CAPITOLO 10 - Birth Again Death Again
Chi lo stava toccando?
Il dolore era finito, quella era dunque la morte?
«Lasciarlo andare? Sei quasi morto per lui e adesso?».
Delle mani sulla sua gola?
«Niklas lascialo...»
Mikhail? Perché stava gridando?
«Guarda la sua spalla? Quelle parole... Gliele hai donate tu... Lo ricordi? Io non riesco a credere che lo avrei perso... Se non fosse stato per te».
Mikhail lo stava raggiungendo anche nella morte? Ma non era Maël che stava cercando, lui desiderava ancora Kian, non poteva vedere il suo volto, i suoi occhi si erano spenti per sempre, ma lo percepiva. Tutti cercavano qualcosa, volevano strappargli parti di sé e plasmarlo in altro.
Mikhail non amava Maël, glielo aveva dimostrato. Sognava Kia, bramava Kian. Quando Maël era quasi morto, Mikhail aveva scelto di lasciarlo morire, e comprenderlo era stato doloroso. Le parole di Niklas lo avevano salvato. Ma il cacciatore aveva rischiato la vita per qualcuno che non era mai esistito. Povera creatura, tutto nella sua vita era una menzogna a partire dalla sua stessa nascita.
Sei debole... Certi sacrifici sono inevitabili...
Lo derise la voce del Primo emergendo dalla sua mente.
«Alzati»
Non conosceva quella voce. Perché doveva farlo? Sentiva delle mani serrarsi attorno alla sua gola, che fossero le mani di Niklas?
Ti avevo chiesto di lasciarmi andare e mi hai trattenuto con te... Adesso che non voglio andarmene mi vuoi schiacciare... Perché non hai voluto vedere la verità che è sempre stata davanti ai tuoi occhi? Nei miei capelli, nel mio odore... Sapevi che i miei poteri venivano dal mondo delle fate ma preferivi fingere di non capire. Volevi usarmi, non te ne faccio una colpa, lo fanno tutti. Ma tu non farlo neanche tu. Ho agito così per sopravvivere, tuo padre è un mostro... Neanche hai idea in cosa si sia trasformato pur di scacciare la piaga di noi fate dalla sua città. Gli umani devono dominare la magia e la natura, nel suo patetico mondo non c'è spazio per un popolo che venera degli alberi, che vive in equilibio con gli spiriti e che vive solo in funzione di esso. Si dice che una fata nasca solamente quando l'universo ne ha bisogno. Io perché sono nato? Dicono che nel mio cuore è conservato un raggio di sole, è stato tuo padre a dirmelo, poco dopo avermi stuprato in quella logora cella. Tuo padre, il primo vampiro ha venduto l'anima al male. Tuo padre per salvare il mondo dalle fate lo ha condannato ed assoggettato l'umanità alla piaga dei vampiri. Ha corrotto Phosphoro, il mio compagno, mi ha reso suo schiavo per anni... Tuo padre ti ha mentito facendoti credere di essere umano... Sei una creatura nata dalla magia oscura, sei soltanto una bambola di pezza e ti sta usando. Come tutti noi non sei mai stato libero e adesso mi uccidi per perpetuare il suo machiavellico piano... Dovevo dirtelo ma sono un bugiardo assassino...E adesso morirò e tu non lo saprai mai...
Ma la morte non arrivò.
Si svegliò di soprassalto, percepiva una fortissima aura gravare su di se
«Alzati»
Di nuovo quella voce, non la conoceva, eppure...
Un volto apparve nella sua mente, era la fata sorridente, quella più piccola tra le quattro fate di ghiaccio che lo aveva osservato a distanza con sguardo quasi reverenziale.
Le forze stavano tornando in Maël, lentamente il suo corpo riacquistava la percezione del mondo esterno e con essa il dolore. Respirava, era vivo, percepiva il duro suolo sotto di sè, l'aria pungergli la pelle, il collo scoperto e dolorante. Voelva muoversi ma non ci ciusciva.
Odiava quella lenta agonia, quell'inesorabile discesa verso l'abisso. Parti di sè si staccavano sanguinando e si era ritrovato avvolto nell'oscurità, con pallide ombre di luce danzanti.
Ironico che la fine arrivasse in un luogo così simila a quello dove tutto aveva avuto inizio, quella distesa di ghiaccio, un arido luogo di morte dove niente poteva sopravvivere.
Sei nato da un raggio di sole. Così gli avevano sempre detto. Lui ci credeva, non percepiva alcuna luce dentro di sè eppure tutti parevano esservi attratti, da una vuota promessa, da un'illusione di potere.
«Mio Principe...»
Quella voce, voleva sprofondare nell'oblio, perché continuavano a trattenerlo tra i vivi?
Non c'era niente per lui, non speranza, non gioia, di certo non amore.
Il suo debole cuore aveva solo sperato amore, Phosphoro nelle sue ali si lapislazzuli, nei suoi occhi di cielo.
Lo aveva mai ricambiato?
No, avevano solo scelto di vedere quello che volevano.
Un battito, una pulsazione.
Per un fugace momento il volto della piccola fata apparve davanti ai suoi occhi.
Tuffy lo osservò sorridendo felice e Maël percepì una fitta al petto, non lo aveva dimenticato. Si era arroccato dietro alla sua corazza di indifferenza, ma non lo aveva dimenticato.
Percepiva quell'energia fluire dentro di sè, la piccola creatura aveva imposto la sua magia di scambio, stava donando la sua forza. Maël voleva urlargli id fermarsi, non poteva salvarlo, stava solo rimandando l'inevitabile. Sarebbe stato un
Mai avrebbe voluto che morisse...Le lacrime affiorarono inesorabili.
«Perché lo hai fatto? Perché? Non me lo merito... Non sono il tuo Principe... Sono un assassino... Ho cercato di ucciderti... Cercavo di distruggere le fate per la mia vendetta... » singhiozzava sentendosi sempre più esposto.
«Lacrime per me...» sussurrò il ragazzo quasi del tutto privo di forze «Sono nato per questo, l'ho sempre saputo... Perdonami per non esser stato abbastanza forte da proteggere ciò che più ho amato, ciò che mi ha dato la vita...».
Mentre l'energia fluiva in Maël, anche i ricordi di Tuffy penetravano nella sua mente con violenza.
Lo vedeva scalare invano le mura di cinta del Primo, vedeva l'effetto della maledizione di protezione portarlo quasi alla morte e tutto questo infinite volte, lo vedeva spossato dall'ennesimo tentativo riposarsi su un albero osservando Mikahil assiema Yiuchi. Non aveva mai smesso di tentare, incurante del pericolo. Lo vedeva penetrare nel castello inseguito da Jake osservarlo ammaliato e quasi intimorito. Maël vedeva se stesso ballare tra i vampiri e poteva percepire così tanto amore in quello sguardo, non si era mai osservato in quel modo. Non gli aveva mai parlato, troppo spaventato per farlo.
«So di essere stato solamente una goccia in un vasto oceano... Non ti avrei chiesto niente e sono felice che questa vita possa servire... » furono le ultime parole di Tuffy.
Maël lo sentì abbandonarsi tra le sue braccia, poteva ancora vedere quel piccolo fiore, sbocciato in con l'energia del sole appassire. L'aura magica di Tuffy era scomparsa e l'oscurità era tornata.
La fata percepiva l'aura magica di Niklas crescere, se solo ne fosse stato consapevole. Il suo potere cresceva al pari del suo odio. «Sei una maledizione, le creature che orbitano attorno a te muoiono...»
Mikhail fracassò il bicchiere contro il muro, non era venuto alle mani con Niklas per un soffio. Yiuchi lo aveva guardato e aveva socsso la testa. «Devi portare pazienza, è sconvolto. Il suo mondo sta crolllando e sono ancora molte le cose che non sà... Amo il mio Principe, ma non posso negare ciò che ha fatto, ciò che ha omesso. Vittima e carnefice al tempo stesso...»
Per Mikhail era assurdo, Yuichi difendeva Niklas nonostante tutto, nonostante fosse un cacciatore. Amava il suo Principe nonostante la strada che aveva preso. Lui stesso non capiva come osservando Maël nel letto, profondamente addormentato riuscisse a provare così tante emozioni.
Doveva parlare con lui, voleva capirlo a differenza di Niklas, ma la Fata non faceva avvicinare nessuno a se stesso.
Aveva pianto tutte le sue lacrime urlato la sua rabbia e le tre fate dei ghiacci avevano dovuto usare quasi tutta la loro magia per farlo addormentare. Mikhail aveva allontanato Niklas, aveva tentato di ucciderlo.
«Come puoi difenderlo? Tu lo odiavi, tu lo volevi morto! Tu lo accusavi di tutto!»
Avevano urlato e le dure parole di Niklas gli avevano lacerato l'anima perché Mikhail aveva compreso che se avesse dovuto scegliere, anche se non ci fosse rimasto niente del dolce Kian in quell'essere che dormiva in quella stanza, avrebbe comunque scelto lui. E se ne sorprese perché per anni aveva creduto che niente avrebbe potuto dividerlo da Niklas.
Aveva fatto cose, preso decisioni... Tutto per Niklas. Odiava dare la caccia alle fate eppure lo aveva fatto lo stesso.
Ma era prima di quel giorno, era prima che ricordasse Kian, l'origine dei suoi sogni.
Il Creatore prese una sedia e prese prese dalla sua borsa il suo blocco. Nella prima pagina vedeva il la ballerina e il soldatino, il suo primo incontro con le Fate, il primo incontro con il Conte.
Il Vampiro vegliava dal tetto sulla casa, era strano saperlo lì, con i suoi occhi malinconici. Aveva detto molto, troppo forse.
Non essere troppo duro con lui. Non sai cosa il Primo ci ha fatto, gli ha fatto.
In cosa il dolore costante può fare alla mente di un essere vievente.
Ricordo, quando il Primo mi ha trasformato, Maël scendeva nei sotterranei, mi bagnava la fronte e mi parlava. La sua voce mi ha accompagnato durante la trasformazione e io in cambio? Osservavavo. Prima che Yuichi mi liberasse io potevo solo obbedire al mio creatore. So di avergli fatto del male, ma so anche che non me lo rinfaccerebbe. Eravamo prigionieri. Deve ritrovare la sua luce, Yuichi mi ha parlato di sua madre, la luna e di suo padre, il sole. Le Fate lo attendono da migliaia di anni ma non potrà mai adempiere al suo destino se riesce a vedere. E non sto parlando della sua cecità, ma della sua incapacità di vedere la verità.
Lo disegnava, lo aveva fatto un tempo. Non veva dimenticato le sue ali, e quelle di Yuichi e quell'albero sacro. Un tempo quel mondo doveva essere bellissimo e ricolmo di magia. Il suo io che si definiva come Gäuul riusciva a vederlo.
Le parole fecero apparire una piccola farfalla, aveva bellissime ali di smeraldo, aveva gli stessi colori di Kian. La sua ala era stata lacerata da Phosphoro quel giorno, quando il Primo lo aveva catturato.
Adesso sapeva da dove venivano i suoi incubi, da quel giorno.
Aveva inconrtrato Kian un giorno d'autunno e la Fata gli aveva detto di non avere un nome. Lo aveva guardato nei suoi bellissimi occhi di giada e aveva capito che non avrebbe mai visto niente di più bello in vita sua. Kian, raggio di sole. Solo più tardi aveva scoperto come era nato il suo amato Kian.
Un raggio di sole era piovuto dal cielo ed era caduto su una immensa distesa di ghiaccio. Al suo impatto era sbocciato un bellissimo fiore e da quel fiore era nata la fata impossibile.
Aveva passato l'infanzia a cercare di rubare dei momenti per loro lo aveva visto innamorarsi di quella fata dagli occhi di ghiaccio la stessa che lo aveva tradito conducendo in quel luogo sacro il cacciatore.
Come poteva fargliene una colpa di come era diventato? Eppure quando ossservava Maël vedeva sia il cacciatore che la Fata. L'amore e la rabbia, la dolcezza e la crudeltà.
Yuichi lo aspettava nella stanza accanto, se ne stava in silenzio con lo sguardo perso nel vuoto.
«Lionel se n'è andato, non riesce a sopportare l'idea che Tuffy sia morto, non riesce a sopportare l'idea che il nostro Principe ci odi e non accetti la sua vera natura. Jake è andato con lui, io sono rimasto perché sento che hai bisogno di sapere... Non volevo lasciarti all'oscuro ancora a lungo.»
Il Creatore si sedette, una grigia stanza, era come se tutti colori se ne fossero andati assieme alla piccola fata, era cose se il dolore di Maël spazzasse via ogni cosa.
«Non riacquisterà mai più la vista? E le sue ali? Guariranno mai? Sta ancora morendo, lo sento... » Erano quelle le cose più importanti, e Yuichi lo capiva perché erano anche i suoi primi pensieri.
«Se non troverà modo di attingere all'energia racchiusa dentro la sua anima sì, purtroppo morirà e noi non potremo fare nulla per impedirlo.»
Il silenzò calò dopo quelle parole, sapere che niente era sotto il loro controllo. Sapere che Maël era fuggito e probabilmente lo avrebbe fatto ancora. Aveva paura, era ovvio, non avrebbe mai immaginato che il cacciatore che aveva reputato tanto crudele fosse la stessa creatura tanto spaventata che aveva visto piangere.
«I desideri delle fate di ghiaccio, la leggenda del dono, era vero o anche quella era una bugia?»
«Era vero, ma non come voi umani credevante... Phosphoro sapeva qualcosa, sapeva che Maël avrebbe potuto donare i desideri e sapeva che probabilmente li averebbe donati a te e non a lui. Li avrebbe donati ad un umoano. Non credeva che una Fata degna di regnare potesse provsre affetto per un umano. Quando capì che il nostro Principe non era consapevole della sua forza decise di venderlo al cacciatore. Lo odiava e ne era invidioso. Non avrebbe mai avuto la sua forza...»
Yuichi fece una pausa, sapeva che la domanda più importante stava per arrivare, ma a Mikhail serviva ancora del tempo così la Fata riprese a parlare. «Siamo nate lo stesso giorno in cui è nato lui, siamo nate da lui. Io sono nato da uno dei suoi sogni, Lionel da un sospiro. Jake è nato da un bacio e Tuffy, Tuffy era la fata più speciale tra noi perché fu un suo sorriso a dargli la vita. La sua luce ci ha portato in questo mondo e per questo siamo nate dal ghiaccio. Gli umani hanno trascritto le nostre leggende ma come sempre hanno visto solo quello che volevano. Non possiamo esaudire i desideri di chiunque, siamo nati per restituire al nostro principe quanto ci è stato donato e in quel momento adempiremo al nostro destino, esattametne come Tuffy.»
Mikhail sgrò gli occhi davanti a quella rivelazione «Quindi la sola cosa che potete fare è donare a lui la vostra energia e quindi morire?»
Yuichi non rispose e quel silenzio disse più di mille parole. E poi fu il momento, la domanda che Yuichi temeva.
«Perché mi avete sottratto i ricordi di Kian?»
«Perché sei arrivato alla follia e stavi per morire, perché questi ricordi sono legati all'incantesimo propibito che hai evocato e presto potrebbe ucciderti di nuovo.»
Niklas rimase immobile davanrti alla porta che si apriva. Non vedeva Saumel dal giorno del ballo
Il giovane vampiro lo attendeva come se sapesse, come se potesse leggere nella sua mente e vedere oltre i suoi pensieri.
«Sono qui per parlare con il Primo, sono qui per dire lui dove può trovare le Fate di ghiaccio...»
Samuel gli fece cenno di seguirlo e lo condusse nel salone da ballo, il tetto era ancora lesionato la luce della luna penetrava nella sala. Niklas ripensò a quel momento, quando era corso, pensando di salvare il suo maestro e aveva distrutto l'illusione e aveva visto le sue ali.
La sua espressione ferita il il suo dolore ma anche il proprio, nel comprender di amare e odiare al tempo stesso.
Ricordava quando lo aveva baciato in quell'illusione, era stato così bello eppure adesso poteva vedere le crepe.
Aveva visto solo quello che voleva, aveva visto desiderio là dove c'era paura, aveva visto piacere la dove c'era dolore.
«Il Primo non può riceverti»
Samuel parlò tranquillamente, non aveva sempre perpetrare la menzogna, il ragazzo sapeva. Il Conte era solo una marionetta che aveva spezzato i fili che lo logavano al suo burattinaio.
«Ma sei venuto, perché ancora condividi con noi il desiderio di vedere questo mondo epurato dalla piaga delle fate. Ricordiamo la promessa che ti abbiamo fatto, ti restituiremo tuo padre se ci portrai la testa e le ali delle fate. Di tutte loro.»
Samuel parlò con calma il suo volto angelico non tradì un'emozione. Non vi era rabbia, ne gioia nelle sue parole.
«Vuole che uccida anche Maël?» Il cacciatore ripensò al suo volto, Mikhail gli aveva voltato le spalle per lui era assurdo, tempo addietro lo avrebbe ritanuto impossibile, aveva rischiato la sua vita per Maël, aveva riachiato la vita per proteggere una bugia.
«Esitersti per lui? Sacrificheresti la possibilità di rivedere tuo padre? Di realizzare il suo sogno? Uccidi Maël e il sogno di suo padre si potrà realizzare, potrete reaizzarlo assieme, esiterai?»
«No» fu la sola risposta.
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NOTE dell'AUTORE:
Tuffy ha sacrificato la sua vita per donare a Maël altro tempo.
Solo Maël stesso può salvare la propria vita, deve ritrovare la luce che lo ha generato.
Il cuore di Niklas un tempo colmo di amore adesso sembra provare solo odio, quale sarà il loro destino?
La lotta tra i vampiri e il resto del mondo continua...
Riusciranno le Fate a sopravvivere?
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