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Capitolo 5

Proprio come in tutte le scuole superiori, in quei brevi quindici minuti di ricreazione erano racchiuse grandi e inspiegabili emozioni. Incontri, sguardi fugaci, baci fra innamorati, litigi, pettegolezzi, nuovi amori, maldicenze.

Quando la campanella fece aprire rumorosamente tutte le porte delle aule dell'Alfieri, Samantha e Cindy scoprirono che le loro classi, sebbene distanti, condividevano lo stesso corridoio.

Cindy non se ne curò e passeggiò con Jenny e Carol salutando vecchi compagni qua e là.

Samantha, in fondo al corridoio, sussurrava maliziosamente all'orecchio delle amiche e già stava creando intorno a sé un complotto di pregiudizi dove metteva tutte in guardia dalla sua nuova sgraditissima sorellastra.

Quando Cindy passò vicino a loro sentì milioni di occhiate percorrere come pungiglioni il suo corpo dall'alto in basso e se ne stette a testa alta continuando a camminare a braccetto con Carol, seguite da Jenny.

Samantha era di fronte a lei e si scambiarono uno sguardo fugace senza nemmeno accennare ad un saluto. Cindy sentiva un nodo alla gola e la bocca sigillata.

«Visto? Nemmeno saluta! Crede che noi siamo le nemiche in casa sua ora. E poi crede di essere tanto bella e perfetta che guarda tutte con disprezzo».

«In effetti, non sembra per niente simpatica», echeggiò Annalisa.

«E secondo me metterà anche zizzania fra tua madre e suo padre. Farà di tutto perché si lascino, vedrai!», disse un'altra.

«Ma poi l'avete vista come si veste? Che sfigata!».

Samantha rientrò in classe seguita dalle amiche. Sembrava l'ape regina con il suo corteo di vespe che ronzavano intorno al nuovo soggetto di cui sparlare. Ottima studentessa. Voti sempre buoni. Vestiti sempre all'ultimo grido. Corazzata e circondata da amiche snob e vip almeno quanto lei. Samantha non amava avere rivali e primeggiava continuamente su tutti. A volte, persino con le sue stesse amiche.
Parlava sempre di se stessa in un modo tale che gli altri potessero invidiarla. Amava mettere le persone in posizione da pensare di non avere tutte le cose bellissime che erano capitate a lei, dai vestiti, ai successi scolastici, alla sua famiglia che definiva super moderna. E persino al suo ex ragazzo che, nonostante fosse bello, intelligente e perfetto, era stata purtroppo costretta a lasciare perché non ne era abbastanza innamorata.

«Credo che dovrò chiudere la porta della mia camera sempre a chiave. Sicuramente cercherà di fare amicizia con me per cercare di sfruttare ogni cosa, scambiare vestiti e robe di questo tipo. Lei mette sempre quei jeans e quelle magliette da mercato. L'ho vista ieri come mi squadrava dalla testa ai piedi. È invidiosissima. D'altronde l'avete vista come si veste lei, no? Nemmeno a tredici anni andavo in giro in quelle condizioni. Il padre lavora tanto ma da quanto ho capito guadagna una miseria e secondo me sta con mia madre solo perché lei lo ha aiutato moltissimo con il lavoro e con i soldi».

«Cosa? Scherzerai! E tua madre? Accetta di mantenervi tutti?».

«Beh lei è sempre stata di buon cuore e...».

«Ragazze!», urlò Roberta correndo verso di loro, «Li avete visti?».

«Chi?».

«I due ragazzi nuovi», ansimò Roberta.

«Ma chi?», chiese Annalisa stizzita dall'interruzione.

«Si sono appena presentati in segreteria facendo domanda
per il nuovo anno accademico. Sono fratelli ma si portano solo un anno di differenza. Sono... bellissimi!».

«E come sai già tutte queste informazioni?».

«Ero in segreteria per chiedere il libretto delle assenze quando vedo questi due avvicinarsi allo sportello con dei documenti. Credo di aver capito che faranno uno il quarto e l'altro il quinto superiore l'anno prossimo. Si stanno trasferendo da un'altra città e non sono riuscita a capire quale. Uno dei due mi ha visto, anzi... credo che mi abbia proprio... notata».

«E da cosa l'avresti capito?», ridacchiò Samantha scambiandosi uno sguardo d'intesa con Annalisa.

«Si è soffermato un momento a...insomma...è quella sensazione che hai di essere guardata da un ragazzo che ti sta notando e... capito? Santo cielo! Eccoli! Eccoli! Guardate lì! Sbrigatevi prima che vanno via». Indicò ansiosamente fuori dalla finestra il viale proprio sotto di loro.

Quattro teste si catapultarono alla finestra per guardare i due nuovi studenti.

Due ragazzi disinvolti camminavano lentamente parlando e ridendo fra loro. Uno era alto, biondo e indossava un berretto e occhiali da sole. L'altro era moro, scuro e leggermente più piccolo di statura. Erano divertiti da qualcosa e sembravano non accorgersi minimamente di tutti gli sguardi che avevano intorno sin da quando avevano messo piede all'interno della scuola.

«Hanno anche la macchina! E...che macchina!».

«Per una volta...ci hai visto bene Roby! Di solito hai gusti...ehm...discutibili». Annalisa e Samantha si guardarono ridendo.

La campanella di fine ricreazione riportò ogni studente al suo posto e le porte delle classi si chiusero nuovamente.

In ogni aula continuava un lieve fermento nelle ultime file e fra le ragazze le voci correvano rapidamente. Quei due ragazzi avrebbero iniziato il nuovo anno a settembre. Tutto ciò era molto interessante.

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