Chapter 25
Luke era seduto a terra con la schiena poggiata al muro e di fianco a lui si trovava Jo che stava osservando Blake seduto dal lato opposto del corridoio.
I tre erano in silenzio e si trovavano in quella posizione da ormai mezz'ora.
Quando finalmente la porta della camera di Ashley venne aperta e ne uscì il dottore, Blake si alzò e gli si avvicinò con un espressione preoccupata "Che cos'ha, dottore?".
L'uomo si tolse i guanti e li ripose in un sacchettino che poi gettò in un cestino che si trovava all'interno della camera e, dopo aver fatto ciò, si abbassò la mascherina "Da un punto di vista fisico la ragazza sta abbastanza bene, non posso dirvi se ha preso il virus perché ora come ora i tamponi per controllare il contagio sono difficili da reperire, però non sembra avere nulla di grave..." disse l'uomo.
Blake annuì, osservando l'uomo con attenzione e cercando di non perdersi nemmeno una parola di ciò che egli stava dicendo "Quindi perché non reagisce?"
"Quello é più complesso... Potrebbe aver battuto la testa o altro, qui non ho gli strumenti necessari per capire cos'abbia ed ho paura che in questo momento portarla in un ospedale gremito di gente malata rischierebbe solo di aggravarne le condizioni..." rispose l'uomo, sospirando "Voi continuate a parlarle, darle da mangiare e da bere... Quando dovete stare a contatto con lei tenete le protezioni per sicurezza, non so se effettivamente stia bene..." aggiunse poi e Jo fece un cenno d'assenso con il capo.
"Va bene, dottore... Quanto le dobbiamo per la visita?" chiese, alzandosi da terra e dirigendosi verso le scale, subito seguita da Blake.
"Beh, considerate le condizioni in cui siamo chiedo una cifra più alta di quella abituale, ma vedendo la casa in cui vi trovate non credo che per voi sia un grande problema pagarla" rispose l'uomo, scendo le scale seguito da Luke.
Il biondo era rimasto solo in sala mentre i due ragazzi più grandi accompagnavano fuori l'uomo, quando sentì un cigolio proveniente dalla cucina, subito seguito dal rumore di plastica fatto da delle confezioni di cibo spostate.
Il ragazzo, lentamente, raggiunse l'entrata alla cucina e vide Michael accovacciato davanti alla dispensa, intento a cercare qualcosa al suo interno.
"Ti serve aiuto?" chiese, piegando leggermente la testa verso destra ed osservando i movimenti del tinto.
Il ragazzo subito si girò verso di lui e, con un movimento veloce, chiuse la dispensa e si rimise in piedi, osservandolo semplicemente.
Non era cambiato molto rispetto a quando Luke lo aveva visto qualche giorno prima, se non per le occhiaie che si erano fatte più pronunciate e gli occhi che, solitamente di un verde quasi trasparente, si erano fatti più scuri.
"Cercavi qualcosa in particolare?" chiese ancora Luke, osservando la dispensa ormai chiusa "Posso darti una mano, ho aiutato a sistemare la spesa" aggiunse, facendo un passo verso di lui.
Quando lo vide avvicinarsi Michael indietreggiò di un passo, come se cercasse di allontanarsi da lui, e scosse la testa "No, non cercavo nulla. Ora torno in camera mia."
Luke sgranò gli occhi, notando la reazione di Michael, e smise di avanzare "Hey, se non vuoi non mi avvicino... Volevo solo aiutarti..." mormorò, osservandolo confuso.
"Prendo solo una cosa e me ne vado" disse Michael, aprendo un cassetto del mobile e prendendo dello scotch che si trovava all'interno "Ti puoi spostare da lì? Devo passare..."
Il biondo si fece da parte ed osservò Michael andare verso le scale e fermarsi davanti ad esse per osservare una foto incorniciata che trovava appesa al muro e lo ritraeva abbracciato a Crystal.
Una volta presa la foto si girò verso Luke e, dopo averlo osservato per qualche secondo, riprese a salire le scale e scomparve dalla vista del minore.
Quando, qualche ora dopo, Michael si presentò nuovamente al piano inferiore e gli chiese se poteva parlargli, Luke rimase alquanto stupito.
Una volta nella camera del tinto, si guardò intorno e vide che, a parte il letto disfatto, il pavimento era pieno di pacchetti di patatine e merendine varie.
Cosa particolarmente strana, considerando che non aveva visto Michael scendere prima di quel giorno.
"Scendo la notte, quando voi dormite, così non rischio di incontrarvi" disse Michael, rispondendo alle domande che il biondo si stava ponendo "Avevo bisogno un po' di tempo da solo, per riflettere"
Luke annuì "Perché mi hai chiesto di salire?"
"Prima volevo stare solo, ora invece avevo bisogno qualcuno che mi tenesse un po' di compagnia" rispose il ragazzo, con un tono di voce basso.
"Perché l'hai chiesto a me...?" domandò ancora il ragazzo, confuso.
Dopotutto in casa c'erano Blake, Andy e Jo, che erano molto amici del tinto, quindi perché mai avrebbe dovuto scegliere un ragazzino che conosceva appena al posto loro?
"Non lo so, loro sono opprimenti... Avrebbero iniziato a chiedermi se stavo bene e come mi sentivo... Mentre tu non sembri quel tipo di persona, sembri più uno che ti tiene compagnia e aspetta che tu decida se dirgli qualcosa" rispose il tinto, stringendosi nelle spalle e sedendosi sul letto.
Luke annuì lievemente "si, sono così... Uhm, ti va di fare qualcosa o restiamo qui seduti a fissarci come due cretini?"
Sul volto di Michael comparve un leggero sorriso quando sentì quelle parole "Vuoi fare una partita a qualcosa?" Il biondo annuì ed il maggiore si alzò, raggiungendo la televisione e mettendo un gioco, per poi recuperare i joystick e tornare da Luke.
Dopo aver vinto l'ennesima partita Michael spense il televisore e si girò verso Luke, sospirando "Ti darebbe fastidio se ti parlassi un po'...?"
Il tono con cui lo chiese era lieve e dai suoi occhi si notava l'insicurezza con cui aveva posto la domanda.
Michael Clifford, abituato a cantare sui palchi di tutto il mondo, a trovarsi faccia a faccia con persone famose ed importanti e ad essere intervistato negli show televisivi più conosciuti era adesso insicuro.
Insicuro perché si, i suoi fan lo seguivano ed apprezzava o per la musica che faceva, ma non gli era mai successo di avere bisogno di qualcuno perché non stava bene.
E quelle poche volte in cui era triste o voleva sfogarsi con qualcuno, Crystal era sempre lì per lui.
Invece adesso si ritrovava da solo con un ragazzino che aveva quasi dieci anni meno di lui e che conosceva solo da poco più di un mese.
Il biondo accennò un sorriso, facendo un cenno con il capo "No, tranquillo... Dimmi pure".
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