Capitolo 2
Federica e Samantha erano esattamente come la madre. Stravaganti, snob e sciocche.
Suo padre si sforzò per tutto il tempo di essere un buon mediatore fra le quattro donne ma riusciva ad apparire solo come il più ridicolo. Nessuna delle tre ospiti infatti sembrava essere impacciata.
Federica non faceva che parlare e ogni discorso era incentrato su se stessa, sulla sua carriera universitaria appena intrapresa e sui suoi infiniti successi. Persino la stravaganza di Anita sembrava messa a tacere dallo spigliato egocentrismo della figlia maggiore.
Sicuramente più elegante e fine delle altre due, Federica appariva anche leggermente più bella. Era ben truccata, vestita in modo sobrio e curato in ogni dettaglio. Aveva dei bei boccoli color mogano che le cadevano morbidamente sulle spalle e grandi occhi azzurri.
Samantha, al contrario, era cupa e silenziosa. A giudicare dall'apparenza, somigliava molto di più a sua madre. Indossava vestiti estrosi e fin troppo eccessivi per essere tornata da una semplice giornata di scuola. Viso imbrattato da spessi strati di fondotinta, occhi chiari e contornati da trucco pesante. Alta. Magra, leggermente ricurva. Mora. Capelli lunghi e perfettamente piastrati. Mani affusolate e unghia ben curate.
Anche Cindy era molto silenziosa. Forse erano le uniche due non coinvolte in nessun discorso. Si incrociarono più volte lo sguardo studiandosi a vicenda. Samantha la guardò dall'alto in basso con espressione altezzosa.
Cindy si disse che quella era l'ultima ragazza con la quale sarebbe potuta diventare amica.
Paolo cercò più volte di coinvolgere sua figlia nei vari discorsi ma non ebbe successo. Anita e Federica erano fin troppo esuberanti e impegnate nell'ostentazione delle loro grandi vittorie universitarie, scolastiche e lavorative.
Cindy non riusciva nemmeno a guardare il padre negli occhi. Guardava le persone sedute al tavolo estraniandosi completamente dal pranzo e dalle voci che continuavano a far rumore intorno a lei.
Anita continuava a sfoggiare battute estremamente povere di spirito alle quali solo Paolo rideva.
Si soffermò a guardarlo.
Era quello suo padre?
Rideva tenendo la mano di quella vecchia strega appassita. Voleva apparire come un uomo innamorato e felice ma a Cindy sembrava solo di vedere una povera e sciocca preda ipnotizzata da un serpente che lentamente lo avvinghiava nella sua morsa velenosa.
Si sapeva che fra te e la mamma lei è sempre stata quella intelligente. Diceva fra sé e sé mentre lo vedeva versare vino nel bicchiere della sua nuova donna. Sei buono ma anche ingenuo e sciocco. Vorrei che la mamma vedesse cosa mi stai facendo mentre mi costringi a questa convivenza ingiusta. Sarò io a dover difendere la nostra casa da queste tre sconosciute mentre tu non ci sarai e tu sicuramente continuerai a fare il balordo seguendo come un cagno- lino tutto quello che questa strega di comanderà. Se solo la mamma sapesse...!
Notò con disprezzo come più volte cercava invano di infilarsi nei discorsi: Anita, insieme a sua figlia, turava ogni suo tentativo di parola con insopportabile eloquenza.
Era stato definito pranzo di conoscenza ma per tutto il tempo del pranzo a Cindy non venne rivolta nemmeno una domanda, né tanto meno a suo padre. Le tre donne erano le uniche protagoniste e riempivano la stanza della loro rumorosa presenza senza curarsi di nulla e di nessuno. Prendevano abilmente e rapidamente territorio come regine nel loro nuovo castello.
Solo alla fine, durante il caffè, venne fuori che Samantha e Cindy avevano entrambe sedici anni.
«Cindy frequenta il primo anno di liceo classico», affermò Paolo non appena ottenne un rapido minuto di silenzio.
«Io ho frequentato il liceo classico solo nel primo anno poi sono passata allo scientifico. Trovo che dia molti più sbocchi professionali, signor Bartini, e...».
«Chiamami pure Paolo cara...».
Federica accennò una breve smorfia di compiacimento e subito fece come per ricominciare il discorso sul suo percorso scolastico ma fu interrotta dallo squillo del cellulare di Paolo.
«Scusatemi», disse impacciato mentre guardava il display. «Mi chiamano dal lavoro». Si allontanò con il telefono all'orecchio.
Cindy lo seguì con lo sguardo implorandolo con un'occhiata di fare presto.
Le tre subito ricominciarono a parlare fra loro trattando Cindy come se fosse del tutto invisibile e lei, estremamente imbarazzata, si sentì per la prima volta ospite in casa sua.
«Samantha, tu che scuola frequenti?», chiese per provare a scambiare qualche parola con la ragazza.
«Vittorio Alfieri. Siamo nella stessa scuola», disse Samantha con una risposta secca e forzata rivolgendole appena lo sguardo.
Il classico? Cindy era completamente disorientata. Frequentavano la stessa scuola? E poi, dal modo in cui aveva risposto, sicuramente per Samantha non era nulla di nuovo. L'aveva già vista? A giudicare dal tipo forse aveva anche già sparlato abbondantemente di lei con le sue super amiche vip.
C'erano milioni di domande che Cindy le avrebbe rivolto: che classe fai, che insegnanti hai, come mai non ci siamo mai viste, come ti trovi...Ma piuttosto stizzita dall'atmosfera e dalla generica freddezza che si era creata, decise di starsene in silenzio sperando solo che quell'insopportabile pranzo finisse presto.
Anita si alzò in piedi accendendosi una sigaretta. Si muoveva nella stanza già con la piena libertà di una padrona di casa.
Federica, non avendo più nessuno con cui parlare, iniziò a giocherellare con il cellulare e Samantha andò a fumare vicino sua madre.
Cindy cercò di liberarsi dalla sua posizione di imbarazzo e si alzò togliendo il proprio piatto da tavola.
«Scusate ancora». Paolo rientrò in cucina con aria frettolosa
e con un tono di voce piuttosto teso.
Sua figlia conosceva bene quell'atteggiamento agitato.
«Domani dovrò assentarmi e stare via alcuni giorni. Mia figlia Cindy purtroppo è già abituata a questo. Le trasferte non vengono mai annunciate con anticipo e...».
«Paolo, non preoccuparti. Penseremo a tutto noi», disse Anita camminando verso di lui con modi viscidi e suadenti.
Non sembrava affatto dispiaciuta di poter avere intero dominio sulla casa e Paolo sembrava addirittura rassicurato.
Solo un'altra donna poteva percepire odore di pericolo e seduzione. Solo una figlia. E a quella figlia stava crollando l'intero mondo addosso, consapevole di essere tremendamente sola in un incubo che avvolgeva lei, suo padre e l'intera loro casa in un fitto buio di misteri.
Guardò suo padre negli occhi. Sperava di comunicargli qualcosa come quando era bambina. Ma lui non era più lo stesso.
Aveva lo sguardo perso. Sedotto. Indaffarato.
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