Capitolo II
Il tipo si alza spazzolandosi il completo bianco e rosso - Tu piuttosto? Non lo sai che ci si presenta prima di chiedere il nome a qualcuno? -
Non appena alza lo sguardo su di me rimango di sasso.
È bellissimo a dir poco.
Capelli bianchi come la luce della luna, occhi rosso rubino e delle adorabili orecchie da coniglio in testa... e tralasciamo il fisico perfetto.
- Ehi? Lo Stregatto ti ha mangiato la lingua? - mi sventola una mano di fronte.
Ripresami - No. Scusami se sono maleducata! - incrocio le braccia offesa.
Ero solo sorpresa quando l'ho visto, non volevo essere scortese eppure lui si comporta così.
Antipatico.
- Sei scusata. - inizia a guardarsi freneticamente intorno.
È come se temesse l'arrivo di qualcuno.
- Sei forse scappato da mamma? - mi sfugge la frecciatina.
- Molto spiritosa. In più non dovresti essere così curiosa di uno sconosciuto. Le bambine dovrebbero essere più prudenti. - sorride divertito.
B-Bambina?!
- Non sono una bambina! Probabilmente sono pure più grande di te. Almeno, mentalmente di certo. - ringhio rossa di rabbia.
- Oh, scusa. Il tuo abbigliamento e la scarsità di forme mi avevano tratto in inganno. -
- Chi è il maleducato ora?! - mi stringo le mani al petto.
Il suo tono era così sarcastico da farmi saltare i nervi.
- Scusa ancora. Mi è impossibile non prendere in giro tipi come te. - ridacchia.
- E che tipo sarei? - sbuffo.
- Il tipo facilmente stuzzicabile. -
- Sei irritante. E ancora non so il tuo nome. Mi serve per intonare meglio gli insulti. -
- Carina. - mi fissa con un sopracciglio alzato.
- Ti chiami Carina? Nome molto femminile. - lo prendo in giro.
So che non è il suo nome.
- Ohi! Non è quello... ah! Mi stavi quasi per fregare. Sei interessante, te lo concedo. -
- E tu non sei di questo regno. - sbuffo.
- Perché dici? - mi studia curioso.
- Non ci sono tipi così irritanti nel regno di Fiori. Devi essere per forza un forestiero. -
- Uhm... anche se la tua teoria è bizzarra devo darti ragione. Non sono della zona. -
- Ok, ora... se mi permetti, forestiero... io me ne andrei. -
- Dove devi andare di bello, bimba? I tuoi ti lasciano andare in giro da sola? -
Serrando i pugni lungo i fianchi - Che c'è di male se mi piace questo abbigliamento? È carino!! - urlo davvero infastidita.
- Ehi, ehi! - mi si piazza davanti.
- Che vuoi? Ho detto che devo andare! -
- Non volevo farti arrabbiare sul serio, scusa. Possiamo ricominciare? - mi tende una mano.
Confusa la fisso indecisa.
Guardandolo in faccia lo vedo ancora con un fastidioso sorrisetto, però le scuse sembravano sincere.
Sospirando stringo quella mano - Ok. -
- Ti accontento pure, il mio nome è Usashi. - mi sorride.
- Il mio è Ali... cioè Nise. - riesco a salvarmi per un pelo.
Che diavolo!
Stavo davvero per fregarmi con le mie stesse parole.
- È un piacere, credo. - ridacchia.
- Mah, chissà... - faccio spallucce.
- Dove stai andando di bello, Nise? -
- Perché dovrei dirtelo? In più, mi hai richiamata per la mia maleducazione, ma non ti sembra scortese impicciarti dei miei affari? Se vuoi una risposta devi essere consapevole che poi anche io farò una domanda a te. -
- E cosa vorresti chiedermi? -
- Da chi scappavi? -
Alla mia domanda lo vedo osservarmi sorpreso - Scappare? -
- Sì, sei uscito da un cespuglio, continuavi a guardarti intorno circospetto e ancora ora mi pare che tu stia tenendo la guardia alta. -
- Però... ne hai di spirito d'osservazione. -
- Questo conferma che avevo ragione, ma non risponde alla mia domanda. -
- Nemmeno tu hai risposto alla mia. - mi fa l'occhiolino.
Alice, calma!!
Non devi sbranarlo, so che è irritante, ma calma la mente.
- Non è sicuro per una ragazza rivelare i propri piani ad uno sconosciuto. -
- Quanta diffidenza, eppure credevo che gli abitanti del regno di Fiori fossero tutti dei grandi fiduciosi. -
- Sono diversa dalla massa. -
- Oh, questo si nota. - afferra improvvisamente una ciocca dei miei capelli.
Dopo un istante di shock salto indietro tirandoli via dalle sue mani - Che cavolo fai?! -
- Scusa, sono davvero belli. È stato più forte di me. - osserva confuso la sua stessa mano.
- Sei davvero un tipo strano. -
- Beh, pure tu se è per questo. - si riprende.
- In ogni caso... stavo fuggendo da due miei amici. - aggiunge guardando ancora alle spalle.
- Perché? Hai combinato qualcosa? Scommetto che gli hai fatto qualche brutto scherzo. - lo studio curiosa.
- Altre domande? Guarda che poi anche io te ne farò altre. - sorride furbo.
- Ah! Lascia perdere! Me ne va... -
- Eddai, scherzavo. - mi blocca afferrandomi per un polso.
- Cosa vuoi ancora? Perché non mi lasci andare? - aggrotto la fronte confusa.
- Perché non ho mai incontrato una come te. Sei interessante e per questo non riesco a non incuriosirmi. -
- Che due scatole. Mollami il polso almeno! - sbuffo cercando di non dar a vedere come la sua frase mi abbia colpita.
Non può battermi il cuore per un tipo così!
Che cavolo!!
Il ragazzo sorridendo molla la presa - Ecco fatto, signorina. -
- Qual era la domanda? - sbuffo ancora.
- Dove sei diretta? -
- Al villaggio Gerbera! -
- Ma che coincidenza! Anche io! - scatta sorridendo raggiante.
- Tu... sei un bugiardo!! Ti si legge in faccia che è una balla. -
- Perspicace. - ridacchia.
- Sei fastidioso! -
- Detto da te sembra quasi un complimento. -
- Sei un povero illuso. -
- E tu non sai come arrivare al villaggio Gerbera. -
A quelle parole m'irrigidisco.
- N-Non è vero! - scatto fin troppo agitata.
- Oh, si invece! - ride.
- Cosa te lo fa dire?! -
- È ormai un po' che tenti di liquidarmi andandotene, ma se sei diretta a Gerbera... hai sbagliato alla grande la direzione. - risponde divertito al massimo.
Serrando i denti capisco di essere stata colta in fallo, ma non voglio ammetterlo.
- Lo so, era solo per depistarti. -
- Bugia! Anche io sono bravo a capire se menti. - ridacchia.
- E anche se fosse? Cosa t'importa? -
- Sono un gentiluomo, non posso lasciare una donzella in difficoltà. Se ti perdessi morendo di fame da qualche parte poi ti avrei sulla coscienza. -
- Ma che premuroso. - ribatto atona.
- Lo so. Dai, ti accompagno. -
- Chi ti dice che abbia bisogno del tuo aiuto? Posso arrivarci da sola. - incrocio le braccia testarda.
- Come no. Dai... non fare la preziosa. - si fa più serio.
- La... La preziosa?! - lo fulmino.
- Piuttosto. Non stavi scappando dai tuoi amici? Hai davvero tempo per farmi strada?! - aggiungo.
- Certamente. Tanto mi staranno cercando da tutt'altra parte. -
Accidenti!
Speravo di liberarmene ricordandogli la fuga.
- Si preoccuperanno se non ti trovano. -
- Uhm... sanno che me la cavo bene da solo. In più sono stufo di averli sempre addosso. -
- Sei il modello ideale di amico. - ribatto sarcastica.
- I miei amici devono badare a me su ordine dei miei genitori, quindi sono passati dall'essere solo amici a guardie asfissianti. Ogni tanto ho bisogno d'aria. -
Confusa lo scruto - Chi sei tu? O i tuoi non si fidano per niente di te o non so. -
- Chi lo sa. Se vuoi sarò chiunque tu voglia. - mi fa nuovamente l'occhiolino.
Grrrr!!! Che nervi!
- Va al diavolo! Me ne vado e stavolta sul serio! - lo supero.
- Non è quella la direzione. - fischietta allegro.
Tornando sui miei passi cambio strada, ma - Non è nemmeno quella. -
- No, nemmeno di là! - ride quando cambio di nuovo.
- E basta!! Non prendermi in giro! -
- Non lo sto facendo, ma... sei davvero convinta di poterci arrivare da sola? -
- Sei davvero, davvero irritante. - serro i pugni lungo i fianchi.
- Però ti servo. -
Fanculo.
Rischio davvero di perdermi di brutto.
Haruka e Harumi dovrebbero essere a Gerbera verso sera, devo sbrigarmi.
Però.. chiedere aiuto proprio a lui..
- Allora? - mi osserva divertito.
- Non puoi solo indicarmi la strada? - sbuffo voltando la testa irritata di aver dovuto cedere.
- No, non sarebbe divertente. -
- ...sti... mi... ra... - mugugno mangiandomi le parole.
- Come? Non ho sentito? - si china per avere le orecchie sulla mia bocca.
- Ho detto... POTRESTI ACCOMPAGNARMI A GERBERA?! - urlo a perdifiato.
Drizzano le orecchie da coniglio salta indietro - Che cavolo!! Volevo rompermi i timpani?! Ho un udito sensibile!! -
- L'ho fatto di proposito infatti! - sbuffo.
- Non è così che si chiede un favore. - si massaggia le orecchie.
- Chiedo scusa... -
- Non sei dispiaciuta per niente. Cattiva. -
Uhm... forse ho davvero esagerato..
Sospirando - Mi dispiace... -
- Queste sono scuse sincere! Ti va di andare, ora? - mi sorride.
Anche se fastidioso e con fini strani, mi sta comunque aiutando.
Dubito che potrei arrivare da sola e con facilità a Gerbera.
Non conosco per niente la zona in cui sono finita.
- Andiamo e... grazie... - borbotto.
- Oh-oh! Prego! - sorride soddisfatto.
Lungo il tragitto mi fa varie domande che eludo come la peste.
Ad un certo punto mi blocco sul posto - Merda!! - ringhio osservando le mie mani.
- Uh? Che ti prende? Se volevi zittirmi c'erano modi migliori. -
- Non ho la valigia!! E nemmeno la borsa! - ringhio furente.
- E te ne accorgi solo ora? - mi fissa storto Usashi.
- Scusa sai... tra la caduta nella buca e l'incontro con te ho perso di vista la cosa. Tanto più che non sei stato zitto un solo secondo da quando abbiamo iniziato a camminare. - sbuffo.
- Beh, comunque che vuoi fare? Sai che non si possono risalire le buche, la tua roba è persa ormai. -
- No.. è con le mie amiche. Me la daranno quando ci troveremo a Gerbera. - sospiro.
- E allora dove sta il problema? -
- Mah... forse nel fatto che la borsa conteneva i miei vestiti... e soprattutto i soldi?! -
- Se è questione di soldi, tranquilla. Posso... -
- Nemmeno per idea! - blocco il termine della sua frase.
- Sei proprio testarda. Volevo solo essere gentile. -
- Sto bene così. -
- Ok, ok. Proseguiamo. Comunque.. perché sei diretta a Gerbera? -
- Affari miei! -
- Scommetto che tu e le tue amiche state andando al ballo del regno di Quadri. -
- Cosa te lo fa dire? -
- La tua età. E il fatto che non si possa rifiutare l'invito. -
- Perspicace. - rispondo sarcastica.
- Cosa ne pensi del ballo? So che è per trovar moglie al Principe. -
- Cosa dovrei pensare? -
- Non lo so... sei tra le sognatrici che sperano che il Principe la noti e s'innamori dopo uno sguardo? -
- Nemmeno per idea, anzi... trovo davvero orribile scegliere moglie così. Nemmeno fossimo carne da macello, a sfilare davanti a lui e poi? Senza sapere chi siamo davvero, scegliere? È un metodo stupido! -
- Però... che acida. Sei la prima che ne parla così. Quindi... vai solo perché è obbligatorio? - mi studia curioso.
- No, non sono il tipo. Sono stata costretta dalle mie amiche. -
Lo so... non avevo voglia di parlarci, ma... stare ore in silenzio mi metterebbe solo più nervoso.
- Davvero? -
- Sì, mi ci hanno trascinata dicendo che sarebbe stato divertente. Ballo e buon cibo insieme, ecco. -
- Nemmeno loro anelano di diventare la moglie del Principe? -
- Non sono quel tipo di ragazze. Tanto più che sono gemelle inseparabili.. a volte, quando le guardo, non posso non pensare che se mai si sposeranno lo faranno con dei gemelli. -
- Capisco... sono così anche i miei amici. - ridacchia.
- Sono anche loro gemelli? - chiedo ora curiosa.
- Già, magari si troverebbero bene con le tue amiche. -
- Se non sono come te è probabile. -
- Ma che dolci che siamo. - ride.
- Davvero pensi che sia un metodo stupido scegliere moglie così? - chiede poi.
- Decisamente, tu no? -
- Ammetto che concordo con la tua idea. È troppo strano... il Principe avrà solo un tot di tempo per discutere con ognuna delle partecipanti. Come si può conoscere qualcuno in così poco? E soprattutto... innamorarsi? - osserva il cielo pensieroso.
- Secondo me è impossibile. Esisterà anche il colpo di fulmine, ma non si può sperare di trovarlo con una roba organizzata. Queste cose capitano per caso, quando meno le si aspetta.. questo è il bello. -
- Ah! Hai sorriso! È la prima volta da quando ci siamo incontrati! -
Imbarazzata distolgo lo sguardo - È un male? -
- No, mi piace il tuo sorriso. -
- Ma sta zitto. - borbotto arrossendo.
- Eddai... in ogni caso, concordo con la tua idea. Certe cose non si dovrebbero organizzare. Però forse non è stata una decisione del Principe. -
- Uhm... sai che non ci avevo pensato? Potresti aver ragione, forse è colpa del Re e della Regina. -
- Eh già... probabile. -
- E se il Principe scegliesse te? - scatta l'istante dopo.
- Impossibile! - scoppio in una risata sarcastica.
- E perché? - mi fissa confuso.
- Perché si! Perché mai dovrebbe scegliere una come me? Così... normale! In più sono assolutamente inadatta a diventare Principessa e futura Regina. Sono più il tipo che si rotola nel fango invece che camminare con tacchi e abito ricamato. -
- Beh... io invece vedo del potenziale in te. In primo luogo non sai quali siano i gusti del Principe, in secondo sei tutto fuorché normale e come ultimo... non è l'abbigliamento che fa la Principessa o la Regina. - mi fissa serissimo.
Il mio cuore fa un sussulto e arrossendo di più - Ma smettila! In ogni caso... rifiuterei. Anche se il Principe fosse così folle da scegliere me, io non avrei motivo di accettare. Come già detto trovo questo metodo assurdo. -
- Ok, ok. Siamo arrivati. - mi indica un punto di fronte a noi.
Seguendo l'indicazione sorrido vedendo il villaggio.
Finalmente.
Potrò liberarmi di questo strano tipo.
Ammetto che non è proprio così odioso, ma sento che è meglio separarci.
È come se, stando con lui, sentissi di star a cadere in una buca molto più insidiosa di quella in cui sono finita prima.
Iniziando a correre mi dirigo verso il palazzo principale del villaggio.
Lì è dove dovrei trovarmi con le ragazze.
- Ohi, Nise! Aspettami! - mi corre dietro Usashi.
- Muoviti. Sei un mezzo coniglio, dovresti essere più veloce. - lo stuzzico.
Arrivato al palazzo mi dirigo alla reception - Signore, mi scusi. Ha visto due ragazze, gemelle, passare? -
Usashi intanto mi ha raggiunto.
- Sono una dai capelli rossi e occhi blu e l'altra capelli blu e occhi rossi. Haruka e Harumi. -
- Adesso controllo. - si mette ad esaminare i registri.
- Grazie. -
Voltandomi verso il ragazzo - Davvero grazie di avermi accompagnata. Ora puoi andare. -
- Ma che carina, mi liquidi così? -
- Che dovrei fare? Vuoi forse una ricompensa? - lo fisso storto.
- Uhm... non sarebbe male. -
- Eh? Sei serio?! - rimango di sasso e.. delusa.
- Non mi riferivo al denaro! - mi fa l'occhiolino.
Capendo l'allusione avvampo - Va al diavolo! Non avrai altro dei miei ringraziamenti, porco! -
- Eddai, scherzavo. - scoppia a ridere.
- Ah, eccole. - mi fa tornare alle cose importanti l'uomo.
- Hanno lasciato dei bagagli per una certa Nise, sei tu? - mi osserva.
Confusa - Si, sono io, ma... hanno lasciato? Non sono qui? -
- C'era anche una lettera per lei, prego. - mi porge una busta.
Perplessa l'apro ignorando Usashi che ne spia il contenuto da sopra la mia spalla.
- "Cara Nise, siamo arrivate prima del previsto. Ti abbiamo aspettata, ma dato che ci stavamo annoiando siamo andate alla prossima meta. Ci vediamo a Rosa. Non ti è permesso tornare indietro, abbiamo lasciato detto a Mr Potato di boicottare il tuo orto nel caso fossi tornata prima. P.S. Ti abbiamo lasciato i tuoi bagagli, un bacio.. Haru e Haru" - legge ad alta voce il ragazzo.
Io avevo letto mentalmente perché incapace di assimilare a pieno il tutto.
Accartocciando la lettera serro i denti.
- Ti hanno piantata in asso. - commenta Usashi sorpreso e divertito.
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