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In Pericolo

《Cosa vuoi?》Chiede Liz rispondendomi male al telefono.

《Volevo chiederti se vuoi che ti accompagni dal professor Hale. Maddy mi ha detto che ti ha chiesto di vederlo nel suo ufficio.》

La sento sospirare pesantemente.

《No. E non capisco perché tu me lo chieda. In più io e te abbiamo litigato quindi non chiamarmi più. Sto entrando, ciao.》

Allontana il telefono dall'orecchio e sento un rumore strano, come se non avesse attaccato per sbaglio. Ho l'istinto di attaccare ma non lo faccio. Voglio ascoltare la conversazione, sono curioso.

La porta di vetro sbatte alle spalle di Liz.

《Elizabeth. - Dice il professor Hale. - Lieto di vederti.》

《Professore.》

Si siedono e Liz lancia lo zaino per terra facendo arrivare tutti i libri sopra al telefono e sfondandomi i timpani. Maledetta.

《La figlia di Hunter, vero? Conoscevo tuo padre, è stato un mio studente. Brutta morte la sua, ha esalato l'ultimo respiro su un lettino d'ospedale dove ha salvato tantissime vite.》Dal tono sembra essere sicuro di sé.

《Non amo parlarne.》 La sua voce trema, è palesemente a disagio.

Non mi sento bene ad ascoltare questa conversazione ma sono troppo curioso.

《Ho avuto da subito una strana sensazione di familiarità quando i nostri occhi si sono incrociati - ma che razza di discorso le sta facendo? - Quel tuo sguardo freddo e risoluto, così... come dire... - Sento la sedia strusciare poi un rumore metallico di qualcosa che scatta. - eccitante.》

《Professore cosa sta...》Liz si alza facendo cadere la sedia per terra.

《Professore si allontani. Non mi tocchi.》

Ma che sta succedendo?

Preso dal panico registro la chiamata, lascio il telefono nel mio armadietto che avevo appena aperto e corro verso l'ufficio del professor Hale.

Sento il fiato mancarmi, ho paura per Liz, non dovevo lasciare che andasse da sola. Quello di cui aveva più paura stava per accadere, aveva ragione: nessuno fa qualcosa per non ricevere nulla in cambio.

Quando arrivo davanti alla porta provo ad aprirla ma è chiusa a chiave.

Mi guardo intorno, cosa posso fare?

Prendo l'estintore vicino alla porta e lo lancio contro il vetro opaco che maschera perfettamente quello che succede dentro la stanza.

La scena che mi trovo davanti è pressapoco disgustosa.

Lui la tiene ferma sulla scrivania mentre lei piange e gli dice di fermarsi con i polsi bloccati da una sua mano e l'altra sotto la schiena a cercare l'allacciatura del reggiseno per toglierlo.

Ma appena sentito il vetro infrangersi si allontana subito e cerca di riallacciare la cintura slacciata.

Vado verso di lui e gli tiro un pugno in faccia, cade per terra e gli do un calcio sullo stomaco preso dalla rabbia.

《Ho registrato tutto quanto ed è perseguibile penalmente.》

Liz scivola per terra e corre verso di me, mi abbraccia e piange, la prendo tra le mie braccia.

《Sto chiamando la polizia.》Dico per mettergli paura, è ovvio che stia bluffando.

《Aspettate, posso farvi conoscere...》

Liz trema tra le mie braccia, le metto la mano sulla testa per calmarla.

《Lei fa il medico. Dovrebbe preoccuparsi di far stare bene le persone, guardi come si è ridotto. Spero marcisca in una prigione.》

Detto questo esco con Liz dalla porta rotta e andiamo in camera mia, nel mio dormitorio.

Non posso portarla adesso in centrale né dal direttore, deve calmarsi.

Seduta sul divano avvolta nella coperta mi guarda con il viso ancora rigato dalle lacrime che non smettono di solcarle le guance.

《Non è colpa mia, ti giuro.》Trema mentre tiene la tazza di cioccolata calda che le ho appena preparato nella mano.

Mi siedo vicino a lei e le metto delicatamente una mano sulla spalla.

《Lo so benissimo Liz e appena ti sarai calmata andiamo dal direttore a denunciare la cosa e anche dalla polizia. Ho registrato tutta la chiamata e non passerà inosservato.》

Sospira.

《Ho bisogno che mi abbracci.》

Faccio come mi dice, le accarezzo i capelli mentre respira profondamente tra le mie braccia.

Mi sdraio sul divano e lei si sdraia insieme a me, rimaniamo abbracciati per un po' in silenzio e poi ricomincia a piangere.

《Liz, non è colpa tua.》

《Ryan mi sento debole, indifesa. Mi sento una nullità, come se la mia dignità fosse stata azzerata e calpestata.
《Non sono delusa da lui, ma da me e dal fatto che ho provato a vedere il buono in una persona di cui non avrei dovuto fidarmi. Ha provato a violentarmi, lo capisci?》Singhiozza tra le lacrime.

《Sì Liz. Ma non è successo, ed è quello che conta. E poi non sei tu a doverti sentire in colpa: è quello schifoso.》Sospiro. Ho ancora il cuore che mi batte a mille per l'ansia.

《Adesso invece...- continua a voce bassa, come se non volesse farsi sentire neanche da me. - mi sento al sicuro, so che mi proteggeresti sempre, non è vero?》

Annuisco e le poso le labbra sulla fronte. Scotta da morire.

《Ti fidi di me?》Le chiedo incerto.

Alza la testa per guardarmi. I suoi occhi rossi sono ancora velati dalle lacrime che hanno appena smesso di scendere, i capelli le si sono attaccati sul viso rosso e nel frattempo tira su con il naso arrossato per tutti i fazzoletti che ha usato. I nostri visi sono così vicini.

《Mi fido ciecamente di te, Ryan.》Sorride debolmente.

In questo momento è così fragile e indifesa.

Le metto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e le carezzo il viso. Deglutisce e avvicina le sue labbra alle mie più di quanto non lo siano già, faccio lo stesso anche io mentre la testa mi dice che questo non è il momento adatto ma sento i battiti accelerare e il cuore martellarmi nel petto.

Stiamo facendo la cosa giusta?

Le sfioro prima le labbra con le mie, poi le stampo un bacio delicato e lei fa lo stesso, mi sembra di averla vista sorridere per un momento.

Si avvicina ancora per cercare quel contatto che c'è appena stato e mi sento così vivo e su di giri. Non mi era mai successo prima per una ragazza.

Le prendo dolcemente il viso tra le mani e la bacio ancora, approfondiamo quel bacio con la lingua ma senza andare oltre anche se vorrei farlo.

Quello che mi lega a lei non è solo attrazione, voglio davvero renderla felice, e voglio essere la causa del suo sorriso finché l'avrò al mio fianco.

Mi perdo a giocare con i suoi capelli mentre lei mi tira di più verso di sé per sentire il mio corpo sul suo.

Si allontana da me in modo improvviso.
Avrei continuato a baciarla per tutta la serata.
Appoggia la testa sul mio petto e respira profondamente.

《Non mi starai mica controllando i battiti?》Le chiedo.

Fa uno sbuffo molto simile ad una risata.

Continuo a passarle una mano tra i capelli mentre la sento addormentarsi tra le mie braccia e dopo un po' faccio lo stesso anche io.

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