20. GIRO IN BARCA CON SORPRESA...
Lovie
La barca che Sarah ci ha messo a disposizione è piccola, con una panca che l'attraversa di lato.
Lugh salta su con un balzo, i capelli che si muovono alla brezza del primo pomeriggio. Si gira e mi porge la mano. -Su non fare quella faccia, poteva andarti peggio
-Posso salire da sola- allungo la gamba, appoggio il piede sul gradino, sposto il peso. La suola scivola. Cerco di mantenere l'equilibrio, ma cado in avanti.
Lugh mi afferra per le braccia. -Devi stare più attenta
-Sono attenta- le guance bruciano e non posso evitare di respirare il suo profumo di cocco. È buonissimo.
-Non abbastanza a quanto pare- serra la presa e mi accompagna negli ultimi gradini. Ho il cuore che fa le capriole. La testa mi gira.
Faccio qualche passo sulla barca. La sua mano continua a tenere la mia. Il pollice mi accarezza il dorso.
Contraggo le dita. Voglio stringere. È sbagliato. Una nota stridula in una melodia perfetta.
-Sarò buono, promesso
-Non ci credo... piuttosto sai guidare la barca?- sussurro.
-Naturale, è una delle mille cose che non sai di me- solleva un angolo della bocca. -Ma ti prometto che presto scoprirai altre cose- mi lascia.
-M'incuriosisci- ammetto.
-È giusto così- va verso i comandi della barca. -E adesso si parte- l'imbarcazione romba e scivola tra le onde.
Schizzi di salsedine mi colpiscono il viso. Mi siedo sulla panca che attraversa la barca. -Dobbiamo far passare un'ora- mormoro. Mi sembra moltissimo tempo.
-Mmm, partitina a poker?
Sorrido. -Non so giocare a poker
-Meglio... mmm, allora, qual è il tuo più grande sogno? A parte rincorrere Nicolas, che si avvicina di più alla disperazione che al sogno
-Perché sei sempre così cinico?- il sorriso scompare.
-Mai rispondere a una domanda con una domanda... tocca a te, su, rispondi- si appoggia al parapetto della barca, i capelli mossi dal vento che gli cadono davanti. -Allora?
-Andare lontano dalla mia matrigna- lo dico senza pensarci.
-Quello non è un sogno
-Tu non sai cosa vuol dire...
-Voler fuggire dalla propria famiglia? Credimi, lo so bene- sussurra. -È per questo che vuoi Nicolas, credi che lui possa salvarti?
Ma come fa a rigirare sempre l'argomento contro di me? -Non ho detto questo
-Ma spiegherebbe molte cose
-Non...
Un boato. Sussulto. Dal motore esce del fumo del nero e l'odore di bruciato mi pizzica le narici. -Ma che succede?
Lugh impreca e corre ad armeggiare con il motore della barca. I raggi del sole gli accarezzano la mascella spigolosa, il naso appuntito, gli occhi con le iridi tanto azzurre che ricordano il mare. È strano vedere quell'espressione concentrata.
-Hai bisogno di aiuto?- mormoro, perché a starmene qua a guardarlo mi sento a disagio.
-Nah, ho capito qual è il problema- annuisce.
-Ottimo, di che si tratta?
-Beh, credo che il motore sia bruciato- si passa una mano sul collo.
Ma come fa a essere così tranquillo? -Sembra una cosa brutta
-Abbastanza, ma non irreparabile
Sospiro di sollievo. -Bene, cosa dobbiamo fare allora?
-Cambiare il motore, suppongo- fa spallucce, come se stesse parlando di un piccolo problema, non di noi due bloccati nel mare in mezzo al nulla.
-Cambiare il motore? Ma... dove lo troviamo un motore nuovo?
-Beh, suppongo che dovremo aspettare i soccorsi... hai fame?
Fame? -Come puoi pensare alla fame? Siamo bloccati su una barca in mezzo al nulla!
-Questo l'avevo capito prima che urlassi- si gira verso il mare.
In lontananza posso vedere la riva. -Adesso chiamo Sarah, ci manderà qualcuno- frugo in borsa, tiro fuori il cellulare, sospiro. Si risolverà tutto. È... -Non c'è campo
Okay, deve essere uno scherzo. Come può andare tutto male? È contro ogni probabilità.
-Possiamo attraccare su quell'isola, è abbastanza vicina per poterci arrivare remando e la corrente ci spinge nella sua direzione
Faccio un mezzo giro. In effetti c'è un'isola con un edificio che ha tutto l'aspetto di un castello, con tanto di torri. -Non è quella di ieri sera? Quella della festa?
-Dragon Island- c'è qualcosa di sbagliato nel modo in cui lo dice.
-Ci sei mai stato?
Lugh si piega ed estrae un remo. -Adesso si rema- e non risponde alla mia domanda.
❤️
-Sei sicuro che si possa attraccare?- mormoro.
Il porticciolo si avvicina. Non posso fare a meno di sollevare lo sguardo e di sentirmi minuscola. La villa si staglia contro il cielo con le sue torrette di un tenue azzurro, con il tetto blu. È uscita da una fiaba.
-Non che ci sia molta scelta- borbotta Lugh.
-Deve essere bello vivere in un posto così
-Non direi- armeggia con il remo.
-E tu che ne sai?
-Più di quanto vorrei- fa scivolare la barca nel porto.
-Sei proprio sicuro che possiamo stare qui?
-Sicurissimo- si spinge avanti e ancora la barca a un palo. I capelli gli cadono davanti al viso e ne mascherano l'espressione. Ha i muscoli tesi. Qualcosa non va. Lo leggo nella tensione che gli pervade la schiena. Che succede?
-Stai bene?
Lugh salta giù dalla barca e mi porge la mano. Fisso il palmo sollevato, le linee che l'attraversano. La prendo. Ho il cuore che mi fa le capriole, ma faccio finta di nulla e lascio che mi aiuti a scendere. Nel farlo mi tira a sé e avvicina la bocca al mio orecchio. -Perdonami
-Per cosa?
Lugh mi avvolge nel suo abbraccio. Sono talmente sorpresa da non riuscire a protestare. E poi mi bacia.
NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao!
Che ne pensate?
Non ci capisco molto di barche, per cui se qualcuno mi vuole dare qualche consiglio per rendere più credibile questo capitolo i consigli sono ben accetti.
Il finale è un po' a sorpresa, ma tutto vi sarà spiegato nel prossimo capitolo, non temete.
Grazie a tutti! Votate e commentate.
A giovedì!
Ps. Buon anno!
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