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Capitolo 59

Centocelle, 25 aprile 2020

La mattina della Festa della Liberazione mi svegliai con la consapevolezza che l'unica situazione da cui volessi essere liberata fosse quel maledetto lockdown: mi diressi in cucina e mi accorsi che Antonio già si era alzato, aveva preparato la colazione e stava guardando la televisione; era come se tutti stessero esprimendo lo stesso pensiero che io non avevo ancora formulato ad alta voce.
<< Che tristezza... Paragonare una festa così importante per l'Italia a quando finirà il lockdown, e la Seconda Guerra Mondiale al Coronavirus... >> sbuffò, in completo disaccordo con me.
Come da quando era cominciata la pandemia, del resto.
<< Effettivamente una volta fuori di qui sarà una liberazione. E poi è una guerra anche questa, pure se il nemico è invisibile >> affermai perciò.
<< Ti prego, mi sembra di stare a sentir parlare il virologo Bassetti! >> si lamentò lui, scattando in piedi.
<< Ah, e io che pensavo che ormai fosse il tuo guru! >> risposi piccata.
<< Allora dai ragione a questi che sminuiscono la storia? >> argomentò.
<< Do ragione a chiunque viva nel presente, cercando un collegamento col passato! O preferisci la spiegazione "È una cosa senza precedenti", troppo comoda e di cui tutti si riempiono la bocca? >> gli rinfacciai.
<< Certo che non si può proprio parlare con te! >> esclamò esasperato.
<< Sei tu che, credendo di essere fuori dal coro, alla fine segui la massa! >> sottolineai. << E spero che a quei rompicoglioni dei clienti non sia venuto in mente di disturbarci anche di 25 aprile! >> aggiunsi poi stizzita.
<< La principessina sarà contenta di sapere che non deve sgobbare per oggi! >> ribatté.
A quel punto non risposi, mi sedetti a fare colazione guardandolo malissimo e Antonio, incapace di sostenere tutto il mio astio, se ne andò in un'altra stanza.

                                    ***

Dopo colazione ricevetti una chiamata: era Giuseppe.
<< Buongiorno e tanti auguri! >> esordì il mio ex marito.
<< Buongiorno, o quello che si dice... >> dissi sbuffando.
<< Qualcosa non va? >> mi chiese, individuando la mia scontentezza anche a distanza.
Prima di rispondere, mi assicurai che la porta della camera da letto fosse chiusa.
<< È Antonio. Da quando siamo in lockdown è diventato insopportabile: sta sempre a mettere amuchine e disinfettanti, compra mascherine e guanti a stock, quando non lavora sta incollato alla televisione però oggi come aveva il coraggio di dire che no, non siamo in guerra come lo eravamo nel 1945! >> sbottai poi, sicura di trovare in Giuseppe, se non un conforto, almeno qualcuno che mi conoscesse e mi capisse.
<< Ti capisco benissimo. Anche Laura e io non riusciamo più a parlare. Sospetto che abbia addirittura un altro, non fa che messaggiare... >> mi raccontò.
<< Laura ha un altro? E come mai le ragazze e io non ce ne siamo accorte? >> domandai stupita.
<< Non si può tenere sempre sotto controllo tutto. Se ricordi, non ti sei nemmeno accorta subito che Laura e io ci frequentavamo, quattro mesi fa... >> mi ricordò giustamente.
<< Quattro mesi fa! È possibile che mi sembra passata una vita? >> sospirai con nostalgia, al pensiero degli ultimi tempi, così appassionanti e pieni di rivoluzioni di ciò che era stata la mia esistenza, poi maledettamente arrestati dal Coronavirus.
<< A volte mi viene da pensare che abbiamo sbagliato tutto. Che io ho sbagliato tutto: avevo un tesoro, e l'ho rifiutato. A te non capita mai? >> rispose, con una definizione che mi colpì al cuore: mi aveva definita "un tesoro". Non l'aveva più fatto, non dopo i primi mesi di matrimonio.
<< Tutti i secondi di tutte le ore di tutti i giorni, da quando abbiamo divorziato. In particolare, il 29 di ogni mese mi chiedo come possiamo essere arrivati a questo punto, noi che, come dice Baglioni, "facemmo invidia al mondo". Mi manca tutto, Giuseppe. Rispetto ad oggi, anche le nostre sfuriate mi sembrano bei ricordi... >> gli confidai, come se il male che ci eravamo fatti, le soluzioni drastiche, le nuove vite che ci eravamo costruiti fossero fragili, provvisorie, da poter cancellare con un colpo di spugna.
E a quel punto Giuseppe mi fece una proposta che mi spiazzò.
<< Perché non torni a casa, quando il lockdown sarà finito? La mia storia con Laura è praticamente finita e anche la tua con Antonio, dobbiamo solo trovare il coraggio di ammetterlo. Sono stati entrambi delle belle parentesi, ma è ora di tornare alla realtà. E la realtà siamo io e te, siamo sempre stati io e te >> mi comunicò.
In un altro momento lo avrei mandato a fanculo, ma inspiegabilmente in quell'istante gli diedi retta.

                                     ***

Per tutto il resto della giornata, Antonio e io non ci scambiammo che le parole essenziali, cosa che mi fece ancora di più pensare alla proposta di Giuseppe: dovevo solo trovare il coraggio di comunicare al mio fidanzato che il mio ex marito pareva ancora innamorato di me, che mi capiva molto più di quanto facesse lui e che era intenzionato a sotterrare il passato per ricominciare insieme.
Ci pensavo mentre aggiornavo il blog, quando il suono della casella di posta elettronica colpì la mia attenzione: andai ad aprire e trovai una strana mail, appartenente ad un indirizzo mai visto, quello di un tale Alberto Della Valle.
Lessi il contenuto e appresi che era uno chef, che era rimasto affascinato dalle mie ricette e che voleva conoscermi dal vivo per una collaborazione: pensai che fosse uno scherzo e la cestinai.

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