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XIX. Dolor humanos redigit


"Il dolore più acuto è quello di riconoscere noi stessi come l'unica causa di tutti i nostri mali"
-Sofocle.

Remus prese una ciocca dei capelli biondi di Juliet e l'attorcigliò intorno al suo dito.
Lei si sistemò meglio tra le braccia di lui, chiudendo gli occhi.
Erano sdraiati uno tra le braccia dell'altro sul divano rosso della sala comune di grifondoro, in quel momento deserta.
La primavera si stava avvicinando e le prime giornate di sole si facevano timidamente avanti, facendo uscire gli studenti dalle loro camere all'aria aperta.
Il ragazzo tossì.
Juliet aprì gli occhi di scatto.
-Va tutto bene?- gli chiese, preoccupata.
-Si, scusa- le rispose lui -è la luna piena-
-E' stasera non è vero?-
-Come fai a saperlo?-
La ragazza scrollò el spalle.
-Mi sono informata- rispose.
Remus scosse la testa con un mezzo sorriso.
Sfregò il naso nei capelli biondi di lei e le diede un bacio su di essi.
-Posso farti una domanda?- gli chiese.
Il ragazzo poggiò la testa sulla spalla di Juliet.
-Tutto quello che vuoi-
Era pallido e appariva stanco.
La luna piena gli faceva sempre quest'effetto.
-Se non vuoi rispondermi non farlo, non importa-
-Cominci a mettermi paura, Juliet-
La ragazza fece un respiro profondo.
-Ti va di raccontarmi come sei diventato un lupo mannaro?- chiese a bassa voce.
Nella mente di Remus comparve un lampo fuori da una finestra spalancata.
Risentì nelle orecchie il suo stesso urlo di terrore.
Sentì il solore del petto che veniva squarciato.
Rabbrividì e Juliet lo notò.
-Scusami, sono una stupida, non avrei dovuto chiderti nulla, mi dispiace tanto- balbettò lei.
-No, tranquilla. Voglio parlartene-
-Sei sicuro?-
-Si-
Remus fece un respiro.
-Ero molto piccolo quando successe- raccontò
-mio padre Lyall lavorava al Ministero, nel Dipartimento per la Regolazione e il Controllo delle Creature Magiche. Erano gli anni dell'ascesa del Signore Oscuro e la magia nera aumentava. Un giorno venne scortato al Ministero della Magia un uomo, che diceva di essere un senzatetto. Ma mio padre non si fece ingannare, sospettava che lui fosse un lupo mannaro. Nessuno dei suoi colleghi voleva credergli e mio padre commise l'errore di descrivere i lupi mannari davanti al falso senzatetto come degli esseri senz'anima, cattivi e bramosi solo di morte-
Juliet lo osservava con gli occhi azzuri che andavano man mano scurendosi, via via che il ragazzo continuavava a raccontare.
-L'uomo venne rilasciato e raccontò ai suoi compagni mannari ciò che mio padre aveva detto- continuò -decise di vendicarsi e scelse me. Poco prima del mio quinto compleanno, forzò la finestra della mia camera e mi attaccò. Mio padre arrivò in tempo per evitare che mi uccidesse, ma ormai era troppo tardi: il danno era stato fatto, ero diventato un lupo mannaro-
-Oh Remus...-
-Fino all'anno scorso avrei preferito che quel giorno Fenrir Greyback mi avesse ucciso, piuttosto che essere un mostro. Vivere con la costante paura di fare del male agli altri...-
La ragazza lo fermò.
Si girò mettendosi di fronte a lui e lo guardò intensamente come mai aveva fatto.
-Tu non sei un mostro Remus Lupin- gli disse
-tu sei una persona buona a cui sono successe cose terribili. Ma non sei un mostro. Non è stata una tua scelta venire attaccato-
Gli posò una mano sulla parte sinistra del petto.
-I mostri non hanno un cuore- gli sussurrò
-invece il tuo lo sento battere sotto le dita ed è un cuore pieno di bontà e amore-
Remus chinò gli occhi nocciola.
Con le mani che gli tremavano prese a sbottonarsi la camicia, lentamente.
Juliet trattenne il fiato quando vide il petto pallido del ragazzo.
Delle cicatrici gli percorrevano i pettorali, rosse in constrasto con la pelle bianca.
Trattenne bruscamente il fiato.
La ragazza si fece coraggio e gliele sfiorò.
-Ognuno di noi dovrebbe essere fiero delle proprie cicatrici perchè queste ci hanno reso ciò che siamo- mormorò.
Remus la guardò.
I suoi occhi brillavano gialli come quelli dei gatti di notte.
-Avrei voluto morire, fino a l'anno scorso, ma quest'anno qualcosa è cambiato- sussurrò, carezzandole la guancia -quello che provo per te è così forte che... riesce anche a contrastare la trasformazione. Non ricordi quando ci siamo baciati per la prima volta? Quel bacio ha impedito la trasformazione. Niente lo aveva mai fatto-
Juliet sbattè le palpebre e una calda lacrima cadde, mentre sorrideva.
Il ragazzo le prese il volto tra le mani e poggiò la sua fronte sulla sua.
-Io ti amo, Juliet- sussurrò -perchè sei stata la prima persona a fare in modo che amassi me stesso-

*****

Lily sentì un rumore.
Si fermò, sentendo la pelle d'oca sulle braccia.
Tirò fuori la bacchetta e la strinse tra le dita.
-Lumos- sussurrò.
Era tarda sera e la ragazza stava girando per i corridoi di Hogwarts durante la ronda notturna.
Sola.
Da quando James si era dichiarato ma lei lo aveva rifiutato, il ragazzo le aveva lasciato un biglietto dicendole che le ronde le avrebbero fatte separatamente.
Si sentiva una persona orribile.
Lily non avrebbe mai voluto rifiutare James.
Ora che aveva accettato di provare qualcosa per lui non poteva andare tutto storto.
Era stata confusa prima, anche quando il ragazzo le aveva detto ciò che provava.
Ma ora non più.
Ma come poteva fare?
Come poteva rimediare?
Il suo orgoglio glielo impediva.
Si voltò e vide che i rumori, che parevano passi animali, provenivano dall'enorme portone di ingresso.
Che fossero i centauri che chiedevano aiuto?
Se Lord Voldemort avesse attaccato le creature della Foresta Proibita e adesso queste avevano bisogno d'aiuto?
Si avvicinò facendo un respiro profondo.
Era una grifondoro, era coraggiosa.
Aprì l'enorme portone e uscì nel cortile, sormontato da colonne gotiche e volte a botte.
Vide che effettivamente tre animali c'erano.
Tre animali che normalmnete non avrebbero dovuto stare insieme.
Quando attraversarono il cortile e si ritrovarono nel giardino di Hogwarts, i raggi della luna piena li illuminarono completamente.
I tre si misero a correre verso il Platano Picchiatore e Lily capì di che animali si trattasse.
Un cervo, dalle corna maestose.
Un grosso cane, dal pelo nero.
Un piccolo topo grigio con una lunga coda.
Li seguì e vide che il piccolo topo schivava i rami del Platano Picchiatore ed improvvisamnete quelli si fermavano come per magia.
E poi i tre animali scomparvero.
Lily deglutì e corse fino a che non fu accanto al tronco dell'albero.
Vide che c'era un passaggio alla base di esso.
Era una ragazza minuta e vi entrò senza problemi.
Continuava a domandarsi come fosse possibile per degli animali che non possono ragionare aver fatto quello che avevano fatto.
Ripensò al modo in cui il cervo aveva piegato le maestose corna per entrare nel passaggio segreto, e ripensò a come esse le avessero ricordato dei rami intrecciati.
Si fermò di botto, il fiato corto.
Ramoso.
Il soprannome di James.
Ripensò al modo in cui il cane camminava, come se non facesse neanche il minimo rumore.
Felpato.
Il soprannome di Sirius.
E infine pensò al topo e alla sua lunga coda.
Codaliscia.
Il sorpannome di Peter.
Si ricordò il giorno del suo compleanno e quel grosso cane che aveva fatto i suoi bisogni sulle sue scarpe.
Ricordò quando le era sembrato che esso avesse fatto l'occhiolino a James.
Ma i cani non fanno gli occhiolini.
A meno che...
A meno che non fossero animagus.
Tutte le parve cristallino come l'acqua.
Molto probabilmente tre quarti dei malandirni erano animagus.
Immaginò un cervo, un cane e un topo correre per la Foresta Proibita con Remus nella sua forma di lupo mannaro.
Quella sera c'era la luna piena.
Fu troppo tardi quando Lily si rese conto di dove quel passaggio l'avesse condotta.
Avrebbe dovuto immaginare cosa sarebbe successo.
Uscì dal tunnel in cui era e si ritrovò in un'enorme stanza, impolverata.
Lanciò un urlo.
Era nella tana del lupo.
Letteralmente.
Un'enorme figura dagli occhi gialli la guardò dall'alto.
-Remus...- mormorò Lily -ti prego... sono io, Lily...-
Sapeva che era tutto inutile.
Una volta trasformati, i lupi mannari non riconoscono nessuno.
Ucciderebbero il loro migliore amico senza avere rimorsi.
Il lupo ululò.
E fece per avventarsi sulla ragazza mentre questa si accucciava a terra, le mani a corprirle la testa.
Ma non accadde nulla.
Sentì un guaito soffocato e poi un tonfo.
Aprì gli occhi e osservò spaventata la scena che le si presentava davanti.
-Mi dispiace tanto Remus...- continuava a ripetere James -non ho avuto altra scelta-
Remus si trovava accasciato a terra, pallido come un lenzuolo e con una grossa macchia di sangue che gli si allargava sulla parte davanti della camicia.
James doveva averlo colpito con le sue corna per salvarla.
Nonostante tutto, teneva ancora a lei.
Ricordò che una volta aveva letto che i lupi mannari, se vengono feriti gravemente durante la trasformazione, ritornano umani.
Il dolore li rende umani.
-Dobbiamo portarlo in Infermeria, James- disse Sirius, anche lui pallido.
L'altro annuì, sconvolto.
-Hai fatto ciò che dovevi- gli disse poi, mentre si mettevano ognuno un braccio di Remus sulle proprie spalle.
Fu allora che sembrarono accorgersi di Lily.
-Stai bene Evans?- chiese James, rabbuiato.
Con un cenno del capo chiese a Peter di prendere il suo posto e insieme a Sirius portò immediatmente Remus via di lì.
-Io... si, penso di sì...- Lily fece per alzarsi ma la testa prese a girarle.
-Evans, stai perdendo sangue...-
James le si avvicinò.
La ragazza si portò una mano alla fronte e poi l'allontanò.
Era macchiata di rosso.
-James... perchè sta girando tutto?-
Fu in quel momento che Lily venne avvolta dalle tenebre.

******

Lily era in un luogo buio, e delle ombre danzavano intorno a lei.
Sembrava volessero portarla con sè, verso un luogo sconosciuto
-Madama Chips, si riprenderanno?-
Sentì la voce di Sirius come provenire da un luogo lontano.
-La signorina Evans senza problemi- rispose
-ma per quanto riguarda il signor Lupin... mi dispiace tanto-
-Non può parlare sul serio- la voce di Sirius era alterata -Remus è la persona più forte che io conosca-
-L'unica cosa che ci resta da fare è sperare, ragazzi. Potrebbe riprendersi ed è quello che spero- disse l'infermiera.
Lily pensò che molto probabilmente si trovava nell'Infermeria di Hogwarts.
-Ma lei non può fare qualcosa? Non c'è un incantesimo, qualcosa che può farlo svegliare?- insistè Sirius.
-Signor Black, noi non possiamo metterci la mano e velocizzare le cose. Ci potrebbero essere conseguenze irreversibili. Deve essere lui a svegliarsi-
Cadde il silenzio.
-Vedrete che si sveglierà, non perdete la speranza-
Poi Madama Chips si ritirò nel suo studio.
-E' tutta colpa mia- disse James, che era stato in silenzio per tutto il tempo.
Lily sentì che qualcuno si sedeva accanto a lei, sullo scomodo lettino dell'Infermeria.
Sentì che qualcuno le prendeva la mano e la stringeva.
Voleva svegliarsi e urlare che se Remus era in quelle condizioni era solo per colpa sua.
Perchè non era capace di farsi gli affaracci suoi?
Se lei fosse rimasta al castello niente di tutto quello sarebbe successo.
Se Remus non si fosse svegliato mai più... non se lo sarebbe mai perdonata.
-Se non l'avessi colpito con le corna... lui ora non rischierebbe la vita- continuò Ramoso.
Lily sentì la sua voce vicina a lei, quindi capì che doveva essere lui la persona che le teneva la mano.
Quando l'aveva presa tra le sue, le ombre si erano come allontanate, come se fosse stato James a cacciarle.
-La colpa non è di nessuno- Sirius posò una mano sulla spalla dell'amico e la strinse
-capito? Remus si sveglierà, lo so. E' solo questione di tempo-
Rimase in silenzio per un secondo.
-Le nostre storie non sono ancora giunte al termine- sussurrò.
-Ho... ho bisogno di aria-
James le lasciò la mano e fu allora che le ombre scomparvero del tutto.
-Appena Remus si sveglia ti verremo a chiamare- disse Peter, con la sua vocina.
La porta dell'Infermeria sbattè.
Lily aprì gli occhi.
Ci volle qualche istante prima che ciò che la circondava ritrornasse nitido.
Si mise a sedere e guardò verso il letto che era al fianco del suo.
Si lasciò scappare un singhiozzo.
Sirius e Peter, seduti su due sedie accanto al corpo di Remus, si voltarono.
Una lacrima scese dagli occhi verdi di Lily.
-Evans... vuoi dell'acqua?- le chiese Sirius, alzandosi.
La ragazza scosse la etsta.
Era quasi l'alba e il cielo andava schiarendosi e tingendosi di rosa.
-Devo trovare James- disse, la voce che le tremava.
A sentire l'amico chiamato per nome e non per cognome fece fare a Felpato un mezzo sorriso.
-Devo dirgli che non ha colpe, che la colpa è solo mia... mi dispiace così tanto...-
Uscì dalle coperte e, dopo aver constatato che le gambe la reggevano, si avvicinò al letto di Remus.
Gli diede un bacio sulla fronte e lo sentì ghiacciato sotto le labbra.
-Scusa- sussurrò, in modo che solo lui la sentisse.
O almeno, sperò che la sentisse.
-Vai da lui- le disse una voce.
Lily si voltò e vide che Sirius la guardava con i suoi occhi di vetro.
-Una volta Juliet gli ha detto che lui è l'unica persona che tiene a te quanto ci tiene lei- le disse, la voce per la prima volta seria da quando lo conosceva -e ora io lo dico a te. Vedo che quando lo guardi i tuoi occhi sono cambiati. Non lo disprezzi più. Vai da James e dirgli quanto è imporante per te, ne ha bisogno più che mai-

Traduzione del titolo: "Il dolore rende umani"

CupidaGranger

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