13. Meriti di più
Ante
Ascolto Kolarov come se fossi con la testa sott'acqua. Le sue parole mi arrivano distorte, si dilatano e si disperdono nel mare dei miei pensieri. Ci ho messo meno di un secondo per capire, è lui il misterioso ex di Selene.
La prima cosa che mi chiedo è perché? Perché proprio lui? Selene è bella, è giovane, è in gamba. Avrebbe potuto scegliere chiunque, perché proprio Kolarov?
Non ho mai frequentato Alexandar, non fa parte della mia cerchia di amicizie milanesi, ma so cosa si dice in giro su di lui. So che il suo sport preferito è quello di sedurre le ragazze per portarsele a letto.
Ora capisco anche perché Selene ha così tanti pregiudizi su di noi.
Per questo all'inizio era così acida e schiva con me, si stava solo proteggendo. Alexandar deve averla ferita parecchio e così, per paura di mostrare di nuovo a qualcuno il suo lato delicato e di essere ferita, si è calata sul volto la maschera dell'antipatica e della snob. La sua delusione più le esperienze che ha avuto la sua amica, come mi ha raccontato l'altra sera, l'anno portata ad etichettarci tutti come persone poco serie.
‹‹Non sapevo che venissi pure tu da Stefano›› indago.
‹‹Era da un po' che non venivo. Tu sei venuto su consiglio di Perisic, immagino.››
Allora perché è tornato proprio adesso? Forse lui e Selene hanno ripreso a vedersi... sento una stretta allo stomaco. Scruto i suoi occhi, sorride ma sembra pensieroso e infastidito, presumo per essere stato interrotto. Erano molto vicini quando sono entrato, sembrava che stessero per baciarsi.
Annuisco. ‹‹Sì. Mi sto trovando bene.››
‹‹Bene›› risponde lui sbrigativo. Mi da un colpetto sulla spalla. ‹‹Ci si vede.›› Dà un ultimo rapido sguardo al corridoio dietro di me e poi esce.
Trovo Selene in una delle stanzette, appoggiata ad un lettino, lo sguardo rivolto verso la parete di fronte a lei e le mani strette al bordo.
Mi fermo sulla soglia. ‹‹Ehi.››
Si gira di scatto e mi guarda. ‹‹Ehi.›› Le labbra si tendono in una specie di sorriso. ‹‹Come stai?››
Io avevo pensato che potessero essere tornati insieme, ma guardandola adesso mi accorgo di quanto sia turbata. Sono infastidito dal fatto che Kolarov possa sconvolgerla in questo modo. Faccio un passo nella stanza e chiudo la porta. Selene guarda la porta chiusa poi me.
‹‹È lui, vero?›› chiedo senza giri di parole.
I suoi grandi occhi marroni restano nei miei per alcuni interminabili secondi. Sa di cosa sto parlando e non cerca scappatoie. È bella stamattina, ha la bellezza delle persone ferite che continuano a sorridere per non far pesare agli altri il proprio dolore. Se lo tiene tutto dentro, ma in questo momento gli occhi ne sono pieni. Loro non mentono mai.
‹‹Sì. Però per favore non dire niente, ok? Qualsiasi cosa tu stia pensando, tienitela per te.››
Sto pensando tante cose ma niente di quello che crede lei. Ha paura che possa giudicarla, perché Kolarov è un uomo sposato e probabilmente è lei la prima a giudicarsi. In realtà vorrei soltanto abbracciarla. Per quanto tenti di nasconderlo, le si legge negli occhi tutto il dolore che quella storia le ha causato.
Deve essere stata una storia abbastanza importante per aver lasciato quei segni dentro di lei, e questo mi fa capire quanto Selene sia genuina. È una ragazza pura e per questo crede che le altre persone siano come lei. Per questo Kolarov l'ha ferita tanto profondamente, evidentemente ha creduto a tutto quello che le ha detto fino a quando non ha scoperto la verità.
Come si fa a cancellare dalla mente di qualcuno il ricordo di una brutta esperienza? Vorrei saperlo fare, vorrei avere questo potere solo per vedere Selene libera di riuscire ad aprirsi ancora, ad essere ancora vera.
Annuisco. ‹‹Posso farti solo una domanda?››
Selene ci pensa. ‹‹Va bene.››
‹‹Come mai era qui? Ci state riprovando o...››
‹‹Oh dio, no! Non voglio vederlo mai più.›› sbotta. Si sposta verso la parete e io mi siedo sul lettino di fronte a lei. Sento qualcosa dentro di me che si distende, non mi sono accorto di aver contratto i muscoli delle spalle.
‹‹Sabato sera ci siamo incontrati per caso›› continua lei. ‹‹Era la prima volta che ci vedevamo da quando la nostra storia è finita. Alexandar ha provato a salutarmi, ma me ne sono andata e poco fa, quando sono scesa, l'ho trovato qui.››
‹‹Dimmi la verità, prima quando vi ho visti... ha fatto qualcosa che non doveva fare?›› La sola idea che le abbia messo le mani addosso contro la sua volontà mi fa ribollire il sangue nelle vene.
Selene mi sorride, ed è proprio uno di quei suoi sorrisi sensuali che mi restano in testa. ‹‹Ti stai preoccupando per me, Ante?››
‹‹Sì, voglio che tu stia bene.››
‹‹Sto bene. Non è successo niente.››
Mi alzo e apro la porta. ‹‹Allora vado ad allenarmi.››
‹‹Ok.››
Prima di uscire mi giro di nuovo verso di lei. ‹‹Ah, Selene, se ti dovessi sentire triste per lui ricordati che meriti di più. Molto di più.››
***
L'allenamento in palestra è sempre noiosetto, noi calciatori preferiamo stare sul campo col pallone tra i piedi. Quanto mi manca quel pallone. Mi manca come l'aria. Faccio tutto quello che mi dice Stefano, lui è attento ad ogni movimento ad ogni particolare e per questo lo apprezzo.
Si sta prendendo cura dei miei muscoli in maniera esemplare ma lì dentro mi sembra di impazzire. Stefano se ne accorge, percepisce la mia frustrazione, e non so se sia per questo o perché sono realmente pronto, ma mi annuncia che ha avuto un colloquio con i preparatori atletici a Milanello e che domani andrò a svolgere una parte dell'allenamento sul campo. Quindi mi spiega il nuovo programma giornaliero che prevede l'allenamento a Milanello e delle sedute a giorni alterni in clinica da lui.
In uno slancio di felicità lo abbraccio e lo ringrazio di cuore. Finalmente qualcosa comincia ad andare per il verso giusto.
Finisco di rivestirmi e raggiungo Selene. Voglio ringraziare anche lei, chissà se la rivedrò in questi giorni.
Come sempre, è china sul libro. Ricordo la prima volta che l'ho vista sulla panchina qui fuori. Ricordo di aver pensato che volevo essere al suo posto, invidiavo la sua calma. Ora invece non la invidio per niente, sembra che studiare la stressi parecchio.
Appoggia il mento sul palmo della mano, sorridendomi. ‹‹Finito per oggi? Come è andata?››
‹‹Tutto bene.›› Guardo l'orologio, si è fatto quasi mezzogiorno. ‹‹Vuoi fare una pausa? Ti offro il pranzo.››
Selene si massaggia la fronte e sospira. ‹‹Grazie, ma non ho fame. Ho lo stomaco chiuso.››
‹‹È per lui?››
‹‹No›› risponde dura. ‹‹È per lui›› indica il libro.
Sorrido a malapena. ‹‹Va bene, non insisto. Se cambi idea chiamami.››
Mi infilo in macchina e mi rendo conto che ci sono rimasto male e che avrei voluto passare del tempo con lei.
Mi rendo conto che stamattina mi sono svegliato con il pensiero di rivederla.
Mi rendo conto che quando l'ho vista con quell'altro il mio corpo ha vibrato di gelosia.
Piombo nello sconforto più assoluto. Sono geloso di Kolarov; almeno lui è riuscito ad avere quello che io non potrò mai avere. Selene non proverà mai interesse per me, mi vede solo come un calciatore. Un coglione tra tanti.
E coglione lo sono davvero, invece di risolvere i problemi che abbiamo io e Lara incasino tutto pensando ad un'altra ragazza. Selene non è la causa dei nostri problemi e non sarà la soluzione. Non posso aggrapparmi a lei solo perché sono in un momento buio.
Le ho appena detto che merita di meglio di uno che non la rispetta, non lascerò che il mio desiderio per lei prenda il sopravvento. Ora come ora potrei comportarmi nella stessa identica maniera di Kolarov.
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