27° capitolo : Alex
Quel giorno sembrava non finire mai, era una giornata da dimenticare.
Ero nervoso e nemmeno il sorriso di Angelica mi aveva reso più tranquillo.
Dopo quasi due settimane la mancanza di mia madre si faceva sentire ed era pesante come un macigno. Stavo male, non avevo voglia neanche di parlare, solo di urlare e piangere rinchiudendomi in una stanza e non uscire finché il ricordo della scomparsa di mia madre si sarebbe affievolito almeno per un po'.
Dopo sei ore di mandare a quel paese i professori che cercavano di interrogarmi, la scuola finì e ritornai a casa. Non mi accorsi nemmeno che Angelica era sparita con mio fratello, mi faceva arrabbiare un casino quella situazione, perché lei doveva essere sua? Era possibile che Vincent era cambiato così tanto da poterla conquistare? Non credevo proprio, lui non sarebbe mai cambiato, almeno che non si fosse separato una volta per tutte da nostro padre, cosa altamente improbabile. Quindi non mi davo pace, sicuramente quei due avevano un piano, e in quel piano purtroppo c'era anche Angelica, ma non gli avrei fatto fare i loro porci comodi, l'avrei salvata prima che le potessero fare del male o io non mi sarei più chiamato Alexander Rossi.
Non appena aprii la porta, anche se il ricordo del profumo di mia madre ormai era quasi cancellato a causa della puzza di alcool che mio padre si trascinava addosso ormai da giorni, io riuscivo ancora a rammentare la sua dolcezza, adoravo sentire il suo profumo quando mi abbracciava appena tornato da scuola, mi faceva sentire amato e protetto.
A quei tempi non avevo bisogno di nient'altro, solo di lei.
Mentre ripensavo a quei bei ricordi, una timida lacrima scese dai miei occhi fino alla bocca che leccai con la lingua.
Era un'abitudine che avevo fin da piccolo, mi piaceva sentire il salato delle mie lacrime, mi faceva rasserenare, quando ero solo e nessuno poteva confortarmi.
Salii le scale, mi spogliai e stranamente mi misi seduto alla scrivania e iniziai a fare i compiti.
Lo so, non era una mia abitudine, di solito li copiavo il giorno dopo da Daniel, ma la presenza di Angelica nella mia vita mi stava pian piano portando a mettermi la testa a posto.
Pensare a lei mi fece sorridere, amavo la sua gentilezza, la sua ingenuità, la sua simpatia e soprattutto la sua semplicità, lei con un solo sorriso riusciva a riaccendere il cuore delle persone e io per questo ero pazzo di lei e avrei fatto di tutto per averla, qualsiasi cosa.
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