Clandestine race pt.1
Se qualcuno vuole dire qualcosa, questo è il momento giusto...-annuncio cercando di non farmi trasportare dalle sensazioni e dalle parole di Birdy in Skinny Love. Guardo i miei compagni di classe, tutti riuniti per celebrare questo addio. Quando Courtney mi ha detto che volevano che celebrassi io sono stata sorpresa e triste, nessuno di noi era pronto a dirle addio. Osservo le ragazze con i loro abiti neri che si abbracciano, che soffocano la disperazione; i ragazzi invece con le loro magliette scure vogliono far credere di essere forti e di non provare dolore ma la verità è che soffrono quanto noi.
-Allora è giunto il momento di lasciare gli oggetti che avete portato con voi, affinché possano andarsene con lei...- continuo a parlare mentre stringo tra le mani il biglietto che ho in mano e mi avvicino al suo giaciglio. Con mani tremanti lascio cadere il biglietto e faccio un passo indietro. Lentamente Stephanie si avvicina e lascia cadere il pezzo di stoffa che stringe e così tutti quanti finché Raphael, che è l'ultimo, si avvicina stringendo tra le mani un CD.
-Ho scelto questo perché ogni singola parola mi ricorda te...questo non è un addio, ci rivedremo.- E come tutti gli altri ripone il CD con il resto delle reliquie.
-Cosa diavolo sta succedendo in casa mia?-
Tutti ci giriamo verso la porta da dove è appena entrato Lewis tornato dalla sua corsa, il quale ci guarda scioccati.
-Celebriamo la morte dell'estate- gli risponde Mandy mentre continua a fissare il mio coinquilino e si sistema l'abito. Nonostante non la veda da un anno noto con piacere che non ha smesso di girare intorno ai ragazzi.
-Ivy è uno scherzo?- domanda mentre ripone le chiavi di casa sul mobile affianco alla porta.
- È un rito di fine estate e inizio anno scolastico; ci riuniamo tutti e celebriamo questo evento che si conclude quando poniamo tutti nella sacca gli oggetti a cui ci siamo legati quest'estate- mentre spiego a Lewis ciò richiudo la sacca dando un occhiata agli oggetti che ci sono dentro: costumi, occhiali, un pacco di preservativi e il mio biglietto di ritorno dalla Spagna.
-Siete pazzi!- mi dice mentre mi cinge la vita con un braccio e mi da un bacio sulla guancia ma subito lo allontano da me
-Lontano! Sei tutto sudato.- gli dico scherzando allontanandomi da lui; dopo avermi fatto la linguaccia sale sopra a lavarsi e noi ci sediamo sul divano ma poiché ne siamo troppi alcuni si siedono sul pavimento.
-Non ci posso credere che sta per ricominciare tutto- dice Audrey poggiando il capo sulla spalla di Courtney. Lo ammetto l'inizio dell'anno scolastico non mi rattrista molto visto che l'ultimo anno ho studiato da privatista ma pensare che l'estate sia finita mi trasmette un senso di malinconia.
-Niente più surf, niente più questo- Raphael salta sul divano e imita il gesto di cavalcare le onde ma ad un certo punto spunta Dolores da dietro e gli da uno schiaffetto sulla nuca lasciata libera dal taglio corto dei suoi biondi capelli.
-Giù i piedi da quel divano in pelle!- gli dice mentre continua a guardarlo storto. Scoppiamo tutti a ridere soprattutto quando Raphael si lascia cadere di peso sul divano continuando a massaggiarsi la nuca.
-Io ora vado, ci vediamo domani mi nina.-
E dopo avermi dato un bacio in testa, se ne va. Continuiamo a parlare della possibilità che questo sia solo un sogno e che tra un po' ci sveglieremo e sarà di nuovo il primo Giugno. È quasi l'ora di pranzo quando tutti sono andati via e io vado in cucina per mettere a scaldare il pollo che Dolores ci ha cucinato. Prendo una bottiglietta d'acqua dal frigo e mi siedo sopra l'isola, in attesa che il cibo si riscaldi. Chissà cosa farà Lewis mentre sarò a scuola... sarà così strano non passare tutta la giornata con lui. La mia paura in realtà è che il nostro rapporto cambi. Sarebbe molto più semplice se lui non fosse così...non voglio nemmeno pensarlo. Se fosse solo bello non ci penserei più di tanto, sarebbe solo attrazione ma lui è dolce, gentile, simpatico, si prende cura di me e mi è sempre stato vicino. Richiamato dai miei pensieri Lewis entra in cucina. A causa della giornata calda indossa ancora una maglietta e dei pantaloncini come tutti a S. Barbara per l'ondata di calore del momento.
-I tuoi amici?- domanda mentre si siede sullo sgabello di fronte a me.
-Sono andati via...- gli rispondo mentre involontariamente passo una mano tra i suoi capelli neri. Sono così morbidi che non posso fare a meno di accarezzarli con entrambe le mani. Le mani di Lewis si poggiano sulle mie cosce e lentamente risalgono su, sfiorando i miei fianchi per poi posarvici sopra.
-Cosa farai quando sarò a scuola?-
-Mi sentirò solo...non voglio pensarci Ivy.-
Entrambi ci guardiamo negli occhi e sappiamo cosa vogliamo in questo momento. Lewis si alza affinché i nostri visi siano alla stessa altezza, le sue mani mi tirano verso di lui finché pochi centimetri ci separano. Avvicina il suo viso al mio, i nostri nasi si sfiorano e i respiri accelerano, noto che mi fissa le labbra e non posso essere indifferente a questo sguardo ma prima che possa accadere altro il cellulare inizia squillare. Lewis fa scorrere la sua mano sulla mia vita e lentamente la fa scivolare giù fino a prendere il mio cellulare dalla tasca del mio pantaloncino. Risponde alla chiamata e poggia il cellulare al mio orecchio. Cercando di non far trasparire il mio respiro accelerato rispondo. Con gentile sorpresa noto che è mia nonna che ci avvisa di essere arrivata a Dublino. Dopo quella volta al cimitero è rimasta un'altra settimana con noi ma poi è voluta tornare in giro per il mondo. Mi è mancata e mi sarei sentita male se non fosse stato per Lewis che mi ha tenuta fuori casa per tutta la giornata in modo da notare di meno la sua assenza. Dopo aver concluso la chiamata Lewis poggia il mio cellulare sull'isola e mi abbraccia. Sento le sue labbra muoversi sul mio collo mentre mi domanda cosa vogliamo fare stasera, provocandomi dei brividi e il solletico.
-C'è la festa di fine estate...vogliamo andarci?- gli domando mentre gli avvolgo le braccia intorno al busto. Il suo sorriso è di per sé una risposta.
La sera più tardi...
-Non ti toglie gli occhi di dosso da quando siamo arrivate- mi dicono le ragazze mentre sorseggiamo le nostre bevande. Sono stata via un anno eppure certe cose non sono cambiate: ogni fine estate tutti organizzano una festa ma la più gettonata è quella dei Kavanough, i due gemelli antipatici e viziati ma, bisogna ammetterlo, con le feste ci sanno fare. La festa si svolge nella loro rimessa fuori città ed esserne lontani ha i suoi vantaggi ma non sono tutti ammessi, bisogna avere le giuste conoscenze e se non fosse stato per l'amico di Courtney non saremmo entrate. Elijah è un bel ragazzo, con degli occhi azzurri magnetici e lo sguardo un po' perso nel vuoto, sembra che non sia così superficiale come tende a far capire e forse sarà per questo che lei ne è attratta oltre al fatto che è alto un metro e novanta.
-Ecco, adesso fanno amicizia diventano migliori amici, vi sposate con loro e noi resteremo zitelle- ci dice Audrey mentre manda giù un sorso di birra indicando con un cenno Lewis e Elijah che scherzano mentre giocano a biliardo, il quale di trova al lato della stanza in modo da non dare fastidio per chi vuole ballare. Le tre pareti in legno rendono giustizia alla tipica rimessa in stile americano. La quarta invece è completamente di vetro affinché si possa guardare il lago e il bosco anche all'interno, ed è grazie a questa parete che sembra che Lewis e Elijah stiano giocando in riva al lago il quale sembra una lastra di vetro sulla quale si rispecchia la luna piena sola in un cielo privo di stelle.
-Sono giovane per sposarmi!- controbatto mentre mi soffermo a osservarli. Non ho mai visto Lewis interagire con altri ragazzi della sua età e penso che forse la colpa sia mia visto che sta sempre con me; non voglio diventare un peso per lui. Fortunatamente mettono I took a pill in Ibiza e ricordo che questa canzone era una di quelle che piacevano a Courtney perciò la tiro per un braccio e la porto a ballare ignorando lo sguardo altezzoso delle altre mie amiche per aver volutamente ignorato la parte delle zitelle; se avessimo iniziato a parlarne non avremmo finito più. Io e Courtney iniziamo a muoverci, lei nel suo abito verde-acqua e io nella mia semplice mise estiva: pantaloncini e top. Alexa ha protestato ma se avessi messo qualcosa di più elegante avrei dovuto mettermi i tacchi e non avevo voglia di tornare a casa zoppicando mentre ora con le mie convers riesco a compiere tutti i movimenti che voglio senza intoppi!
Iniziamo a muoverci a caso senza dar retta di sembrare delle pazze, forse alcuni rideranno ma a me non importa. Poco dopo ci raggiungono Lewis e Ethan che iniziano a imitare i nostri gesti assurdi e noto con la coda dell'occhio Audrey sbuffare, ma dopo poco ci raggiungono e iniziamo tutti a ballare. Il tempo passa e non so nemmeno che ore siano fino a quando non annunciano la gara di chiusura. Credevo avessero chiuso con questa storia dopo i problemi con la polizia avuti gli anni precedenti ma evidentemente non hanno smesso. Verso fine serata i Kavanough organizzano una gara di macchine lungo un percorso tortuoso in mezzo agli alberi seguendo un percorso preciso; dopo aver compiuto il giro intero il primo ad arrivare vince. Naturalmente molti scommettono sull'evento poiché non vi sono regole: bisogna solo seguire il percorso mentre la folla aspetta al traguardo il vincitore quindi ci possono essere colpi bassi tra i gareggianti tra cui buttarsi fuori dalla gara e non sempre tutti tornano interi. Iniziamo ad andare verso il traguardo mentre Mark Kavanough spiega l'evento e il gemello James raccoglie i soldi. Tutti sanno che è pericoloso e quando Mark chiede chi siano i partecipanti noto subito un ragazzo farsi avanti: Matt Stevens. L'ho conosciuto il primo anno di liceo per poi scoprire che in realtà è il solito ragazzo tutto muscoli e niente cervello ma so anche che odia perdere perciò immagino che giocherà sporco pur di vincere.
-Chi vuole sfidare il nostro campione in carica da due anni?- domanda Mark mentre la folla acclama il suo vincitore.
-Io.-
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