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Φιλία

Φιλία*

Hogwarts, Tana, 3 maggio 1998

Non riesco ancora a crederci.
Sono seduto sul mio letto, posto proprio davanti al suo, con le coperte ancora rimboccate alla perfezione.

Profumano di pulito, e non di sangue come le mie.

Osservo il motivo a quadri sul copriletto, in uno stato di trans.

I ricami vanno su e giù, su e giù.

Sposto lo sguardo sulla porta, convinto che lui possa irrompere nella stanza, accompagnato dalla sua solita furia, ma nessuno entra, nessuno fa rumore.

Non ci credo ancora.

Quell'esplosione...
Era destinata a me. Non a lui. A me.

Sarei dovuto morire io, ma le cose non sono andate come dovevano.

Io, George Weasley, sono qui. Vivo.

Io, George Weasley, nato il primo di aprile, anno 1978.

Io, George Weasley, Grifondoro.

Io, George Weasley, un essere tornato normale.

Io, George Weasley, senza la parte più importante di me stesso. Fred.

Da bambini ripetevamo all'infinito l'indovinello della Sfinge, apportando piccoli ma fondamentali cambiamenti.

"Qual è quella cosa che la mattina cammina a otto zampe, il pomeriggio quattro e la sera sei?"

Nessuno poteva immaginare che, la sera, quella cosa avrebbe avuto solo tre appoggi, e non sei.

Ho gli occhi che ancora sono pieni degli orrori che ho visto.

Io c'ero così vicino... perché si è messo in mezzo? Non poteva farsi i fattacci suoi, per una volta?

Ma no, lui era Fred. Era un Weasley.

Lo aveva nel DNA.

E fu così che la bomba di Augustus Rookwood ha preso lui, e non me.

Fred ha preferito far vivere ME.
Ha sacrificato tutto: era giovanissimo, aveva tutta la vita davanti.. Così facendo ha raddoppiato il valore della mia, di vita, una vita che forse non merito.

Se solo potessi tornare indietro, gli farei da scudo con il mio corpo.

Probabilmente, anzi sicuramente, non sarebbe rimasto buono a guardare mentre io mi sacrificavo per lui, no, ma avrebbe capito.

E così io ora non sarei qui, in un posto dove non mi sento più a mio agio.

Quando Fred mi si è buttato davanti, gli ho urlato nelle orecchie.

Parecchie volte ho pensato che, forse, quello senza orecchio era lui, e non io, o forse non mi ha voluto sentire volutamente. Propendo per quest'ultima ipotesi più di ogni altra.

So solo che quando si è gettato in avanti, ho fatto di tutto per ribaltare la situazione, invano.

E la bomba lo ha preso in pieno.

Quando l'ho visto accasciarsi per terra, piegato in due dal dolore, sono riuscito ad intercettare il suo sguardo.

E ho capito. Ho capito che non me ne stava facendo una colpa, ho capito che era giusto che andasse così.
O almeno, secondo lui era giusto che andasse così.

Prima di lasciarmi qui, da solo, mi ha sorriso.

Uno di quei suoi sorrisi sarcastici, che rivolgeva alla gente quando sapeva di avere ragione, o quando sapeva di esseere riuscito a farne una.

Uno di quei sorrisi che facevamo in due, un sorriso così simile al mio, ma che non è mai stato, e mai potrá piú essere uguale.

Ora mi sembra di non riuscire più a vivere.

Quando è morto uno dei tanti nostri zii, ho sentito una sensazione strana, come se non avessi ancora realizzato l'accaduto.

A quel tempo, però, c'era qualcuno con cui dividere il peso, l'alone di tristezza e dolore che la morte porta con sé.

Questa volta no.

Nel petto, proprio all'altezza del cuore, ho sentito e continuo a sentire un vuoto, e già so che non riuscirò a riempirlo mai più, nonostante tutte le esperienze che ho ancora da vivere.

E questo perché non avrò nessuno con cui condividerle, nessuno al mio fianco.

Perché Fred non era solo un fratello, non era solo un parente, non era solo il mio migliore amico.
Lui era la parte migliore di me, quella perfetta, senza errori.

Era, e continuerà ad essere, quella persona la cui felicità va sempre messa prima della propria, qualcuno per il quale mettere da parte orgoglio, ragione, torto.

Eravamo legati nell'anima, e quando ho visto quest'ultima lasciare il suo corpo, ho sentito come se qualcosa, dentro di me, si fosse spezzato, rotto.

Non ho il coraggio di guardare in faccia nessuno della mia famiglia, ora.

La mamma è distrutta.

Non potrà più confonderci, o meglio, confondermi, e noi, o meglio, io, non potrò più rimproverarla su che madre sconsiderata sia, una che non riconosce neanche i suoi figli.

Quanto vorrei che tornasse ad avere la possibilità di confonderci...

Non avrò nessuno con cui festeggiare il compleanno, un giorno che abbiamo condiviso sin da subito.
Ora il primo di aprile ha solo un possidente, me, e come vorrei che, invece, fosse Fred.

Non potrò più usare la parola "noi". "Noi" non c'è più.
C'è solo "io", "io" individualità, "io" solitudine, "io" unico.

L'unicità, nel mio caso, fa male. Troppo.

Se solo mi fosse proteso per coprirlo...
Non me lo perdoneró mai.

Lui è morto nel tentativo di proteggermi, consapevole del fatto che io avrei fatto lo stesso, perché lo avrei fatto, mille volte.

Ma lui mi ha preceduto. Quel mascalzone..

L'unica cosa che, ogni tanto, mi fa capire di come Fred fosse padrone delle sue azioni, è il fatto che abbia sorriso alla morte come una vecchia amica, a ricordare l'ultimo dei tre fratelli, nella fiaba, quello che è sempre stato il suo preferito.

Doveva averla sempre vinta, doveva sempre avere l'ultima parola.. D'altronde, era fatto così. Era fatto bene.

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Spazio autrice

Sono in tutto 905 parole.

*Φιλιά: (pronuncia='filía'), parola greca.
Si traduce come concetto di amicizia, amicizia tra due amici, un sentimento che lega due persone in modo astratto.
È un richiamo voluto alla φιλιά del libro 'Shadowhunters'.

Ho deciso di intitolare così il capitolo non perché voglia fare la maestrina, lungi da me: innanzitutto, è una delle mie parole preferite, tra quelle che sto studiando, ma più di ogni altra cosa trovo che sia un concetto meraviglioso, poche lettere che comprendono tutto quello che c'è dietro un sentimento molto complesso e inspiegabile a parole. Non so, mi piace davvero molto.

Comunque, ho deciso di non fare una OS troppo lunga volutamente: non volevo allungare il brodo, anche perché mentre scrivevo mi sono sentita molto triste, quasi depressa.
D'altronde, la morte di Fred non credo l'abbiano superata in molti.

Spero che vi sia piaciuta, e taggo le giudici RosalineW, originalsnasoox e LilyEvanss_, con cui mi scuso, ancora, per essermi ridotta così tardi.

All the ansia and the disagio♡

                                                        Elena

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