Tu restami accanto sempre, anche quando ti dico di sparire...
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«Eccoci qua, su entrate. » Dissi ai miei amici aprendo la porta.

«Sicuri che non disturbo? Posso andare tranquillamente a casa mia.» Ci ripeté per la milionesima volta il nostro amico.

«Daniel se non la smetti ti do un pugno che ti fa dormire per tutta la notte.» Sbottò Alex ormai esausto.
Io invece sorridevo a quei due che si comportavano come idioti.

Girai intorno per il salone e vidi qualcosa che non andava: il divano era spostato, molte cose erano gettate a terra, e il vaso che mia madre aveva comprato a quella strana asta di beneficenza che aveva organizzato l'ospedale, era in mille pezzi. Era come se qualcuno si fosse divertito a distruggere tutto quello che per la mia famiglia era importante. Salii di corsa le scale e andai nella mia stanza, tutto era buttato a terra, c'era una grande confusione e come immaginavo la mia amatissima chitarra era rotta.
Iniziai a tremare, avevo le lacrime agli occhi, mi misi in ginocchio e raccolsi i resti. Quello strumento musicale era come se fosse la mia anima, era un ricordo di mio padre e qualcuno lo aveva fatto a pezzi.

«Alex, aiuto! »Urlai spaventata.

«Che succede?»Mi domandò con il fiatone non appena mi raggiunse nella stanza.

«Il divano non era messo così, e guarda quanta confusione c'è qui» risposi agitata.

«Qualcuno è entrato a casa tua.»Mi disse secco senza un briciolo di emozione.

«Grazie" Capitan Ovvio" se non me lo avessi detto tu non lo avrei capito è chiaro che è entrato qualcuno, porca puttana» imprecai piangendo a dirotto, perché dovevano distruggere proprio l'unico ricordo della mia famiglia quando era ancora unita?

«Angy che succede?» Mi chiese Daniel con il fiatone e accarezzandomi una guancia. Ero in lacrime e l'unico che si era preoccupato di me era stato il mio migliore amico, invece Alex era rimasto freddo come sempre.