Roommate
Per quanto cerchi di tornare a dormire non ci riesco; sarà il fuso orario o i raggi del sole che penetrano dalle ampie finestre della mia camera ma ormai non ho più sonno. Apro gli occhi e la prima cosa che noto è la parete bianca davanti ai miei occhi e i mobili moderni sparsi per la stanza, al centro di essa vi è un letto rotondo, anch'esso con lenzuola bianche. Mi chiedo se la mamma lo abbia fatto per lasciarmi veramente la scelta di dipingere come voglio o semplicemente non sapeva quale fosse il colore che mi piace, del resto non credo sappia nemmeno quale sia il mio preferito. Apprezzo comunque il suo gesto e inizio a sentire la sua mancanza. Sono tornata ormai da una settimana e non ci siamo ancora sentite. Prima che possa iniziare a riflettere su quanto mi sento sola in questa casa enorme sento il campanello suonare. Volgo lo sguardo verso la sveglia e vedo che sono da poco passate le sette e mezzo del mattino. Mi alzo dal letto e dopo aver sceso l'ampia scalinata che porta al centro del salone, corro verso la porta. Sarà Dolores in anticipo che avrà lasciato le chiavi a casa e per questo ha suonato ma una volta aperta la porta non trovo Dolores. La prima cosa che noto sono degli occhi verdi adornati da delle folte sopracciglia nere. Non ricordo nessuno della mia famiglia o amici con occhi verdi.
-Salve, posso aiutarla?- non sembra ci siano più di cinque anni di differenza tra me e il ragazzo dagl'occhi verdi ma mi hanno sempre detto di dare del lei a chiunque se non lo si conosce
-Si cerco Evelyn Young, mi hanno detto che abita qui- afferma lo sconosciuto con una voce profonda e roca, come se si fosse svegliato solo ora.
-Ehm sono io...ci conosciamo?- domando cercando di riportare alla mente chi sia, i lineamenti sono famigliari ma non ho idea di chi possa essere.
-No, però conosci mio padre; sono il figlio di Robert, Lewis.-
Ricordo Robert; era uno dei migliori amici di Alejandro, il compagno di mia madre. Abbiamo passato alcune settimane a Madrid da loro e sapevo dell'esistenza di un figlio che però era fuori per un anno sabbatico.
-Oh, certo ricordo...Vuoi accomodarti?- gli domando e solo ora noto che ha una valigia e un borsone. Lewis mi sorride, facendo spuntare delle fossette messe in risalto dalla mascella volitiva, ed entra in casa. Ci accomodiamo sul divano e dopo due secondi di puro silenzio imbarazzante gli sento domandare
-Ti eri dimenticata del mio arrivo o stavi dormendo quando ho suonato?- mi domanda indicando il pigiama che indosso: una maglietta e dei pantaloncini che forse mettono troppo in mostra le miei imperfezioni sulle cosce ma sono troppo presa dal fatto che uno sconosciuto stia nel mio salotto
-Non so di cosa tu stia parlando...- confesso
-Hai ricevuto la lettera di tua madre no?- mi domanda perplesso
Ed è come se avesse azionato un ricordo in me: ricordo di Dolores che mi porge delle lettere arrivate ieri. Senza pensarci corro in cucina e cerco nei cassetti per poi infine trovarle: tra le lettere vi è una di mia madre.
Evelyn cara, spero che stia andando tutto bene lì e che tu sia riuscita ad reintegrarti. Ti scrivo per avvisarti che starà per un paio di mesi da te il figlio di Robert, Lewis. Anche lui vorrebbe trasferirsi lì e ho proposto io stessa l'idea che stesse da te il tempo necessario affinché trovi una sistemazione facendo si ché vi faceste compagnia a vicenda. Spero tu non abbia nulla in contrario e che lo faccia sentire a suo agio.
Con amore,
Mamma.
Una settimana che non parliamo ed tutto qui quello che vuole dirmi? Ogni volta che ho provato a chiamarla rispondeva con dei messaggi e ora mi scrive una lettera invece di chiamarmi? Sento gli occhi inumidirsi ma non voglio piangere, lei ha sofferto più di me e inoltre non voglio che Lewis mi veda piangere. Prendo un sospiro e ritorno in salotto dove trovo Lewis fermo sul divano, nella stessa posizione in cui l'ho lasciato. Non si sente a suo agio e nemmeno io in questa situazione ma se dobbiamo vivere insieme per alcuni mesi meglio andare d'accordo.
-Scusami ieri mi sono dimenticata di leggerla ed ero impreparata al tuo arrivo, ehm...puoi lasciare la tua roba qui mentre ti mostro la tua camera.- così gli faccio segno di seguirmi mentre saliamo le scale.
-Ci sono tre camere da letto libere e tre stanze vuote, puoi scegliere quella che vuoi...- mostro a Lewis le tre camere libere tutte e tre uguali se non per le dimensioni. Infine sceglie quella di dimensioni medie e, non so se è uno scherzo divino o roba del genere, ma è anche la stanza difronte alla mia mentre le altre due erano in un altro corridoio. Così torniamo indietro affinché possa portare la sua roba in camera offrendomi di aiutarlo a portare i bagagli ma con nonchalance solleva le valigie facendo guizzare i muscoli delle braccia. Capisco dalla maglia bianca aderente che deve essere un tipo che sia allena molto e apprezzo il fatto che indossi dei jeans chiari larghi e non stretti come stanno iniziando a portare molti ragazzi per moda.
Si dirige verso le scale ma poi poggia i bagagli per terra e si gira verso di me
-So che non ci conosciamo e ho cercato di convincere sia mio padre che tua madre a lasciar stare quest'idea assurda ma entrambi hanno insistito molto e credevo che avessi accettato e non che mi sarei presentato davanti alla porta di casa tua sorprendendoti. Insomma quello che volevo dirti era che farò il prima possibile a sistemarmi da qualche altra parte e che cercherò di non essere un peso nel frattempo.-
-Lewis io non ho problemi credimi, se ti sono sembrata fredda mentre ti mostravo le stanze mi dispiace ma non è una tua conseguenza il mio umore. Come ha detto mia madre e immagino tuo padre, siamo in questa grande città da soli e visto l'amicizia che lega le nostre famiglie potremmo scoprire di poter diventare amici...-
-Beh allora grazie... salgo su a sistemare la mia roba in camera e poi scendo, così puoi spiegarmi le regole della casa e cercherò di rispettarle tutte- conclude il discorso con un occhiolino facendomi capire di essere un po' più rilassato di prima mentre io sono solo più confusa.
Devo tranquillizzarmi, Lewis sarà il mio coinquilino per un periodo di tempo e se da un lato una minuscola parte di me è felice di non stare sempre sola in casa e una parte ancora più piccola di quanto sia bello Lewis la restante parte è in ansia e preoccupata.
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