Capitolo 5
Mio padre mi guarda intontito.
Ma lui non capisce
Non capisce che quando hai una tua passione, una tua collezione, una volta che trovi il pezzo più bello e più ambito, esso deve essere tuo
Solo tuo
Un'idea nasce spontanea sul mio volto
Sono imbattibile su una cosa
Su quello, nemmeno il migliore può battermi
Faccio diventare i miei occhi lucidi, abbassando il capo
Io: "Bè posso capirlo... "
Uno sguardo da parte di mio padre e di mia madre, e il gioco è fatto
Ascolto come riiniziano a contrattare con l'altro sovrano, mentre faccio tornare il mio sguardo felice e gioioso
Rialzo il capo, volgendo il mio sguardo a quello meraviglioso e luccicante del mio nuovo pezzo da collezione
Ma ciò che vedo, mi spezza a metà il cuore
Il viso piegato in una espressione di pura rabbia, gli occhi d'oro, ormai, sono due semplici fessure, che mi fissano schifato
Ho capito, si può reputare un semplice giocattolo che passa di mano in mano, ma presto sarebbe stato il mio giocattolo
Sarebbe stato il mio unico pezzo da collezione
Sarebbe stato mio
Solo e solo mio
Ma allora... Perchè il mio cuore si spezza a vederlo così?
Perchè vorrei solo abbracciarlo?
Perchè voglio vedere un suo semplice sorriso?
Perchè voglio il più splendido sguardo che i suoi meravigliosi occhi possano darmi?
Ormai sono completamente impazzito
Io, secondogenito della famiglia reale degli Aldini, impazzito, per colpa di uno stupido pezzo da collezione.
Per colpa di quegli stupidi capelli rossi.
Per colpa di quegli stupidi occhi
Riesco ad ascoltare gli ultimi tratti della conversazione tra i due reali
Ascolto come il trattato di scambio viene concluso, e, di come, il ragazzo passa sotto la nostra ala protettiva
Ormai è un vero e proprio pezzo della mia collezione.
Anzi, il più bello della mia collezione
I Reali abbandonano la sala del trono, con il trattato per il governo di Xrnia, insieme hai loro soldati e l'enorme gabbia, dalla quale, poco prima, si è fatto uscire il pezzo da collezione
Mi alzo dal trono, dove poco prima mi ero seduto, e, con un gesto della testa saluto la mia famiglia, mentre, con un cenno della mano, faccio trasportare Icore da una guardia, dato che era ben ammanettato.
Mi faccio spazio tra i corridoi, per notare, dalle giganti finestre decorate in oro, come i Reali di Nankai, salgono sulle loro carrozze, per poi partire, e lasciarsi il nostro Regno alle spalle.
Con la coda nell'occhio osservo la guardia che guarda meravigliata il mio trofeo.
Preso da un'attacco di pazzia, faccio segno alla guardia di entrare in camera mia, poggiare il ragazzo sul letto, e poi farla andare via.
Rientro in stanza con sguardo serio, e con un leggero sorrisetto sulle labbra.
Mi avvicino al trofeo, che noto con piacere avere praticamente la mia stessa età.
Un secondo... Con piacere?
Perchè dovrei essere felice di sapere che il mio trofeo ha quasi la mia stessa età?
Ormai sto impazzendo
"Qual è il tuo nome, Icore?" Gli chiedo fin troppo serio, mentre lo fisso nei suo occhi.
O, meglio, poco sopra i suoi occhi, sulla cicatrice o sulle ciglia, senno sarei impazzito.
Sarei andato in tilt
"Non ho un nome, stupido biondino. Dopotutto... Chi da un nome ad un giocattolo? " Mi risponde lui, con tutto l'odio che possa esistere in questo mondo.
Il mio cuore si rompe, per la seconda volta.
Il crack che ha prodotto lo avranno sentito anche quelli del Regno comandato dalla famiglia Nakiri, per me il più antipatico.
"Trofeo, cosa ti piace fare? " Gli chiedo allora, convinto di potergli dare un nome.
"Tsk... Mi piace combattere ma anche cucinare." Il ragazzo mi risponde allora
Un sorriso mi fa spazio sulle mie labbra
Una leggenda, di un grande combattente che amava mangiare.
Uno con l'animo capace di dare fuoco
Un demone che è riuscito a fare il giro del mondo
"Da oggi, tu sarai Yukihira"
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