twenty-five
Anastasia Gilinsky
[ Due giorni dopo ]
Oggi Ben ha invitato Anastasia al ballo! Lei era così eccitata. Era stato inaspettato, lei aveva solo aperto l'armadietto e aveva visto una cartolina con su scritto 'ballo con questo ragazzo?' – c'era una foto di lui che si indicava – ed un mazzo di fiori.
Lei era così felice che il suo obbiettivo della vita era successo quel giorno, ma c'era una cosa che la stava infastidendo, anche se non avrebbe dovuto...
Sammy non era venuto a scuola nei giorni scorsi ed anche se lei era veramente arrabbiata con lui, non poteva fare a meno di preoccuparsi per lui.
Anastasia sarebbe andata a casa sua a vedere, non sarebbe entrata visto che l'ultima volta che lo aveva fatto era andata particolarmente male. Avrebbe solo guardato dalla finestra...
Chiamami pure stalker, non è un'informazione nuova. Mi interessa di lui e ho bisogno di sapere.
Uscì velocemente da scuola sebbene avesse ancora un'ora da fare. Non le interessava, nessuna di queste era più importante di Sammy in quel momento.
Lei non sapeva perché si stava comportando in quel modo, lei semplicemente... ugh!
Si avvicinò a casa sua e vide molte persone e un'... ambulanza?
Oh, mio Dio, che cazzo sta succedendo...
Anastasia corse letteralmente davanti a casa sua, ma qualcuno la trattenne.
"Hey, non puoi avvicinarti!" Disse un poliziotto.
"P-Perché, che s-sta succedendo? Per c-cosa sono queste a-ambulanze?" Chiese lei balbettando.
L'ufficiale aprì la bocca per parlare, ma la richiuse guardando verso la porta della casa di Sammy.
"Oh mio Dio!" Strillò Anastasia.
Lui era su uno di quelle specie di letti dell'ambulanza ed il sangue stava scorrendo dalla sua testa.
Lei non riusciva a parlare, non riusciva a respirare e non riusciva nemmeno a muoversi...
Poi la colpì. Probabilmente era morto.
Lei cominciò a piangere e si lasciò cadere a terra. Stava urlando e piangendo. Il poliziotto ed un'infermiera la stavano tenendo, cercando di farla rialzare.
"Hey, tesoro... V-vuoi venire all'o-ospedale con noi?" Chiese la signora Wilkinson piangendo.
Oh mio Dio, non posso nemmeno immaginare questo problema dal suo punto di vista, deve essere distrutta... suo figlio stava morendo.
Anastasia non riusciva a rispondere, per cui si limitò ad annuire molto velocemente. Salì nella macchina del signor Wilkinson insieme alla signora Wilkinson.
[ All'ospedale ]
Anastasia ed i genitori di Sammy erano seduti sulle sedie dell'ospedale – e lasciatemi dire che erano fottutamente scomode – ad aspettare un dottore che avrebbe potuto dirgli di Sammy.
Lei non poteva crederci... l'ultima cosa che gli aveva detto era che non avrebbe voluto rivederlo mai più.
Dio, non lo pensavo veramente, non farlo morire, ho bisogno di lui.
Pianse silenziosamente nelle sue mani. Perché lui? Perché quella persona aveva deciso di sparare a Sammy? Solo perché...
Stava pensando a tutto questo quando arrivò un dottore che stava guardando dei fogli tra le sue mani. La signora ed il signor Wilkinson si alzarono immediatamente, chiedendo di Sammy.
"È vivo? La prego, mi dica che il mio bambino è vivo!" La signora Wilkinson piangeva, mentre il signor Wilkinson la abbracciava.
Anastasia si immobilizzò, guardandosi le mani.
"M-mi dispiace dirlo, ma, uh... Non ce l'ha fatta." Disse il dottore e guardò con compassione i genitori del povero ragazzo che stavano piangendo e si abbracciavano.
Questo è tutta colpa mia.
"E la parte importante è che non è stato ucciso." Disse il dottore.
Anastasia e i genitori di Sammy sollevarono di scatto la testa, guardando il dottore come se fosse pazzo.
"Si è ucciso da solo." Disse il dottore.
Lei sussultò e le lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi.
"In più il poliziotto ha trovato questa lettera, c'è scritto Per: Anastasia Gilinsky. La conoscete?" Chiese il dottore guardando la carta.
"S-sono io..." Finalmente Anastasia si mosse dal suo posto, le lacrime scendevano dai suoi occhi.
Il dottore le diede la lettera, accennando un sorriso, prima di andarsene.
Lei tenne la lettera nelle sue mani, non azzardandosi a fare una mossa. Finalmente ebbe il coraggio di aprirla.
Per Stassie
Hey, uh, allora inizierò da qui. Sarò sincero, all'inizio ti conoscevo solo come la sorellina di Gilinsky. Ma poi sei venuta da me per un aiuto. Ho accettato perché sapevo che eri la sorella di Gilinsky e sembravi tranquilla. Ma tu lo sai che io essendo io, ho voluto che uscissi con me per tre mesi. Desidero non aver voluto fare quella scommessa ed averti semplicemente dato ciò che volevi. Ma ero solo un ragazzo a cui piaceva giocare a quel tempo. Dopo il passare di alcuni giorni ho iniziato a provare qualcosa per te. Mi piacevi, mi piacevi seriamente. Ero così ossessionato per questa scommessa perché era l'unico modo in cui avrei potuto starti vicino. Ho amato ogni singola cosa di te. Amavo come arricciavi il naso quando eri confusa, ho amato le pieghette che si formavano ai lati dei tuoi occhi ogni volta che facevi un sorrisone, ho amato le fossette profonde che spuntavano sulle tue guance quando mi sorridevi, amavo come improvvisamente iniziavi a saltare e ad eccitarti per qualcosa che volevi dirmi subito, ho amato come credevi che muovere le orecchie fosse un talento e ti eccitavi o provavi a vantartene con me, ho amato come ti preoccupavi per gli altri... ti ho adorata così tanto. Ma poi tutto si è incasinato. ho perso l'amore che ho amato di più. Ho perso qualcosa che non avevo mai avuto in primo luogo. Ho fatto un casino e mi dispiace così tanto. Mi dispiace averti ferita e mi dispiace che mi sia intromesso nella tua vita e l'abbia rovinata, mi dispiace... ma mi hai detto di non volermi vedere più. Prima che volessi renderti felice. Avrei voluto essere la ragione della tua felicità per una volta. Così ho fatto ciò che ti avevo promesso. Spero tu ti diverta al ballo, Anastasia. Spero tu viva la vita che ti meriti. Ora faccio ciò che avresti voluto te. Ti amo, Anastasia, veramente. E non mi vedrai mai più.
-Sammy Wilkinson
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