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Capitolo4 La Prigioniera

-it was time to drink-

La Prigioniera


Non sapevo che ora fosse, girandomi verso la finestra potei vedere che la luna era alta nel cielo scuro e così decisi che era giunto il momento di scappare.
Cercando di non fare troppo rumore scesi dal letto e afferrai una giacca non appartenente a me. Infilandola cercai di riscaldarmi strofinando le mani sulle mie braccia cercando di produrre calore, quando sembrò non fare poi così freddo mi infilai le pantofole con cui ero stata sequestrata e andai a passo lento e silenzioso verso la porta.
Trattenendo il respiro potei sentire il battito del mio cuore pulsare velocemente, chiudendo gli occhi cercai di calmarmi, il vampiro mi aveva detto che riusciva a sentire i battiti del mio cuore e sentendoli ora sicuramente intuirebbe che qualcosa non quadrava.

Sentendo i battiti meno frequenti aprii la porta producendo un leggero cigolio che però in mezzo a quel silenzio tombale sembrava avvisare il Vampiro che la prigioniera stava evadendo.
Fermando la porta continuai a camminare lungo il corridoio alla ricerca di una stanza, brancolai nel buio totale per pochi minuti dato che due braccia cinsero la mia vita fermandomi. La stretta esercitata dal corpo estraneo era ferma e potente, più cercavo di allontanarlo e più stringeva leggermente la presa.
"Spero che non sia ciò che sto pensando" disse una voce calda e in quel contesto inquietante. "A cosa sta pensando?" Chiesi in preda alla più totale paura.
"Oh piccola Sel, starai con me per moltissimo tempo quindi farai meglio a darmi del tu ma soprattutto, sarà meglio che tu ti abitui a restare qui" sussurrò. In una semplice mossa veloce mi ritrovai tra le sue braccia mentre sfrecciava verso la mia camera.
Non feci neppure in tempo ad elaborare ciò che stava accadendo che già fui scaraventata sul letto mentre il Vampiro mi scrutava da lontano.

"Io voglio solo tornarmene a casa mia!" Urlai scendendo dal letto per raggiungere le finestre in un vano tentativo di romperle.
"Ti farai solo del male"
"Fammi uscire! Non puoi trattenermi contro la mia volontà!" Continuai ad urlare mentre tiravo le sbarre interne che mi impedivano di arrivare alla finestra.
"Farai meglio a prenderci l'abitudine" disse prima di uscire dalla stanza chiudendo dietro di sé la porta.

Sentendo qualcosa vibrare sulla sedia alla mia destra mi avvicinai titubante sperando che non fosse niente di pericoloso.
Sentendo un'altra vibrazione ebbi un'idea a dir poco geniale.
Corsi verso il comodino collocato accanto alla porta e con tutta la forza che possedevo lo spinsi fino a bloccare la maniglia impedendo a chiunque di entrare. O almeno a qualsiasi essere umano.

Ritornando accanto alla sedia afferrai la causa delle vibrazioni e sorrisi una volta che vidi il mio telefono.

Da: Demi

Ti senti bene? Oggi non sei venuta a lezione e mi sono preoccupata, in genere mi avvisi.

Amica mia,non sai quanto il tuo messaggio mi stia salvando la vita. Purtroppo non feci in tempo a risponderle perché l'avviso di una chiamata mandò via dallo schermo il messaggio.
Prima che potessi rispondere al mio amico il Vampiro iniziò a bussare dall'altra parte della porta.

"Selena che stai facendo? Apri la porta" disse Justin provando ad aprirla una o due volte, dalla forza che esercitava potei vedere il mobile muoversi ed ero cosciente del fatto che molto probabilmente il Vampiro poteva fare molto di peggio.
Presa da un attimo di esitazione pensai di andare a togliere il comodino per scusarmi ma poi realizzai che se avessi avvisato Zayn del sequestro lui avrebbe avvisato la polizia così risposi subito alla chiamata.

"piccolina oggi sono passato e non eri a casa,è successo qualcosa?"chiese Zayn appena poggiai il telefono all'orecchio.
"Selena avanti non fare la bambina! Vieni subito da me!" Urlò il Vampiro dalla porta bloccata, il mio corpo iniziò a tremare,sapevo che sarebbe stata una questione di secondi prima che Justin entrasse per interrompere la mia chiamata.
"Ho bisogno di aiuto"
"vuoi venire un po' a casa mia?" chiese Zayn premurosamente.
"Okay piccola sono molto forte quindi scegli o la butto giù oppure mi apri e non faccio danni" disse Justin con un tono di voce stranamente calmo, questo non faceva altro che renderlo ancora più inquietante.
"Zayn io-"
E poi fu una questione di secondi, come avevo già detto, Justin entró nella stanza e mi strappò il telefono dalle mani per spegnerlo.

Quando me lo ritrovai davanti rimasi in una fase di completo shock, il mio corpo non rispondeva ai miei comandi e l'espressione cupa sul volto di Justin mi fece imprecare mentalmente, avrei dovuto aprirgli la porta, forse non sarebbe stato poi così arrabbiato, ma veramente credevo di potercela fare?

Quando aprii la bocca per poter dire qualcosa il Vampiro mi zittì con un segno della mano facendomi così intuire che era realmente furioso con me.

"Ma che genio"

Mentalmente alzai gli occhi al cielo per il commento poco gradito da parte della mia coscienza.

"Per prima cosa ti chiuderò in questa camera ma se sarai fortunata o inizierò a fidarmi di più potrai girare per casa, ovviamente sempre con le porte d'ingresso chiuse.
Secondo scordati il telefono,non voglio correre nuovamente nessun riscio e terzo non uscirai di casa per un lungo periodo di tempo quindi, avvisa pure chi ti pare e trova una scusa." Alzai un sopracciglio ritrovando un po' del coraggio che da quando ero con lui avevo totalmente perso.

"Non hai nessun diritto di sequestrarmi il telefono e non riuscirai a segregarmi in casa! Non ho più 10 anni inteso? Tu non sei nessuno per impormi tutto questo! Né mio padre né mia madre!"

Justin's POV

"Tu non sei nessuno per impormi tutto questo! Né mio padre né mia madre!"

Inutile dire che dopo quelle parole il mio cuore andò in frantumi e mi innervosii.
"Oh no piccola, tu non scapperai mai più e il telefono lo riavrai una volta che mi fiderò di te" dissi freddamente osservando come il suo corpo ranicchiato  accanto alla sedia iniziava a tremare per la paura.

Sapevo che la stavo trattando come se fosse una specie di prigioniera ma io non avevo alcuna intenzione di arrabbiarmi con lei, se avesse aperto la porta come da me richiesto tutto questo casino non sarebbe mai successo ma purtroppo aveva deciso di disubbidirmi e desideravo che capisse con chi si era messa contro.

Accovacciandomi infilai il telefono nelle mie tasche mentre raggiungevo la sua altezza. Portai una mano lungo i suoi lineamenti e mi lasciai scappare un sorriso leggero sentendo la sua mascella contrarsi, odiava essere toccata da persone a lei estranee e molte volte non si lasciava toccare neppure da chi conosceva bene. Amavo questa parte di lei ma non se lo faceva con me.

Mostrandole i canini la sentì deglutire, sapeva che era ora di bere per me, avevo sopportato fin troppo la mia sete.

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Capitolo revisionato e modificato.

Vi chiedo di informarmi per eventuali errori ortografici.

Grazie

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