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Drunk pt. 2

-Bicchierino!- urla Alexa mentre mi trascina via dalla pista per trascinarmi al tavolino. Una volta arrivate lì ci sediamo e beviamo i bicchierini che il cameriere ha prontamente riempito.

-Siamo ubriache fradice- urla Courtney per sovrastare la musica

-y lo amo- affermo mentre mando giù il mio ottavo shottino o forse era il decimo? Non ricordo e non mi interessa perché per tutta la serata non ho pensato a Lewis. Accidenti! Perché mi è venuto in mente ora?

-Mentre eri via un ragazzo mi ha chiesto di dirti una cosa, avvicinati- urla Grace ma mentre mi piego per avvicinarmi a lei perdo l'equilibrio e le cado addosso ma la cosa più imbarazzante è che le mie labbra sono finite sopra le sue. Ci allontaniamo e scoppiamo subito a ridere finché non ci escono le lacrime dagli occhi.

-Mhm dovremmo rifarlo quando non saremo ubriache cara Grace-le dico maliziosa e ciò non fa che aumentare le risate.

-Evelyn!- e la voce, nonostante sia carica di rabbia, la riconosco. Mi giro verso di lui e, se la parte ubriaca di me è presa ad osservargli i pettorali fasciati dalla camicia bianca e le gambe muscolose messe in risalto da dei jeans, l'altra parte di me è arrabbiata per gli eventi della sera precedente.

-Oh oh! Papino è qui- lo prendo in giro mentre mi sfugge un risolino

-Quanto hai bevuto?- mi domanda furioso ma prima che possa rispondere mi prende prepotentemente il braccio e inizia a trascinarmi fuori dalla discoteca.

-Come osi farlo? Solo tu puoi divertirti?- domando oltraggiata mentre siamo fuori al parcheggio

-Evelyn entra in macchina subito!- ordina Lewis e nonostante sia oltraggiata dal suo comportamento lo seguo; non voglio rendere partecipe tutta S. Barbara della nostra litigata

Ad una velocità che sono certa è illegale, arriviamo davanti al grattacielo dove Lewis parcheggia e spegne l'auto.

-Scendi.- trattiene a stento la rabbia ma non è l'unico ad essere arrabbiato.

-Altrimenti? Cosa fai?- mi guarda furioso e la sua mascella è contratta dalla rabbia. Esce dall'auto e fa il giro, apre la mia portiera e rimane in attesa. Noto che alcuni passanti si fermano ad osservarci così decido di assecondarlo e entrare nell'edificio. Una volta entrati a casa chiude la porta e prima che possa allontanarmi mi tira per un braccio.

-Che cazzo ti è saltato in mente di fare?- la sua reazione è esagerata considerando che ventiquattro ore fa stava scopando con una in camera sua e la cosa non fa altro che farmi infuriare

-Shh...non vorrai svegliare la coinquilina?- ripeto le sue stesse parole della sera prima. Rimane scioccato dalle mie parole e capisce che stamattina gli ho mentito. Mi libero con uno strattone dalla sua presa e vado in cucina a vedere se abbiamo degli alcolici. Mentre apro ante a caso in cucina sento che Lewis sta entrando in cucina.

-Evelyn, posso spiegarti- ma prima che possa dire altro lo blocco dicendogli che non mi deve spiegazione.

-Siamo coinquilini, condividiamo la casa e siamo liberi di fare quello che vogliamo. Non portare ragazze non era tra le regole.- concludo il discorso e anche la mia ricerca di alcool.

-L'ho fatto perché tu mi hai fatto arrabbiare!- urla esasperato. Se non fosse per l'alcool forse sarei spaventata ma se vuole urlare fantastico, possiamo farlo in due.

-Perché giustamente quando ci si è arrabbiati si scopa con la prima che capita giusto!- urlo mentre mi avvicino a lui con passo minaccioso

-Fortuna che non te le sai presa! Non oso immaginare cosa avresti fatto se te la fossi presa.- urla contro di me.

-Beh se me la fossi presa adesso starei scopando con un altro invece di stare qui a urlare con te! Questa conversazione non ha nemmeno senso cazzo! Non stiamo insieme ci stiamo comportando solo da stupidi!- ci dividono ormai pochi passi ed entrambi i nostri corpi sprigionano rabbia. Se crede che starò zitta a subire le sue urla si sbaglia di grosso, sono in attesa di un altro sua attacco per liberare tutto quello che tengo dentro ormai da anni, non aspetto altro che un suo gesto ma invece di mettersi a urlare si passa una mano tra i capelli, frustrato dalla situazione, e cade di peso sul divano.

-Ero arrabbiato con te perché ci eravamo avvicinati parecchio ultimamente ma poi all'improvviso sei cambiata. Quella notte sono rimasto per un po' sveglio ad osservarti, avrei voluto avvicinarmi a te e abbracciarti ma avevo paura della tua reazione. Non hai alle spalle un passato facile e dopo l'incendio credevo che volessi che ti stessi vicino e così è stato quella notte. Ma la mattina dopo eri così fredda, nemmeno il primo giorno che sono arrivato lo eri così tanto e la cosa mi ha fatto arrabbiare. Non sopporto quando la gente ti lascia avvicinare, affezionare e poi ti allontana. Cerco di andare con i piedi di piombo con te... ma è difficile.- Sono sorpresa dalla sua confessione e per quanto il mio stato possa permetterlo, cerco di sedermi sul divano vicino a lui. Resa audace dall'alcool gli faccio la domanda che ormai mi turba da quella mattina:

-Perché quando mi sono svegliata non c'eri?- gli chiedo temendo la risposta.

-Ho sentito Dolores parlare con qualcuno e sono sceso a controllare e ho visto le tue amiche- mi domanda mentre mi guarda fisso negli occhi

-Quindi non te ne sei andato perché non volevi stare con me?- cavolo domani mi pentirò di ciò ma dentro sto scoppiando di felicità; credevo che non volesse stare con me.

-Cristo Ivy no, avrei voluto osservarti mentre ti svegliavi...-mi dice mentre mi sorride ma se dobbiamo sistemare questa faccenda voglio che sia tutto chiaro

-Perché sei andato a letto con quella?- gli domando

-Perché ero ubriaco fradicio e incazzato con te, lo so non è una scusa ma ho ceduto e credimi avrei voluto non farlo e speravo che tu non te ne fossi accorta.- mentre prende le mie mani le stringe tra le sue e le bacia delicatamente- facciamo finta di niente okay?-

Allontano le mie mani dalle sue e gli accarezzo una guancia

-Ascolta Lewis, non ho alcun diritto di chiederti ciò, sono seria quando dico che sei libero. Io e te siamo più che coinquilini, questo sì, ma non possiamo porci dei limiti se non capiamo bene cosa ci lega...-

Lewis mi avvicina a sé, poggia la schiena sullo schienale del divano e mi abbraccia. La mia guancia poggia sul suo petto e sento il battito regolare del suo cuore.

-Che casino...- sospira Lewis mentre mi accarezza il braccio con movimenti regolari. Poggio le mie gambe sopra le sue e mi lascio coccolare da lui.

-Penseremo ad una soluzione domani...-
E prima che me ne accorga scivolo tra le braccia di Morfeo.

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