3. "Mamma mi ha sempre detto di non parlare con gli sconosciuti"
«Non so che diavolo fare.» Mi rigiro il biglietto da visita di Alex tra le mani, mentre Leah si mette lo smalto giallo opaco. Ha una fissazione per i colori strani degli smalti che io non capirò mai.
È già giovedì, il che significa che ho solo un altro giorno per decidere. Forse Alex avrà già trovato qualcuna da sposarsi, o forse no. So solo che ho paura sia di sposare uno sconosciuto per finta che di rinunciare al mio sogno per andare sul sicuro.
«Stupralo.» Risponde la mia migliore amica, chiudendo la boccetta di smalto. Punta i suoi occhioni nei miei. «Io lo avrei fatto da venerdì sera.»
Alzo gli occhi al cielo e prendo un sorso della mia birra. Fortunatamente è pomeriggio e il mio ristornate è chiuso: è troppo tardi per pranzo e troppo presto per cena. «Menomale che io non sono te, Leah.»
«Hey!» In risposta la mia migliore amica prende un grissino e me lo lancia contro, con una finta faccia offesa. Io ridacchio e schivo il pane, anche se con scarsi risultati.
«Sono seria.» Continuo dopo un po'. «Non conosco assolutamente niente di lui, se non che il padre non vuole dargli l'azienda e che si chiama Alex Torres. Potrebbe essere uno psicopatico o un serial killer. Però se rifiuto il mio ristorante fallirà sul serio.»
«Non lo so, Penny.» Leah fa una piccola smorfia. «Sarà anche un bel ragazzo come dici, ma è uno sconosciuto. Forse avere un ristorante non fa per te. Magari ti metti in questa situazione e lui non riesce neanche ad aiutarti.»
Ha ragione.
La mia migliore amica ha ragione senza ombra di dubbio.
Per questo annuisco e prendo un pezzettino di pane che infilo in bocca per non dire nient'altro. Magari qualche commento che non ci sta bene per niente.
Leah mi dà un piccolo calcio sotto al tavolo e sussulto dalla sorpresa. «Ma sei impazzita?»
«Oppure potrebbe aiutarti.» Continua, come se non avesse appena cercato di amputarmi una gamba con un calcio. «Il tuo ristorante potrebbe diventare uno dei migliori e voi due potreste innamorarvi come in quelle classiche storie d'amore.»
«E tu potresti drogarti di meno.» Le sorrido, in modo finto. «Leah, ha letto mie cose personali mentre io lo stavo aiutando, solo per incastrarmi. È un bel figlio di buona donna, per non dire altro.» Infondo se ci sposiamo sul serio quella buona donna diventerà mia parente.
Leah alza gli occhi al cielo. «Come la fai tragica, Penelope Martin. Sai, io non sarò viva per sempre e voglio assistere ad un tuo matrimonio. Sposalo.»
«Leah.» Ringhio, al che lei scoppia a ridere. «Va bene, va bene. Stavo scherzando, Penny. Io direi di chiamarlo e incontrarlo con il suo avvocato per leggere ciò che hanno scritto. Se tutela sul serio i tuoi interessi accetta, altrimenti mandali tutti a 'fanculo.»
«Cosa farei senza di te.» Rispondo ironica, passandomi una mano tra i capelli biondi. Ma Leah non capisce il mio sarcasmo, perché mi manda un bacio volante e fa anche un occhiolino.
Scuoto leggermente la testa, ripensandoci. «Tra l'altro dovrei anche parlarne con Pumba.»
«Sei seria?» Leah si ferma con il cucchiaino di gelato a mezz'aria. Perché giustamente mentre io prendo la birra e l'aperitivo salato lei chiede una vaschetta di gelato. «Vuoi consultare un gatto per il tuo matrimonio con Alex?»
Faccio una smorfia. «Detto così sembra anche voluto.» Nel senso, sembra che il matrimonio sia per amore e non per... altro.
«È voluto.» Mi corregge la mia migliore amica. «Ed è anche un matrimonio di interessi, ma nessuno ti punta una pistola in testa se dici di no.»
Forse nessuno mi punta una pistola in testa letteralmente, ma io mi sento così. Ho le sensazione che come va va perderò qualcosa: se non lo sposo perderò il ristorante, se lo sposo la libertà, in un certo senso, di fare ciò che voglio. Dovremmo vivere insieme, andare in luna di miele e tutte queste cose. Dovrei aggiungere una persona alla mia vita, che prima era composta solo da me e un micio.
Beh, certo, c'è anche mia sorella, la sua famiglia e i miei genitori, ma non vivo con loro. Oramai ci sentiamo una volta ogni tanto, so che ci sono e saranno sempre se ho un problema, ed io ci sono per loro, ma non devo mai pensare anche per loro tutti i giorni.
«Forse hai ragione. Adesso lo chiamo e gli chiedo di incontrarci con il suo avvocato.» Mormoro, iniziando a frugare nella mia borsa in cerca del cellulare.
Vedrò solo quello che dovrebbe essere, non voglio né rifiutare né accettare.
Leah annuisce. «È la scelta migliore.»
Infondo lo so che lei è dalla parte di Alex, per il semplice motivo che ha rigirato la frittata. Mi ha dato ragione per i miei dubbi, ma poi me ne ha fatti venire altri per incontrarlo. Conosco la mia migliore amica, e so che lei vorrebbe che accettassi. Ma, per una volta, devo decidere che cosa voglio io.
Quando trovo il cellulare digito velocemente il numero segnato sul bigliettino da visita e me lo porto vicino l'orecchio. Tamburello con le dita sul tavolo dal nervosismo mentre il telefono squilla. In genere odio parlare con le persone per telefono, perché ho sempre ansia di sentire persone con cui non parlo mai dal vivo. È una cosa che non riesco a spiegare, ma che mi causa sempre molti problemi.
«Pronto?» Risponde dopo cinque o sei squilli una voce maschile e roca, tanto bella quanto il proprietario. Alex.
«Ehm... uhm...» Balbetto, finché Leah mi non mi dà un altro calcio sotto il tavolo. «Ahia!»
«Pronto? C'è qualcuno in linea?» Ritenta Alex, con un pizzico di nervosismo nella voce. Calmino il ragazzo.
«Hey, Alex. Sono Penny.» Mi schiarisco la voce, guardando sempre male la mia migliore amica. La mia gamba non uscirà viva da questo aperitivo, me lo sento.
«Penny, hey, ciao!» No okay, scherzavo. Dal suo entusiasmo capisco che non ha trovato proprio nessuno da sposare al posto mio. Non so se per questa cosa dovrei essere disperata o lusingata. «Hai riflettuto sulla mia proposta?»
«Beh, direi proprio di sì.» Inizio a spezzare i grissini in piccole parti, solo per fare qualcosa e non farmi venire una crisi nervosa per telefono.
Leah mi fissa in silenzio, con un sopracciglio inarcato e il sorriso di chi ne sa lunga. «Quale decisione hai preso?»
«In realtà, prima di darti una risposta definitiva, vorrei incontrare te e il tuo avvocato. Ovviamente quando potete, senza fretta.» Leah si porta una mano davanti alla faccia e la scuote lentamente, forse perché parlo a vanvera o perché parlo così veloce che a stento mi sono capita io.
«In realtà la devo incontrare tra un'ora. Se per te non ci sono problemi potrei venirti a prendere e andiamo insieme.»
Porco Zeus. Cosa dovrei dire adesso?
«Certo, non ci sono problemi per me.» Invece ce ne sono eccome. Mamma mi ha sempre detto di non parlare con gli sconosciuti e io sto prendendo in considerazione l'idea di sposarne uno. «Dove ci incontriamo?»
Alex non risponde per qualche secondo. Leah, che ha capito e probabilmente sentito la conversazione, fa un sorriso malizioso. «Mandami la tua posizione e io ti vengo a prendere. Il mio avvocato è in un posto complicato da spiegare, soprattutto se hai la macchina.»
In realtà sono a piedi, la macchina l'ho lasciata con Leah al ristorante, ma non mi va di farmi tutta la strada sotto al gelo. «Okay, adesso ti mando la posizione. A tra poco.»
Alex mi saluta ed è lui a chiudere la chiamata. Quando rimetto il cellulare in borsa non trattengo un sospiro di sollievo. È stata una delle conversazioni più imbarazzanti della mia vita.
Leah prende un'altra cucchiaiata di gelato. «E così mi abbandoni per un ragazzo. Interessante.»
La guardo male, assottigliando gli occhi. «Mi hai detto tu di chiamarlo. E la prossima volta puoi evitare di prendermi a calci?»
«Stavi balbettando come una cretina.» La mia migliore amica fa spallucce. «Dovevo intervenire.»
La guardo male, poi mando la posizione ad Alex. Non capisco se sono nervosa, emozionata o altro. Non so neanche se lui mi è simpatico o meno. Sono nella confusione più totale.
Sono arrabbiata con lui perché si è fatto gli affari miei quando non doveva, ma allora perché ancora non l'ho mandato a quel paese? Sono strana, non c'è altra spiegazione.
«Non puoi prendere a calci le persone perché sono imbarazzanti.» Ribatto, mentre Alex mi risponde che sta arrivando. Spengo il cellulare e lo rimetto in borsa.
«Invece posso.» Leah prende un sorso della mia birra e la guardo disgustata. Ha appena finito di mangiare il gelato! «E lo faccio. Sei la mia migliore amica, Penny, non permetterò che tu faccia la figura della cretina.»
«Gentilissima.» Alzo gli occhi al cielo, mentre arriva la cameriera con il conto e ci sorride.
Leah sta per prendere il portafoglio, ma la fermo in tempo. «Faccio io.» Le dico, accennando un sorriso. Non voglio che sprechi soldi per colpa mia, già non riesco a dargli lo stipendio in tempo, figuriamoci pagare per un'aperitivo.
«Ma Penny-» Obbietta, ma io la interrompo nuovamente con un'alzata di mano. «Niente ma. Ti ho chiesto io di venire qui e quindi pago io.»
Metto una banconota da venti dollari vicino il quadernino del conto e Leah si stampa sul viso un sorriso dolce e comprensivo. «Grazie, Penelope.»
Ricambio il sorriso. «Di niente, però non chiamarmi con il mio nome per intero. Lo sai che non mi piace.»
«A me piace.» Alza le spalle. «Mi ricorda una principessa o qualcosa del genere. Beh, nessuna principessa si chiama così, però questi sono dettagli. Magari potresti essere "Penelope, la principessa delle tutine".»
«Finiscila.» Rido, dandole questa volta io un colpetto con il piede al suo ginocchio. Non è come un suo calcio, però. «Guarda che il mio amore per le tutine è una cosa seria.»
Leah corruga la fronte e mi guarda come per dire "mi prendi in giro?" e per farle capire che sono serissima annuisco con enfasi.
La mia migliore amica sta per dire qualcosa, ma veniamo interrotte dal suono di un clacson. Ci giriamo tutti, sia i passanti sia le persone del bar, dato che siamo nella parte esterna.
Riconosco la macchina: quello è Alex, e mi sta guardando. Alza anche una mano a mo' di saluto. «Complimenti alla mamma.» Sussurra Leah, anche se potrebbe evitare di sussurrare, dato che Alex è chiuso in macchina e comunque è dall'altro lato della strada.
«Leah.» La riprendo, con voce severa. Lei si gira verso di me. «Aspetta, è Alex?»
Annuisco piano e prendo la borsa, mettendomela su una spalla. «Credo che devo andare.»
Leah fischia, facendomi scappare un sorriso. «E non tornare più se non sei incinta.» «Leah!» Questa volta lo urlo e alcune persone si girano verso di noi. Alex continua a guardarmi.
Mi alzo con le gambe che sono di gelatina. Tra poco deciderò se accettare o meno, se rinunciare al mio sogno o portarlo avanti. E non so cosa sarebbe peggio. «Adesso vado sul serio. Credi che, se finisco tardi, al ristorante potete iniziare senza di me?»
«Ma certo, Penny.» Leah si alza con me e mi abbraccia per giusto cinque secondi. «Ce la caveremo alla grande e in bocca al lupo. E se sono degli imbroglioni fagli il culo.»
Sappiamo entrambe che io non riesco a fare il culo a nessuno, neanche quando una persona mi fa del male. Ma è carino che me lo dica. Le faccio un occhiolino. «Contaci, bellezza.»
Poi ridendo me ne vado sul serio. Attraverso la strada e il cuore mi scoppia nel petto vicino alla macchina che conosco fin troppo bene. Zeus, sto per morire di infarto. Fa prima a uccidermi con un fulmine.
«Ciao.» Saluto Alex, che mi sta guardando sorridendo. Mi siedo al posto del passeggero, di fianco a lui, facendomi piccola piccola dall'imbarazzo.
«Quella è una tua amica?» Domanda, senza neanche salutarmi. Ouch, il signorino perde punti.
Annuisco. Intanto Alex parte e non ho idea di dove sia lo studio del suo avvocato, sempre se ci incontriamo lì. «È la mia migliore amica e lavora con me.»
Alex sorride in risposta e per il resto nessuno dice più niente. Vorrei morire di imbarazzo: non è un silenzio voluto, è uno di quei silenzi che si creano perché non sappiamo di cosa parlare. Ma come potremmo? Siamo sconosciuti. Lui non conosce me e io non conosco lui.
Sospiro. Se il matrimonio si farà sul serio, prevedo un anno davvero difficile.
❆ Mi dovete scusare se ci ho messo così tanto ad aggiornare, ma sono stra piena di interrogazioni. Oggi mi sono offerta in greco e domani rischio chimica ed arte (che bella, la vita da studente). Per cui venerdì mi dedicherò completamente alla storia e cercherò di scrivere qualche capitolo, in modo da portarmi avanti e fare in modo che non ci metta tanto ad aggiornare. Vi voglio bene, spero che questa storia vi stia piacendo ❆
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