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Cap. 1 Bisogna sempre pensarci...

"Quello che abita di fronte al calvario".

Allo sguardo dubbioso dell'altra insiste: "Quello alto, con tutti i capelli... capito? Che esce tutti i pomeriggi e passa qua 'nnanzi.

Non il fratello di Pia, eh? Quello è ferroviere e ha pure la barba... Santa Lucia, Marì, passa sempre!"

Maria tira su il mento facendo uno schiocco curioso con le labbra.

"Nun l'aggio capito chi è, Ame', ne passano tanti".

Sedute fuori, sul marciapiede, le due vicine chiacchierano alla luce di una lampada pubblica smorta, intorno a cui sfarfallano isterici nugoli di insetti notturni.

Poche macchine e una serata d'agosto dall'aria afosa e immobile, che neppure per strada c'è un alito di vento. Le donne si sciusciano adagio con un volantino colorato, sfilato dalla cassetta delle lettere. Uno sguardo distratto alla pubblicità del centro commerciale, e il foglietto è stato convertito in ventaglio di fortuna.

"Comunque, il figlio di quello sta in città, e se lo vuole portare".

"A chi?"

"Al vecchio. Dice che da solo non ci può stare più".

"E ha ragione, il figlio. Se il padre è vedovo chi lo cura? Chi gli cucina?"

"Finora solo è stato".

"E magari si arrangiava, ma mica può continuare, se ha un'età. Li avrà i settanta?"

"Avoglia! Almeno ottanta. Ma non hai proprio capito chi è? Salvatore, quello che camminava sempre con le mani in tasca, che prima lavorava alla cantina..."

"Quello magro magro?"

Amelia si spazientisce.

"No, Marì... quello è Peppino, mio cognato. Il vecchio che dico io ha avuto sempre una panza così.

E aveva sposato una di fuori che non si vedeva mai, manco la spesa al mercato faceva! Bassina, bruna, che alla chiesa andava alla prima messa, così non incontrava nessuno. Pina mi diceva...", e si china in avanti con aria complice, "... che il marito era geloso e per quello non la faceva uscire. Pure la spesa gli faceva!

Da che è morta si è lasciato andare".

"Poveraccio! Un maschio solo non può stare! Una femmina è diverso, si fa le sue cose, lava, cucina... ma un maschio no. Ci vuole qualcuno che lo tiene".

"Però, Marì, che brutto pure che lo porta via. Che fa tutto il giorno? Qui esce, piano piano arriva alla piazza e con qualcuno chiacchierescia. Arriva al circolo e fa la partita a carte, due passi su e giù per il corso e la serata è passata. In città che fa, poveraccio? Chi gli tiene compagnia?"

"Eh, Ame', ma se solo non può stare... Ma casa sua è di proprietà?"

"Sì, sì, e il figlio pure sta proprio sistemato. I soldi ci stanno".

"E allora perché non si prende una bella vedova di qua? Una più giovane che gli spiccia casa e gli cucina. Si fanno compagnia e poi le lascia la casa. Il figlio non si prende impegni e lui resta dove è sempre stato".

"E pure tu hai ragione. Ma a una certa età non ci si pensa".

"Bisognerebbe dirglielo, invece. Io, guarda, è che non posso far torto a 'Ntonio mio, buon'anima. Se no, con la casa in affitto che ci ho, la prendevo al volo, 'sta cosa".

"E ti conveniva? E se poi ti chiedeva di fare cose?"

"Amè... a ottant'anni? Se ne era già presa una russa, se c'aveva ancora certe fantasie. No, guarda, se non era per rispetto a 'Ntonio mio..."

"Che volendo però... sono passati vent'anni, eh? Ricordo che se ne andò assieme a papà mio, stesso anno".

"Insieme proprio, è vero. E che dici, che dopo tanti anni potrei? Non mi malalingua nessuno?"

"Marì... se fossi in te un pensiero ce lo farei. Quanto può campare? Tu, più piccola di me sei... manco settanta, no? In affitto stai... e bisogna sempre pensare al futuro!"

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