Chapter Two.
-Smettila! Smettila! Smettila!- gridai cercando di non piangere. Non volevo apparire debole davanti a lui. Mi avrebbe fatta pesare per il resto della mia vita.
-Eh no, questa è la tua punizione!- disse lui mentre faceva passare le sue mani sulla mia pancia.
-Basta! Ti odio!- ed eccolo che stavo piangendo.
-Theo! Sun! Smettetela!- gridò la voce di Emily entrando in salotto. Erano rare le volte in cui lei rimproverava i suoi figli. -Siete entrambi maggiorenni, maturi e vaccinati e vi comportate come dei bambini!- disse cercando di non ridere dopo aver visto la faccia di Theo tutta ricoperta di panna montata. Emily di fatto era una donna con una vita tranquillissima, molto bella con quei capelli castani lunghissimi e piccoli occhi azzurri a mandorla e labbra piene sempre dipinte di un rosa pesca ed era intelligentissima e a essere onesta, essere stata adottata da lei era la cosa più bella che mi poteva capitare. Se poi avere un fratello come Theo che ti proteggeva da tutti e tutto, super geloso e iper protettivo e a volte anche un super rompiscatole e una sorella come Ari che ti rubava i vestiti era una cosa carina per me che non avevo minima idea di chi fossero i miei veri genitori.
-Oh no, qui l'unica matura sono io, Theo è peggio di Ari!- dissi buttando giù Theo dal divano con un calcio, che mi fissò con uno sguardo assassino accarezzando il culo.
-Hey non mettermi in mezzo ai vostri litigi!- esclamò la vocina dolce di Ari dietro noi.
Emily si girò di scatto verso la porta e buttò giù un sospiro di sollievo, poi il suo viso assunse un aria da dura: -Ariana Catlyn Bledel sei in ritardo anche oggi! Non giocare con la mia pazienza va bene?-
-Lo so, scusa mamma Lucas si era fermato a fare benzina e c'era una fila enorme e poi non ho dodici anni, dammi un po' di libertà!-
No, decisamente lei non aveva dodici anni, ma solo quattordici e si comportava da trentenne. Usciva con un ragazzo più grande che aveva persino una macchina. All'inizio Emily e Simon non erano molto contenti della loro relazione, per non parlare di Theo che ogni volta che vedeva Lucas assumeva un'espressione da capo militare, ma a me era sempre piaciuto Lucas. Era un ragazzo con i piedi per terra, con un sorriso da Zac Effron, pelle scura e occhi grigi ma vivaci, che amava giocare a basket e ballare, per non parlare dei buoni voti che aveva a scuola. Lui aveva sedici anni e frequentava il primo anno del stesso liceo che frequentavo io e a scuola non lo avevo mai visto esporsi troppo. Stava nel suo piccolo a farsi affari suoi con i suoi amici.
Emily aprì la bocca per rispondere alla figlia quando qualcuno suonò il campanello.
-Vado io!- gridò Louise, la nostra domestica, correndo verso la porta, poi subito dopo ritornò nel salotto con un grande mazzo di rose in mano e un sorriso compiaciuto sul viso.
-Wow Louise, chi è il tuo ammiratore segreto che ti manda questi fiori?- rise Theo.
-Questi sono per la signorina Sunshine!- disse lei con un sorriso a trentadue denti poi guardò Theo. -Credo che tu non avrai mai una ammiratrice segreta se andrai in giro conciato così.- disse infine facendo ridere tutti, mentre io presi in braccio i fiori con delicatezza.
-Sarà sicuramente Jeremy che vuole farsi perdonare!- affermai sicura e contenta annusando il dolce profumo di una rosa e lessi anche il biglietto.
''È solo l'inizio, Talitha! Spero che ti piacciano, mi ricordano tanto il colore delle tue labbra!"
Portai le mie mani sulle labbra, sentendo quel malore allo stomaco.
-Che faccia da culo!- scherzò Theo. -Va tutto bene?-
-Sì, sono solo sorpresa. Sto bene!- dissi correndo in camera mia per chiudermi dentro.
Guardai i fiori, profumavano tantissimo. Anche troppo. Aprii la piccola pattumiera azzurra e buttai il mazzo di rose dentro senza pensarci due volte. Io non volevo i fiori da quel caso umano.
-Ouch, così ferisci i miei sentimenti!-
Era la sua voce. Mi girai e lo trovai sdraiato sul mio letto mentre giocherellava con la mia spazzola color lavanda con un atteggiamento del tutto normale. Ma chi si credeva di essere questo tipo? Avrei voluto urlare di rabbia, ma la sua presenza mi faceva sentire piccola e insignificante, incapace di fare alcun movimento.
-Prima o poi dovranno sapere la verità! Per quanto tempo pensi di continuare a mentire?-
Presa dal panico corsi verso la porta, ma lui era troppo veloce e arrivò prima di me, anche se io ero praticamente accanto alla porta e lui era sdraiato sul letto.
Ma come diavolo ha fatto? Logica, amica mia dove cazzo sei quando servi?
-Oh piccola, ti ho mai detto che sarà facile con me?-
-Che diavolo stai blaterando?- gridai tirando avanti la sedia della specchiera e mettendola tra di noi. -Aiuto! Aiutatemi!-
Lui rise coprendo la porta con il suo corpo in modo che non potessi scappare via.
Perché rideva? Cosa trovava di così divertente da ridere?
-Nessuno può sentirti!-
Okay, era pazzo!
-Perché mi stai seguendo? Che cosa ti ho fatto?- gridai.
-Nulla.- mormorò sorpreso.
-E allora che cavolo di problemi hai? Ti prego non farmi male, prendi tutto: soldi, gioielli, prendi... prendi tutto e non ti denuncerò alla polizia ma... ti prego vattene da qui! Lasciami in pace per una buona volta!- gridai, poi nel secondo dopo all'improvviso, mi trovai tra le sue braccia, con la mia guancia destra spiaccicata al suo petto muscoloso. Il suo cuore batteva attraverso i tessuti dei suoi vestiti trasandati a un ritmo quasi normale, ma della sedia che prima c'era tra noi non c'era nemmeno una traccia.
-Mi fa male sapere che non ti ricordi di me Talitha. Io non sono uno stalker né un ladro. Non voglio farti del male.-
-Allora cosa vuoi?- gridai cercando di allontanarmi da quel abbraccio al quanto familiare.
Ma chi era? E soprattutto perché sentivo quelle famose farfalle nello stomaco, non una o due ma una tempesta di farfalle. E poi quella strana sensazione di averlo già visto prima, di conoscerlo. Perché? Poi mi accorsi di un dettaglio. Quello sensazione, quelle farfalle nello stomaco, era la prima volta che mi succedeva. Con Jeremy non era così, ma io amavo Jeremy. Lui era il mio tutto, la mia vita, il mio ossigeno, ma con lui non avevo mai avuto questi strani attacchi di farfalle mentre con lui che non sapevo nemmeno chi fosse, li sentivo.
Alla faccia della coerenza, io non potevo provare cose simili a un stalker.
-Un po' del tuo tempo.- disse quello. -Voglio conoscerti, recuperare il tempo perso con te e chiederti scusa per averti abbandonata qui con i Bledel. Ho bisogno di te Talitha, tutti noi abbiamo bisogno di te!-
Abbandonata dai Bledel? Quindi mi conosceva già?
No cretina ti sta solo prendendo in giro.
Sei seria?
Ovvio che no. Lui nasconde qualcosa.
Scossi la testa per non ascoltare quella voce sadica e cretina dentro di me. Non dissi nulla, semplicemente non avevo niente da dire e un più cosa avrei potuto dire? Non mi spostai nemmeno, per quanto sembrava strano, adoravo il suo abbraccio. Sarei potuta morire tra le sue braccia. Mi sentivo protetta. Cioè, non lo conoscevo neppure, ma in fondo cosa importava, con lui mi sentivo bene. Chiusi gli occhi e in quel momento senti le sue labbra premere sulla mia fronte.
-Buona notte mia Principessa, ci vediamo domani!- disse per poi sparire nel nulla.
Quando aprii gli occhi ero da sola, con il mazzo di rose in mano e stranamente si era fatto sera. Non capivo cosa fosse successo, ma di una cosa ero sicura: lui non mi avrebbe lasciata in pace. Dovevo assolutamente fare qualcosa, qualsiasi cosa purché lui non mi si avvicini più.
Qualsiasi.
***
La mattina seguente ero spaventosamente e orribilmente in ritardo per colpa della notte passata in bianco a pensare e a ripensare a lui. Parcheggiai la mia macchina e corsi come un fulmine per i corridoi vuoti in cerca dell'aula di biologia del professor Anderson senza rischiare di cadere per via dei tacchi e quando entrai in aula, senza nemmeno bussare per giunta, Anderson era in piedi che dava le spalle alla porta, con un ragazzo accanto alla sua cattedra. Non vedevo bene la sua faccia per via del mio professore troppo grasso, ma la cosa non mi importava minimamente.
-Scusi, mi sono svegliata tardi!- dissi non curante, spostando i capelli in dietro con un singolo gesto andai al mio posto infondo all'aula accanto a Thessa che appena mi vide mi fulminò con lo sguardo per il ritardo. Lei odiava l'ora di biologia e io ero l'unico motivo per cui frequentava questa stupida lezione.
-Visto che la signorina Bledel ci ha gentilmente onorati della sua presenza anche se è in ritardo, tu signorino Iryn puoi andare a sedersi accanto al signorino Dewwi.- Quella sua ossessione di chiamare i suoi studenti signorina o signorino mi stava letteralmente mandando fuori di testa.
Guardai con la coda del occhio il nuovo studente per poi accorgermi che si trattava di lui. Il sangue mi si congelò nelle vene. Non era possibile, perché era qui?
Che ci faceva a scuola? In classe mia?
Lui accorto che lo stavo fissando mi fece l'occhiolino sorridendo con l'angolo della bocca in modo davvero odioso ed irritante che mi fece venire la voglia di lanciargli addosso tutti i libri che avevo e poi scappare via. Alzando gli occhi al cielo spaventata, mi girai subito verso Thessa che lo guardava con adorazione. Le lanciai un'occhiata furiosa dandole una gomitata.
-Ahi! Che c'è? É carino!-
Cosa? Sul serio?
È piuttosto carino, ammettilo!
Non ora stupida voce malata.
-È lui!- dissi quasi sussurrando.
-Lui chi?-
-Quello lì.- spalancai gli occhi.
-Parla una lingua più comprensibile Sun!-
-Zitte lì infondo!- gridò la voce di Anderson.
Infondo a chi importava di lui. Avevo promesso a me stessa che d'ora in poi gli sarei stata più lontana possibile. Tanto l'unico ragazzo di cui mi importava era Jeremy e nessun altro, Il mio Jeremy Flynn. Mi dispiaceva solo per Niall che aveva come compagno di banco uno stalker psicopatico. Nonché a lui sembrava importare molto del nuovo compagno di banco, se ne stava li a scarabocchiare il quaderno, ignorando tutti come al solito, soffiando sulle ciocche di capelli che gli ricadevano sulla fronte mentre metà delle ragazze presenti nella stanza cercavano in tutti i modi di attirare la sua attenzione.
Quando suonò la campanella uscii fuori con la stessa velocità con cui ero entrata, salutando Thessa con un veloce bacio sulla guancia, tanto ci saremo riviste alla terza ora. Dovevo parlare con Jeremy e sapevo benissimo dove trovarlo. Avevo la seconda ora di matematica, ma per me la cosa più importante ora era di chiarire con il mio Jeremy. Andai fuori in giardino, verso la nostra panchina dove ogni giorno all'ora di pranzo ci sedevamo per mangiare. A lui non piaceva la mensa, diceva che c'era troppo chiasso, mentre a me sì, ma per stare con lui ci andavo sempre a sedermi su quella panchina. Camminai a passo svelto verso la nostra panchina, sapendo benissimo che lui di Martedì aveva le prime due ore libere e passava il suo tempo lì, o leggendo o ascoltando musica, ma al suo posto c'era una coppia che rideva e scherzava. La ragazza appoggiò la sua testa bionda sulla spalla destra del ragazzo e lui le diede un bacio sui suoi capelli ricci.
-Hey!- gridai furiosa. -Quello è il mio posto.-
I due ragazzi si alzarono di scatto e il mondo mi crollò addosso: Jeremy con una stupida biondina. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime mentre il cuore mi tremava davanti a quella amara situazione.
-Sun.- sorrise lui.
Jeremy sembrava addirittura felice di vedermi, non dovrebbe essere spaventato visto che è stato colto in flagrante?
-Sei ritornata?-
-Sono tornata ieri!- gridai cercando di essere più arrabbiata possibile per non farmi vedere debole. -E tu non nemmeno c'eri!-
Lui sorrise di nuovo, ma i miei occhi erano incollati su quella sottospecie di ragazza che era attaccata a Jeremy come una pulce e lui accorto di questo sorrise di nuovo.
-Oh Sun lei é Tina ehm... Christina, la mia ragazza!-
-La tua cosa?- urlai non riuscendo a credere a quello che avevo appena sentito.
-Ciao, piacere di conoscerti, sono nuova qui e...- mi salutò quella con una vocina da bambolina da quattro soldi.
-Mi hai tradito con... questa sfigata?- ringhiai incazzata sentendo il mondo crollare sulle mie spalle.
-Oh Sun, tradito è una parola grossa. Noi ci eravamo lasciati, ricordi? No anzi, tu mi hai lasciato!- ringhiò furioso marcando bene la parola "tu".
-Io non ti ho lasciato, abbiamo preso solo una cazzo di pausa!- urlai e ormai intorno a noi era formato un cerchio di ragazzi che bisbigliavano tra di loro divertiti dallo spettacolo. Tra la folla vidi anche Danielle che osservava la scena con un sorriso compiaciuto sulle sue labbra rifatte e glossate.
-Una pausa?- rise acido gettando all'indietro la testa. -No Sunshine, tu mi hai lasciato e sei stata con quel bastardo di Stefan o Sebastian o come diavolo si chiama. Ti sei sempre comportata da stronza con me! Che cosa avrei dovuto fare? Aspettare che cambi l'idea un'altra volta? Davvero non ti fai schifo?-
Davvero non ti fai schifo?
Davvero non ti fai schifo?
Davvero non ti fai schifo?
Quella frase iniziò a rimbombare nella mia testa con un doloroso eco.
-Jeremy!- mormorò Tina un po' infastidita dalla situazione, stringendo la mano del mio Jeremy. Le cose stavano andando di male in peggio: prima Ashton e poi Jeremy che mi aveva lasciata per una sfigata qualunque. Una matricola tutto fumo e niente cervello. Ma che stava succedendo? Perché anche io non potevo avere una vita felice e un fidanzato come quello di Ari? Che cosa avevo fatto di male per meritare questo?
In quel momento sentii un calore lacerante sulla mia mano sinistra e l'odore di carne bruciata.
-Ma io ti amo!- la mia bocca parlò prima che io possa realizzare quello che era uscito fuori.
Dalla folla sentii un " Ohh! " mentre la gente continuava a fissare Jeremy aspettando una sua reazione. Io ormai stavo piangendo come una fottuta bambina piccola.
Jeremy rise acido.
Da quando rideva così?
-Scherzi? Tu hai il cuore di ghiaccio, tu non sai nemmeno cosa significa amare!-
In quel preciso istante qualcosa si spezzò in me, forse era il mio cuore che stava andando in frantumi. Una forte ondata di rabbia cominciò a crescere in me, una forte rabbia verso quella sfigata ruba fidanzati. Scattai furiosa verso quella per prenderla per i capelli e sbattere la sua stupida testa vuota sul trono del albero fino a far fuoriuscire quel mini cervello da oca che aveva; certo, lo avrei fatto se qualcuno in quel momento non mi avesse preso per mano fermandomi e all'istante quel bruciore sparì.
Dentro di me qualcosa si calmò.
-Mantieni la calma, non ne vale la pena.-
Che cosa voleva adesso quello da me?
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Heyyy allora come è?
Spero che sia del vostro gradimento!
Mi scuso in anticipo per eventuali errori
Un bacio ❤
All the love S.
- xtherebelwriterx
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