CAPITOLO 04 - Vampire's Dance
Al tramonto l'immensa villa del Conte pareva una gigantesca belva pronta a divorarli e Niklas si sentiva tremendamente nervoso.
Maël gli aveva sorriso sornione scostandosi i capelli «potresti aiutarmi?» gli aveva chiesto. La voce del cacciatore non tradiva alcuna emozione come suo solito «questo stupido bottone si rifiuta di chiudersi».
Niklas poggiò le mani sulle spalle dell'altro, il vestito era rosso sangue, una scelta impeccabile per una serata di ballo in una villa piena di vampiri. Niklas chiuse quell'ultimo bottone che tanto lo infastidiva per poi soffermarsi sulle spalle dell'altro, avrebbe voluto avere la sua sicurezza invece di sentirsi un bimbo insicuro.
«Sei nervoso?» gli chiese Maël senza voltare la testa «Sei già stato qua, cosa ti preoccupa tanto?».
«Non capisco cosa ci facciamo in questo posto» sbuffò spazientito il giovane cacciatore «Cosa potrebbe mai volerci dire il Conte? Non abbiamo risultati! Affermi che Mikhail sia in grado di trovare le fate del ghiaccio ma lui non pare dello stesso avviso, cosa potremmo mai dire al Conte di tanto diverso da ciò che già non sa?».
«Credevo di essere io a renderti nervoso»
Niklas deglutì «Smettila...» bofonchiò infastidito mentre l'altro rideva divertito dal suo imbarazzo. Aveva capito da tempo che il suo giovane amico era alquanto poco incline a manifestare le proprie emozioni, anche se non riusciva a frenarle del tutto arrossendo appena. Maël era ben consapevole dell'effetto che aveva su chi gli stava attorno, beh su tutti escluso Mikhail. Peccato che il creatore lo detestasse dal profondo del suo cuore.
«Dovevo immaginare che non saresti stato a tuo agio ad un ballo» sussurrò Maël divertito.
«Non ho alcun problema a partecipare ad un ballo, potrei invece essere un po' a disagio a partecipare ad un ballo in un posto pieno di vampiri» esclamò esasperato Niklas accomodandosi le maniche con fare quasi isterico «Siamo sul loro menù da alba dei tempi come può la cosa non innervosirti per niente?».
Maël gli rivolse un sorriso divertito e sornione «Che dire, ci sono abituato».
Per niente al mondo Niklas sarebbe entrato in quella villa, aveva ragione Mikhail era già sufficientemente duro sopportare il malcelato imperversare dei vampiri sulla loro città. Tutti sapevano della loro inarrestabile morsa sul governo e nessuno diceva niente, era una verità troppo scomoda per essere rivelata.
Quando fecero il loro ingresso in villa ad accoglierli trovarono il giovane solerte cameriere personale del Conte.
Samuel prese le loro giacche e mostrò loro la strada verso il salone centrale. Era un ragazzo che mostrava poco più di diciotto anni, ma era difficile valutare l'età dei vampiri, potevano essere stati trasformati da pochi anni oppure da secoli, il loro aspetto non mutava.
Samuel aveva occhi azzurri e capelli color miele, il volto di un angelo e l'aria affabile. Niklas si chiedeva spesso cosa lo avesse condotto su quella strada. Che vita facesse quando era un giovane umano, quando il suo cuore gli batteva in petto. Quanto tempo era passato dall'ultima volta che il sole aveva carezzato la sua pelle ormai per sempre candida.
Niklas si sistemò in disparte, non c'era molto altro da fare a un ballo di non morti se non ci si nutriva di sangue e non ci si esibiva sulla pista. Maël dal canto suo danzava tra i vampiri con inquietante disinvoltura. Si muoveva sinuoso, elegante, tutti lo volevano afferrare e nessuno ci poteva riuscire.
Il Conte era al centro della sala e gli rivolse un largo sorriso e si diresse verso di lui, i canini scintillarono dannatamente pericolosi. A Niklas il collo di Maël non gli era mai parso tanto invitante come in quel momento circondato da così tanti sanguinolenti predatori. Osservava il vampiro avvicinarsi al compagno fissandolo con sguardo insistente.
Niklas si ritrovò ad avanzare nella massa di corpi danzanti contro il proprio desiderio.
«Mio caro» sussurrò il Conte con un ampio inchino per nulla sorpreso di vederlo arrivare «avete accettato il mio incarico, spero che abbiate buone notizie per me».
«Il mio creatore sta lavorando, la gabbia sarà presto pronta» asserì Niklas cercando di distogliere l'attenzione del vampiro. Il quale lo ignorò «siete dannatamente invitante» sussurrò il conte avvicinandosi alla sua preda «Perché non mi concedete l'onore di questo ballo?».
Maël sentì la presa salda di Niklas serrarsi sul suo polso «Balleremo quando tutto questo sarà finito» sussurrò Maël in risposta all'invito del Conte mentre il suo sguardo si spostava su Niklas che lasciò la presa. Non era del tutto certo a chi si stesse rivolgendo l'amico se al vampiro o a lui. Si sentì dannatamente sciocco sotto lo sguardo del suo mentore così si dileguò. Era accorso come se potesse aver bisogno di lui, bastava osservarlo per capire che niente e nessuno avrebbe potuto intimorire Maël Corbière.
Maël si lasciava trasportare dalla musica, i suoi movimenti ipnotizzavano chi lo osservava rendendo quasi impossibile togliergli gli occhi di dosso.
«Magnifico non trovi?»
La domanda del Conte colse Niklas alla sprovvista, era assorto, pareva che Maël si stagliasse splendente e che il resto dei partecipanti a quella danza fossero mere ombre opache sullo sfondo.
«Non sei tentato?» proseguì il vampiro «dall'idea di impossessarti di un desiderio? Potresti rinunciare a tuo padre e sceglierti un destino ben diverso».
Niklas esitò mentre osservava Maël che danzava con il suo vestito scarlatto che splendeva.
«Non sono tentato, ti porterò le fate e tu mi dirai ciò che sai» esclamò all'improvviso Niklas come destandosi da un sogno.
Doveva lasciare quella stanza, si sentiva nervoso e non erano i vampiri la causa del suo disagio.
Uscì a prendere una boccata d'aria, il cielo notturno era limpido e la città era avvolta dall'oscurità, solo qualche sporadico lampione brillava nel buio.
«Non trovi sia meravigliosa la notte?»
Niklas non aveva notato la presenza di Samuel su quella terrazza, il vampiro se ne stava seminascosto con aria assorta.
«Non lo è poi così tanto per una preda» sussurrò il cacciatore. «Non amo molto le feste» parve volersi giustificare «non fanno per me, doveva venire solamente Maël, ma ha insistito affinché lo accompagnassi...» Niklas si chiese perché si stesse giustificando.
«Volevi accontentarlo, o non volevi indisporlo?» chiese il vampiro avvicinandosi.
Niklas rise «credo entrambe...» in realtà adorava indisporlo, quell'espressione indispettita malcelata da un sorriso tirato, lo sguardo che si induriva mentre socchiudeva gli occhi. Trovava incredibile come potesse ricordare così bene ogni sua espressione.
«Non trovi che sia una distrazione?» gli chiese improvvisamente il giovane vampiro «potresti prendere scelte sbagliate per colpa sua non credi?».
«Niente può distrarmi» Niklas non era davvero convinto, ma lo ripeté cercando di convincersene. Doveva ritrovare suo padre, era da lui che aveva ereditato l'odio per le fate, era giusto... che altro aveva, non c'era niente che non avrebbe sacrificato per quello scopo...
Di certo anche Maël aveva uno scopo, non si stava adoperando così tanto solo per lui. Quando gli aveva chiesto di essere suo compagno di caccia aveva rifiutato, non aveva bisogno di lui.
«Dovresti tagliare i ponti con lui» proseguì Samuel con voce pacata «ti distrarrà, ti farà perdere di vista l'obbiettivo... Ti porterà a rinunciare ad esso perfino, è bravo ad attirare gli altri a sé... E quando ti avrà alla sua mercé ti tradirà».
Niklas sbatté le palpebre e rise divertito «ci stiamo solo sfruttando a vicenda... niente di più e quando tutto questo sarà finito...» danzeremo assieme «ognuno andrà per la sua strada, io avrò mio padre e lui... non so'... Qualunque cosa desideri» anche se non è restare assieme a me.
Per questo era uscito dalla sala? Perché sentiva di voler danzare assieme a lui almeno una volta?
Samuel lo osservò con i suoi occhi cristallini, il suo sorriso era quasi compassionevole, era come se riuscisse a percepire le parole non dette.
«Noi non siamo le copie dei nostri genitori, non siamo tenuti a fare ciò che loro si aspettano da noi, dopo tutti questi anni non dovresti biasimarti se hai iniziato a desiderare qualcosa di diverso da ciò che lui si aspettava» proseguì il vampiro poi quando vide l'espressione perplessa del cacciatore scoppiò a ridere, pareva strano che una voce così melodiosa si associasse ad un figlio della notte.
«Tranquillo non sono in grado di leggerti nel pensiero, non ho questo dono» lo rassicurò il vampiro «eseguo delle ricerche per il Conte, me lo ha chiesto quando ha deciso di commissionarvi la caccia delle fate di ghiaccio... hai lasciato troppe tracce dietro di te sulle tue ossessioni e fidati, forse sono arrivato a conoscerti meglio di quanto tu conosca te stesso. Credi davvero di poter rinunciare a tutto pur di ritrovare tuo padre e renderlo orgoglioso? Ma ascoltami, quando sarà il momento... ci sarà qualcosa che tu non sarai in grado di sacrificare...».
Niklas scosse la testa, cosa diceva, era solo un ragazzino, poteva avere anche mille anni in un corpo che non sarebbe invecchiato mai, ma era solo un eterno ragazzino, che pensava di conoscere ogni cosa, che parlava a sproposito.
Il vampiro se ne andò lasciando Niklas con i suoi pensieri, non voleva tornare dentro, doveva concentrarsi su come il suo creatore avrebbe potuto trovare le fate di ghiaccio, doveva trovarle...
Un movimento attirò la sua attenzione, un ragazzo stava saltando la recinzione, aveva capelli nerissimi e una corporatura snella.
Pareva così indifeso, cosa ci faceva un ragazzo nella villa di un vampiro?
Niklas balzò giù dal balcone, era sempre stato agile anche senza l'uso della magia, Mikhail lo riteneva una scimmietta.
Era incuriosito da quel ragazzo, non sapeva esattamente cosa in lui attirasse la sua attenzione, ma voleva avvicinarglisi, o forse voleva solo allontanarsi da quella villa e dai dubbi che conteneva.
Si muoveva furtivo, era davvero abile il ragazzo a non dare nell' occhio ma Niklas era un cacciatore e sapeva come seguire qualcuno senza essere visto.
Perché un ragazzo vorrebbe infiltrarsi in un covo di vampiri? Era forse pazzo?
Era davvero tanto bramoso di distrarsi dai suoi pensieri da aggrapparsi a qualsiasi cosa? Si disse Niklas mentre proseguiva a seguire il ragazzo.
Erano dentro la casa, Niklas sapeva che l'altro non lo avrebbe mai notato ma sapeva che il ragazzo poteva essere scoperto, era meno prudente di quanto pensasse, cosa poteva valere un tale rischio?
Forse non lo avrebbe mai scoperto perché i predatori avevano percepito la sua presenza e lo avevano accerchiato, come poteva essere così stupido da pensare di poter penetrare di notte in una villa piena di vampiri passando inosservato?
Creature che erano in grado di percepire l'odore di una preda imprevista chilometri di distanza, di giorno dovevano restare rinchiusi, il sole li poteva uccidere, ma le notti erano loro. La sola cosa che impediva agli esseri umani di impazzire era fingere che non fossero prede. Che non fossero prigionieri nelle loro dimore mentre i cacciatori imperversano aumentando di numero di notte in notte e li scalzavano sempre più. Rinchiudersi nelle proprie dimore, adornarsi di luccicanti trofei, collezionare fate. Tutte cose che lasciavano loro l'illusione del controllo in un mondo che ormai non era più loro, se solo i vampiri avessero voluto li avrebbero spazzati via...
Ma non questa volta, stavolta non avrebbero preso quello che volevano.
Niklas balzò fuori dall'ombra e si frappose tra i vampiri che erano sopraggiunti e la loro preda.
Il ragazzo si nascose dietro di lui, i vampiri lo osservarono infastiditi, evidentemente erano a conoscenza degli ospiti umani del Conte e quasi certamente era stato detto loro di non torcere loro un capello. Niklas ne fu quasi deluso, aveva voglia di dar sfoggia delle sue abilità, se non altro per infastidire Maël. Gli avrebbe dato straordinariamente fastidio se avesse scatenato una rissa con gli ospiti del loro committente, sarebbe stato incredibilmente stupido, rischioso e dannatamente divertente, ma non doveva essere la sua serata fortunata.
Maël quasi certamente stava ancora ballando, adorava mettere in mostra le sue abilità ma Niklas non voleva indugiare ulteriormente su quei pensieri.
«Che ti dice la testa» esclamò Niklas rivolto al ragazzo una volta che i vampiri se ne furono andati.
Aveva dei dolci occhi neri, doveva essere più giovane di lui, almeno così sembrava, il ragazzo abbassò lo sguardo intimorito «come ti chiami?» gli chiese Niklas cercando di rompere il ghiaccio «io sono Niklas Rehbenitz tu sei?» proseguì guardandolo incoraggiante.
Il ragazzo si guardò attorno incerto «ti posso almeno riaccompagnare a casa? Di notte la città non è un posto sicuro, io sono abile a tenere a bada i pericoli» proseguì Niklas «o almeno ci provo...» concluse ridacchiando.
Il ragazzo sorrise a sua volta «Jake, mi chiamo Jake Prosper Millais «disse infine il ragazzo.
Maël si lasciò cadere sulla dormeuse e sbuffò, detestava le feste dei vampiri, ma adorava ballare ed essere osservato. Quasi si sarebbe aspettato di veder spuntare Ewan ma evidentemente non si era ancora del tutto ripreso dal loro ultimo incontro, o forse una volta tanto aveva messo in moto il poco cervello che aveva accettando il suo magnanimo consiglio di sparire di circolazione.
Poco importava, sapeva che una volta messa in moto la giostra non si sarebbe fermata.
«Il ragazzo ha lasciato la villa».
La voce gli giunse distorta ma Maël conosceva bene il suo interlocutore.
«Volevi vederlo? Ora lo hai visto! E posso assicurarti che non è mai stato così motivato. Troverà le fate, il suo creativo terminerà la gabbia e tutti avremo ciò che desideriamo»
Maël non si voltò nemmeno dopo aver parlato, sentiva lo sguardo dell'altro su di sé.
«Il creativo, quanto credi che ci vorrà perché ricordi e ci conduca da loro?»
Maël sbuffò spazientito «Non devi mettergli fretta, la polvere di fata non fallisce mai, ognuna ha caratteristiche peculiari e quella che ho usato su di lui serve a questo, al momento opportuno ricorderà...».
Lo aveva visto nel bosco, aveva dimenticato quel giorno ma presto avrebbe ricordato, entrambi avrebbero ricordato.
Suo padre che urlava, Niklas si tappava con forza le orecchie per coprire le voci dei genitori. Sono una delusione per lui... lo sarò sempre, fu con quelle voci nella testa che Niklas si destò dal suo sogno.
Era solo in casa, Mikhail se n'era già andato, l'appartamento era silenzioso.
Niklas si sedette sul bordo del letto, quella situazione non poteva proseguire oltre, doveva parlargli, dovevano chiarirsi e soprattutto doveva scrollarsi di dosso quell'orribile sensazione di dosso.
Alle volte si chiedeva che piega avrebbe potuto prendere la sua vita in una città diversa, in un luogo dove suo padre non fosse scomparso a caccia di fate, dove sua madre non si fosse tolta la vita e dove tutto non fosse ruotato attorno a quell'ossessione di vendetta.
Si vestì in fretta cercando di radunare i propri pensieri, ma quando uscì Jake lo aspettava sulla porta, il ragazzo gli sorrideva dolcemente, alla luce del sole pareva ancora più giovane di quanto avesse ipotizzato la sera prima.
Lo aveva riaccompagnato a casa senza chiedergli nulla e lui non aveva detto altro oltre al suo nome, gli aveva chiesto di lasciarlo vicino al parco di Gäuul, Niklas per un attimo si chiese come il ragazzo potesse essere li ma poi si ricordò che stupidamente glielo aveva detto. Gli aveva anche proposto di fermarsi a dormire da lui... Chissà che gli aveva detto il cervello la sera prima. Forse perché lo aveva trovato dolce e stargli vicino gli aveva fatto sperare di distogliere i propri pensieri da Maël.
«Volevo ringraziarti per avermi aiutato e per non avermi chiesto niente, sei stato molto gentile» esclamò Jake «volevo accettare il tuo invito ma i miei compagni non avrebbero gradito che passassi fuori la notte, si sono arrabbiati già molto quando hanno scoperto che ero uscito...».
«Te li posso presentare, vieni con me al parco di Gäuul, vorrei che sapessero grazie a chi sono riuscito a tornare a casa ieri sera».
Niklas si sorprese ad annuire, era strano, non si riteneva una persona socievole eppure quel ragazzino gli ispirava fiducia.
A differenza della sera prima Jake parlò molto, di cose leggere, era spensierato dalla voce frizzante.
Niklas si perse nel turbinio di parole, voleva svagarsi e non si accorse nemmeno di essere arrivato a destinazione se non quando Jake salutò con una mano qualcuno dinanzi a lui.
Niklas sollevò lo sguardo, il parco di Gäuul, anche il palazzo dove viveva Maël era opera sua, era il più grande creatore di Barça, Mikhail lo adorava. Niklas ricordava bene che suo padre lo ritenesse uno sciocco che sprecava il suo talento per costruire fontane e palazzi. Per lui la sola cosa che un creatore doveva fare era utilizzare la magia che catturare le creature fatate, qualsiasi altro utilizzo della magia lo riteneva un'indecente ed inappropriato uso del talento umano.
Jake indicò due ragazzi seduti vicino ad un grosso salice, il primo aveva un'aria molto severa mentre il secondo pareva un cucciolo smarrito, se ne stava poggiato su un ramo ed era profondamente addormentato. «Sono Lionel e Tuffy, sono i mei compagni, viviamo assieme da che io ricordi» esclamò gioviale Jake «e li vicino alla fontana c'è Yuichi, lui si prende cura di noi, era così preoccupato per me quando si è accorto che ero uscito senza dirgli nulla. Adesso posso presentargli il mio salvatore, sono certo che si sentiranno molto più tranquilli quando ti vedranno».
Niklas sorrise al ragazzo, era così candido da essere disarmante. Strano, solitamente diffidava di chiunque. Non aveva nemmeno voluto indagare su cosa lo avesse spinto ad entrare nella villa del Conte.
Dinanzi alla fontana di Gäuul c'era un ragazzo dai lineamenti eleganti, all'apparenza pareva un principe, al suo fianco Niklas vi soprese Mikhail, sorrideva come non gli vedeva fare da tempo.
«Che strano, stavo cercando proprio te» si lasciò scappare Niklas facendo cenno con il capo in direzione di Mikhail.
Jake lo guardò incuriosito «Vi conoscete? Yuichi lo incontra spesso davanti alla fontana del drago, dice che adora osservarlo mentre crea per lui».
Niklas annuì, lo conosceva? Davvero lo conosceva?
Mikhail stava creando parole di magia e dal terreno apparivano piccoli gnomi con in testa buffi berretti a punta blu e rossi. Ed era così felice, era così ovvio mentre Yuichi gli sorrideva estasiato dalla sua creazione.
Niklas sentì il cuore sprofondargli nel petto, non lo aveva mai visto in quel modo quando creava le gabbie in laboratorio.
Jake parve avvertire l'inquietudine dell'altro perché gli prese la mano e gli sorrise «Devo offrirti qualcosa, te lo devo, non sarei mai riuscito a tornare a casa se non fosse stato per te».
Niklas distolse lo sguardo dall'amico, gli avrebbe parlato un'altra volta. «Hai in mente un posto in particolare?» chiese il cacciatore e Jake sorrise raggiante, era una giornata troppo bella per discutere
Maël ripose le lame sul tavolo e le osservò prima di rimuovere la casacca, si rimirò allo specchio mentre rimuoveva i gemelli dalla camicia, un altro giorno di libertà, quanto sarebbe durato?
Percepì i rumori alla porta e afferrò un coltello, il sole aveva appena iniziato la sua discesa nel cielo non poteva essere già arrivato, i vampiri non uscivano mai prima del calare del sole, la luce se non li uccideva li indeboliva molto, doveva essere al sicuro finché ci fosse stata luce in cielo.
Finalmente la porta si aprì e Niklas entrò barcollando nell'appartamento. Aveva uno strano volto estasiato, allungò la mano verso di lui con un enorme sorriso stampato in volto prima di crollare a terra scoppiando a ridere subito dopo.
«Mi hanno chiesto dove vorrei andare... e il solo posto che mi è venuto in mente è..».
https://youtu.be/7Ix_Q3MwZvQ
Questa performance di Johnny Weir ha ispirato la serata vampirica. E anche il ballo del cacciatore.
Anche il suo abito, insomma... molte cose di Maël Corbière vengono da Johnny, soprattutto i vestiti!
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