"No tranquillo, sto bene" gli sorrisi

Mi scrutò un attimo, poi annuì.

"Andiamo?" Fece poi

Così lo seguì.

Andammo semplicemente a prendere un gelato in un posto non molto lontano da là.

Ci sedemmo ad un tavolo a mangiare.

Poi gli squillò il telefono.

"Pronto?...Si sono alla nostra solita gelateria...certo, così ti presento una persona" disse per poi attaccare

Io lo guardai incuriosita.

"Sta per venire una mia amica, così te la presento" disse sorridendo

Io annuì.

Anche se ero un po' nervosa per questo, insomma erano suoi amici, gente famosa sicuramente e io invece non ero nessuno.

"A che pensi?" Chiese per poi finire il gelato

"A niente" risposi

"È impossibile, tutti pensano a qualcosa" sorrise

Cosa ho fatto per essergli amica? Io non lo merito, lui è troppo per me.

Abbassai lo sguardo sul mio gelato per poi finirlo.

Poco dopo entrò una ragazza, era bionda, riccia e con gli occhi azzurri.

Quella era Sofia Viscardi.

Non credetti ai miei occhi.

"Ehi Michele" lo salutò lei abbracciandolo

"Ehi...lei è Alessia" mi presentò una volta staccato

Feci un piccolo sorriso, anche se ero molto imbarazzata.

Le porsi la mano ma lei mi sorprese, e mi abbracciò.

Fui colpita dalla sua spontaneità.

"Io sono Sofia" disse allegra

Mi piaceva molto lei, mi trasmettava tanta allegria.

"Prendi qualcosa?" le chiese Michele

"No no, grazie" gli sorrise lei

Inziarono a parlare di qualcosa che non capì bene.

Io tenevo lo sguardo basso, non ci credevo molto che ero davvero lì con loro.

"Ale tu quindi vieni?" Chiese all'improvviso Michele

Mi risvegliai dai miei pensieri.

"Eh? Cosa?" Alzai lo sguardo su di loro

Michele ridacchiò.

"Bella addormentata, stavamo parlando di una festa di domani sera organizzata da alcuni nostri amici, tu vieni?" Chiese guardandomi con quei suoi occhioni verdi

"Io, non...insomma l'hai detto pure tu, sono tuoi amici, non miei, sarei un po' fuori luogo" dissi a disagio

"Sì ma tu sei mia amica...anzi nostra" disse sorridendo indicando Sofia

"Non lo so..." dissi

"Ti accompagno io, così poi ti presento" disse

Esitai un po' ma alla fine accettai.

Prima di andarcene Sofia mi diede il suo numero.

"Ci sentiamo ok?" Sorrise

"Certo" dissi sorridendo

Tutto quello era troppo surreale.
Ma mi piaceva.

~Spazio autrice☆~

E se mi lasciate qualche commentino per farmi sapere come trovate la storia?

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