Chapter twenty four
Nel momento in cui la porta venne chiusa, scattai come un fulmine verso l'essa nel intento di seguire Ashton. Sapevo perfettamente che lui avrebbe rifiutato ogni segno di simpatia o aiuto, sopratutto da parte mia, ma io non potevo lasciarlo solo ad affrontare tutto questo dolore. Però qualcuno mi prese per il braccio trattenendomi.
-Aspetta... cosa vuoi fare?- domandò Louis.
-Andare da lui. Mi pare ovvio no?-
-Non potete. Fuori sta diluviando e...-
In quel momento Ova si mise in mezzo tra me e Louis interrompendo il nostro discorso e mi guardò con uno sguardo indecifrabile, torturandosi le mani. La stanza era di nuovo piombata in un silenzio tombale.
-Di solito... di solito Ashton quando è arrabbiato o pensieroso va in un posto super silenzioso per poter pensare in pace, a lui piace così. Potresti magari cercarlo nel labirinto o nella serra o al lago... ma data la situazione là fuori non penso che sia al lago...-
-Okay grazie.- dissi e girai i tacchi per uscire dalla stanza quando la sentii dire il mio nome.
-Posso chiamarti per questo nome?- chiese -Ho visto Ashton chiamarti così prima. Ti ha chiamato Sunshine se non mi sbaglio. Posso chiamarti così anche io?-
-No.- scossi la testa. Ovviamente no, solo la mia famiglia mi chiamava così. Solo i Bledel. Solo sulla Terra ero Sunshine. Qui il mio nome era Talitha. Qui Sunshine non esiste più. Anzi, non è mai esistita. -Ma puoi chiamarmi Talitha.-
-Ascolta Talitha, forse tutto questo non avrà alcun senso per te e probabilmente starai pensando che sono stata una pessima madre adottiva per Ashton perché gli ho tenuto nascosto tante cose ma...-
-Non dire che l'hai fatto per il suo bene! A questa bugia non ci voglio credere!- esclamai. Come poteva solo a considerare questa come una bugia in fin di bene?
-Abbiamo fatto del nostro meglio. Riesci immaginare come sarebbe stata la sua vita se avrebbe saputo la verità?- chiese Ova come se stesse per davvero aspettando una risposta da parte mia, ma sapevo che era una domanda retorica, poiché iniziò a parlare prima che io potessi anche battere ciglio. -La sua vita è stata fin troppo difficile! Fin da quando era un bambino. Vedere sua madre venire uccisa dagli Ihurabi, avere addosso un peso che un bambino di tre anni non dovrebbe provare e passare la sua infanzia in un orfanotrofio da solo... e tu ora mi dici che sarebbe stato meglio dirgli che suo padre era Ren?-
-Ma lui non è figlio di Ren santo cielo!- gridai. Ormai era una discussione tra me e lei e più andava avanti così, più mi meravigliai di quanto fosse cocciuta quella donna. -Hai detto tu stessa che le tue supposizioni erano infondate poiché non hai delle prove concrete! Tu non sai cosa è successo in quel asso di tempo in cui Ren e la madre di Ashton... si nascondevano. Nessuno lo sa! Quindi non saltare sulle conclusioni affrettate!- dissi dandole le spalle e uscii dalla stanza. Mentre superai il portone, vidi Reizel fissarmi, semi nascosto dietro uno scaffale. Il suo sguardo, questa volta aveva un non so cosa di strano. Sembrava addirittura in pensiero per Ashton.
Corsi per i corridoi bui, dove l'unica luce proveniva dai fulmini che tanto in tanto cadeva illuminando una parte del cielo. La mia ombra rifletta sul pavimento di pietra di quel corridoio sembrava un enorme mostro con le corna per via della mie orecchie da mezza Elfa. Anche se non erano grandi nemmeno la metà di quelli di un Elfo normale, io di mia natura avendo il viso piccolo, li si poteva notare perfettamente. Guardai fuori da una delle numerose finestre di quel corridoio: la pioggia sembrava non voler smettere e i tuoni che tanto odiavo non miglioravano affatto la situazione. Quando finalmente raggiunsi la sala d'ingresso principale, buttai giù un sospiro di sollievo non trovando molta gente in giro. C'era abbastanza luce che illuminava la stanza per via delle torce di fuoco attaccate sui muri e il grande lampadario a candela appeso al soffitto. Notai un paio di guardie armate alla porta che chiacchieravano tra di loro.
Lentamente scesi le scale assumendo un portamento dritto con la schiena e camminai a testa alta verso la porta. Quando le guardie mi videro, si raddrizzarono di colpo e mi fecero un leggero inchino con la testa. Cercando di non far vedere il mio perenne nervosismo, camminai verso la porta per uscire, non mi importava se fuori stava letteralmente diluviando. Dovevo trovare Ashton e parlargli. In un momento così critico e difficile nessuno dovrebbe stare solo, anche se sono abituati a fare così. Se c'era una cosa che avevo imparato vivendo con i Bledel era che affrontare i problemi insieme come una famiglia era più facile, perché per quanto difficile possano essere i tuoi problemi, per quanto lungo e pieno di ostacoli possa essere il tuo cammino verso il tuo traguardo, se sei insieme alle persone che ami, quando cadi hai sempre qualcuno che ti dà una mano per rialzarti in piedi. Mentre quando si è soli devi essere abbastanza forte, per prima cosa, per trovare un motivo per rialzarti in piedi di nuovo e trovare un motivo per combattere, anche quando sei sopraffatto dal dolore e dalle sofferenze. Molte volte anche se quel motivo ti appare davanti agli occhi, a volte noi non lo vediamo perché siamo troppo accecati dalla paura di rialzarsi e rimettersi in gioco, mentre c'è quella voce che continua a ripetere i tuoi errori come un dannato disco rotto.
-Milady!- una vocina familiare mise fine ai miei piani.
No, no, no! Perché proprio ora?
Fingendo di non averla sentito, camminai più velocemente dondolando le mani, verso la porta d'ingresso, ma venni di nuovo fermata dalla voce di Charlotte.
Okay, ho capito: ormai tutti hanno preso gusto di mettermi le bastoni fra le ruote!
-Milady aspettate un attimo...-
-Charlotte!- mi voltai verso lei di scatto, facendo un gran sorrisone. -Ciao, come stai? Io sto benone, grazie per avermelo chiesto. Ci si vede in giro allora, ciao!- detto ciò mi girai come un robot comandato per darsela a gambe.
-Aspettate... cosa?- mormorò. -Dove state andando sola a quest'ora di notte? Non potete uscire, sta piovendo!- disse poi raggiungendomi. -È successo qualcosa?-
-Ehm...- balbettai pensando se era necessario spifferare le cose. Ashton mi odierebbe, questo era poco ma sicuro. E sicuramente direbbe: "Sei solo una stupida ragazzina viziata che non sa mai quando deve tenere chiusa la bocca! "
-Noo, no, non è successo nulla!- esclamai sventolando le mani davanti al naso.
Ma perché mi comporto come una stupida quando sono nervosa?
-Stavo cercando Ashton che... ehem a quanto pare sembra sparito nel nulla...-
A quel mio commento vidi Charlotte irrigidirsi. I suoi occhi divennero grandi e cominciò a mangiucchiare le unghie.
-Tu lo hai visto?-
Charlotte scosse la testa energicamente.
-Tu lo hai visto!- la mia non era una domanda. -Ti prego è importante!-
-No... non ho visto Ashton... io...-
-Charlotte?- insistei, tanto avevo già capito che la ragazzina stava cerando di nascondermi qualcosa.
In quel momento lei mi prese per mano e mi portò lontana dalle guardie che erano davanti al portone. Buttò giù un grosso sospiro e iniziò a parlare.
-Io non volevo, lo giuro, è stato un incidente! La principessa Ellen mi ha detto di non fare parola con nessuno, sopratutto con Ashton perché sapeva già che sarebbe andato su tutte le furie, ma io non sono brava a mantenere i segreti e lei lo sa benissimo! Non capisco perché me lo abbia detto e per via di questo segreto ho perfino evitato mio fratello, perché mi viene una voglia matta di spifferare tutto a quattro venti ed è straziante! Poi ho visto Niall e... non so ho perso in controllo e gli ho detto tutto. Poi quel idiota si era messo ad urlare e probabilmente Ashton avrà sentito tutto perché è passato da lì proprio in quel momento e ora io mi sento responsabile per ciò che è successo! Ho cercato di fermare Ashton, ma lui corre veloce e non sono riuscita a raggiungerlo.- disse tutto a un fiato che dovette fermarsi per prendere un grosso respiro gonfiando il petto.
Ma di che cosa sta parlando?
-Charlotte ma di che cosa stai parlando?-
Lei, pervasa da un leggero turbamento, fece qualche passo in dietro per guadarmi meglio in faccia, aggrottando le sopracciglia. -Di Raini, la fidanzata di Ashton... Voi di che cosa state parlando?- chiese poi.
La fidanzata di Ashton? Da quando quell'inetto ha una ragazza? Perché nessuno mi aveva detto nulla?
Che importa a te della vita sentimentale di Ashton?, esordì la voce nella mia testa.
-Ra... Raini?- borbottai nel momento esatto in cui Charlotte, capendo di aver svelato ancora una volta il segreto, si tappò la bocca con le entrambe le mani. -Io non sapevo che lui avesse una ragazza e... e sopratutto perché questo dovrebbe essere un segreto? Che cosa mi state nascondendo?- Ormai avevo capito la situazione di qui: tutti avevano un grosso segreto custodito che avrebbe potuto molto tranquillamente distruggere la vita di un altro, peggio di una bomba nucleare.
-Io... non so se dovrei...-
-Charlotte se vuoi continuare a essere mia amica sappi che io non sopporto persone che mi nascondono le cose.-
-Ma la principessa Ellen si arrabbierà molto con me.-
-Lei si arrabbierà comunque con te perché hai detto tutto a Niall!-
-Raini...- iniziò a parlare. -è stata catturata da Ren due anni fa. Ashton dice che è stata colpa sua, di lui, perché lui l'aveva portata alla collina che c'è fuori dalla barriera durante Capodanno per assistere allo spettacolo di lanterne del Regno di Dowa e sono stati attaccati da alcuni Ihurabi e hanno catturato Raini. Lui non ha potuto fare nulla perché è stato morso ed era in fin di vita quando mio fratello lo aveva trovato. Per qualche miracolo è sopravvissuto al veleno degli Ihurabi. Non siamo mai riusciti a trovare il corpo di Raini e da quel giorno non parliamo di lei davanti ad Ashton e lui si incolpa per quello che le è successo perché lui non è stato in grado di proteggere la sua ragazza. È per questo che lui si era unito all'esercito dei Ribelli. Non avendo trovato il suo corpo tutti noi pensavamo che Raini, essendo una strega della Luce fosse già morta, sai cosa intendo no? Ren uccide i Magici della Luce e infatti fino ad ieri la principessa non sentiva la sua presenza e il marchio di sangue era sparita dal suo petto, però stamani è ricomparso. Come se Raini fosse stata resuscitata, ma per quanto Ren possa essere forte e potente, nemmeno lui sa risuscitare le persone. Poi per quale motivo dovrebbe resuscitare Raini? Lei è una strega della Luce...-
-Quindi Raini non è mai stata morta?-
-No. Non lo so. Forse no, anche se noi lo credevamo tale. Non so perché il suo marchio di sangue era scomparso, però Raini... lei è ancora viva da qualche parte...- mentre lei continuò a parlare di Raini, la mia mente volò ad Ashton. Non avevo idea di come avrebbe reagito se avrebbe saputo che Raini era ancora viva, con tutto quello che aveva scoperto ora.
-Devo trovare Ashton!- esclamai interrompendo Charlotte che mi guardò terrorizzata. -Sapresti dirmi da che parte è la serra?-
-La serra? Certo.-
Seguendo le indicazioni di Charlotte uscii dal portone e corsi sotto la pioggia, cercando di non pensare ai tuoni e ai lampi. Ashton era la mia priorità adesso, anche se lui si sarebbe incazzato vedermi lì, io non potevo lasciarlo solo in un momento simile. Il lungo vestito grigio che stavo indossando era ancora più pesante quando era bagnata e i capelli bagnati, incollati alla faccia mi davano un enorme fastidio e non osai immaginare il mio viso con tutto il trucco colato. Passai accanto il labirinto che guardando così faceva venire la pelle d'oca per il suo aspetto tetro e inquietante al buio e come per peggiorare la situazione, in quel istante, un fulmine lampeggiò nel cielo facendomi fare un balzo in dietro e caddi a terra con le gambe all'aria su una pozzanghera di fango, inciampando su un sasso. Dovevo alzarmi e andare da lui, se avevo appena passato il labirinto vuol dire che la serra era vicina.
Alzati, non hai tempo da perdere qui seduta sul fango!
Con le mani tirai su l'orlo del vestito che oltre a essere bagnata fradicia dalla pioggia, ora era anche sporca di fango. Vestiti così non facevano per me, a mala pena avevo imparato a camminare senza inciampare sul vestito stesso e ora mi toccava addirittura correre sotto la pioggia con addosso questi vestiti. Una volta alzata in piedi, tolsi le scarpe e li buttai in un angolo, per quanto belle erano, correre con quelle era una vera fatica. Al contatto dei miei piedi nudi con la terra bagnata e fangosa, fece venire dei brividi sulla schiena, ma ignorando tutte quelle strane ma nuove sensazioni, corsi verso la serra, mentre a ogni due passi tirai su il vestito per non inciampare di nuovo. Quando svoltai a destra, come mi aveva detto di fare Charlotte, trovai davanti a me la serra. Era grande, più grande della casa in cui vivevo ed era di tre piani. Fatta interamente di vetro, anche con la poca luce dei lampioni, riuscii a vedere le ombre di alcune piante.
-Hey...- mormorai entrando dentro, visto che trovai la porta semi aperta. -C'è qualcuno? Ashton ci sei?- Feci qualche passo in avanti. La serra non era calda come avevo pensato, ma c'era un forte e dolce odore di fiori che inebriava i sensi.
-Ashton, io so che sei qui!- gridai mentre strofinai le mani sulle braccia per mandare via i brividi di freddo. -Senti... lo so che è dura, però non dovresti isolarti in questo modo. Quello che Ova ha detto potrebbe anche essere falso, ha ammesso lei stessa di non essere al cento per cento sicura...- ma non ricevetti nessuna risposta.
-Ashton non farmi parlare da sola come una stupida!- gridai di nuovo, ma ancora una volta nessuno mi rispose.
Mi guardai intorno, incantata per la varietà di piante e da come la serra era organizzata. Era di tre piani, le piante erano piantate in varie strutture che sembrano delle grosse vasche da bagno, fatta di pietra bianca. Dentro quella più grossa c'era un'altra più piccola dove c'erano le piante e nello spazio tra i due c'era acqua che scorreva come dei piccoli ruscelli.
Ingegnoso, usano acquedotti per assicurarsi di fornire abbastanza acqua alle piante.
Guadando attentamente notai che nelle vasche grandi c'erano dei fori che facilitavano lo scorrere dell'acqua anche alle vasche situate in basso, visto che erano tutte fatte a mo' di scalino. C'erano un sacco di piante che non avevo mai visto, una immensa varietà di erbe e fiori solo nel primo piano. In quel momento mi venne in mente quando Ashton parlò delle erbe medicinali per curare le malattie. Ecco il perché davano un enorme importanza alla serra. In varie angoli della serra c'erano dei lampioni con dentro qualcosa che assomigliava a dei fiori, che producevano una lieve luce bianca, come quella dei raggi solari. Però non abbastanza forte da illuminare tutta la serra.
Stufa di aspettare di ricevere una conferma da parte di Ashton, perché a quanto pare Ova si era sbagliata e Ashton non era nella serra, girai i tacchi per andarmene, quando in quel momento andai a sbattere addosso a qualcosa di duro.
-Argh! Con questo buio non vedo un cavolo. Stupida serra e stupido Ashton!- borbottai accarezzando il mio naso che pulsava per la botta che aveva appena preso.
Alle mia spalle sentii la risata di qualcuno.
-Hai ragione: quando parli da sola sembri veramente stupida!-
Ecco l'idiota in questione che stavo cercando.
-Piantala!- sbottai. -Perché non mi hai risposto prima quando ti ho chiamato?-
-Perché aspettavo che tu andassi via.- disse. Dopo sentii una folata di vento che mi fece venire ancora più freddo e in un batter d'occhio lui era di fronte a me. Anche se vedevo solo il suo viso, pieno di ombre e non era molto chiaro per via del buio, capii che era lui grazie a quel profumo di frutti di bosco che emanava. Uno strano odore per uno come lui. -Oh vedo che hai preso una bella botta sul naso. Stai sanguinando!-
-Cosa?- sussurrai con una voce debole portando la mano per coprire il naso. -Hey aspetta come fai a vedere al buio?- Lui tolse la mia mano via dal naso e passò il pollice sopra la pelle del mio naso e sentii le pulsazioni di dolore sparire.
-Ho solo alleviato il dolore, dopo ricorda di metterti su un po' di ghiaccio, sarà un po' gonfio.- rispose ignorando la mia domanda.
-Umm ok...- abbassai lo sguardo sui miei piedi.
-Ova aveva ragione.- disse poi di colpo guardandomi.
-No Ashton, sei pazzo? Ma che ti salta in mente ora? Tu non sei figlio di Ren. Non dirlo nemmeno per scherzo...-
-Tu non puoi saperlo!- intervenne bruscamente.
Ma cosa ha ora questo idiota?
-Comunque non parlavo di questo, parlavo del fatto che effettivamente sono uno stregone dei Buio.- spiegò. -Non avevo prove per dirlo con certezza prima, però il fatto che gli incantesimi di Luce io non sono mai riuscito a farlo. Alla scuola di magia molti mi prendevano in giro dicendo che ero un incapace perché non riuscivo a fare magie e ora so il perché. Sono uno stregone del Buio.-
-Oh Ashton...- mormorai.
-Oh Ashton? Stai provando pietà per me?- sbottò cambiando l'espressione. -Io sono un soldato. Sono il generale del esercito dei Ribelli, non mi capiterà molto usare la Magia per combattere quindi non provare pietà per me.-
-Antipatico! E io che cercavo di essere carina con te. Sei impossibile!-
In quel momento lui ridacchiò. -Ora come ora sei molto, ma molto, tipo mille miglia lontana dal essere carina con i vestiti fradici e fangosi.- commentò. -Comunque non c'era bisogno che tu venissi qui. Questi sono problemi miei che non ti riguardano. È meglio se ti tieni alla larga da tutto questo.-
Chiusi gli occhi cercando di mantenere la calma e gli feci il dito medio mandandolo a quel paese, come risposta al suo commento stupido e camminai verso la porta. Che stupida che sono stata. A lui non importa di nulla e di nessuno se non di sé stesso.
-Stupido idiota pieno di arroganza. Ma perché mi preoccupo per uno degenerato come lui?- parlai tra me e me camminando sotto la pioggia per rientrare al castello. Sapevo benissimo che sarebbe andato così. Sapevo che lui si sarebbe arrabbiato nel vedermi, però decisi lo stesso di andare da lui perché non volevo lasciarlo solo in un momento così critico e pensavo che si sarebbe comportato diversamente data la situazione. Che si sarebbe comportato normalmente e che avrebbe accettato il mio aiuto. Ma no, anche in un momento del genere deve fare il rompi palle e comportarsi come un idiota senza cuore. Di colpo mi fermai sotto la pioggia, stringendo le mani sul petto dove improvvisamente sentii un enorme dolore. Caddi in ginocchio e mi piegai in avanti abbassando la testa. Sentii gli occhi riempirsi di lacrime calde e morsi forte le labbra per distrarmi. Non volevo piangere, non per una cosa stupida come questo. Non per uno stupido come lui. Ma poi, accasciata per terra, sotto la pioggia, mentre fulmini e lampi regnavano nel cielo, realizzai una cosa: io in questo posto ero sola. E non avrei mai pensato che soffrire di solitudine sarebbe stato così doloroso.
//
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro