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Chapter seven

'Allora amami'

Quelle parole rimbombavano nella mia testa quando, svegliandomi quel Giovedì mattina, mi accorsi che ero sola nel letto. Il lato dove aveva dormito Ash era freddo e vuoto, evidentemente se ne era andato. Infondo perché mai avrei dovuto aspettarmi che sarebbe rimasto? E poi perché avevo detto una cosa simile ieri sera? Ad Ashton poi. Figuriamoci se potevo essere amata da uno come lui. Sospirai guardando il piccolo orologio digitale sul comodino che segnava le 09:45 e mi alzai dal letto con una lentezza da lumaca per dirigermi verso il bagno per prepararmi ad affrontare il primo giorno di scuola da single senza Jeremy, ma questa volta per davvero. Gli avevo detto che mi sarei fatta da parte e lo avrei fatto. Volevo solo riguadagnare la sua fiducia anche se questa lontananza mi faceva male.

Dopo aver passato mezz'ora a lavarmi i denti e la faccia, tirai dal cassetto giù infondo, il mio piccolo trousse di trucco color rosso, per truccarmi. Passai una buona quantità di fondo tinta e correttore per nascondere le occhiaie. Mi guardai allo specchio e per la prima volta mi accorsi che non mi piacevo. Non mi piacevo senza lui al mio fianco. Anche se gli avevo promesso che mi sarei fatta da parte, la verità era che una parte di me ancora lo amava alla follia. Avevo cercato di farlo smettere, di non amarlo, ma sapevo che se lo avrei fatto mi sarei sentita terribilmente male. Amarlo faceva male, ma non amarlo era peggio. In quel momento un dubbio crebbe in me: se quello che provavo per lui fosse davvero amore o solo un'ossessione. Ma comunque erano le cose, una cosa era chiara: io dovevo andare oltre. Ossessione o no dovevo fingere che questa situazione mi stesse bene. Che io fossi felice.

Presi il mascara e cominciai a passarlo sulle mie ciglia lunghe e fini mettendo un velo di rossetto fucsia opaco. Andare avanti. Fare finta di nulla. Ormai non avevo più nulla da perdere. Alzai lo sguardo sullo specchio. Odiavo il mio riflesso, odiavo quello che vedevo dallo specchio. Odiavo me stessa in mille modi che nessuno potrebbe nemmeno immaginare.

Quando rientrai in camera, trovai la mia divisa scolastica già stirata, stesa sul letto insieme alle scarpe e un paio di calze bianche pulite, ma ciò che attirò maggiormente la mia attenzione era quel biglietto sul comò accanto al piccolo l'orologio.

Lo presi in mano, era anche profumato. Sapeva di lavanda.

"Buongiorno Principessa! Spero che tu abbia dormito bene e grazie per avermi fatto restare con te ieri sera. Ci becchiamo in giro. Sempre tuo, Ash."

'Sempre tuo, Ash' sorrisi a quel espressione come una ebete.

Ma che mi stava succedendo? Non potevo essere così bipolare cavolo, un minuto fa ero in bagno che piangevo per Jeremy e ora sorridevo per un semplice biglietto lasciato da Ashton. Da Ashton Iryn.

Quando uscii dalla camera andai a sbattere addosso a Theo che in quel istante era uscito di camera sua. Notai che non aveva una bella cera: il suo viso era pallido, le labbra erano screpolate e gli occhi erano leggermente rossi. Come se avesse passato la notte a piangere. Non sorrideva. Non aveva più quel suo meraviglioso sorriso

-Giorno Theodor.- salutai sorridendo, il che era raro. Figuriamoci se qualcuno aveva voglia sorridere di prima mattina, qualcuno che non era Theo ovviamente perché lui sorrideva sempre e io amavo il suo sorriso. Però quella mattina tutto quello che ricevetti in cambio fu solo un sorriso tirato. Ma come? Theo non era mai triste, lui era il coglione sella situazione, l'anima della festa, l'idiota che faceva le facce buffe per rallegrare la situazione, ma la sua faccia in quel istante era dipinto da un velo di tristezza estranea a lui.

-Va tutto bene Theo?- domandai, ma lui ignorandomi scese le scale e andò in cucina.

Che cavolo aveva lui adesso?

-Non affezionarti troppo alle persone di qui Talitha, quando ce ne andremo loro non si ricorderanno nulla di te, come se tu non fossi mai esistita per loro.-

Quelle parole di Ashton cominciarono a rimbombare nella mia mente, che cavolo avrà voluto dire con quelle parole? Andare dove e sopratutto come avrebbero fatto gli altri a dimenticarmi? Era una cosa stupida perché né Emily, Simon, Ari, Theo o Louise mi avrebbero dimenticata. E ne tanto meno Thessa e Cassie. Questa lo sapevo per certo perché ormai loro erano l'uniche persone che mi erano rimaste.

Attraversando il salotto arrivai alla sala da pranzo e mi sedetti al mio solito posto accanto a Theo che in quel momento entrò dentro con Louise portando la colazione al tavolo.

-Buongiorno tesoro!- mi salutò Emily sorridendo, raggiante come sempre anche con addosso quel noioso completo da lavoro nero.

-Buongiorno Emily, dormito bene?-

-Sì, io sì e tu?-

Annuii anche se non era per niente vero: -Tesoro non devi trattenerti con me, so che è difficile affrontare una rottura.- disse sempre con quel sorriso. Stava provando pietà per me. -E tu?- chiese poi rivolgendosi a Theo.

-Uh non molto.-

-Perché?- domandai prima che Emily potesse fare la sua prossima domanda come faceva ogni mattina.

Theo mi guardò da testa in piedi come se mi stesse facendo una radiografia poi rispose seccato. -Avevo tanti pensieri per la testa, ecco perché!-

Rimasi un po' male per il tono della sua voce che aveva usato con me. Di solito era sempre gentile e premuroso nei miei confronti. Decisi d'ignorarlo, infondo aveva dormito male sta notte e si sarà svegliato male.

-Amanda?- chiese Emily. -C'entra per caso quella ragazza?-

-No mamma! Lei è roba passata!- sibilò lui non curante.

-Okay, okay ma non ti arrabbiare!- disse poi sorrise accarezzando la testa di suo figlio che aspettava a tavola suo padre e sua sorella. Loro rappresentavano il quadro di una famiglia perfetta e io ero una macchina nera nel loro cuore. Io non appartenevo a loro, anche se per legge ero una Bledel, nel cuore ero una estranea.

-Ho fame, quando mangiamo?- chiesi nel tentativo di fare una battuta, perché di solito ero una che teneva molto alla linea ed ossessionata dalla dieta e non mangiavo molto. Pensavo che con questa potessi tirare fuori un sorriso da Theo, ma invece mi osservò attentamente.

-Senti Sunshine, sempre se questo sia il tuo vero nome, non hai mai pensato di cercare la tua famiglia? La tua vera famiglia insomma?- esclamò all'improvviso Theo che a quella domanda quasi mi strozzai con la mia stessa lingua.

-Theodor Albert Bledel che domande fai, eh?- Emily alzò la voce.

-È solo una domanda!-

Intanto che Emily cominciò a rimproverare Theo per la sua sfacciataggine, io mi domandai se avevo mai pensato di cercare la mia vera famiglia? A dire la verità non avevo alcun bisogno, non volevo conoscere quelle persone che mi avevano abbandonata come un cane per strada dopo i loro comodi. Ma stando a quello che aveva detto Ashton, sempre se era vera la sua teoria sulla mia famiglia biologica, mia madre aveva sacrificato la sua vita per me e cioè morta. E il mio padre biologico beh, non si sa nulla su di lui.

-No.- dissi scettica alzando la voce. In quel momento nella sala da pranzo scoppiò un silenzio assurdo che poco dopo venne interrotto da Simon che arrivò sorridendo allegro come sempre.

-Buongiorno cara!- salutò sua moglie con un dolce bacio sulle labbra. -Giorno campione.- salutò Theo e infine me. -Giorno anche a te pulce!- mi diede un bacio sulla testa e poi quando vide il posto di Ari vuoto cominciò a ridere.

-Eccomi!! Scusatemi... scusate il ritardo!- strillò Ari scendendo le scale intanto che si infilava gli stivaletti.

-Sono stato più veloce di te principessa mia!- rise.

A lui piaceva sempre dare ai suoi figli questi piccoli soprannomi. A me chiamava sempre 'Pulce '; 'Cucciolotta mia' o '  tesoruccio '. Ad Emily chiamava sempre con il nomignolo 'cara' o 'gemma' perché lei era la sua gemma. La sua luce, la donna della sua vita. Emily e Simon erano un chiaro esempio di una coppia felice. Erano anime gemelle predestinati ad stare insieme fin dall'inizio.

-Ho fatto tardi a svegliarmi, scusate!- esclamò Ari sedendosi, poi notando l'aria oppressiva che si era creata intorno al tavolo, ci guardò confusa.

-Che succede?- domando Simon.

-Nulla!- ribattei subito. Una colazione normale, ecco cosa volevo.

-In realtà voglio sapere, insomma, chi fosse la vera famiglia di Sunshine!-

Simon per poco non sputò il caffè che aveva in bocca in faccia ad Ari. -Che domande fai?-

-È solo una domanda! Lei ha tutto il diritto di sapere chi sono i suoi veri genitori!- Theo alzò la voce.

-Perché invece non ammetti che non vedi l'ora di liberarti di me, eh?- quelle parole uscirono dalla mia bocca senza che me ne accorgesse. Theo mi guardò con uno sguardo a dir poco terrorizzato e nervoso per poi cominciare a mangiare i suoi stupidi cereali colorati, abbassando lo sguardo. Da quel momento in poi nessuno parlò, nemmeno Ari che era la solita a trovare un argomento di discussione a tavola.

-Io vado!- mi alzai dalla tavola appena fini di mangiare le mie crepes alla nutella preparato da Louise con tanto amore.

Salii in camera mia per prendere lo zaino quando sentii la porta chiudersi con un tonfo. Con un balzo mi girai in dietro per notare che Theo mi aveva seguita.

-Che vuoi ora?- sbottai infilando dentro lo zaino alcuni libri.

-Io non voglio liberarmi di te!- esclamò.

-Non mi interessa quello che vuoi!- ribattei.

-Allora perché mi hai chiesto cosa voglio?-

Ci misi un po' per capire il suo subdolo giochetto. -Va al diavolo!- dissi andando verso la porta, ma lui mi fermò afferrandomi per un braccio.

-Chi è lui?- domandò stringendo la presa. 

Corrugai la fronte confusa. Ne usciva sempre con una cazzata diversa. Ma che aveva Theo? Dove era andato a finire quel Theo dolce e rompi coglione che conoscevo?

-Lui? Lui chi?- domandai esasperata.

Theo ridacchiò, come se fosse arrivato al suo limite della pazienza:-Non fare la finta tonta Sun! Chi era il ragazzo che c'era in camera tua ieri sera?-

In quel istante le gambe cominciarono a tremare in un modo assurdo. Ashton aveva detto che lui non poteva essere visto dagli altri e anche se questa cosa non aveva assolutamente senso, Theo ieri sera non aveva fatto domande, ma allora perché lo stava facendo ora?

-Ieri? Ieri non... nessuno Theo. Ieri in camera mia non c'era nessuno!-

-Bugiarda.- ringhiò. -Quanto stupido pensi che io sia, eh? Io l'ho visto!-

-Come?- bisbigliai.

Mi fissò per un po' poi lascio andare la presa del mio braccio e andò a sedersi sul letto con la testa incastrato fra le mani.

-Theo, ti giuro non c'era nessuno ieri in camera mia!-

-Non dire bugie Sun! Io l'ho visto, l'ho visto attraverso lo specchio, ma sai la cosa buffa? Non l'ho visto di persona. Ho visto solo il suo riflesso nello specchio. Come cazzo me lo spieghi eh? Hai amici invisibili tu?-

Rimasi in silenzio cercando di formulare una frase decente.

-Ti ho in pugno Sun, smettila di negare le cose. Smettila di negare l'evidenza!-

Strinsi i pugni incazzata sia con Theo che con Ashton. Soprattutto con Ashton che ancora una volta era riuscita a rovinare la mia vita.


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Eccovi il capitolo belle:)

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Un bacio ❤
All the love S.
- xtherebelwriterx

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