Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

CAPITOLO 13 - Speak to Me

Maël chiuse gli occhi a gambe incrociate, poteva sentire la terra graffiargli la pelle e trasse un profondo respiro.

Quanto tempo era passato da quando aveva lasciato la sua città e il suo mondo?
A stento riusciva a trattenere le immagini di quel luogo, solo una cosa non voleva abbandonarlo, le linee delle opere di Gäuul. Segreti e bugie ecco di cosa erano fatti i suoi ricordi.
Parole non dette, verità celate. C'era forse qualcosa di vero nella sua vita?
Persino i suoi desideri erano solo falsità. Come quelli delle fate di ghiaccio, un bellisso inganno, utile solo ad attrarlo fuori dalla tana del Primo. Avevano davvero previsto tutto in modo così meticoloso? Yuichi... era lui la mente dietro a ogni cosa... L'incontro con Mikhail... Forse persino il sacrificio di Tuffy... Per lui tutto era sacrificabile pur di arrivare ad un unico scopo?
Metterlo sul trono, ottenere i suoi poteri e far sì che combattesse la genia dei vampiri che stava ammorbando il loro mondo e avvelenato la fonte della magia delle fate.
Maël si poggiò la mano sulle spalle, poteva percepire la forma, visualizzare le sue ali color smeraldo... tintinnare ad ogni movimento come un irresistibile richiamo.
Se le evocherò... il dolore mi farà perdere la ragione... Se riassumerò la forma di fata, anche solo per un attimo potrei morire... Sono condannato in questo umana involucro... Forse per sempre... come posso essere chi Yuichi vuole?
Si poggiò una mano sul cuore e cercò di concentrarsi sul lento battito del suo cuore.
Le voci, provenienti da quelle porte lo ammaliavano evocavano nella sua mente ricordi che non aveva vissuto, mondi che non aveva mai visto... E tutto pareva così reale come se li potesse toccare.
E di nuovo la realtà lo aveva richiamato a sè... Quell'inesorabile viaggio assieme a Gladio, in quel dedalo, quel labirinto interminabile di porte, a volte aperte a volte chiuse. Ogni passo sembrava allontanarlo e recidere il legame che Maël aveva con il suo passato. Alle volte afferrava uno dei suoi pugnali solo per sentire il bruciore del metallo a contatto con la sua pelle di fata e ricordare... Ricordare il dolore, ricordare la sua anima spezzata, le sue ali perdute...
Non voleva che Gladio lo vedesse ma alla fine fu inevitabile.
Aveva stretto quel pugnale fino a ustionarsi la mano, era come se il suo corpo avesse perso completamente la capacità di tollerare quel contatto. Il sangue era colato a terra gocciolando lentamente. Ricordava quanto tempo gli era costato adattarsi a quella sensazione, attraverso il veleno dei morsi del Primo si era immunizzato, si era aggrappato a quella sensazione e adesso era furioso di aver perso tutto. Si era sentito così debole e fragile, come se lo avessero trascinato di nuovo in quella cantina putrida, chiuso in quella gabbia d'acciaio.
Gladio aveva afferrato la sua mano e aveva gettato lontano il pugnale. La fata lo aveva osservato con lo sguardo velato, la bocca dischiusa, la mente imprigionata in un incubo. «Mi sento attratto da te... Perché riconosco queste voci... percepisco gli echi di molti noi sparsi per il Multiverso... sento le nostre vite, i loro percorsi sempre intrecciati...»
Gladio gli prese la mano «Sta attento... se segui i suoni dei ricordi di altri mondi ti perderai in questo non luogo e scorderai il motivo che ti ha condotto qua... Ti smarrirai nel bosco dei ricordi fino a divenire uno spettro, esattamente come loro..."
Il volto di Maël si velò di tristezza «Credo di essermi smarrito ormai da tempo in quella distesa di ghiaccio... Non sapevo chi fossi quando Mikhail mi ha dato un nome, non comprendevo la fonte del mio potere, le cose accadevano e basta senza che ne comprendessi il motivo ma non importava... la magia fluiva e con essa la vita in un ciclo perpetuo ma tutto é andato perduto con le mie ali spezzate. Quel giorno ho scoperto l'unione carnale ed è sempre stata associata al dolore nella mia mente.... Il sesso, il dolore di aver perso le ali ... La libertà ... Ho perso me stesso .... non sono più Kian, ma il nome che ho scelto per me stesso mi ha rivelato la mia vera natura io sono Maël e ritroverò la scheggia di sole che è dentro di me»
Gladio lo abbracciò «Parlami del tuo mondo, ignora queste voci... Sai che ti sono estranee... Parlami del tuo passato, per quanto doloroso sia...»
«Non posso...» ansimò la fata «Non riesco più a distinguere la verità da tutto il resto... Sogni, illusioni... Visioni...»
Maël chiuse gli occhi, come il sogno che lo aveva svegliato quella mattina. Poteva sentire ancora la voce di quell'illusorio Niklas che premeva contro il suo corpo. E quelle parole...
"Tu eri tutto per me..."
Niklas gli aveva sfiorato la guancia e per un attimo la fata si era ritrovata in quel sogno creato dall'albero sacro. In cui tanto si sarebbe voluto rinchiudere... Ma Niklas lo aveva stretto ignorando il suo tremore...
"Sei divenuto debole... posso ucciderti solo stringendoti appena un po' di più... Non sei il cacciatore che ha cresciuto il mio Maestro... il TUO Maestro..." Lo aveva baciato con rabbia e allora delle voci avevano attratto la sua attenzione. Li stavano osservando? C'era qualcun altro in quell'incubo evanescente?
"Li senti? Chiedono che ti lasci in pace... perché? Perché dovrei lasciarti... Ti hanno usato in tanti perché non posso avere la mia parte? Ferito... sofferente... Mi eccita ancora di più l'idea... Non ti lascerò più andare... Mai più..."
Quando finalmente si era svegliato anche il minimo contatto con Gladio lo aveva infastidito e si era isolato cercando di ritrovare se stesso come sempre con la sola via che aveva mai conosciuto, il dolore.
Maël si fissò la mano sanguinante...
«Quando ho perso la mia identità? Quando ho strappato le ali di Phosphoro... La mia prima vittima... ero soddisfatto di quello che avevo fatto... Ero furioso... Volevo solo vendetta, che quel mondo bruciasse tra le fiamme...»
Gladio ascoltò le sue parole, senza perdere quel contatto e lentamente nella mente di Maël il suo mondo riacquistò colore. Il Primo aveva avvelenato con i suoi vampiri la loro realtà, e le fate nate in quel mondo corrotto e oscuro avevano finito per riflettere tutta quella tenebra.
«Le senti anche tu? Le loro voci?» sussurrò la Fata. Tra quelle ombre c'erano anche loro... Tra quelle ombre c'era anche Phosphoro.
Il cofanetto apparve tra le sue mani e Gladio osservò incuriosito le ali al suo interno. Parevano due gioielli di lapislazzuli che brillavano sotto quella fioca luce opalescente.
Le ali emettevano uno strano bagliore, lo guidava all'interno di quella selva di dimenticate parole.
Sembrava impossibile che proprio esse lo avrebbero riportato indietro.
L'ombra lo attendeva solitaria, a malapena palpabile. Gladio era due passi dietro di lui e lo lasciò avanzare scrutandolo guardingo. L'ombra era in attesa, paziente, come se avesse sempre saputo che quel confronto sarebbe arrivato.
«Sei rimasto qua tutto questo tempo? Credevo fossi svanito...» La voce di Maël era dura, quasi tagliente.
L'ombra non aveva un volto, era appena percepibile, stava svanendo... Aveva resistito solo per ridere delle sue debolezze?
«Sei qua solo per deridermi non è vero? Vuoi sbeffeggiarmi un'ultima volta?»
Phosphoro non disse nulla lasciò che Maël si sfogasse «Kian è divenuto cacciatore, lama avvelenata piantata nel cuore della foresta, arma che tu stesso hai creato... Era questo ciò che volevi? La fine del nostro mondo? La morte di tutte le cose ad opera del Primo? Eppure ero certo che un tempo tu non fossi così... Il Primo era un umano che bramava il potere e tu eri solo una fata presuntuosa, che pensava di conoscere il destino di tutte le cose...»
«Tutto quello che è successo, doveva accadere... L'Oscurità era alle porte e solo passando attraverso di essa avresti potuto allontanarla.»
Maël si irrigidì, quella voce, un eco dal suo passato. Per un attimo lo rivide, bello, un velenoso sorriso seduttore. Aveva amato le sue ali splendenti e aveva desiderato donargli tutto se stesso... Ma aveva amato anche Mikhail, la sua umanità, ma soprattutto la sua mente creativa e ciò che aveva plasmato firmandosi come Gäuul. Quanti incantesimi avevano agito sulla sua psiche? Come potevano coesistere così tante realtà in quella mente umana senza renderlo pazzo?
Il Mikhail creativo che si era ribattezzato Gäuul, il Mikhail che aveva amato una fata in un sogno, il Mikhail cacciatore che aveva sostenuto il suo amico fraterno venendo meno ai suoi stessi principi.
Tutte quelle persone non potevano sopravvivere... Non importava cosa avrebbe ritrovato in quel luogo... Troppe vite per un solo umano.
«Hai compreso finalmente... A cosa serviva tutto questo? Viaggiare dentro te stesso per comprendere la verità...»
Phorsphoro sorrise e per un attimo Maël intravide la fata che aveva amato Kian, poi svanì.
«Non ti odio Phosphoro... Non più... Non più di quanto ho odiato me stesso per cosa fossi diventato... Adesso riposa, non sei davvero svanito... Come Mikhail non potrà mai davvero svanire... Ma devo lasciarlo andare... Posso estirpare i ricordi che lo legano a me... Per sempre... Così sarà di nuovo libero da me, da Niklas, da questa tenebra... Libero di essere Gäuul»
Ma l'ombra do Phosphoro non poteva sentirlo, era sparita per sempre.
La fata si voltò verso il soldato «Il mio viaggio è finito... Ma non so come tornare...»
I due rimasero in silenzio, avanzarono tra le porte immersi ognuno nei loro pensieri.
Dove stavano andando? Non avevano una meta... Le voci dei ricordi si erano attenuate e per Maël quella era la conferma che la sua intuizione fosse giusta. Tutto quel viaggio, tutto il suo percorso lo stava conducendo a desiderare di tornare indietro per dire addio al passato. Ma per farlo doveva anche liberare la mente di Mikhail e forse affrontare Niklas e non soltanto il suo creatore.
Il terreno sotto i suoi piedi si andava riempiendo di erbacce e le porte attorno sempre più spesso si mostravano chiuse, come se quel tesserato di mondi lo esortasse ad andarsene. Persino le ombre si diradavano al loro passaggio.
Maël si voltava verso il suo silenzioso compagno... Gladio poteva seguirlo nel suo mondo? Poteva sopravvivere così a lungo lontano dalla sua realtà? Lùi non gli aveva detto come viaggiare tra i mondi e cosa questo viaggio comportasse, non gli aveva detto molte cose.
Gladio osservava in silenzio la foresta, la Fata si sedette e chiuse gli occhi, se solo avesse trovato la strada verso la scheggia di luce racchiusa dentro di sé... La sua fonte stessa di vita... Ma ogni volta che cercava di scrutare dentro se stesso trovava solo una prigione.
Eccoti mia piccola farfallina... Hai lasciato la tua bella teca protetta e ti sei avventurato in questo grande pericoloso universo...
Maël riconobbe subito la voce... Lo stregone, lo aveva incontrato nella Villa del Primo e lo aveva terrorizzato a morte.
Ricordava con orrore quelle spire che si attorcigliavano attorno a lui.
Ti vedo piccola farfallina, sei ferita, indifesa... Non dovevi lasciare la tua bella teca, dovevi rimanere tra le mani del tuo padrone... Sai che sei tutto quello che desidera... Posso mostrarti molte cose, vieni da me...
«Svegliati!»
Maël sussultò, il guerriero lo scosse di nuovo con forza. La fata lo fissò madido di sudore mentre la voce dello Stregone svaniva nella sua mente. Gladio lo scrutò era come se potesse vedere l'oscurità svanire nel suo sguardo.
«Conosci quella voce? Conosci quella creatura...»
La Fata scosse la testa e lo sguardo di Gladio si indurì. «Tu lo conosci... Mi stai mentendo...»
Maël percepì una fitta al cuore quando lo vide allontanarsi.
«Non ti ho mentito, non so chi sia... Il Primo, la creatura che mi ha... posseduto per anni... lo chiamava Maestro... So che è un vampiro, so che ha capacità magiche che non avevo mai percepito prima... So che voleva il mio cuore... Non se per ferire l'orgoglio del Primo o...» la fata si interruppe e sollevò lo sguardo su Gladio.
«Voleva il tuo cuore?»
«Forse... Forse... Phosphoro... le fate di ghiaccio... Mikhail... Non è il primo che vuole mettere le mani su di esso... Solo che Non capisco come possano dare valore a qualcosa di tanto inutile...»
Lo sguardo di Gladio si ammorbidì e gli sfiorò la guancia.
«Non dire queste cose mio Re... Non ero arrabbiato con te... Non posso tollerare che quella creatura abbia allungato i suoi artigli su di te... La conosco perché è venuto nel mio mondo, il suo nome è Leonard, è uno stregone oscuro, il più potente mai esistito. Viene da un mondo morente, dentro di lui troverai un'energia dall'oscurità accecante. Si nutre di sangue e ovunque va porta la piaga dei vampiri... Lùi mi aveva detto che avrei trovato una persona che avrebbe potuto aiutarmi ad avere la mia vendetta... Come vedi anche io ho i miei segreti...»
Maël chiuse gli occhi e si strinse tra le braccia cercando il suo gelido distacco. «Devo tornare a casa... Se solo potessi volare di nuovo... Se solo potessi richiamare la voce dell'albero sacro, lui saprebbe come indicarmi la via... Ma la mia ala è spezzata e ... Se guardo dentro di me, vedo solo tenebra, vedo solo la mia gabbia.... Sento la voce dello stregone e temo che mi troverà prima che io possa trovare la luce. Forse non esiste nemmeno... Magari tutti loro sono stati ingannati e mi hanno fatto soffrire senza un vero motivo... Non c'è nessuna scheggia di sole in me, io non sono così speciale, magari sono solo cibo per gli sciacalli...»
Gladio non disse nulla, rimase in silenzio rispettando il desiderio della fata di chiudersi nei propri pensieri.




Lionel osservò il sole svanire oltre l'orizzonte, poteva sentire la voce apprensiva di Jake "Non restare fuori dopo il tramonto, ci sono sempre più vampiri in circolazione, è pericoloso... Sembra che tu voglia metterti in pericolo di proposito". Non gli aveva risposto, perché in fondo era vero.
L'attesa lo logorava, era tanto, troppo tempo che attendeva.
Aveva aspettato che il Principe nascesse, aveva aspettato che qualcuno si opponesse alla mattanza delle fate, aveva aspettato che Mikhail tornasse da loro, aveva aspettato che Maël prendesse coscienza di se stesso... Non ce la faceva più... Poteva dare molto, lo sentiva, ne era in grado. Con o senza desideri... Non aveva mai sperimentato l'effetto della sua polvere magica su un essere vivente... Non aveva azzardato come Jake, si era sempre limitato a obbedire a Yuichi. Magari sbuffando, lamentandosi... solitamente con Tuffy. Gli mancava moltissimo, il piccolo, dolce Tuffy.
Che si addormentava dappertutto, che gli si appoggiava chiedendogli supporto, lo guardava con occhi pieni di ammirazione ed era felice solo quando poteva sedersi tra lui e Yuichi.
Lionel non voleva ammetterlo, ma era sempre più furioso con Yuichi e con la sua fredda mente calcolatrice. Iniziava a non vedere differenza tra il fratello e il Primo. Il Vampiro numero uno... Entrambi avevano uno scopo e non si fermavano davanti a niente pur di ottenerlo.
Lionel scosse la testa, no suo fratello non era un mostro. Anche se non voleva darlo a vedere stava soffrendo, aveva scelto di sacrificare persino i propri sentimenti per il proprio popolo...
Lui invece? Cosa faceva? Aspettava... solo quello... Forse non era in grado di fare altro.
Un lento applauso ruppe il silenzio. «Guarda Guarda... chi è finalmente uscito dalla tana?»
Lionel sussultò, si era seduto alla fontana di Gäuul, che sciocco, Niklas sapeva che Mikhail andava spesso in quel posto, sapeva che era là che aveva incontrato le fate... il Creativo glielo aveva detto di certo... Jake stesso doveva averlo condotto a loro sperando di mostrargli la verità.
La fata sentì il pericolo sopra di sé, non era solo... I vampiri si tenevano in disparte, c'era ancora un po' di luce ed era pericoloso per loro uscire... Ma la tenebra incombeva e presto si sarebbe ritrovato accerchiato e Niklas gli precludeva la fuga.
Lionel sentiva la trappola, non poteva catturarlo se manteneva la forma umana, ma capiva dal sorriso del cacciatore che se si fosse trasformato assumendo la sua forma scintillante lo avrebbe catturato in un attimo. La trappola era attivata e pronta a scattare, come poteva non aver percepito le parole di potere apparire attorno alla fontana?
«Questa è una delle ultime migliori creazioni di Mikhail... quando ancora aveva il buonsenso di credere nella caccia... Prima che perdesse la testa, prima che seguisse voi immonde creature... »
«Niklas, perché continui a ignorare la verità? Perché hai deciso di ignorare i tuoi sentimenti per Maël?»
«Taci»
«Cosa ti ha detto il Primo per farti cedere alle lusinghe di un vampiro?»
«Taci essere, niente che tu dirai potrà salvarti»
Niklas era livido in volto, le pupille dilatate, il Primo lo aveva morso? Il suo veleno aveva avvolto la sua mente in un oscuro delirio?
«Vi farò a pezzi, una per una e quando il traditore tornerà, lo trascinerò ai piedi del mio padrone, so che lo desidera ardentemente... Ma non deve dimenticare mai che mi appartiene... lo rinchiuderò per sempre nel luogo adatto a lui, quella gabbia dove potrà consumare la sua lunga interminabile esistenza... Non mi servono i vostri inganni di fata, vi ucciderò e le fate finalmente svaniranno assieme all'ultimo barlume di speranza che avete osato far rinascere il Maël... Dovrà assistere alla vostra agonia, finché per noi resterà solamente la tenebra»
Quella voce... Il Primo stava parlando attraverso la voce del suo burattino, allora anche Niklas era svanito?
Le luci della notte apparivano lentamente mentre il buio abbracciava la città e liberava le creature delle tenebre.
Lionel li sentiva strisciare fuori dai loro nidi, avvicinarsi con divertita lentezza, li vedeva con la coda dell'occhio, in attesa che il loro capitano desse l'ordine.
Niklas nel mentre giocherellava con un pugnale, era uno di quelli di Maël, Lionel lo riconobbe.
«Dov'è la mia preziosa farfalla di smeraldo... Non riesco a percepirlo, il mio veleno ha abbandonato il suo corpo... Devi dirmi dov'è... o scoprirai quanto la morte possa essere un dono...»




Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro