Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Chapter 38

Un solo istante, poi aveva avuto inizio.

Il declino.
Ed era stato rapido, ma non certo indolore.
Tutto era crollato davanti ai suoi occhi mentre lui, impotente, era rimasto semplicemente ad osservare.
Tutto si era distrutto, come un castello di carte sotto il soffio del vento.

Il buio.
Era rimasto, attorno a loro, per giorni.
Mentre la paura attanagliava le loro menti, portandogli solo ricordi dolorosi di un mondo ormai scomparso.

Abbandonato, irraggiungibile.

E poi di nuovo, la luce.
Era tornata, come in un fottutissimo scherzo.
Ed aveva rivelato ciò che nessuno avrebbe voluto vedere.
Erano decine le figure scheletriche che si aggiravano per l'abitazione, emettendo suoni grotteschi, gemiti e grida.
E, una dopo l'altra, passavano di fronte a quella piccola serratura.

La loro unica difesa.

Una piccola, sottile e debole porta.

L'unica cosa che ancora li poteva tenere al sicuro da quell'orda di mostri.

Le scatole, impolverate, erano disposte in maniera ordinata sui vari scaffali, contro il muro del seminterrato ed il piccolo tavolo era ricoperto di avanzi dei giorni passati, dato che nessuno si era preso la briga di pulirlo.

Ma alla fine, di tutta la stanza, solo le scale contavano.

Quella soffocante rampa di gradini malconci che portava all'uscita della cantina, che ancora li divideva dal resto della casa.

Nessuno riusciva a tenere lo sguardo lontano da essa per più di una decina di minuti, era come una calamita.

Erano rimasti solo loro, tra tutti.
Tre persone, in pochi metri quadrati di spazio.
Diminuiti ulteriormente dalla consapevolezza che in due erano rimasti fuori.
Consapevolezza che, pesante, gravava sulle spalle di tutti loro.

I giorni scorrevano lenti.

Monotoni.

Senza che nulla accadesse.

Ogni tanto le urla sembravano diminuire, il rumore dei passi si affievoliva e sembrava che le cose sarebbero migliorate.
Ma poi, inevitabilmente, tutto tornava come al principio.
Come quel singolo fottutissimo giorno in cui tutto si era sgretolato, distrutto.
In cui la pacchia ed il divertimento avevano lasciato posto alla paura o, meglio, al terrore.

Ma come era iniziato, esattamente?
Per giorni Luke ci aveva pensato, aveva rovistato nella propria memoria alla ricerca di quel momento.
Ma tutto era confuso, appannato, distante, indefinito.
Niente sembrava esistere davvero.
Solo il prima ed il dopo erano reali, la parte di mezzo no.
Sembrava qualcosa infilato nella sua mente per riempire un vuoto, perche' non poteva certo esserci solo il nulla.

La porta di ingresso si era spalancata, quel pomeriggio.
Nonostante la fissazione di Jack per tenerla chiusa completamente, nonostante la catenella di sicurezza, nonostante tutto.

Le reazioni non erano state istantanee, come avrebbero potuto?
Nessuno, alla fine, se lo aspettava.
Nessuno aveva seriamente capito cosa stesse accadendo.

E poi le grida.

Quelle le ricordava, benissimo.

Erano incise nella sua mente, marchiate a fuoco.

Strazianti, disperate, squarciate e interminabili.

Non le avrebbe mai scordate, probabilmente.

E poi, dopo le urla, era arrivato il sangue.

Si era riversato a fiotti sul pavimento.

Inarrestabile.

E ancora urla.

Poi altro sangue.

Non ricordava molto altro.

Aveva visto di sfuggita una delle figure, pero'.

Ne era certo, non poteva averla immaginata.

La pelle, biancastra, era attraversata da enormi piaghe ripugnanti, le vene bluastre si vedevano perfettamente al di sotto della pelle sottile e semitrasparente e, infine, i capelli sporchi ed unti circondavano il volto smunto.

La aveva osservata per parecchi istanti, la ricordava perfettamente.

L'unico ricordo preciso in mezzo a tanta confusione.

Poi la stretta di una mano intorno al proprio polso, gli strattoni verso la cantina e, infine, la porta che sbatteva.

Poi il nulla.

Era lì che i ricordi tornavano a farsi vividi, precisi.

Riprendevano con il soffitto dello scantinato, in parte crepato con alcune macchie di muffa, e continuavano con un lancinante dolore all'altezza del fianco.

Un dolore acuto, che pareva impossibile da soffocare.

I vecchi vestiti premuti contro la ferita, il sangue che colava sul materasso e le notti insonni, passate in compagnia delle urla delle creature.

Era tutto presente nella sua mente, intervallato solo da brevi vuoti temporanei.

Ma, in fondo, qual è la differenza tra realtà e fantasia?

Come può un sogno non essere vero se ad occhi chiusi ti ci ritrovi dentro?

Come possono sentimenti, emozioni e dolore non essere reali?

***

Angolo autrice:


La storia è finita, andate in pace.
(se qualcuno è ancora vivo ed è interessato a leggere una spiegazione del finale la posterò, nel caso commentate pure :3)

Hello, non so se c'è qualcuno ancora vivo perché io sono sparita per mesi ma dettagli.
Sorreh, avevo bisogno di ispirazione peeer scrivere questo capitolo.

Vorrei specificare che so che questa storia non segue un filo logico, ci sono tante possibili diramazioni che partono grazie ad alcune allusioni dei personaggi ma non finiscono da nessuna parte, ma ho scritto questa storia per noia nel periodo del lockdown e quindi nulla.

Probabilmente in futuro la riprenderò in mano e sistemerò tutto quello schifo, per rendere il tutto più sensato.

Infine informo cheee (se a qualcuno interessasse) sto scrivendo una breve newtmas di circa cinque capitoli, di cui vi lascio un breve estratto qui sotto:

Le ali sottili, quasi invisibili, della farfalla assumevano sfumature color pastello e, ad ogni battito, spargevano una sottilissima sabbiolina dorata che, librandosi in aria, rifletteva tutte le luci presenti mescolandone i colori.
Thomas si accorse di aver assunto un'espressione ammaliata solo quando la mano di Newt gli strinse gentilmente la spalla, riportandolo con i piedi per terra.

Poi una Larry:

Cinque ragazzi riuniti in una band condividono un segreto che, sebbene possa sembrare piccolo, gli permette di vivere una vita normale nonostante la loro fama a livello intercontinentale.
Il segreto?
Semplice, nessuno conosce il loro aspetto o i loro nomi.

Infine (anche se nessuno conoscerà la ship piango) una Pagadina:

"Che cazzo ti costa fidarti di me?!"
"Vuoi seriamente una risposta, Paga?" sbottò improvvisamente il moro scuotendo la testa.
"Si, cazzo!"
La voce di Paga si fece più alta, quasi acuta, mentre con un ulteriore passo si posizionava di fronte a Piadina.
I loro sguardi, l'uno nell'altro, sembravano incapaci di spostarsi.
Come magneti si attiravano.
Il profondo verde delle iridi di Paga fuso con il marrone nocciola di Piadina.
Un sussurro leggero ed incomprensibile lasciò le labbra del moro, seguito da un nome.
"Tommy"
E lo sguardo di Piadina abbandonò quello del biondo, mentre indietreggiava verso la zona più buia dello scantinato.

E ora vi spammo invece la ff Larry di una mia amica :33 (per ora ha postato solo un capitolo, ma gli altri sono già pronti ed arriveranno molto presto!

"Nanetto, stai praticamente dormendo in piedi!" esclamò Harry ridendo.
Gli piaceva provocare Louis.
"Sta zitto, coglione! La tua faccia sta messa peggio della mia!" Sbottò infastidito il liscio stringendo le mani in due pugni.

Se qualcuno fosse interessato la trova qui: MiriamPuglisii03

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro