VII. Fragmentum orbatum
"Il nostro cuore è come un puzzle non finito – è per questo che cerchiamo l'incastro perfetto per completarlo"
Juliet passò la spazzola sui lunghi capelli dorati e sospirò, guardandosi allo specchio.
Aveva il volto pallido e si pizzicò le guance, per dare loro un po' di colore.
Continuava a chiedersi che cosa fosse davvero successo il giorno prima, con Sirius.
L'aveva davvero baciata?
E lei aveva ricambiato il bacio?
Arrossì immediatamente al ricordo.
Era stato il suo primo bacio e le era piaciuto da impazzire.
Ma perchè lui se ne era andato così?
Che cosa mi hai fatto..., aveva detto.
Semmai la domanda da porsi era il contrario.
Che cosa Sirus aveva fatto a Juliet?
Cosa l'aveva resa così audace da rispondere al bacio?
Posò le mani sul freddo lavandino nel bagno della sua camera e le strinse forte, fino a farsi sbaincare le nocche.
Le cose sarebbero cambiate tra loro due?
Certo che si, stupida, vi siete baciati, si disse.
-Argh- borbottò frustrata, mentre apriva l'acqua del rubinetto con uno scatto della mando destra.
Lasciò che essa lambisse la sua pelle, rendendola ghiacciata e poi si sciacquò la faccia, sperando che l'acqua gelida potesse schiarirle le idee.
Si tamponò il viso con l'asciugamano e si guardò allo specchio.
-Mi comporterò come se non fosse successo nulla- si dsse, decisa -se vorrà, sarà lui a tirare fuori l'argomento-
Però non era troppo sicura di ciò che stava per fare.
Scosse la testa e prese la sua borsa, infilandoci dentro i libri che le servivano per la giornata scolastica.
Sarebbe stato il destino a sceglire come fare andare le cose.
Aprì la porta del suo dormitorio e scese le scale, diretta a colazione.
A metà scale, si fermò di botto, il fiato mozzato.
-C'era davvero una verifica su Incantesimi?- chiese Sirius, passandosi una mano tra i capelli.
Era ancora più bello del giorno prima.
O forse ora lo vedeva semplicemente sotto una luce diversa.
E Juliet sapeva che quei capelli - che aveva sempre pensato fossero morbidi - erano soffici per davvero, e il modo in cui si arricciavano vicino alla base del collo era così delicato...
Fece un respiro profondo: non doveva complicare le cose.
Il destino avrebbe fatto il suo corso.
-Già, sarà durante la seconda ora- rispose Remus, alzandosi e mettendo il libro di Incantesimi nella sua borsa.
-Questo vuol dire che ho ancora due ore per studiare il minimo indispensabile per avere Accettabile- commentò allora Felpato, sorridendo.
Lunastorta scosse la testa ridendo.
-Non cambierai mai-
-Almeno io arrivo puntuale a lezione, non come James-
Alzò quindi lo sguardo e incontrò quello di Juliet.
Anche a quella distanza, la ragazza lo vide irrigidirsi e i suoi occhi azzurro chiarissimo scurirsi.
Ma non come il giorno prima, per il desiderio.
Quella volta sembrò si scurissero quasi per... il disgusto.
Era stato un evento così tremendo il loro bacio?
Juliet distolse lo sguardo, arrossendo, e sentì Sirius borbottare qualcosa a Remus e poi uscire dalla sala comune.
Fu allora che il castano si voltò e sorrise alla bionda.
-Buongiorno, dormito bene?- le si rivolse cordiale.
L'altra scese le scale e gli si mise davanti.
-Ho dormito- e cercò di sorridegrli.
Remus inlinò la testa di lato.
-Tutto bene?-
-Si, sono solo affamata-
-Vogliamo andare a colazione?-
In un gesto d'altri tempi, il ragazzo le porse il braccio e Juliet rise.
******
-Non eri obbligato a sederti con noi- ripetè Juliet, lasciando sul tavolo il suo tovagliolo ripiegato -se vuoi andare dai tuoi amici non ci offenderemo-
Lily sorrise scuotendo la testa, osservando l'amica.
Remus le puntò contro la forchetta.
-Non mi dispiace- disse -davvero-
-E va bene, la smetterò di assillarti-
La bionda chinò lo sguardo e prese a rimuginare sul suo porridge.
La rossa sollevò la sua tazza di caffè fumante e osservò Remus.
C'era qualcosa nello sguardo di lui, quando lo posava su Juliet che le ricordava qualcosa.
O forse qualcuno, non riusciva a capirlo.
Il modo in cui seguiva i suoi movimenti con gli occhi nocciola, in cui si soffermava sulle mani delicate della ragazza quando impugnava la bacchetta o suonava il pianoforte.
Per qualche istante credette che i due potessero sentire le rotelle del suo cervello lavorare freneticamente, ma poi si diede della stupida: era assolutamente impossibile.
Spostò il suo sguardo smeraldo e vide che James la stava osservando, gli occhi ambrati concentrati.
Come se stesse tramando qualcosa, testimone un ghigno sul volto.
Distolse svelta gli occhi, cercando di non pensare a come essere scrutata dal ragazzo l'avesse fatta sentire per un istante.
Come vetro grezzo che doveva essere modellato.
Come se James potesse con un solo sguardo leggerle l'anima e plasmarla, fare di lei ciò che voleva.
Lily si ritrovò spaventata da quei pensieri.
-Non c'è problema- disse Remus, schiarendosi la gola e distogliendo gli occhi -è bello sapere che ti preoccupi per me-
-Siamo amici, mi pare ovvio- Juliet rise -è come se non mi preoccupassi per Lily-
Poi una folata d'aria invernale che profumava di pino la investì in pieno, e le scompigliò i capelli dorati.
Una lettera le cadde tra le mani.
Juliet alzò si scatto gli occhi e vide la civetta bianca di famiglia, Sydney, sparire oltre i vetri della sala grande.
-Oh grazie al cielo- mormorò.
Deglutì e con le mani che tremavano, staccò il francobollo.
Nell'aprire la busta, dalla fretta, rischiò di strapparne il contenuto ma per fortuna non accadde.
Con un respiro profondo, la ragazza cominciò a leggere.
Sorellina, sei la solita paranoica, ma nonostante questo, ti voglio bene lo stesso.
Okay, mi faccio serio.
Qui va tutto bene, Juliet.
Io e la zia stiamo bene e siamo al sicuro.
L'altro giorno ci ha fatto visita Albus Silente - pensa un po' - e ha detto che avrebbe posto sulla nostra piccola casetta un incantesimo di protezione.
Qualcosa da maghi esperti e di un grado importante nel Wizengamot suppongo.
Comunque non devi stare in pensiero per noi, veramente.
Ce la caveremo.
Oh e Juliet, mi è dispiaciuto molto che tu abbia anche solo insinuato che le mie abilità magiche siano carenti.
Che diavolo di sorella minore saresti?
Che ne hai fatto della mia dolce sorellina?
Va bene, va bene, so già che starai sbuffando, comunque dovresti sapere che non so stare serio per più di qualche minuto.
Comunque, te lo ripeto nuovamente, dormi sonni tranquilli e goditi il tuo ultimo anno in quel meravoiglioso posto che è la tua seconda casa.
Ci rivedremo tra poco, e potrai assicurarti che qui non corriamo alcun pericolo.
Evito lo stesso di far uscire la zia da sola però...
Ah, quasi dimenticavo.
Will Johnson spezzare cuori? Io? Devi aver bevuto troppi calici di Burrobirra, Julie.
Perchè la verità è che io non ho mai fatto del male a nessuna ragazza.
Okay, forse non intenzionalmente... ma ora, credo che le cose siano cambiate.
Ho incontrato...
No, non ti dirò una sola parola di più.
Voglio farti una sorpresa.
E se tutto va come sperato, a Natale non saremo solo io, te e la zia.
Devo andare, piccola peste, ti voglio bene.
In fondo, molto in fondo.
Salutami Lily e dalle un bacio da parte mia.
Il tuo meraviglioso ed affettuoso fratello, Will.
P. S. farai in modo che qualcuno conquisti il tuo cuore, me lo prometti?
Remus aveva osservato Juliet per tutto il tempo nel quale la ragazza aveva letto la lettera, notando come piano piano un sorriso sincero le fosse spuntato in volto e glielo avesse illuminato come di una nuova luce.
-Va tutto bene a casa tua?- fece Lily, impaziente di sapere.
La bionda la guardò e le diede un bacio sulla guancia.
-Si- sorrise.
La rossa inclinlò la testa di lato e si sfiorò la guancia destra.
-E questo?-
Juliet scrollò le spalle.
-Da parte di Will-
Lily scoppiò a ridere, dicendo qualcosa che suonava molto come un "Io adoro tuo fratello, amica mia".
-Ragazze- le richiamò Remus, una strana luce negli occhi nocciola -mi è venuta un'idea-
Le due si voltarono ad osservarlo incuriosite.
-Che ne dite di venire con me e Peter a vedere gli allenamenti di James?-
*****
Lily si chiese come avessero fatto Remus e Juliet a convincerla ad accompagnarli.
Lily Evans che andava a vedere gli allenamenti di Quidditch - Quidditch, uno sport che nemmeno le piaceva - di James Potter.
Quel pallone gonfiato, arrogante, sfrontato, grifondoro che però con un solo sguardo era capace di farla tremare.
Cosa accidenti le stava accadendo?
La ragazza avrebbe tanto voluto prendere a testate il muro, per vedere se almeno così sarebbe rinsavita.
In realtà, pensandoci razionalmente, la conclusione era palese: non avrebbe portato a nulla, se non una forte emicrania.
-Sarà divertente- le assicurò Juliet, che le camminava accanto.
Erano dirette all'ingresso dello stadio, dove avrebbero incontrato Remus e Peter.
-Divertentissimo- Lily alzò gli occhi al cielo, sbuffando.
La bionda le scoccò uno sguardo ammonitore.
-Ma smettila Lils- rise, poi -sei uguale a mio fratello ani fa quando la zia lo costringeva ad andare al supermercato-
La rossa sbattè gli occhi verdi.
-Allora devo essere proprio bellissima- disse.
Juliet scoppiò a ridere.
-Ehi ragazze- le salutò Remus.
Lily si guardò intorno.
-Dov'è Peter?- domandò.
Il ragazzo lanciò uno sguardo a Juliet, intenta a mettersi un ciuffo dorato che le era sfuggito dalle trecce dietro un'orecchio, poi arrossì.
-Alla fine ha cambiato idea- rimase sul vago.
-Vogliamo andare?- propose immediatamente dopo, rivolgendo loro il suo caratteristico sorriso gentile.
Le due ragazze lo seguirono.
Arrivarono all'interno dello stadio e si sedettero sulle tribune.
Juliet rabbrividì e si strinse maggiomente nella sua divisa.
-Hai freddo?- le chiese Remus, gli occhi nocciola illuminati.
La ragazza chinò lo sguardo.
-Tieni-
Lui si tolse la giacca e gliela mise sulle spalle.
-Grazie- disse -ma non dovevi, non avrai freddo adesso?-
Remus scrollò le spalle e incontrò lo sguardo di Lily.
-No- disse -starò bene-
Essere un lupo mannaro comportava sentire meno il freddo rispetto agli altri esseri umani.
-Va bene gente- la voce di James, già in campo con la squadra si levò sopra di loro -oggi proveremo un nuovo schema, ma prima fate qualche giro con la scopa per riscaldarvi un po': non voglio dei ghiaccioli in squadra-
Lanciò uno sguardo in basso, incontrando quello verde di Lily.
Ghignò.
Quindi si lanciò a tutta velocità verso il suolo, con l'intenzione di svolgere un giro della morte.
Riscaldamento leggero, pensò Lily.
Ma qualcosa andò storto.
Ad un certo punto, mentre James stava volteggiando a qualche metro da terra per prendere velocità, perse la presa sul suo manico di scopa.
E cadde.
Successe così velocemente, che quasi Lily non fece nemmeno in tempo a trattenere il respiro.
Si sentì un tonfo.
La ragazza scattò in piedi, le mani premute sulla bocca.
-James!- gridò.
-Santo cielo!- esclamò Juliet, e si ritrovò a stringere la mano di Remus, che aveva lo sguardo sbarrato.
-Scusa- sussurrò poi, ritraendo la mano.
Ma il ragazzo glielo impedì, senza guardarla, e continuando a tenere gli occhi fissi su James.
Era come paralizzato.
Juliet, allarmata, guardò il campo da Quidditch sperando di vedere James sorridere e dire loro che era tutto uno scherzo.
Ma non fu così.
Vide i capelli rossi di Lily svolazzare al vento, mentre la ragazza correva verso il grifondoro.
-Potter!- continuava a ripetere, mentre gli altri giocatori lo stavano accerchiando.
-Sta bene?- domandò, il fiato corto, mentre si fermava di botto per non cadere sopra il suo corpo inerme.
Frank Paciock scosse la testa, confuso.
Lily lo sorpassò e cadde in ginocchio accanto a James.
Aveva gli occhi chiusi, alcune ciocche dei capelli neri come il carbone gli erano ricadute su di essi.
-Potter...- sussurrò, con incredibile dolcezza, mentre con la mano destra gliele scostava.
Gli carezzò la guancia, rendendosi conto di avergli sfiorato l'angolo della bocca con le dita tremanti.
Ciò che accadde dopo fu incredibile.
James aprì gli occhi ambrati, che brillavano divertiti, e si sporse in avanti.
E baciò Lily.
Proprio così.
Un istante dopo le labbra di lui erano su quelle di lei, che colta alla sprovvista, rispose al bacio.
Ci volle qualche secondo prima che Lily si rendesse conto di cosa stesse veramente succedendo.
Oh Dio... Sto baciando James Potter, pensò.
Si sentiva come finalmente completa.
Come se un pezzo mancante di lei le fosse stato restituito, dopo tanto tempo di agonia.
Fermi tutti.
James.
Potter.
Cazzo.
Si allontanò bruscamente e lo guardò negli occhi, sentendo tutti i ragazzi intorno a loro trattenere il fiato.
E fu in quel momento che si rese conto di qualcosa che le fece dubitare della sua intelligenza, considerando quanto fosse palese in entrambi i casi.
Vide gli occhi ambrati di James guardarla, neri di desiderio e capì che in quello stesso identico modo Remus stava guardando Juliet la mattina stessa.
Ma non era quello il momento di fare del sentimentalismo.
Lo schiaffo che tirò al ragazzo davanti a lei fece un sonoro schiocco.
-Sei un vero stronzo, James Potter!- gli urlò, scattando in piedi -Fingere di esserti fatto male, per che cosa? Per baciarmi? Non pensavo saresti caduto tanto in basso!-
-Ma Lily io...- anche lui si alzò.
-Non rivolgermi mai più la parola Potter, hai capito?-
Si voltò e fece la strada a ritroso, con ampie falcate e il viso bollente di rabbia.
Aveva sempre pensato che non sarebbe mai cascata ad uno dei giochetti di James e invece...
Trovò quasi ironico come a volte la vita ti sorprendesse.
Ironico ed estremamente fastidioso.
Traduzione del titolo; "Pezzo mancante"
CupidaGranger
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro