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V. Omni tempore diligit qui amicus est


"Ma quando penso a te, mio caro amico, ciò che era perduto è ritrovato, e ogni dolore ha fine"
-William Shakespeare

Juliet appoggiò il mento sulla sua mano chiusa, riflettendo.
-C'è qualcosa che ti preoccupa?- domandò Lily, mentre tagliava una fetta di bacon, a colazione, il sabato seguente.
-Uhm non lo so- ammise l'altra, guardando un punto fisso.
La rossa seguì lo sguardo dell'amica.
Vide che guardava nella parte del lungo tavolo dove sedevano i malandrini.
Remus pareva più pallido del solito, come se fosse malato.
Ma certo, si disse, quella sera ci sarebbe stata la luna piena.
-E' che non capisco perchè Remus stia sempre così, alcuni giorni del mese, ogni mese- spiegò infine la bionda, mettendosi diritta e versandosi un po' di te dalla teiera presente sul tavolo.
-E come mai lo noti solo ora?- cercò di sviare Lily, sapendo quanto fosse importante il segreto del ragazzo dai capelli castani.
Juliet non sapeva fosse un lupo mannaro e di sicuro non sarebbe stata Lily a rivelarglielo: lo avrebbe fatto lui stesso se e quando avesse voluto.
-Ci ho fatto caso alcune settimane fa, credo fosse settembre. E la cosa si è ripetuta anche ad ottobre e adesso a novembre- replicò l'amica, alzando le spalle.
-Probabilmente si starà prendendo l'influenza-
Juliet inarcò un sopracciglio.
-Certo perchè l'influenza è puntuale ogni mese- ribattè.
Lily affondò il volto nella sua enorme tazza di caffè.
Quella ragazza non poteva cominciare bene la giornata senza la sua dose di caffeina.
La bionda sospirò prendendo il cucchiaino e cominciando a rimuginare dentro il suo porridge.
-Ti manca mai tuo fratello?- fece la rossa, abbassando gli occhi.
Juliet rise.
-Credo che la cosa che più mi manchi di Will sia il suo continuo punzecchiarmi. Però si-
Poi si rabbuiò in volto.
-Oh buon Dio, l'ho detto davvero. Se mai lo verrà a sapere sappi che reputerò finita la nostra amicizia-
Lily scosse la testa giocherellando con le sue uova strapazzate.
La bionda la guardò, percependo nell'aria un sentimento di nostalgia e rammarico che la stava impregnando.
-A te non manca mai Petunia?- mormorò allora.
La rossa abbassò gli occhi.
-Dico, se non aveste litigato. Sentiresti la sua mancanza?-
-La sento anche se abbiamo litigato- borbottò.
-Scusa se sono stata indelicata-
Lily alzò una mano.
-Tranquilla, ormai non fa quasi più male. E' ovvio che sentirei la sua mancanza: dopotutto siamo sorelle-
Juliet lasciò il cucchiaino.
-E' così strano il rapporto tra fratelli- disse, guardandola con i suoi occhi azzurro scuro
-nonostante le reciproche frecciatine, nonostante tutte le litigate. L'amore che c'è è un legame talmente forte che è difficile da comparare. Detto sinceramente, io non so cosa ne sarebbe della mia vita se non ci fosse Will a prendersi cura di me. E so che anche per Petunia è lo stesso-
-Oh io non ci scommetterei- disse la rossa.
-Io invece sì. Andiamo, non può una persona dimenticarsi di un'altra a cui ha da sempre voluto un bene immenso così, di punto in bianco. Al cuore non si comanda!-
-Però al cuore possono essere imposti dei limiti. E credo che smettere di amare tua sorella se la consideri un mostro sia tra questi-
Juliet fece per ribattere, ma Lily alzò una mano, come a chiudere la conversazione.
Allora quella sospirò, voltandosi di nuovo verso i malandrini.
Remus si portò una tazza di caffè alla bocca, ma a metà strada la posò di nuovo sul tavolo.
Vide James che lo guardava con un sopracciglio inarcato e tentò di sorridere.
-Lo sai che non mangio tanto quando è quel periodo- disse.
Ramoso gli puntò contro una fetta biscottata.
-Ma dovresti- replicò -devi essere in forze-
Poi si sporse più verso di lui.
-Altrimenti come faremo a correre per tutta la Foresta Proibita sta sera?-
-Sai che preferirei mi lasciaste solo. Non voglio corriate alcun rischio-
James rise.
-Non devi preoccuparti di noi- si intromise Sirius dandogli una pacca amichevole sulla spalla -ce la caveremo sempre-
-E poi siamo diventati Animagus apposta per questo-
Remus scosse la testa, sorridendo.
Però a quel movimento seguì subito un colpo di tosse, quasi immediatamente mascherato.
-Non so davvero come farei senza di voi- disse, davvero grato.
-Gli amici sono per sempre, caro Lunastorta- James gli sorrise.
-Uh a proposio di amici!- saltò su Sirius.
Lunastorta si voltò verso di lui, contento che l'argomento di discussione non fosse più egli stesso.
Felpato guardò Ramoso, con un sorriso enorme in volto.
-Sta notte mi sono impegnato a trovare gli insulti migliori per te, se oggi vedi di non acchiappare il boccino d'oro- spiegò.
James si posò una mano sul cuore, con teatralità.
-Quando mai non ho preso un boccino?- domandò retoricamente.
Nel pomeriggio si sarebbe svolta la prima partita del campionato di Quidditch, Grifondoro contro Tassorosso.
-Anzi, sapete che farò?- il ragazzo si alzò in piedi.
-Oh Merlino- borbottò Remus -che hai in mente?-
-L'idea perfetta! Ora lo vedrete-
Sorrise agli amici e cominciò ad incamminarsi verso la parte più infondo del lungo tavolo.
-Cosa pensate stia per fare?- domandò Peter.
Lunastorta si massaggiò le tempie.
-Una stupidaggine- rispose.
-Guarda, non mi interessa- replicò invece Sirius -scommetto che andrà dalla Evans per dimostrarle il suo amore e rendersi ridicolo-
Nemmeno a farlo apposta, la meta di James era proprio una graziosa ragazza dai capelli dello stesso colore del fuoco.
-Evans!- esordì quindi, una volta davanti a lei.
Juliet si voltò di lato e alzò lo sguardo.
-Fidati di me, James, non è un buon momento- tentò di prevenire la sicura lite che si sarebbe scatenata.
Ramoso si limitò a sorriderle scuotendo la testa, come se sapesse cose che lei ignorava.
Poi scoccò un'occhiata ammiccante a Lily che, dopo aver inizialmente alzato lo sguardo per vedere chi fosse, lo aveva già riabbassato sulla Gazetta del Profeta.
-Evans?- la chiamò.
-Perchè non te ne vai Potter?- sibilò -Non sono dell'umore-
Gli occhi di tutta la sala grade erano puntati su di loro.
James non si scoraggiò, facendo spostare alcune ragazze sedute accanto a Juliet e salendo sulla panca.
-Ho l'attenzione di tutti?- si schiarì la voce e sorrise smagliante -Allora Evans, devo fare in fretta perchè la squadra mi aspetta già negli spogliatoi. Oggi pomeriggio, il boccino sarà mio e lo acchiapperò per te! Come pegno del mio amore!-
Lily aprì la bocca per ribattere - probabilmente con già in mente una serie di insulti - ma non potè dire nulla, poichè il ragazzo era già saltato giù dalla panca e stava corendo fuori dala sala grande, diretto verso il campo da Quiddicth.
-Chi tace acconsente!- lo sentirono dire alcuni studenti, seduti accanto alle porte dell'enorme sala.
Sirius si diede una pacca in fronte, mentre Remus scoppiava a ridere.
Risata seguita dall'ennessimo colpo di tosse.
-Perchè non ho Eccezionale in Divinazione? Qualcuno si degnerebbe di spiegarmelo?-

******

-Ehi- disse una voce -possiamo sederci?-
Juliet e Lily si voltarono a destra, trovando Remus e Peter avvolti nelle loro sciarpe di grifondoro.
-Certo- la bionda si spostò più vicino alla rossa, per fare spazio ai due.
-Ehi Lily come mai non ha gli striscioni con la faccia di James stampata?- fece Lunastorta, sorridendo malizioso.
La ragazza sbuffò sorridendo.
-Oh diamine, devo averli scordati in camera! Ma la prossima partita lo ricorderò, prometto-
E si disegnò una croce sul cuore, sorridendo angelicamente.
Remus rise, e Peter lo guardò allarmato ma il primo con un'occhiata lo tranquillizzò.
-James ne sarebbe assai felice- le disse.
Lily inarcò un sopracciglio.
-Potter ha abbastanza autostima, temo-
-Ma buongiorno gente!- esclamò Sirius, con il microfono per amplificare la sua voce -Vi ero mancato non è vero? Ma non preoccupatevi, quest'anno vi delizierò con la mia voce soave. Purtroppo però sarà l'ultimo, poi mi diplomerò e qualcuno mi sostituirà-
-Sempre se non ti boccio prima, Black- borbottò la McGranitt, accanto a Silente, il quale sembrava squadrare tutti con i suoi occhi azzurri attraverso gli occhialetti a mezzaluna.
-Signor Black potrebbe annunciare i giocatori, cortesemente?- domandò cordiale.
Felpato gli sorrise.
-Ma certamente preside!-
Juliet si sporse verso Remus, mentre l'altro malandrino annunciava i giocatori di Tassorosso.
-Ti trovo meglio, rispetto a stamattina- ammise, senza guardarlo negli occhi.
Lunastorta sfiorò la sua mano.
-E cosa avevo stamattina?- domandò a sua volta, una luce malandrina negli occhi color nocciola.
-Sembravi malato-
-Oh...-
Remus si irrigidì istintivamente, nonostante avrebbe voluto tutto il contrario.
Lei era così vicina che di sicuro avrebbe notato il cambiamento del suo corpo.
Eppure sembrò non farci caso.
-Credo mi stia venendo l'influenza- ammise.
Juliet nascose un sospiro.
Era proprio ciò che aveva detto Lily.
-E allora cosa sei venuto a fare qui? Rischi di peggiorare- lo rimproverò.
Aveva un tono dolce.
-Sono qui per sostenere uno dei miei miglior amici- fu la risposta del ragazzo, come riscaldato dalla constatazione che la ragazza si preoccupasse per lui.
-Ho sempre pensato che fossi un ottimo amico, che chiunque ti potesse considerare tale doveva ritenersi più che fortunato- sussurrò, lo sguardo azzurro scuro puntato sul campo da Quidditch dove i giocatori stavano già volando sulle loro scope.
Non aveva nemmeno sentito il fischio di Madama Bumb che segnava l'inizio della partita.
Si chiese se Remus invece lo avesse sentito.
-Credimi se ti dico che l'ho sempre pensato anch'io-
Le loro mani si sfiorano nuovamente.
-Oh per la barba di Merlino, James!- tuonò Sirius, praticamente così fuori dalla postazione del cronista che probabilmente tutte le leggi della fisica si chiesero perchè non fosse ancora caduto -Hai finito di distrarti? Basta guardare la Evans! Concentrati su questo dannato gioco! Come credi di conquistarla sennò?-
-Smettendo di tentare- suggerì Lily all'orecchio di Juliet.
-Felpato sei te a deconcentrarmi!- girdò in risposta Ramoso.
James chiuse gli occhi e poi li riaprì, aguzzando la vista.
Non poteva lasciarsi sfuggire il boccino, glielo aveva promesso.
L'avrebbe ragalato a Lily.
Era stata un'idea geniale scappare negli spogliatoi prima che la ragazza potesse dire una sola parola.
Non lo dava a vedere - e non lo avrebbe mai fatto - però a volte, poche volte, ma alcune volte c'erano state, le sue parole gli avevano fatto male.
Sapeva che lei gli avrebbe risposto che non le importava nulla di lui e del suo stupido boccino.
Prendi quel boccino, Potter.
James si guardò intorno, confuso.
Gli parve di aver udito nella sua mente la voce di Lily.
Ma non era possibile, non è vero?
Vinci per me.
Un'altra volta.
Questa volta, con uno scatto, il ragazzo guardò in direzione di Lily, sugli spalti.
La vide che lo stava fissando, e nel suo sguardo non colse il solito odio che caratterizzava i suoi occhi smeraldo quando si posavano su di lui.
E fu in quel momento che lo vide.
Uno sfavillio dorato, quasi impercettibile, ma non per l'occhio allenato a scorgere ogni più piccolo movimento di James.
Il malandrino si lanciò in picchiata verso il boccino d'oro, che immediatamente virò verso il basso.
Ma ormai non poteva più sfuggirgli.
Il ragazzo sentì il vento in volto, mentre gli tirava i capelli ritti all'in su.
Allungò il braccio, tenendosi in equilibrio silla scopa solo con il sinistro.
C'era quasi.
Gli studenti e i professori sugli spalti scattarono in piedi, gli sguardi spaventati.
James andava troppo veloce ed era troppo vicino al suolo: si sarebbe sicuramente schiantato.
E la cosa peggiore era che il ragazzo lo sapeva, sapeva di essere vicino alla caduta.
Ma sapeva che ce l'avrebbe fatta.
Per Lily.
All'ultimo, il boccino d'oro virò verso l'alto e lui si lanciò dalla scopa.
Cadde a terra con una capriola, il volto nel fango.
Tutti trattennero il fiato.
Perfino Lily aveva gli occhi verdi velati di terrore.
E se si fosse fatto male sul serio?
Ma ad un tratto, James si alzò e guardò la folla di studenti che lo fissavano.
Poi i suoi occhi ambrati si inchiodarono in quelli smeraldo di Lily, e ghignò.
Alzò il pugno destro al cielo dove si vide lo sfavillio dorato del piccolo disco volante che era stato acchiappato.
-Per te- mimò lui con le labbra.
Poi mormorò qualcosa all'oggetto che venne liberato, un secondo prima che la squadra di grifondoro assalisse il suo capitano con una serie di esclamazioni di gioia e abbracci.
-E Grifondoro vince! Beccatevi questa dolci e coccolosi Tassorosso!- urlò Sirius.
La squadra, vittoriosa, andò poi negli spogliatoi mentre seguiva un coro di "Potter, Potter, Potter".
-E' stata una partita emozionante- commentò Remus, sorridendo.
Juliet annuì.
-Prima o poi James si farà male sul serio- aggiunse e l'altrò alzò le spalle come a dire "Che ci possiamo fare, se non si rompe l'osso del collo non è contento".
La ragazza rise e le brillarono gli occhi azzurri.
Poi si voltò verso l'amica.
-Andiamo Lily?-
La rossa inclinò la testa di lato, mentre osservava qualcosa che luccicava avvicinarlesi.
-Vi raggiungo dopo- disse distrattamente, mentre allungava una mano.
Quel qualcosa si posò sul suo palmo aperto e sbattè le piccole ali dorate per qualche secondo, poi si richiuse.
Scosse la testa, nascondendo un sorriso.
Potter è davvero incorreggibile, pensò.
Era il boccino d'oro.

Traduzione del titolo: "Chi è amico ama in ogni tempo"

CupidaGranger

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