5. MAI UNA GIOIA
Lovie
-Ma deve accompagnarla Nicolas- Sarah mi urla nell'orecchio.
-Beh, ci penso io- Lugh è già in piedi. Odio il sorriso che gli piega le labbra. È una presa in giro. –Che ne dici?- mi guarda e quel suo guardare mi butta nel passato. Sono di nuovo la ragazza appena arrivata alla New York University, in fuga da una famiglia che non è una famiglia. Sono quella che arrossiva a un suo complimento. Sono l'illusa che credeva di piacergli solo perché in un paio di occasioni mi aveva parlato. Lui lo sa. –Su, andiamo a prendere un caffè- mi strizza l'occhio. Un gesto innocente. Amichevole. Peccato che vedo sotto la superficie. Per Lugh sono un numero. Una delle tante ragazze che attraversano il suo mondo. Una spunta in più nella sua lista delle conquiste.
-Ripensandoci non ho voglia del caffè
Una fitta mi attraversa il polpaccio. –Hai sempre voglia di scherzare- Sarah ridacchia e sento una seconda fitta. Mi sta prendendo a calci? –Su, alzati, tesoro, non puoi stare ad aspettare che il caffè arrivi in groppa a un drago- il tono dice tutt'altro. Non vuole che mandi a monte il suo terribile piano. Forse però ha ragione. Chi vuole una ragazzina patetica che se ne sta seduta tutto il tempo?
-Amo scherzare- lancio uno sguardo a Nicolas con la segreta speranza che dica qualsiasi cosa che possa fermare questa follia. Lui però è troppo concentrato a fissare l'iPhone che gli mostra Alya, come se sopra ci fosse la cosa più interessante al mondo.
-Ho voglia di provare un caffè particolare- la mano di Lugh mi circonda il polso. Sussulto. Ha una stretta salda. La pelle è ruvida e calda. Mi spinge davanti a sé e mi lascia. -Su, su andiamo
Mi costringo ad avanzare nonostante le gambe siano blocchi di marmo. Passiamo tra i sedili. Lugh mi cammina dietro. Ne percepisco il respiro contro il mio orecchio. Il profumo di cocco riempie le narici. Mi sposto di lato per evitare una borsetta posata a terra.
-La corsa a ostacoli- Lugh ride.
Non gli rispondo. Entro nella carrozza di ristorazione. Un lungo bancone si estende da un lato, dietro il quale una ragazza, con i capelli neri stretti in una coda di cavallo, sta sistemando dei croissant dietro una vetrinetta.
-Caffè?- Lugh mi supera.
-Prendilo per te, non ne ho voglia- incrocio le braccia.
-Mmm, perché volevi prenderlo con Nicolas? Magari volevi imboccarlo tu- piega di lato la testa, i capelli neri che scivolano sulle guance. La luce che entra dal finestrino fa ballare il serpente tatuato sul suo collo.
-Perché devi sempre essere così odioso?
-Odioso? Sono onesto... crudelmente onesto, ma pur sempre onesto- allarga le labbra in un sorriso che mi provoca una stretta al cuore. Lo fa sembrare il principe di una fiaba. Mai fidarsi delle apparenze. Lugh è solo un balordo alla ricerca di avventure.
-Bugiardo- faccio per girarmi.
Lugh mi afferra per il braccio. I polpastrelli affondano nella pelle. –Non ti conviene tornare indietro adesso, altrimenti Nicolas potrebbe comprendere che c'è qualcosa che non va
Ghiaccio mi scivola lungo la schiena. -Che te frega?- e mentre lo dico mi chiedo se non sto esagerando. Forse sono io l'esagerata. -Non voglio essere offensiva- mormoro.
-Ecco che esce fuori la Cenerentola- fa un passo di lato in modo tale che non lo veda in faccia. –La ragazza che vuole essere accettata da tutti e che crede che il mondo intero sia una fiaba, ma il mondo fa schifo e le persone sono cattive
-Perché devi sempre pensare male?- e perché finisce sempre che discutiamo?
-Io non penso male, io sono realistico, tutto qua- mi lascia.
-A te piace distruggere le speranze
Un ghigno gli esce dalle labbra. –Si vede proprio che non mi conosci
-Sbaglio allora?- mi spingo sulle punte per fronteggiarlo. Sono minuscola al suo confronto.
Lugh si limita ad aggirarmi. –Vado a prendere un caffè, sicura che non ne vuoi uno anche tu?
-Sic... va bene, sì
-Ottimo, lo vuoi zuccherato?
-Beh, sì
-Naturale, lo prendi sempre con lo zucchero
Come fa a saperlo?
Lugh va al bancone. Mi piace la scioltezza con cui si muove. Il passo deciso. Il modo in cui tiene la testa piegata a destra. I capelli neri che gli sfiorano le spalle. Riempie lo spazio della carrozza. Come un lampo nella notte. Mi mordo le labbra. Peccato che a Lugh piacciano troppo le donne. E che sia un arrogante.
Ordina i caffè e coglie l'occasione per flirtare con la barista che assume una posa da cerbiatta. È un cretino.
Nicolas non ci proverebbe con una ragazza appena conosciuta. Cerco di concentrarmi sulla sua immagine e scaccio il pensiero di Alya. Sul modo in cui assume un'espressione meditabonda. Sarah ha ragione. Posso conquistarlo. Il mare, la spiaggia, la notte, le stelle. Sorrido. Andrà tutto bene, come in una fiaba. Nicolas capirà che mi ama. Deve capirlo. M'immagino noi due che passeggiamo in riva al mare, la sua mano che cerca la mia, per potermi attirare a sé e...
-Sei persa in qualche stupido sogno, Cenerentola?
Sussulto.
Lugh ha gli occhi inchiodati su di me. Abbasso lo sguardo, le guance in fiamme.
-Non mi chiamare così
-Come volevasi dimostrare- mi porge il caffè. –Meglio che ti veda tornare con questo
-Molto bene, sì, grazie- lo prendo e le dita si sfiorano. I suoi polpastrelli sono caldi. Indugiano contro i miei. Alzo lo sguardo. Mi sta fissando. No, non è solo un fissare. È come se mi trapanasse con lo sguardo. Come se mi aprisse con un coltello per leggermi dentro. –Grazie- mormoro ancora, tanto per dire qualcosa, perché ho l'impressione di perdere un pezzo del puzzle generale. C'è un dettaglio che non so dove incastrare.
-Figurati, non sono Nicolas, ma posso fare anch'io qualche gentilezza- mi lascia la mano.
Stringo nel palmo il bicchierino. Mi brucia. Ho il cuore che trema. Di colpo ho la nausea e nessuna voglia di bere il caffè.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Ed eccomi qua con il nuovo capitolo.
Come prosegue la storia? Vi sta piacendo?
Grazie a tutti per aver letto, votato, commentato!
A mercoledì
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro