Capitolo 10
Il silenzio fu imbarazzante. Si sentiva il ticchettio dell'orologio della cucina e confusi rumori di traffico dalla finestra socchiusa. Jenny continuava a stendere fazzoletti a Cindy dall'altra parte del tavolo. Finalmente le aveva detto tutto d'un fiato quello che non riusciva a dirle da così tanto tempo. La reazione era quella che aveva previsto: costernazione totale.
Cindy la guardava confusa e non ardiva dire nulla per non umiliarla. Non voleva farle capire che in quel momento la stava reputando leggermente fanatica o... totalmente folle. Si limitò a mormorare qualcosa per rompere il silenzio e quello strano imbarazzo che si era creato.
"Comunque... Grazie Jenny. Sei sempre stata una grande amica. Lo sai".
"Come amica ho solo un desiderio, Cindy, che anche tu possa un giorno vivere tutto questo... è più reale di quanto immagini..."
Cindy la guardò e sorrise confusa. Era pazza? Forse no, era semplicemente una bambina cresciuta in una campana di vetro per parlare così. Decise tuttavia di rispettarla e non volle lasciar trapelare nessuna impressione negativa dall'espressione del suo viso.
"E... Quando dovrei venire con te?"
"Domani sera".
Jenny era gentile a proporle distrazioni ma... Cindy non poteva certo lasciare la sua casa in balia delle tre streghe. Voleva essere sempre presente fin quando non sarebbe tornato il padre. Stava per giustificarsi e darle questa risposta ma si fermò. Dopotutto anche Jenny meritava un sì. Non le aveva mai chiesto nulla. Aveva sempre e solo donato amore e comprensione. Perché spegnere quella speranza che lampeggiava nei suoi occhi e deludere il suo unico desiderio?
Vedrò... come posso fare... Jenny", si alzò in piedi e andò verso di lei per abbracciarla. "Non so come ringraziarti..."
"Non devi infatti"
Cindy si svincolò dall'abbraccio e riprese velocemente la borsa e le sue cose per andare via. Si sentiva tremendamente inferiore. Troppo amore gratuito e mal ricompensato. Cosa aveva fatto lei per Jenny? Mai nulla: lei era sempre quella problematica e Jenny quella che doveva consolare e consigliare. Cindy non era mai stata nemmeno la metà di quello che Jenny era ogni giorno per lei sin dall'inizio dell'anno. Voleva cambiare la sua vita, le sue relazioni, il suo modo di essere.
Salutò rapidamente l'amica, mise gli occhiali da sole e tornò in strada con passo deciso.
Un giorno anche lei era stata spensierata e dolce come Jenny. Quando la sua vita andava a gonfie vele lei riusciva ad essere felice e vulcanica.
Si guardò intorno. Era l'ora di punta e la strada era rumorosa e affollata. Ognuno andava per la sua strada. Tutti sembravano avere una destinazione precisa e fretta di arrivarci. Pensò che forse era l'unica al mondo che non aveva nessuna voglia di tornare a casa. Nemmeno la fame accendeva un vago desiderio di tornare in quella direzione. C'erano studenti ovunque. Due ragazze alla fermata dell'autobus accanto a lei non smettevano di ridacchiare. Voleva tornare così ad ogni costo: spensierata.
Anche quel giorno decise che avrebbe voluto chiudere ad ogni costo con la tristezza che attanagliava la sua esistenza. Se le cose andavano male certamente non meritavano le sue lacrime, nulla doveva rubarle il sorriso. Voleva tornare a ridere con le amiche, esplodere di gioia e vivere a pieno i suoi sedici anni! Era sempre stata del parere che la vita era un bene prezioso e nessun attimo andava sprecato per piangere o per scoraggiarsi.
Era stata proprio sua madre ad insegnarglielo: gioire. Sempre!
E Cindy era come lei, aveva sempre saputo divertirsi con poco, sapeva circondarsi di compagnie divertenti e nelle sue settimane da studentessa del liceo non mancavano mai svaghi e divertimenti.
Se sua madre fosse stata lì in quel momento, l'avrebbe guardata negli occhi e le avrebbe sorriso in quel modo in cui loro due si capivano al volo, anche in una folla di persone. Le avrebbe strizzato l'occhio dicendole con lo sguardo Che importa? Vai per la tua strada e sorridi sempre!
Cindy rispose all'occhiolino. Lo fece nel suo cuore. Avevi ragione mamma. Le persone faranno sempre di tutto per rovinarti la vita. Siamo noi che non dobbiamo permetterlo a nessuno. Mentre scese dal pullman prese la sua decisione: ignorare le nemiche proprio come loro facevano con lei. Che fastidio potevano dare se ognuna andava per la sua strada? Avrebbe mangiato separatamente e sarebbe andata a fare i compiti in biblioteca o a casa di Jenny tutti i pomeriggi. Avrebbe passato poco tempo in casa e in quel poco tempo le avrebbe ignorate.
Passò davanti al vicolo dove lei e Marco si erano scambiati i numeri di telefono quando si erano conosciuti. Lui l'aveva vista scendere dal bus quella mattina e l'aveva seguita. Si era avvicinato a lei chiedendole se fosse l'amica di Natalia. Aveva usato una scusa qualsiasi e alla fine si erano scambiati i numeri di telefono.
Ecco un altro fantasma del passato da rimuovere per poter ricominciare a vivere. Marco! Il più grande amore, che aveva capovolto e rivoluzionato la sua adolescenza.
Prese il cellulare in mano e andò sulla galleria delle foto; non appena fu pronta iniziò a cancellare rapidamente tutte le immagini che appartenevano alla loro lunga storia: 283 foto. Il cuore si contorceva di nuovo nel pensare al male che lui le aveva fatto ingiustamente. Ogni foto era una violenta valanga di ricordi. Continuò a premere sul tasto cancella senza soffermarsi a riguardarle. Era quello che avrebbe voluto fare una volta per tutte anche dentro di lei. Ogni foto le si apriva come per implorarla di non voltare pagina. Si morse le labbra per non piangere.
Era ora di andare avanti.
In quella gelida sera di gennaio lui le aveva detto di essere in un periodo strano dove non capiva più nulla. Erano sul divano di casa sua. Lei gli aveva preso la mano sentendo di non poter fare altro. Ghiacciata e tremante lo aveva guardato negli occhi. Avrebbe voluto fargli milioni di domande mentre si perdeva nella paura e nell'immensità dello sguardo confuso di lui che stava improvvisamente cambiando.
Quando era andato via, Cindy era rimasta immobile sul divano sentendosi totalmente persa e vuota. Aveva meditato per notti intere senza trovare spiegazioni valide mentre lui si chiudeva nel silenzio. Era completamente sparito dalla circolazione chiedendole di lasciarlo solo per riflettere. Non si faceva nemmeno trovare a casa. Erano stati giorni senza fine in cui Cindy aveva combattuto le lacrime e affrontato con dolore l'amaro presentimento.
La ferita fu squarciata qualche tempo dopo. Marco uscì dalla lunga e silenziosa riflessione a braccetto con un'altra ragazza: la bionda del quinto superiore. Lui non veniva a prenderla davanti scuola per non farsi vedere da Cindy. Si vedevano in un vicolo in fondo alla strada e chissà da quanto tempo.
Quando ripensava al susseguirsi degli eventi Cindy non faceva che ripetersi quanto fosse stata stupida. Erano passate settimane e lei ancora guardava ogni giorno il cellulare sperando di vederlo tornare sui suoi passi. La ragione le diceva che anche se lui fosse tornato non se ne sarebbe fatta nulla di un ragazzo così. Il cuore però le scoppiava nel petto ricordando quel sorriso che per due anni e sei mesi le aveva catturato l'anima, travolgendola con il dolce turbine del primo amore.
Forse lo avrebbe perdonato giustificando il suo comportamento spregevole come un momento di confusione nel quale probabilmente anche lei doveva rivedere le sue colpe. Era un rapporto scivolato nella monotonia? Eppure lei non aveva mai percepito noia. Forse perché era ogni giorno più innamorata e le sembrava magia ogni istante passato con lui.
Loro due insieme... perfetti! Amici, innamorati, complici, estroversi, sportivi. Condividevano le stesse passioni, amavano gli stessi posti. Erano simili in moltissime cose. Avevano passato notti a guardare le stelle a parlare sognando un futuro bellissimo, progettando idee, propositi, divertimenti e viaggi. Ogni singolo giorno di quei due anni fantastici Cindy lo guardava negli occhi e si sentiva infinitamente grata alla vita per un dono così bello. Era felice. Come poteva non essersi accorta che qualcosa in lui stava cambiando? Ma quando? Quando era cominciato in lui il cambio di direzione?
Quella felicità si era frantumata in così breve tempo da non lasciar spazio a nessun tipo di addio. Le scaglie di quella brutale rottura ancora volavano nell'aria lentamente come un incubo che poco a poco porta via ogni sfumatura del precedente sogno.
Quando arrivò la foto più vecchia di tutte fu un altro colpo al cuore. Quella forse era l'unica che non avrebbe cancellato perché risaliva a quando erano ancora amici innamorati. Erano al mare, insieme alla loro comitiva. Ridevano. In quella vacanza di gruppo lui era diventato il suo fidanzato e Cindy aveva pensato che la vita le avesse dato tutto ciò che era necessario per renderla felice. Quella foto forse, l'avrebbe conservata ancora per un po'. Erano tutti loro allungati sulla spiaggia. Atmosfere magiche che non sarebbero mai più tornate. Solo due sere dopo lo scatto di quella foto ci sarebbe stato il loro primo bacio... 15 agosto... quel bacio dato al tramonto dopo una dichiarazione mozzafiato.
Una favola trasformata in un incubo in così poco tempo. Il cuore sembrava aver rallentato il battito come se all'improvviso fosse diventato più pesante e il petto stesso fosse stanco di quel macigno più grande di lui.
Cindy chiuse gli occhi. Decise nuovamente di lasciarlo andare. A denti stretti cancellò anche quell'ultimo ricordo.
Addio, Marco. Ti auguro solo il meglio. Si va avanti senza di te.
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