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Capitolo 17

Ogni dubbio di Cindy scomparve quando entrò insieme a Jenny in quel luogo misterioso. Non sembrava affatto una chiesa. L'aria era permeata del calore di una casa piena d'amore; proprio come quella di Jenny. Pace, armonia, strano senso di felicità.
Molti la guardavano sorridendo e qualcuno si fece avanti per presentarsi.
Due ragazzette vivaci vennero incontro a Jenny abbracciandola e riempiendola di baci. Cindy era attonita e disorientata. Non aveva mai visto gruppi di amici così uniti. Cosa portava questi ragazzi e queste ragazze ad amarsi come fossero tutti fratelli e sorelle di un'unica, compatta, armoniosa e invincibile famiglia?
"Tu devi essere Cindy! Jenny mi ha parlato di te! Io sono Dina, piacere di conoscerti!" La ragazza aveva un sorriso a trentadue denti e negli occhi una vivacità e una gioia inspiegabili. Cindy guardò verso Jenny.
Quanto le aveva raccontato di lei? Cosa le aveva detto per spingere questa ragazza ad essere così disponibile? Le aveva detto che era una povera innocente alla quale negli ultimi due anni stava andando tutto per il verso sbagliato?
"Piacere mio, Cindy". Si mantenne cauta. Sorrise, tese la mano, ma intorno a lei costruiva una barriera invisibile che nessuno avrebbe potuto nemmeno sfiorare.
"Che bel nome! Non sei italiana?" intervenne un'altra ragazza che si trovava lì vicino.
"Mia madre era colombiana". Il verbo era creò un lieve allarme fra le ragazze che, lanciandosi occhiate intuitive fra loro, decisero di deviare cambiando argomento.
"Cindy noi ci sediamo tutte qui, in terza fila. Tu e Jenny venite accanto a noi?"
Cindy annuì. Non era abituata ad essere attorniata da gente di quel tipo. Vivace, eloquente, accogliente e, a giudicare dall'apparenza, persino sincera.
Che razza di luogo! Si guardò intorno. Non c'erano simboli né oggetti che dessero l'idea di una chiesa. C'era nell'aria una sorta di fibrillazione carica di adrenalina ed entusiasmo. Una cinquantina di ragazzi e ragazze della sua età o più grandi parlavano fra loro, ridevano, si scambiavano penne ed appunti. Le ragazze andavano in bagno insieme con le loro trousse cariche di trucchi e i ragazzi si accordavano per partite di calcetto. Tutti sembravano felici del fatto che si sarebbero visti di nuovo dopo una settimana. Nemmeno sul palco c'erano oggetti particolari. Niente croci, niente statue, nessuna candela accesa. C'era solo un gruppo di ragazzi che accordavano gli strumenti e iniziavano a smuovere l'atmosfera con musica vivace.
Erano loro gli elementi che componevano la chiesa, riempiendo il palco di vita. Chitarre elettriche, tastiera, batteria. Tutto sembrava, meno che il coro di una chiesa. Cindy era sempre più meravigliata e continuava a guardarsi intorno con cauta circospezione.
"Tutto bene?" chiese Jenny prendendole la mano come una sorella maggiore.
"Sì, benissimo". Cindy si ritrasse. Non sopportava le smancerie. Anche se Jenny stava davvero diventando molto più di una sorella, nella sua vita. Continuò a guardarsi intorno. Jenny lasciò che esplorasse il luogo e continuò a parlare con Dina.
Una ragazza di circa ventiquattro anni prese il microfono e invitò i suoi amici ad alzarsi in piedi per "iniziare"...
Si alzarono tutti facendo un gran baccano e quando la musica cominciò iniziarono a ballare, battere le mani con un ritmo e un allegria coinvolgenti. Cindy non capiva le parole delle canzoni né tantomeno l'attitudine stranamente allegra che quella musica comportava. Sembravano sapere a memoria quei brani e sembravano tutti i loro preferiti. C'era uno schermo in alto sul quale venivano man mano proiettate le parole e Cindy lesse qualche riga:
Ti amo sempre ...
Che le cose vadano male o bene
Ti amo sempre ...
Sei ciò che amo di più

Cindy guardò in viso i ragazzi che cantavano questa canzone. Chi di loro aveva una situazione come la sua per cantare così allegramente?
Guardò la ragazza sul palco. Cantava e ballava ! C'era una sola parola che poteva descriverla in quel momento: libertà. Guardava verso il cielo e sorrideva come se stesse ricambiando il benevolo sguardo di Dio. Sembrava dire: È per te, Dio. Guardami. Sto ballando per te!
Cindy si chiese addirittura se fosse una ragazza normale. Quello che le sembrava certo, era che tutti quei danzatori quasi sicuramente venivano da belle famigliole come quella di Jenny e allora era facile cantare una canzone del genere con convinzione. Mise le braccia conserte e continuò a guardare con scetticismo tutto quello che accadeva. Quella grande stanza pulsava di una felicità irrefrenabile.
Cantarono cinque o sei canzoni tutte simili. Che bello Dio...grazie Dio, ti amiamo... E tutte frasi smielate di questo tipo verso un'entità che forse nemmeno li sentiva ..
Cindy rideva sotto i baffi. Se vivessero in famiglie come la mia non credo che riuscirebbero a cantare tanto allegri e spensierati.
Quando tutti si accomodarono, un ragazzo si alzò in piedi. Aveva circa ventisei anni. Fino a quel momento Cindy non l'aveva notato. Aveva le braccia ricoperte di tatuaggi, un grosso dilatatore e dei bellissimi occhi chiari. Osservó il suo sguardo. Era felice anche lui. C'era come  una luce strana che gridava a tutti: Anche io sono libero! Prese il microfono. Cindy era curiosa di sapere cosa mai avesse da dire un tipo così.
Iniziò il discorso facendo delle battute sugli amici alle quali tutti ridevano. Poi, raccontò la sua storia per quanti ancora non la conoscevano.
"Mi chiamo Nicola, Nik per gli amici. Ho conosciuto Gesù un anno fa". Cindy rabbrividì. Che cosa vuol dire: "Ho conosciuto Gesù"? Di che stiamo parlando? O di Chi? È una persona reale o un Dio? Questi sono tutti matti!
Il ragazzo continuò: "Ho vissuto sulla strada per quindici anni. I miei mi hanno avuto molto giovani per cui mio padre ha avuto paura ed è andato via di casa quando avevo appena tre anni. Mia mamma era tossicodipendente e io e mia sorella siamo cresciuti fra le strade del nostro quartiere gestendoci autonomamente sin da quando avevamo sei e dieci anni". Cindy si vergognò con se stessa per aver pensato di essere l'unica con dei problemi. Lei non era mai stata abbandonata così. Aveva avuto una mamma meravigliosa fino a due anni prima. E tutt'ora, sebbene con tanti problemi, aveva ancora una casa, un tetto e una tavola con del cibo.
"A quindici anni ho iniziato a sperimentare la droga di cui mia mamma stessa faceva uso e a sedici sono stato portato in una comunità di recupero. Sono scappato tre volte e Dio solo sa come sono ancora vivo. A ventidue anni ero di nuovo in una comunità. Era un luogo orribile e pieno di tossici e questo mi faceva sentire oppresso, schiacciato. Sentivo che lì dentro non mi sarei mai ripreso ma scappare da lì era impossibile. Ho tentato il suicidio più volte. Ma Dio mi voleva vivo. Per cui non ha mai permesso la mia morte". Il ragazzo aveva gli occhi bagnati di lacrime.
Cindy ebbe un fremito che le correva lungo tutto il corpo.
"Dio è arrivato semplicemente nel momento giusto. Tornai a casa dopo un incidente che ebbi in seguito ad una fuga. Ero sul mio letto, ingessato. Più volte avevo pregato dicendo semplicemente: Dio, so che esisti, aiutami! Dopo qualche giorno qualcuno bussò alla mia porta e quando vidi Simone sulla soglia capii subito cosa era venuto a portarmi, ancora una volta". Indicò il ragazzo dietro la tastiera e tutti sorrisero. "Simone aveva conosciuto Gesù due anni prima e aveva lasciato la nostra comitiva. Quando mi aveva parlato della sua esperienza non avevo voluto credergli. Ma quel giorno, quando lo vidi davanti la porta, seppi dentro di me che Dio stava per cambiare il corso della mia vita. Lo abbracciai e piansi. Piansi come non avevo mai fatto prima nella mia vita. Simone rimase con me tutta la notte leggendomi la Bibbia e pregando. La stanza del mio misero appartamento era finalmente stracolma di pace".
Cindy poteva perfettamente identificarsi nell'atmosfera descritta dal ragazzo. Pace. Pace improvvisa. Pace che non è in ogni luogo. Pace che portavano persone come Jenny, come Simone, come tutti i presenti in quel luogo,
"Ho accettato Gesù nel mio cuore e quella notte è cominciata la mia nuova vita". Non era forse una nuova vita quella che stava cercando Cindy? Quel provare a lasciarsi tutto alle spalle e ricominciare da capo?
"Sapevo che da solo non potevo farcela" continuò il ragazzo. "Sapevo che se fossi rimasto solo, ben presto mi sarei tolto la vita una volta per tutte. Era Gesù tutto ciò di cui avevo bisogno. Lui ha ascoltato il grido del mio cuore e mi è venuto incontro attraverso Simone".
Cindy socchiuse gli occhi. C'era dentro di lei una valanga di pensieri che precipitava facendo rumore. Paura, ricordi, depressione, milioni di domande! "Dio ha usato di Simone". Queste parole iniziarono ad echeggiare dentro di lei. Guardò Jenny. Era lei quella che Dio le aveva mandato? "Da quel giorno tutto è diventato nuovo nella mia vita. Voglio leggere un verso per voi". Cindy vide le persone prendere in mano le Bibbie. A quanto pare tutti ne avevano una propria. Alcune erano personalizzate, piene di segnalibri ed evidenziate con colori diversi. Fra le ragazze vide addirittura simpatiche copertine fucsia o di jeans. Cos'era la Bibbia per loro? Sembrava una sorta di diario, qualcosa di estremamente personale. Jenny avvicinò la sua Bibbia a Cindy per farla seguire, proprio come faceva a scuola quando Cindy dimenticava di portare i libri e l'occorrente per le lezioni.
Lessero un verso che colpì perfettamente il bersaglio. Il cuore di Cindy iniziò a sciogliersi e a volere conoscere Gesù con tutta se stessa.
Qualcosa tipo ..."Se qualcuno sceglie Gesù diventa una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, e tutte le cose sono diventate nuove..."
Le mani le tremavano leggermente. Cosa era lei davanti a Dio perché Lui la amasse e facesse nuova ogni cosa? Nik aveva pregato. Aveva persino detto "so che esisti". Cindy si vergognò di se stessa, lei non si era mai curata dell'esistenza di Dio. Non aveva mai pregato in vita sua e quando era entrata in quel luogo aveva solo giudicato le persone. E poi, se mai fosse esistito un dio, era tremendamente arrabbiata con Lui perché non avrebbe dovuto permettere che una donna buona e dolce come sua madre morisse così ingiustamente. Si sentiva colpevole, scettica, sporca e lontana. Persino un ragazzo tossicodipendente era più vicino a Dio di quanto lo fosse lei.
Un uomo prese il microfono ringraziando Nik per la testimonianza. Tutti si alzarono nuovamente in piedi e anche Cindy seguì passivamente i loro movimenti. Cosa ci faceva lei in quel luogo? Forse non sarebbe dovuta uscire di casa, forse si sarebbe sentita meno a disagio.
L'uomo, che qualcuno aveva chiamato "Pastore o reverendo", cantò un bellissimo brano in inglese e Cindy lasciò andare qualche lacrima. Non sapeva precisamente cosa la commuovesse ma in quel momento sentiva il bisogno di piangere. Si strinse le mani sul petto, come per proteggere il cuore dall'esplosione che stava avvenendo dentro di lei.
"Se vuoi ricevere anche tu Gesù, vieni qui davanti e chiedigli di cambiare la tua vita" disse il 'Pastore'. Due ragazzi andarono avanti. Cindy li guardò. Qualcuno pregò insieme a loro e li abbracciò. Loro piangevano. Proprio come lei. Ma una volta tornati a posto sembravano anche loro guizzare luce dagli occhi. Cindy iniziò a muovere i suoi piedi verso il palco senza pensare troppo.
L'amore non pensa, le diceva sempre sua madre.
Il pastore la abbracciò come un padre pieno d'amore. Non sapeva nemmeno il suo nome ma la abbracciava come fosse sua figlia.
Cindy rimase immobile e distaccata ma pensò che il suo padre naturale non l'aveva mai abbracciata con tanta appassionata premura.
"Gesù ti ama da sempre" le sussurrò all'orecchio.
Cindy non poteva contenere le lacrime. Sentiva che quel Gesù era proprio lì. Forse proprio accanto a lei. Forse sopra, o affianco. Non importava. Lei sentiva la sua presenza. Il suo tocco dolce. E sapeva che quel Gesù aspettava il suo Sì. Proprio come un innamorato, da sempre.
"Sì. Lo voglio" pronunciò piena di un nuovo e immenso amore, "Lo voglio". Proprio mentre pronunciava la sua dichiarazione d'amore le lacrime si trasformarono in un sorriso stracolmo di gioia. C'era Gesù affianco a lei.
"Lui ora vive dentro di te" disse il Pastore commosso e felice guardandola negli occhi. "Dentro di me... " echeggiò Cindy asciugandosi le lacrime.
Tornando indietro al suo posto sentiva ad ogni passo che faceva di non essere sola: la presenza di Dio era ovunque e ora anche lei poteva sentirla. Era entrata nella sfera di percezione di quei ragazzi. Questo la rendeva felice. Sentiva il Dio che loro lodavano. Era diversa.
Jenny la accolse piangendo e si strinsero nel più forte e sincero abbraccio che due amiche possano mai scambiarsi. Quello di due amiche che diventano improvvisamente figlie dello stesso padre, chiamandosi finalmente sorelle.
Al suo rientro a casa, Cindy traboccava di gioia e aveva con sé una Bibbia.
Ora era proprio curiosa di scavare anche lei in quel pozzo profondo e farla sua proprio come le Bibbie dei suoi nuovi amici.

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