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ALBACHIARA
VASCO ROSSI
'Respiri piano per non far rumore
Ti addormenti di sera
Ti risvegli con il sole
Sei chiara come un'alba
Sei fresca come l'aria
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
E sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi
Nei tuoi pensieri
Ti vesti svogliatamente
Non metti mai niente
Che possa attirare attenzione'
E' un caldo lunedì di Gennaio e io sono qui davanti al college più prestigioso d'America 'The New American College'. Ingresso preceduto da quelle che sembrano centinaia di scale in marmo con ai lati delle statue dello stesso materiale, non so dire se è solo sinonimo della maestosità della struttura in sé o se è semplicemente esagerazione. Al centro dell'enorme distesa di verde, attorno alla quale ci sono di tanto in tanto aiuole e panchine in legno, c'è una fontana dalla quale sgorga dell'acqua cristallina: ecco un'immagine che mi rilassa, finta anche questa sicuramente ma almeno cerca di essere il più naturale possibile.
L'autista va via ed io percorro il lungo viale che precede l'ingresso.
Scorgo la figura di una donna bionda, ben vestita e ben pettinata che con i suoi occhi sembra scrutare ogni centimetro dell'enorme spazio dinanzi a lei, quasi come se stesse cercando qualcuno, forse può darmi le informazioni che mi occorrono.
<<Mi scusi, sono una nuova studentessa.. posso chiedere a lei?>>
<<Lei è la signorina Watson?>> mi chiede
<< Si, sono io>> sorrido
<<La stavo aspettando. Venga con me, le mostro l'edificio>> sorride la donna. Scrutava ogni centimetro probabilmente per cercare me.
Vanessa Watson: un nome comune che ad oggi è ormai l'unica cosa che sento mia, l'unica cosa semplice che c'è nella mia vita che da qualche anno è stata completamente stravolta.
Come per ogni cosa bisogna abituarsi ma a questa nuova vita proprio non riesco ad abituarmici, tanto che a volte mi chiedo se non sto vivendo la vita di un'altra persona.
Senza proferire parola seguo la donna e dopo credo ore arriviamo in un corridoio grandissimo e ci fermiamo davanti ad una porta, la 401.
<<Questa sarà la sua stanza, buona permanenza>> mi dice e va via.
Faccio un respiro ed entro nella stanza.
La prima cosa che noto è la sua grandezza. E' enorme. Altrettanto enorme è il letto che è al centro della stanza. Le lenzuola e le pareti sono bianche.
A sinistra della porta c'è una scrivania con una sedia girevole, a destra un armadio che occupa tutta una parete.
Arrivata accanto al letto mi accorgo che alla mia sinistra c'è un piccolo corridoio che termina con una porta. La apro quasi intimorita, non vorrei ci fossero altre persone.
E' un bagno.
Anche qui le pareti sono bianche, l'arredamento è in ceramica ma tutti gli accessori sono in rosa. Una delle cose che più odio? Associare il rosa solo ed esclusivamente alle ragazze. Tutto è rosa in questa stanza. Mi sento nella Casa di Barbie.
Vorrei disfare la valigia ma non è ancora arrivata, ho solo il mio zaino con me e quindi decido di osservare gli orari della settimana che ho scaricato dal sito del college giorni fa ma resto ferma a guardarmi intorno. Tutto è così lussuoso e perfetto, aggettivi che non si addicono per nulla a me e alla mia personalità, anche se non si direbbe: vivo in una casa enorme a tre piani ed ho una stanza immensa, il doppio di questa che ho qui.
Arriva la valigia e prima che inizi a disfarla bussa alla porta una donna che mi invita ad andare con lei.
Arriviamo in un'aula dove ci sono altri ragazzi. Mi cerco un posto non troppo indietro per sedermi e con il passare dei minuti le tante sedie vuote vengono tutte occupate. Arriva un uomo in giacca e cravatta, ha i capelli neri e un po' ricci, mi sembra abbastanza giovane.
Alla sua vista tutti si alzano in piedi allora anche se incerta mi alzo anch'io.
<<E' il preside>> mi sussurra una ragazza dai capelli neri e lisci
Mi giro verso di lei e mi limito a sorriderle.
Un uomo così giovane che è preside?
Non sembra raggiunga nemmeno i trent'anni.
<<Buongiorno a tutti, studenti del 'The New American College". Potete accomodarvi>> dice appoggiandosi davanti alla cattedra enorme che è al centro della sala.
Tutti ci sediamo.
<<Sono qui perché voglio ufficialmente augurarvi un buon proseguimento qui, nella nostra struttura e nel nostro college. Oggi sono arrivati gli ultimi alunni, quindi guardatevi per bene tra di voi, perché voi siete i fortunati e le fortunate che stanno ufficialmente frequentando questo college! Forse si sarà capito, forse no, ma io sono il nuovo preside, Noah Jones, sarò nella struttura cinque giorni su sette, quindi sarò quasi sempre disponibile ad accogliervi nel mio studio per qualsiasi tipo di problema..>>
<<Certo che non è per nulla il tipico preside vecchio e brontolone eh>> ridacchio sussurrando alla ragazza accanto a me
<<Per nulla>> ride
<<Madison.>> dice e mi porge la mano
<<Vanessa.>> le sorrido e stringo la sua mano.
Dopo pochi minuti il preside ci saluta ed esce dalla sala e anche noi facciamo lo stesso.
Torno in stanza, o almeno cerco di tornarci, per disfare le valigie ma non credo di star percorrendo il corridoio giusto, sono tutti uguali..
<<Signorina, le serve un aiuto? La vedo disorientata>> sento una voce dietro di me
<<Beh.. non credo di saper ritrovare la mia stanza>> ridacchio mentre mi giro verso colui che mi ha appena parlato
O mio Dio.. il preside. Sembrava strano che non avessi ancora fatto nessuna figuraccia..
Alla mia affermazione l'uomo dai capelli mossi e solo ora noto con dei bellissimi occhi verdi, ride.
<<Mi scusi, non si preoccupi, è che sono arrivata oggi ma non si preoccupi>> dico frettolosamente cercando di non balbettare. Sicuramente sono tutta rossa in viso. Devo andare via. Adesso.
Non sono passate neanche tre ore da quando sono in questo college e già sto facendo casini.
<<Ah. E' arrivata oggi.. lei dovrebbe essere la signorina Watson>> sorride cercando di ricordare il mio nome
Ha dei denti perfetti e bianchissimi.
<<Si.. sono io>> sorrido pregando di esser tornata a un colore normale di pelle
<<E' stato un piacere conoscerla signorina Watson.>> sorride
<<Anche per me, ora vado.. e mi scusi>> dico andando via e lo sento ridere.
Anche per me? Ma mi ricordo di star parlando con un preside?! Un preside esageratamente bello, questo si, ma è il preside Vanessa!
Allontano questi strani pensieri dalla mia mente e mi metto alla ricerca della mia stanza. Un suo aiuto mi sarebbe servito ma meglio che cerchi un'altra persona a cui chiedere.
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