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6. Quel vecchio

Selene

‹‹Io esco›› annuncio a Stefano, seduto davanti alla tv.

‹‹Non dovevi studiare?›› Mio fratello osserva il mio outfit e un sorriso lieve gli increspa le labbra.

‹‹Non ce la faccio più, ho bisogno di un po' di svago.››

‹‹Va bene, divertiti.››

Ci proverò. Fuori, Gloria mi sta aspettando in macchina.

‹‹Ehi.›› L'abbraccio e le do un bacio sulla guancia. È molto carina stasera, ha messo il rossetto rosso che le accende gli occhi scuri.

‹‹Scrivi a Livia e dille che tra poco siamo da lei.››

‹‹Hai studiato oggi?›› Digito velocemente il messaggio e mi volto a guardarla. Frequentiamo la stessa facoltà e stiamo preparando lo stesso esame.

‹‹Sì, tutto il giorno. Tu?››

‹‹Magari. Stamattina sono stata ad aiutare Stefano e ho fatto poco e niente. Oggi pomeriggio qualcosina, ma sento di non farcela.››

‹‹Selene, non dire così. Andrà tutto bene.››

Sbuffo. No, che non andrà bene. ‹‹Cambiamo discorso. Livia ti ha raccontato come è andata l'uscita con quel tipo?›› Non mi sforzo neanche di ricordare il suo nome. Livia esce con un ragazzo diverso ogni sera.

‹‹Sì.›› ride. ‹‹Non credo che sia adatto a lei, l'ha portata al cinema e stava per addormentarsi già dopo dieci minuti.››

‹‹Non penso che sia un dramma per lei››, rispondo sorridendo.

Poco dopo siamo sotto casa della nostra amica. Entra nell'auto e una zaffata del suo profumo preferito ci investe.

‹‹Tesore mie›› si sporge in avanti per salutarci.

‹‹Allora? Raccontaci›› dico subito.

‹‹Lasciamo perdere, un altro caso umano.››

‹‹Ma dai, è stato carino a portarti al cinema. Almeno ha dimostrato di non voler solo scopare.›› risponde Gloria. Guarda Livia attraverso lo specchietto retrovisore.

‹‹Sarebbe stato meglio se ci avesse provato, almeno avrei saputo gestire la situazione.››

‹‹È che non sei più abituata alla gentilezza.››

‹‹Senti, ti passo il numero così ci parli tu se proprio ti interessa.››

‹‹No, tranquilla. Era solo per dire che io apprezzerei di più uno che mi porta al cinema piuttosto che uno che mi porta a bere per poi scopare nei sedili posteriori della macchina.››

‹‹Però scommetto che se te lo chiedesse Broderik non ti faresti tutti questi problemi ad andare nei sedili posteriori della sua macchina.››

‹‹Dai, Livia›› la blocco. Gloria è mia amica da cinque anni e so bene quanto sta sotto a Broderik. Mi dispiace quando Livia la prende in giro, loro due sono completamente l'opposto. Livia è aperta e spigliata, Gloria è timida e riservata. ‹‹Sei permalosa stasera.››

‹‹No, sono solo stanca dei casi umani. Comunque, stai bene con il rossetto rosso, Gloria. Vedrai che anche Brod lo apprezzerà.››

‹‹Non l'ho messo per lui››, risponde piccata.

‹‹Brava, così mi piaci. Mai fare qualcosa solo per piacere ad un uomo. Sono una massa di caproni e non lo apprezzerebbero.››

Su questo punto non posso che darle ragione. Guardo fuori dal finestrino. Le luci posteriori delle auto ferme in coda davanti a noi colorano di rosso il marciapiede. Più in là un uomo si avvicina ad una Ferrari. È alto, ha i capelli lunghi che gli arrivano sulle spalle. Porta un giubbotto di pelle nera e jeans scuri. Gesticola verso qualcuno, pare che stia ridendo. Sposto lo sguardo oltre, seguendo i gesti dell'uomo.

I miei occhi cadono su Ante. Mi avvicino al finestrino per guardare meglio. Scende dal marciapiede e si avvicina ad un suv BMV nero. Saluta con la mano quello vicino alla Ferrari e si infila in macchina.

Oggi è stato strano. Ho perso il controllo dei miei pensieri e gli ho detto cose che non avrei dovuto. Mi ha sorpresa, mi aspettavo una risposta più banale o che si indignasse e andasse a lamentarsi con mio fratello per il trattamento ricevuto.

Riesco ancora a sentire l'intensità del suo sguardo mentre mi parlava. Sospiro guardando la sua macchina sfrecciare via. Non deve passare un bel periodo, so che non è facile per loro quando hanno degli infortuni e non possono giocare. È capitato anche ad Alexandar. Mi riprometto di essere più gentile con lui.

Nel locale dove lavora Broderick stasera c'è un gruppo a suonare. Nessuna di noi sa chi siano ma data la quantità di gente presente devono essere discretamente conosciuti.

Salutiamo il nostro amico che ci ha riservato un tavolo e lui ricambia abbracciandoci una ad una. Gloria sembra sospirare quando si allontana. È un ragazzo bellissimo, non c'è che dire. Pelle color cioccolato, labbra carnose e un fisico da fare invidia ai bronzi di Riace. Anche io sono rimasta impressionata la prima volta che l'ho visto.

Frequenta anche lui la facoltà di giurisprudenza e, anche se è qualche anno più piccolo di noi, siamo diventati subito amici. Tant'è che il bar dove lavora è diventato il nostro punto di ritrovo.

Livia tira fuori il cellulare e comincia a fare delle foto. ‹‹Venite qui, stronzette, facciamoci una foto.››

Ci avviciniamo a lei e sorridiamo all'obiettivo. La fotocamera ci rimanda il viso di tre ragazze sorridenti. Livia è bellissima, ha messo un vestitino nero satinato, con una scollatura a V che esalta il suo seno aggraziato. Anche Gloria ha messo un vestito, blu scuro, con le spalline sottili e una scollatura quadrata che copre interamente il seno. Io indosso una camicetta beige e una gonnellina verde scuro, con gli stivali neri alti.

Sembriamo così felici. A volte mi chiedo cos'è che mi impedisce di esserlo davvero. Ho delle amiche fantastiche per le quali darei l'anima, un fratello che stravede per me e una famiglia amorevole. Studio per diventare magistrato, il mio sogno da quando ero bambina. Non è avere o meno una relazione amorosa che dovrebbe definirmi come persona, non ho bisogno di una persona accanto per sentirmi qualcuno.

Eppure, ho permesso ad un uomo di farmi a pezzettini. Mi sono illusa di essere l'unica, come diceva lui. Ero innamorata, credevo davvero nell'autenticità della nostra relazione, credevo davvero che avrebbe lasciato sua moglie.

Aveva preso un appartamento per noi due, era il nostro rifugio. Facevamo progetti per il futuro, mi aveva chiesto di trasferirmi lì. Sembrava tutto perfetto fino a quando non ho scoperto che sua moglie stava aspettando un altro bambino e che lo avevano beccato fuori da un locale mentre baciava un'altra ragazza.

Non ero l'unica, ero una delle tante.

‹‹Wow, bellissime!›› Un ragazzo si avvicina a noi, entrando nell'inquadratura della foto.

Cerco di scrollarmi di dosso la sensazione di vuoto che provo ogni volta che ripenso ad Alexandar e torno al mio posto. Livia si lascia abbracciare e fa una foto con il ragazzo. Pare abbastanza alticcio. Ne arriva un altro che prende il ragazzo alticcio per un braccio e lo trascina lontano da Livia.

‹‹Scusate, ragazze scusate. Il mio amico ha alzato un po' il gomito. Ma è innocuo.››

Ci scambiamo uno sguardo e ci sorridiamo nello stesso momento. È moro, indossa una camicia bianca con i primi due bottoni sbottonati, i lineamenti del viso sono definiti, la mascella forte.

Livia appoggia la mano sotto al mento e mi guarda. ‹‹Bel ragazzo.››

Annuisco, senza troppa convinzione.

‹‹Che hai? Ti sei rabbuiata. Stai pensando a quel vecchio?››

Ha sempre chiamato così Alexandar per via della differenza di età che c'era tra noi. A novembre compirà trentasette anni, mentre io ne farò venticinque. Lo stesso giorno, tra qualche settimana. Probabilmente è per questo che ultimamente penso spesso a lui.

Scuoto la testa in segno di diniego anche se non posso celare le mie emozioni a Livia e Gloria, mi conoscono troppo bene. Per fortuna Broderik interrompe l'occhiataccia che mi sta rivolgendo la mia amica, portando i cocktail. Livia fa un sorso e chiude gli occhi, gustandolo.

‹‹Ottimo, come sempre. Quand'è che cominciano a suonare?››

‹‹Tra poco. Sei impaziente? Nemmeno li conosci.››

Broderik mi fa segno di alzarmi e io sposto la sedia verso Gloria, in modo da farlo sedere più vicino a lei.

‹‹Perché non te ne torni a lavorare?›› gli risponde Livia, dopo avergli fatto una smorfia.

Stringe il mio polso, tirandomi verso di lui, per farmi sedere sulle sue gambe, ma gli faccio segno di no con la testa. ‹‹Cinque minuti di pausa per fare due chiacchiere con voi. Non mi volete? Allora vado fuori a fumare.››

‹‹No, resta. Non ascoltarla.›› Le gote di Gloria si infiammano quando Broderik le sorride.

‹‹Almeno sono carini questi musicisti?›› Livia riporta l'attenzione del ragazzo su di sé.

Lui alza un sopracciglio. ‹‹Vorresti uscire con uno di loro?››

‹‹Perché no.››

‹‹Beh in effetti alla tua collezione di uomini un musicista manca, o sbaglio?››

‹‹Ti odio.››

Guardo Gloria e scuoto la testa. Quando partono a battibeccare questi due non la finiscono più. Il loro è un rapporto di amore e odio.

La band comincia a suonare e la serata comincia ad ingranare. Bevo, mi diverto, rido tanto. Livia ci trascina a ballare sotto alla specie di palchetto improvvisato, ma più che ballare ci agitiamo come delle indemoniate al ritmo di musica rock. Anche Gloria stasera si sta lasciando andare.

Il locale è strapieno, devo farmi largo tra i corpi accaldati per raggiungere il bancone. Broderik non ha un attimo di tregua lì dietro, appena mi vede mi fa un cenno di assenso con la testa e mi appoggio con le braccia sul piano di legno lucido ad aspettare.

‹‹Ciao.››

Mi giro verso destra. Accanto a me, sorridente, c'è l'amico del ragazzo ubriaco che voleva fare una foto con noi prima.

‹‹Ciao.››

‹‹Posso offrirti qualcosa da bere?››

Broderik mi piazza tre bicchieri davanti e lancia uno sguardo al ragazzo prima di tornare al suo lavoro. Sorrido.

‹‹Già fatto, grazie.›› Raccolgo i bicchieri.

‹‹Ascolta, posso sapere come ti chiami?››

‹‹Selene.››

‹‹Selene, a costo di sembrare banale, prima ti ho notata, sei la ragazza più bella del locale... ti va di uscire fuori? Mi piacerebbe parlare un po' con te.››

Osservo le sue spalle larghe e le labbra incurvate in un sorriso speranzoso. Perché no. ‹‹Dammi due minuti.››

Porto i cocktail a Livia e Gloria non senza difficoltà a far restare il liquido nei bicchieri e dico loro che vado fuori. Il ragazzo mi sta aspettando sulla porta, mi fa strada fuori. Superiamo le persone assiepate davanti all'ingresso e ci spostiamo al lato, più tranquillo.

‹‹Io sono Riccardo, comunque.››

Gli stringo la mano. ‹‹Come sta il tuo amico?››

‹‹Bene, ha smesso di bere alcool per stasera. Stiamo festeggiando il suo esame di abilitazione da avvocato.››

‹‹Ah, anche io studio giurisprudenza?››

‹‹Davvero? Anche io sono avvocato, sei una futura collega.››

Scuoto la testa e guardo verso il cielo. ‹‹No, io diventerò magistrato.›› Un giorno. Prima o poi ce la farò.

‹‹Allora ci incontreremo in tribunale.›› Si guarda intorno, infilando le mani nelle tasche del pantalone. ‹‹Non ero mai stato in questo posto prima d'ora. È una zona tranquilla.››

Annuisco. ‹‹Infatti non ti ho mai visto.››

‹‹Tu ci vieni spesso?››

Mi appoggio al muro. ‹‹Fai troppe domande.›› Io preferirei fare altro. Faccio un sorso dal bicchiere senza mai staccare gli occhi dai suoi.

Riccardo capisce il mio invito e in un lampo me lo ritrovo a pochi centimetri da me. Lascio scorrere la mano libera sul suo braccio. Incrociamo i nostri sguardi per alcuni istanti. Si china su di me e mi bacia. È piacevole. Le sue labbra sono fresche, decise. Col suo corpo contro il mio mi riscalda e scaccia via anche l'ultimo briciolo di malinconia che si annida nel mio cuore.

Continuiamo per un po', mi libera la mano dal bicchiere e gli avvolgo le braccia intorno al collo. Riccardo mi tiene per i fianchi, stretta a lui. Ad un tratto sento la presenza di qualcuno proprio vicino a noi. Apro gli occhi e mi allontano dal viso di Riccardo.

Broderik mi guarda e sogghigna. È appoggiato con la schiena e una gamba contro il muro e sta fumando.

‹‹Ehi.››

‹‹Ciao›› gli fa Riccardo, infastidito dall'interruzione.

Broderik gli rivolge appena uno sguardo. Fa un tiro alla sigaretta. ‹‹Le tue amiche si stavano chiedendo dove fossi. Vogliono tornare a casa.››

‹‹Ora vado.›› Guardo Riccardo, sorridendo. Sono stata bene in questi ultimi minuti con lui.

Lui fa un passo indietro, capendo la situazione. ‹‹Mi lasci il tuo numero?›› chiede, tirando fuori il cellulare dalla tasca.

Esito. Non sono sicura di volerlo sentire o rivedere. Ho poco tempo per riflettere, quindi prendo il cellulare e digito in fretta il numero. ‹‹Ciao, Riccardo.››

Cerca un contatto con me ma sono già sgusciata via, con Broderik al mio fianco che mi cinge le spalle e mi da un bacio sulla testa.

‹‹Hai passato una bella serata?››

Annuisco, mentre mi appoggio alla sua spalla ed entriamo nel locale.

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