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Capitolo XII [Ultimo]

- Allora?! Ma davvero? Alice! Alzati!! Hai idea di che ore sono?! - sento urlarmi nelle orecchie prima di venir investita da una luce accecante.

Sbarrando gli occhi trovo il volto di mia sorella sopra al mio.

La giovane donna mi fissa con le braccia puntate sui fianchi e uno sguardo pieno di rimprovero.

- Stai scherzando, spero! Hai diciassette anni, non puoi continuare a dormire come una bambina! È ora di alzarsi! -

Stropicciandomi gli occhi mi metto a sedere, sul letto, a fatica.

Un gran sbadiglio sfugge al mio controllo e, stiracchiandomi, poggio i piedi sul freddo pavimento.

Il gelo mi riempie fin nelle punte dei capelli.

Dove cavolo sono le mie ciabatte?

- Sei seria? Metti almeno una mano davanti alla bocca quando sbadigli. - mi lincia con lo sguardo.

Riesce a star zitta almeno per qualche secondo?

Perché mi deve stressare fin dal mattino?

Sospirando mi alzo, messa la vestaglia mi avvio al bagno.

- Alice! Sto parlando con te! - ringhia furente.
- Sì, sì. Ho capito. Poveri i tuoi futuri figli, se già stressi me così... chissà che fine faranno i miei poveri nipoti. -

- Come osi?! Porta rispetto per tua sorella, sono... -

- Sei più grande di me, lo so. Però è vero che sei asfissiante, sii un po' più tranquilla e vedrai che ne trarrai un sacco di benefici. - sospiro per poi lasciarmela totalmente alle spalle.

Finalmente sola, nel bagno, posso concedermi un attimo di tregua.

Voglio bene a mia sorella, ma a volte è davvero fastidiosa.

Io non ho intenzione di diventare una dama perfettina come lei.

A me basta essere me stessa.

Guardandomi allo specchio vedo una ragazza stanca e... strana.

Perché ho addosso questa vestaglia piena di merletti e fiocchi?

Dov'è il mio pigiama bianco a pois azzurri?

Aspetta... pigiama bianco a pois azzurri?

Io non ho un pigiama del genere.

Scuotendo il capo scaccio il senso di inquietudine che mi affligge ormai da settimane.

È da un po' che mi sento come se fossi fuori posto, non sento mia la camera dove dormo, il salotto, la cucina... è come se tutto fosse sbagliato, ma... non ha senso.

Questa è casa mia.

È da sempre casa mia.

Ci vivo da diciassette anni.

Eppure questo senso di disagio non mi molla.

Sono pure arrivata a far domande assurde a mia madre.

Una settimana fa mi sono sentita male in giardino, vedendo un coniglietto bianco saltellare a qualche passo da noi.

Le candide orecchie bianche mi hanno paralizzata facendo spaventare mia madre e mia sorella.

Per riprendermi ci ho messo quasi mezz'ora, nella quale ho continuato ad avere fotogrammi di orecchie di coniglio nella testa.

Al termine ho chiesto a mia madre se un tempo abitavamo in un'altra dimora.

Confusa come non mai ha scosso il capo rispondendo che la nostra era l'unica casa di famiglia.

Però... ancora ora non mi sento a posto.

È come se mancasse qualcosa.

Come se fossi nel posto sbagliato... nel mondo sbagliato.

Lo so... è assurdo, ma è come mi sento.

Finito il bagno mi vesto per poi dirigermi a colazione.

- Oh, signorina Alice? Tutto bene? Come mai siete qui di nuovo? - mi chiede la cuoca non appena varco la soglia della cucina.

Fermandomi a guardarla serro le labbra.

Rieccoci...

Questa è un'altra cosa che mi fa sentire a disagio. I pasti.

L'istinto di mettermi ai fornelli per prepararmi da mangiare è estremamente forte, ma... io non ho mai cucinato in vita mia.

Ha sempre preparato lei i nostri pasti e, saltuariamente, anche mamma.

Sorridendo alla donna eludo la domanda come ho fatto tutte le volte precedenti - Oggi, se possibile, vorrei mangiare delle brioches. -

- Ma certamente. Lo sospettavo, sono già in forno. A breve saranno pronte e le porterò alla sala da pranzo. - ricambia il mio sorriso.

Senza indugiare oltre raggiungo la mia famiglia che, già a tavola, sta chiacchierando del più e del meno.

- Era ora. - sospira mia sorella appena mi vede.

- Abbi pazienza, tua sorella ultimamente non si sente molto bene. - cerca di giustificarmi mamma.

- Tesoro siediti. Come hai dormito? - chiede mio padre sorridendomi.

- Abbastanza bene, grazie. - annuisco debolmente.

- Amore, non credi sia meglio dirglielo ora? - mamma poggia una mano su quella di mio padre.

- Dirmi cosa? - chiedo guardandoli confusa.

- Beh... ormai credo sia giunto il momento, Alice. Sei abbastanza grande. -

- Giunto il momento per cosa? Abbastanza grande? Di che parli? - inizio ad agitarmi.

- Per trovare marito. Ovviamente. - esordisce in maniera talmente pacata da farmi rabbrividire.

- M-Marito? Stai scherzando, vero? - sento le forze mancarmi.

- Assolutamente no. Perché dovrei? Domani avrai il tuo primo incontro col primo dei pretendenti. -

- Sei serio?! Hai già deciso? Ma.. chiedermi se mi andava bene?! Non ti è passato nemmeno per l'anticamera del cervello? - mi alzo in piedi di scatto.

- Modera il linguaggio, signorina. Non devo chiederti se ti va bene. Tu domani incontrerai questo ragazzo, punto. - mi fissa serissimo.

- Ma... padre! Perché? Ho solo diciassette anni! Perché a me... e mia sorella? È lei la maggiore. - mi lamento.

So che è scorretto, ma è mia sorella quella che cerca sempre di migliorare per il suo futuro da fedele e ligia mogliettina.

- Che stai dicendo, Alice? - scatta colei che è stata presa in causa.

- Lo sai che io sono già promessa sposa. Devo solo attendere la fine del tirocinio del mio fidanzato, poi potremo cominciare ad organizzare il matrimonio. - aggiunge irritata.

- Cosa? E da quando sta storia? - la fisso perplessa.

- Come "da quando"? Mi sono fidanzata lo scorso anno, tu eri lì quando mi ha fatto la proposta. Mi hai pure detto che trovavi la scena troppo melensa, più di molti libri che hai letto. Te ne sei forse dimenticata? -

- Io... - la guardo confusa prima di posare gli occhi sulle mie mani sul tavolo.

Continuando a ripetermi le sue parole cerco di ricordare, ma... vuoto.

Vuoto totale.

- Alice, tranquilla. Lo sappiamo che non sei in forma in questo periodo, non preoccuparti. - mamma poggia una mano sulla mia spalla.

Lasciandomi cadere sulla sedia - Sì, madre... -

Che mi sta succedendo?

Non è la prima volta che capita.

Mamma, papà, mia sorella... mi sono trovata più volte ad ascoltarli mentre raccontavano cose, eventi, momenti dove io ero presente, ma di cui non rammento nemmeno un frammento.

Non capisco...

Se penso alla mia infanzia ho ricordi molto vividi, ma... se parliamo di fatti più recenti ho un buio fitto che mi assale.

Più di una volta ho tentato di far mente locale su questa cosa ed ho realizzato di avere questo vuoto per quanto riguarda i quattro anni precedenti a questo.

Se cerco di rammentare qualcosa mi vengono in mente fotogrammi assurdi, totalmente senza senso.

Dei fiori giganti con la faccia.

Case dalle forme strane.

Una città piena di edifici di varie gemme preziose.

Poi ancora...

Un orto, una casetta semplice, due ragazze iperattive.

Due ragazzi strani ed uno dai capelli color della luna. I suoi occhi che mi guardano.
Delle lacrime calde e tristi.

- In ogni caso, domani incontrerai il tuo primo pretendente. Non puoi decidere altrimenti, ma ti lascerò scegliere quello che preferisci. - mio padre mi toglie dai miei pensieri.

Ormai rassegnata mi limito ad annuire prima di attendere il momento dell'atroce sentenza.

Il pomeriggio seguente arriva fin troppo in fretta.

Non dovevo immergermi così tanto nella lettura.

Fin da sempre utilizzo i libri per estraniarmi dal mio schifo di mondo, ma stavolta era meglio non farlo.

Ora mi trovo nella mia camera, a farmi agghindare da mia madre e mia sorella, senza aver possibilità di scelta.

- Non posso mettere il mio solito abito? - sbuffo mentre mia madre mi acconcia i capelli.

- Nemmeno per idea. È così... normale. Serve qualcosa di più carino per un appuntamento. - ribatte mia sorella.

- Ecco fatto. Sei perfetta. - esclamano in coro non appena terminano.

Che strano...

Ho come un dejavù.

Questa situazione mi è familiare, ma... non con loro.

- Ora è meglio andare, credo stia già attendendo in salotto. - mi fa alzare mia madre.

Il suo sorriso raggiante è dannatamente irritante.

Come può essere così contenta?

Io nemmeno ho mai visto il tipo che sto per incontrare e loro già pensano a farmi sposare.

- Senti... ma che tipo è il ragazzo che devo incontrare? - chiedo non sopportando più la tensione.

Ho bisogno di notizie.

Voglio informazioni.

- Lo scoprirai oggi, ma... è un bravo ragazzo. - mia madre non mi concede nulla di più.

Arriviamo così al salotto.

Nemmeno il tempo di cercare di calmarmi che aprono di scatto la porta.

- Oh, vi chiediamo immensamente perdono per l'attesa, ma... per la bellezza bisogna lavorare e il lavoro richiede tempo. - si scusa mia madre.

- Nessun problema, anche se non credo abbiate lavorato così tanto. La materia prima è decisamente meravigliosa da sé. -

Subito il mio sguardo scorre lungo quella persona.

La sua voce ha qualcosa di... di così familiare.

Alzando lo sguardo rimango allibita da ciò che vedo di fronte a me.

Il tipo che mi sta davanti è diverso da qualunque ragazzo io abbia mai visto.

I suoi capelli sono del colore della luna, come quelli del tipo dei miei strani ricordi.

E gli occhi... sono di un rosso così vivido eppure... il tutto non lo rende per nulla strano, anzi.

È di una bellezza disarmante.

- Alice... rispondi. Ti ha fatto un complimento. - ridacchia mia madre.

Ridestandomi dal mio stato di trance faccio una mezza riverenza al ragazzo - Siete davvero gentile, vi ringrazio. -

- Beh... io direi che è giunto il momento di lasciarvi in pace. Alice, fagli da guida in caso andiate a passeggiare. Io provvederò a farvi portare uno spuntino per il tea delle cinque. - esordisce mia madre prima di congedarsi insieme a mia sorella e mio padre.

Rimasta sola con il ragazzo inizio a guardarlo di sottecchi ed in silenzio.

Di cosa dovrei parlare?

Poi... come dovrei iniziare un discorso?

- Ehi! Lo Stregatto ti ha mangiato la lingua? - salta fuori lui ad un certo punto.

Come una molla salto sull'attenti - Come scusa? -

Quella frase...

- Non mi hai sentito? Sono così noioso? Non dovresti attendere qualche mia parola prima di stabilirlo per certo? - mi sorride divertito.

- No... io... ci conosciamo per caso? - mi scappa la domanda.

- Però... sei un tipino intraprendente, non me lo aspettavo. Anche se è un modo di rimorchiare un po' banale. - ridacchia tra sé.

Avvampando arretro - M-Ma... che maleducato! Io non ci stavo provando! Nemmeno so come ti chiami! -

- Sei già passata al tu? Chi è il maleducato ora? - mi sfida con lo sguardo.

Ma... che problemi ha questo tipo?

E perché sta scena mi sta divertendo invece di darmi sui nervi?

- Sei il primo ad essere passato al tu. Quindi ti giro la domanda. - incrocio le braccia studiandolo.

A quel punto il ragazzo avanza placidamente verso di me.

Nel suo sguardo c'è un luccichio strano, ma.. familiare. Perché?

Tutto questo è così assurdo.

Spaventata dalla situazione inizio ad arretrare mentre lui continua ad avanzare.

Passo dopo passo so di essere sempre più vicina alla fine di questa fuga ed infatti, poco dopo, finisco per trovarmi spalle al muro.

- Fine della fuga, Nise. - abbassa il viso fino a portare i nostri occhi allo stesso livello.

- Ni...se? - ripeto in un sussurro.

- Nise, lo sai chi sono io? - poggia le sue labbra sulle mie orecchie mentre mi porge la domanda.

- P...Perché mi chiami... Nise...? Il mio nome è Alice... - mi viene il fiatone.

Mi sento come se avessi corso per molte miglia.

Poi... perché quel nome mi sembra così... mio?

Io mi chiamo Alice.

- Lo so, ma... io ti conosco come Nise, non ricordi? - soffia di proposito sul mio collo, facendomi ovviamente rabbrividire.

- Cosa vuoi da me? Nemmeno so il tuo nome... - punto le mani sulle sue spalle cercando di liberarmi, ma... le mie braccia si ribellano non mettendo nemmeno mezzo grammo di forza nel mio gesto.

- Tu lo sai come mi chiamo... perché non dici il mio nome? Lo so che lo conosci, Nise. - insiste.

- Tu... tu sei pazzo... forse è meglio se chiamo la mia famiglia. Che gli è saltato in mente di lasciarci soli... -

Il ragazzo si sposta leggermente tornando a puntare i suoi meravigliosi occhi scarlatti sui miei.

- Come mi chiamo, Nise? - mi fissa incredibilmente serio.

Nei suoi occhi si cela una speranza incrollabile.

- Voglio che tu dica il mio nome... - si avvicina pericolosamente al mio viso.

Il suo naso sfiora il mio e sento il suo respiro sulle mie labbra.

Deglutendo pesantemente - Ti ho detto che.. - lui però mi blocca - Dillo o ti bacio. -

- Che stai dicendo? Non puoi baciarmi così... nemmeno ti conosco. - il mio respiro si fa più veloce, come i battiti del mio cuore.

Perché non sono spaventata dalla sua minaccia?

Dovrei tenere caro il mio primo... bacio...

Primo?

Perché non lo sento come tale?

- Nise, ti stanno tutti aspettando. Ora... Il mio nome, dillo. -

Le sue labbra si avvicinano ancor di più alle mie.

Sento il calore di esse sulle mie ed un formicolio di desiderio.

Gli occhi del ragazzo mi trapassano fin nel profondo ed eccolo. Come il flash di un fulmine vedo limpido come non mai il suo nome.

- Usashi... - sussurro flebilmente.

L'istante dopo colma la distanza tra le nostre labbra e mi lascio avvolgere nel suo dolce bacio.

Durante quello splendido momento inizio a rammentare gli anni di vuoto.

Ricordo dopo ricordo riaffiora nella mia mente mentre le mie mani scattano tra i capelli di quello che ora so essere il mio ragazzo.

Sciolto il bacio sento le guance umide di lacrime - Ma... come? - chiedo in un sussurro.

- Ho deciso di andar contro al tuo destino. Non ti libererai di me così facilmente. - mi sorride sornione.

- Usashi... sei davvero tu? - afferro il suo viso tra le mie mani.

- L'unico ed il solo. Nise, sono venuto qui per riportarti a casa. -

- Come...? Usa... è questa casa mia. - torno alla realtà tutto d'un colpo.

Anche se ancora non riesco a comprendere bene tutta la situazione, questa è la verità. Quella in cui ci troviamo è la mia casa.

- Questo era il tuo mondo, un tempo. Adesso però appartieni al mio, che ti piaccia o no. -

- Usashi... non posso lasciare la mia famiglia, non così dal nulla. - lascio cadere le braccia lungo i fianchi.

- Ed invece puoi, nessuno se ne accorgerà, come non si sono resi conto dei tuoi quattro anni di assenza. - mi fa notare il coniglio, beh... per ora solo ragazzo normale.

Aspetta... come?

- Dove sono le tue orecchie da coniglio? - inizio a cercare tra i suoi capelli.

- Questo mondo le nasconde alla vostra vista. - afferra le mie mani allontanandole dalla sua testa.

- E... ora che ci penso. Come sei arrivato qui? - sono sempre più confusa.

- Tu come sei finita nel mio mondo? - mi sorride divertito.

- Sei passato per una buca? - lo fisso stupita.

- Esatto. Però... tornando ai tuoi genitori... non ti sei chiesta perché non hanno notato la tua assenza? -

- Loro... loro parlano di quel periodo come se io fossi sempre stata qui, ma io non rammento nulla. -

- Perché tu sei sempre stata qui. -

- Che stai dicendo? Vuoi dire che è il tuo mondo ad essere una menzogna? Sono per caso pazza? Ho due personalità? - inizio ad aver mal di testa.

- Ma no... non esagerare. Semplicemente... sei stata sostituita. -

- Sostituita? -

- Dopo che sei svanita nel nulla ho iniziato a far ricerche. Ho trovato notizie sul tuo mondo, risposte, la buca... beh... il mio mondo è la versione parallela al tuo. Ogni persona che esiste qua c'è anche di là, solo... diversa. Se qualcuno di questo mondo si avventura nel mio viene sostituito qui dalla sua controparte del Paese Delle Meraviglie. -

- Ma... voi siete molto diversi da noi, la gente intorno non dovrebbe accorgersi dello scambio? E la mia controparte non dovrebbe ricordare ciò che è accaduto? -

- Perché? Nemmeno tu ricordavi nulla tornata qui. Inoltre l'altro noi si adatta al mondo in cui è rendendo il tutto più facile. -

- Tutto questo non ha senso. Io, quando sono arrivata nel vostro mondo, ricordavo il mio e mi sono adattata solo per non farmi scoprire. -

- Questo è successo perché hai letto il libro. Ho trovato notizie anche su di esso. Quello era il libro del tuo destino e, leggendolo, hai incrinato la sua magia permettendo tutte le modifiche che hai fatto. Però... quando sei tornata è stato per qualcosa di totalmente nuovo, l'equilibrio si è ristabilito e per questo non hai ricordato nulla del mio mondo. Capisci? -

- Circa... sono molto confusa... quindi... se io ti seguissi verrei sostituita dall'altra me? -

- Esatto. Ora al mio posto c'è l'Usashi del vostro mondo. I miei non si accorgeranno della mia assenza per questo motivo. -

- Quindi... io posso davvero seguirti? - sento la speranza crescere in me.

- Certo. -

- Però... io non sono del tuo mondo. Il mio non mi richiamerà a sé come già ha fatto? -

- No, perché porteremo l'equilibrio che cercano entrambi. Ho trovato un modo per convincere entrambi i mondi che tu, Nise, sei parte del mio ed Alice di questo. Devi solo seguirmi. -

- Usashi... io... - mi si gonfiano nuovamente gli occhi di lacrime.

- La vera domanda è... vuoi tornare con me? Vuoi vivere nel Paese Delle Meraviglie? - mi porge una mano sorridendo.

Senza un attimo di esitazione allungo la mia sulla sua - Ti amo, Usashi. Non sono riuscita a dirtelo quel giorno. -

- Ci sono molte cose che non siamo riusciti a dirci quel giorno, ma da oggi abbiamo tutto il tempo del mondo. Torniamo nel nostro mondo, amore mio. -

Ed è così che, anche se totalmente egoisticamente, seguo il mio amore.

Questo mondo non mi è mai appartenuto.

Mi sono sempre sentita fuori posto ed ora comprendo il perché.

Io sono destinata ad altro, al di fuori di quella storia letta anni fa.

Io non sono il personaggio di un racconto, la mia favola la scriverò da me ed oggi, con Usashi, comincia la prima meravigliosa pagina.

♡♡♡Ohayou minna♡♡♡
Siamo giunti alla conclusione di questo racconto e spero tanto vi sia piaciuto.
Mi spiace avervi messo ansia col capitolo precedente, ma spero che il finale abbia ripagato l'attesa ♡
Era da più di un anno che volevo scrivere qualcosa su una favola e mi sono molto divertita, riuscendo in questa impresa ^^
Penso che tornerò con qualcosa di nuovo tra una o due settimane, ma stavolta credo sarà una fanfiction di Fairy Tail... mi manca un sacco scriverne X3
Come sempre vi ringrazio infinitamente del sostegno e di aver apprezzato la storia ♡♡♡
Siete davvero adorabili e mi piace un sacco sclerare con voi ♡♡♡
♡♡♡Arigatou gozaimasu♡♡♡
♡♡♡Mata nee, alla prossima♡♡♡

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