Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

5

5.

MOMENTS

ONE DIRECTION

'Heart beats harder

Time escapes me

Trembling hands touch skin

It makes this hard girl'





<<Davvero hai detto queste cose a Peter?>> dice sorpresa Madison

<<Tu sei matta>> aggiunge Candy divertita

<<No, non sono matta. Non mi fa paura, si crede forte solo perché c'è chi gli sta dietro>>

<<Io ne sto fuori da tutte queste cose e mi faccio i fatti miei.>> dice Daniel

<<Andiamo ragazzi non ho fatto nulla di così grave, non mi picchierà mica>> dico ridendo ma i tre ragazzi seduti con me mi rivolgono degli sguardi strani

<<Non mi farà nulla.>> li rassicuro ma forse cerco di rassicurare anche me, i loro sguardi mi hanno quasi fatto pensare che effettivamente potrebbe farmi qualcosa, d'altronde per me almeno un precedente lo ha.

In ogni caso non mi ha più dato motivo di pensarci perché Peter per più di una settimana non si è fatto vivo, né in mensa né alle lezioni. È davvero strano.

A fine giornata il prof di storia mi comunica che sarei dovuta andare nel laboratorio tra un'ora e, anche se mi è sembrata da subito una cosa strana, dico che ci sarei andata ovviamente.

Entro nell'aula.

Tutto è molto ordinato, i banchi sono vuoti, i materiali per le lezioni di chimica sono riposti tutti su un tavolo in fondo.

Non c'è nessuno.

Decido di aspettare qualche minuto ma nessuno si fa vivo. Appena decido di andar via la porta si apre e velocemente si chiude.

<<Stavi andando via?>>

Peter.

<<Si.>> dico cercando di uscire

<<Beh non puoi, dobbiamo parlare>> dice chiudendo la porta a chiave. Questo ragazzo sembra avere dei veri problemi. Prima sparisce per giorni interi come se della cosa non ne volesse sapere più nulla ed ora è qui a chiudermi in un'aula per di più dopo aver avuto come complice un professore..

<<Di nuovo?>> sbuffo senza guardarlo

<<Non abbiamo parlato>> si siede su un banco

<<Si, io ho detto quello che dovevo dirti, quindi se mi apri la porta, mi fai un favore.>>

<<No, siediti>> parla in maniera quasi apatica, fredda.

<<No, grazie.>> sorrido falsamente <<Cosa devi dirmi?>> chiedo arresa perché so che se non sarà lui a deciderlo quella porta non si aprirà.

<<Capisco che sei nuova quindi sarò gentile e ti spiegherò di nuovo come funzionano le cose qui, perché forse ieri non l'hai ben capito>>

Cerco di focalizzarmi sulle sue parole, sembra serio e questa cosa non so se mi da semplicemente sui nervi o se mi fa ridere. Forse entrambe le cose.

<<Per farla breve: quello che hai fatto l'altro giorno in mensa, non si deve ripetere>>

Mi sta parlando come se non conoscessi la lingua in cui parla e quindi deve scandire le parole per farmele comprendere.

<<Punto uno: fino ad ora sono capace di ascoltare e comprendere le parole di chi mi parla e quindi non ho bisogno che tu mi scandisca le parole in questo modo per comprenderti. Punto due: sei ripetitivo..Non ho ucciso nessuno, ti ho solo detto che non potevi sederti al mio posto!
>> quasi rido. È ridicolo.

<<Fingiamo che io ti abbia perdonata.. ora sai come funzionano le cose e quindi non lo rifarai>> dice sorridendo

Annuisco cercando di non ridere. Come si suol dire? Ai pazzi non bisogna dire che son pazzi.

Mi fa un occhiolino, quasi con fare ammiccante direi, e si siede su una sedia di fronte a me. Non ha capito che lo sto prendendo in giro?

Mi scappa un riso.

<<Cosa c'è da ridere?>> mi chiede

<<Semplicemente che se dovrò rifare quello che ho fatto, lo rifarò.. senza alcun problema. Quello era il mio posto, sono arrivata in mensa prima di te, quindi mi sono seduta per consumare la mia cena e tu.. tu non sei nessuno per decidere dove io debba sedermi>> ridacchio davvero incredula della situazione

Si alza e il suo sguardo passa da impassibile a minaccioso.

<<Sto tremando>> lo prendo in giro <<Cosa vuoi fare? Picchiarmi?>> lo sfido

Mi si avvicina.

Mi mette spalle al muro e mi prende per i polsi, mi guarda negli occhi e inizia a stringerli più forte.

Riesco a vedere di nuovo tutte le sfumature del colore dei suoi occhi che sembrano quasi essere diverse dalla scorsa volta che gli sono stata così vicino.

<<Lasciami>> dico guardando i miei polsi e poi lui.

Sta stringendo un po' troppo

<<Nessuno può permettersi, tanto meno una ragazzina come te>>

<<Pensi davvero che abbia paura di te? Te l'ho detto: no. Vuoi picchiarmi? Fallo, sono qui. Ma ti ricordo che non risolverai nulla. A cosa serve la violenza? A nulla! Questo tuo atteggiamento non è per nulla carino, e poi.. ripeto, non ho commesso nessun crimine>>

Inizia a stringermi così tanto da quasi farmi male e ho l'impressione che non abbia intenzione di  lasciare la presa. Non so dove voglia arrivare.

Mi lascia un polso e alza la mano, per un instante ho avuto paura di ricevere un pugno o uno schiaffo ma con mia sorpresa, e fortuna direi, non lo fa.

Porta una ciocca dei miei capelli castani dietro l'orecchio accompagnando con gli occhi ogni singolo gesto.

Smette di fare forza sull'altro polso, ma non lo lascia.

Si avvicina sempre di più.

Lo osservo attentamente non riuscendo a capire cosa gli sta passando per la testa: due secondi fa voleva picchiarmi ed ora vuole baciarmi? Assurdo questo ragazzo!

Mi guarda dritto negli occhi, quasi come se volesse leggermi, mentre continua ad avvicinarsi.

Le nostre labbra non arrivano a sfiorarsi che si allontana e va via.

Rimango di stucco.

Guardo i miei polsi: sono un po' rossi.

Nei giorni successivi, come d'altronde quelli precedenti a quella sera, Peter non si fa vedere.

Ho "scoperto" una biblioteca che quasi nessuno usa, ci sono sempre poche persone ma ci passo la maggior parte del mio tempo qui: sto studiando molto visto che sono un po' indietro avendo iniziato da poco le lezioni. Questo è il secondo weekend che passo qui a studiare ma non mi dispiace, non voglio ritornare a casa.

<<Non torni a casa?>> mi sussurra all'orecchio

Davvero non lo capisco: scompare e riappare questo ragazzo.

<<Cosa ti interessa?>> dico senza distogliere lo sguardo dai libri: so benissimo chi ho alle mie spalle.

<<Ti alteri facilmente vedo>> si siede di fronte a me

<<Mi altero con la gente che mi fa alterare.>> sorrido falsamente.

Cala il silenzio nella stanza ormai vuota e decido di spezzarlo.

<<Cosa vuoi?>> chiedo mentre lui si guarda attorno

<<Ti ho chiesto qualcosa?>> dirige per un secondo lo sguardo a me e quasi ne resto congelata.

<<Sei venuto qui, mi hai chiesto se avessi intenzione di ritornare a casa e ti sei seduto al mio tavolo senza dire nulla. Non la vedo una cosa normale.>>

<<Ma non ti ho chiesto niente>> dice toccando la mia matita e giocandoci

Decisamente non lo sopporto. Sospiro mentre prendo le mie cose dal tavolo e senza dire nulla, come stava facendo lui, vado in camera.

Non sopporto la sua vicinanza. Mi irrita il suo comportamento, il suo modo di fare, di parlarmi, il suo essere così arrogante.

Mi irrita lui.

Prendo il pc e cerco qualche film, così per far passare del tempo. Mentre cerco mi ritrovo Peter in stanza.

Deve smetterla di entrare. Come cavolo fa ad avere le chiavi della stanza?!

<<Ma cosa ci fai qui?>> cerco di mantenere tutta la calma di questo mondo. <<La cosa, forse, non ti è chiara: non voglio che tu mi rivolga la parola e soprattutto che entri in camera mia>>

Mi sta facendo perdere la pazienza questo ragazzo.

<<Mi spieghi cos'hai?>> mi chiede chiudendo la porta.

<<Mi infastidisci, devi andare via!>> lo guardo dritto in faccia cercando di essere il più incisiva possibile.

Mi fissa senza muoversi o dire nulla.

<<Ora!>> quasi urlo

Nulla, non si muove.. Anzi si, ma per sedersi sulla sedia.

<<Qualunque ragazza vorrebbe che io andassi nella sua stanza o che le parlassi..>>

<<Beh, io non sono qualunque ragazza. Le persone come te mi stanno antipatiche.>> rivolgo l'attenzione al pc, ancora una volta rassegnata dal suo comportamento.

<<Ma andiamo, non mi conosci nemmeno!>>

<<Mi basta quel che so per dirti che non mi sei simpatico>> dico senza distogliere lo sguardo dal pc

<<Invece io credo che potremmo andare d'accordo>>

<<Credo proprio di no e soprattutto non ho voglia di scoprirlo>> decido di spegnere il pc, non posso ugualmente usarlo

<<Invece si, siamo così simili>>

<<Sei serio?>> rido <<Qualche giorno fa volevi picchiarmi perché ti avevo detto semplicemente che non potevi sederti dov'ero io ed ora vuoi essere mio amico?>> sbuffo una risata

<<Lascia stare quello. Ho realizzato che siamo simili e quindi possiamo andare d'accordo>> accenna un sorriso.

È pazzo.

<<Simili? Io e te?>> rido

<<Non sei per caso la preferita di papà? Il bellissimo papà che ti permette di stare qui, che ti assicura una vita perfetta, che ti ha promesso il futuro perfetto..>>

<<Non hai idea di quello che stai dicendo e sicuramente essere simili non è assolutamente questo. Ora va via, per favore, prima che perda la pazienza.>>

Mi alzo dal letto e gli apro la porta

<<Va via, immediatamente!>> parlo più forte di quanto volessi ma le sue parole davvero erano fuori luogo.

<<Ehi, calmati, non ho detto nulla>> dice alzandosi e ridendo

<<Si okay, va via>> dico fredda.

Appena mette piede fuori dalla stanza sbatto forte la porta.

Due settimane in questo college e già sono esausta. E tutto questo solo a causa di Peter! Perché dovevo incontrarlo? Non potevo stare zitta quella sera? Perché l'altra sera voleva quasi picchiarmi e un secondo dopo stava per baciarmi? Perché adesso è venuto qui per essere mio amico? Vuole farmi cadere nella trappola del ragazzo che vogliono tutte? Sta cercando di capire quando cadrò ai suoi piedi?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro