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VI

Il rosso dell'armadietto mi provoca un profondo fastidio.

Ripongo i libri per le lezioni d'oggi e poi lo richiudo.

Oggi tutti bisbigliano.
O meglio,non parlano affatto.
Bene.

Mi dirigo verso la classe di chimica.

Vedo delle ragazze piangere,hanno il trucco sbavato e gli occhi gonfi.

Entro in classe.

Hazel è al suo posto di fronte al suo portatile con una mano davanti alla bocca.

Appena mi vede si alza in piedi.

-Cosa mi hai fatto fare!Sei un mostro!Sono...un mostro!- scoppia in un pianto isterico.

-Che cazzo succede Haz!- non capisco.

-Io...tu...Rose è...- viene interrotta dalla voce del preside all'altoparlante.

-Un minuto di silenzio in memoria della tragica scomparsa della  signorina Erie Rose.-

Oh.

Hazel piange più forte di prima.

Prendo il portatile e lo giro dalla mia parte. Il quotidiano di Phoenix ha messo la notizia in prima pagina.

Morta tra le fiamme
Erie Rose, studentessa sedicenne, trovata morta nella sua auto andata  a fuoco probabilmente ieri sera.
I vigili del fuoco hanno confermato che l'incendio sia di origine dolosa.Si  è alla ricerca del colpevole.

-Hazal,Hazel,Hazel- scuoto la testa sorridendo.

-L'hai fatta grossa.- la ammonisco.

-TU SEI PAZZA!- mi urla.

-Non l'ho mai negato.-

-Non ci credo.Come  fai a rimanere indifferente cazzo!L'abbiamo uccisa!- urla.

Si accascia per terra con le mani nei capelli. -L'ho uccisa.- trema.

-Hazel.Hai intenzione di raccontare la veritá?Mh?-

Alza gli occhi su di me,le lacrime le scendono amare sul viso.
Mi guarda con disprezzo.

-Hai intenzione di farti l'ergastolo?Incendio doloso e omicidio colposo,Hazel.- mi inginocchia di fronte a lei.

Tira su col naso e continua a singhiozzare.

Le sistemo una ciocca dietro l'orecchio.

-Non fare cose di cui potresti
pentirtene.-

Il suo disprezzo svanisce quando si rende conto che ho ragione.

Annuisce e si alza.

-Ma...Non ti pesa nella coscienza Sky?Non pensi che...-

-No,Haz.In fondo mi hai semplificato le cose. Hai semplicemente anticipato quello che sicuramente avrei fatto io.-

Durante l'intervallo tutti parlano di Rose. Riesce ad essere al centro dell'attenzione anche quando non c'è. E sta volta non tornerà.

Hazel sta difronte al suo panino senza toccarlo.Sembra immersa nei pensieri.I sensi di colpa la stanno uccidendo.

Se solo sapesse la veritá.

Come puoi rimanere fredda e impassibile di  fronte a...a...questo!

Me lo aveva gridato prima di lasciarmi sola in bagno.
Non provo nulla.
Da sempre.
E non sará di certo la morte di Rose a suscitare qualcosa in me.

-Haz.- la chiamo.

-Dimmi.- è fredda.

Non alza gli occhi dal tavolo in legno del cortile.

-Come stai?-

-Ti interessa davvero?-

Owch.

Non rispondo.
Scommetto che la risposta la sa.

-Immaginavo.-

Un sorriso nasce sul suo volto.
Un sorriso amaro.

-Sai?Non credevo fossi così.
Dentro di te si nasconde una persona
crudele,spietata. Fredda, impassibile.Apatica. E non so perchè mi ostini a starti vicino.-

Non rispondo.
Mi aveva descritta con tre semplici aggettivi.

Quella ero io.
Spietata.Fredda.Apatica.

Nessuno fará mai parte del mio mondo.Sono solo io, me e me stessa.

È il mio gelido regno. E io ne sono la regina.

-Non riesco a...io non ti capisco.Dimmi come cazzo ci riesci!Io sto impazzendo!-

Schizofrenia, era la parola chiave.

Non apatia, impasibilitá, freddezza semplicemente schizofrenia.

-Non lo so.-

Si alza di scatto.
La mia risposta le ha dato sicuramente fastidio.

-Io...io vado a darmi una rinfrescata.-

Faccio spallucce.
Potrei provare a fingersi triste per Rose,se solo mi imparasse.

Tutti hanno un volto triste e amareggiato.
Non posso fare a meno di ridacchiare e scuotere la testa.

È palese che fingono, Rose è la tipica ragazzina scorbutica e popolare.

-Perché sorridi?-

Alzo gli occhi.

Stava seduta sulla moquette della sua stanza.

Osservava il vestito nero sul suo letto. L'aveva scelto lei.
La madre l'aveva paragonata a Mercoledì Addams e lei non riuscì a non pensare che avesse ragione.

Un vestito lungo fino alle caviglie con il colletto bianco.
Davanti allo specchio, si pettinava i lunghi capelli corvini.

Fuori,il silenzio veniva squarciato dai tuoni.
Indossò il vestito e sesce le scale.
-Skylinne,vieni.- la chiamò.

Skylinne vide la madre di Lucy seduta sul divano.
-Skylinne...- la donna la guardò.

Aveva gli occhi gonfi e consumato dalle lacrime. Aveva l'aria affranta.

-Lucy...- la ragazzina piegò la testa di lato.

In fondo l'aveva capito.
-È morta.- una lacrima attraversò il viso consumato dal pianto.

Skylinne fece un passo indietro scuotendo la testa.

Non piangeva.Non provava emozioni. Ma non era pronta.

Pronta a perdere una persona così importante per lei.
Non voleva ammetterlo a se stessa ma in fondo sapeva che Lucy , in qualche modo, nel suo modo malato, faceva parte di lei.

Si appoggiò con la schiena alla parete e si lascio scivolare giù.
Portò le ginocchia al petto e le avvolse con le braccia.

Dalla cucina riusciva a sentire i discorsi che si scambiavano la madre di Lucy e la sua.

-Non mangiava più. John a provato a portarla fuori a giocare ma restava sola. Il dottore ha detto che era depressione, e i sintomi erano quelli.- fece una pausa tirò e tirò su con il naso.

-Qualla mattina me lo sentivo...in bagno ci metteva troppo...trovarla così...io- scoppiò a piangere.

Sua madre si sedette accanto a lei avvolgendola con le braccia sottili.

L'aveva rovinata.
Aveva trascinato nel baratro anche lei. Skylinne l'aveva capito.

Il suo modo di amare era pericoloso. Dannatamente pericoloso.










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