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5. Ti faccio vedere i sorci verdi!

La cena, organizzata in modo informale, era stata meno tragica di quel che pensava, Potter e signora volevano dare la notizia del loro imminente matrimonio agli amici e a quelli che, con la maturità dell'età adulta, lo erano diventati.

Era uscito a fumare una sigaretta in pace nel cortile del Numero 12 di Grimmauld Place. Aveva voglia di spaccare qualcosa, ogni volta che lo guardava gli tornavano in mente le parole del libro.

- Hermione, contrariamente a quanto pensava, era sollevata. La scuola era terminata e con essa un periodo di vita che l'aveva portata ad essere adulta prima di quanto previsto. La storia con Ron era terminata quasi subito. Il bacio era stato travolgente ed entrambi avevano pensato che sarebbe sfociato in qualcosa che non si era realizzato. Passato il momento di picco adrenalinico dovuto alla battaglia, ogni volta che si trovavano in intimità scoppiavano a ridere come due matti. Erano amici e amici sarebbero rimasti per sempre.

C'era una persona che la osservava quando pensava di non essere visto e che abbassava la testa quando lei si voltava verso di lui. Poi una mattina decise di affrontarlo parandoglisi davanti prima dell'ingresso in sala grande per la colazione.

«Malfoy! Si può sapere che vuoi? Insultarmi? Lanciarmi una maledizione? Una fattura? Forza, sono qui, cos'è il gatto ti ha mangiato la lingua?»

Aveva lo sguardo addolorato quando puntò gli occhi nei suoi.

«Volevo chiederti scusa, Granger, solo scusa. Non riesco a dimenticare la scena di te urlante a casa mia mentre quella pazza di mia zia ti torturava e io... io non ho mosso un dito, non potevo, non ne ho avuto la forza, non mi sono opposto, proprio come quando hanno deciso di marchiarmi come un animale da macello. Scusami, ti prego».

Mentre Draco correva via lei era rimasta come pietrificata, gli occhi spalancati, la mano sulla bacchetta pronta a difendersi, le labbra schiuse a pronunciare uno schiantesimo.

Nei giorni successivi era pensierosa, aveva sempre creduto che solo loro avessero davvero sofferto, che combattere per l'una o l'altra parte fosse stata per tutti una libera scelta, che il mondo si dividesse in buoni e cattivi, in bianco o in nero, invece aveva scoperto che non tutti avevano scelta, che esistevano i toni di grigio e che non si potevano dividere le persone in compartimenti stagni e cominciò a guardare Draco con occhi diversi.

Sedersi vicino a lui in biblioteca per chiedergli spiegazioni su una pozione che proprio non riusciva a capire fu il primo passo a cui seguirono altri piccoli passetti, a volte in avanti, spesso indietro. Draco era sempre stato un gran vanitoso, borioso e vigliacco, e sempre lo sarebbe stato, ma non era razzista per scelta, lo era solo perché gli era stato inculcato così dalla nascita.

Continuarono a frequentarsi anche dopo il conseguimento del diploma e frequentavano le rispettive università finché una sera un bacio amichevole si trasformò in qualcosa di più e quel qualcosa di più ancora in qualcos'altro e insieme si trovarono a scoprire il corpo dell'altro e ad avere insieme la loro prima volta. -

Sentì dei passi avvicinarsi e tutti i sensi si acuirono fino a che non fu affiancato dal ragazzo che occupava i suoi pensieri, il suo figlioccio. Il patto infrangibile era ancora valido se no gli avrebbe volentieri lanciato una maledizione senza perdono.

«Severus, è molto che non ci incontriamo, il lavoro mi tiene sempre per lunghi periodi lontano da Londra. So che tu e Hermione oramai vivete insieme. Spero non ti dispiaccia se la invito per un brunch uno di questi giorni».

Fu talmente fulmineo che Draco non ebbe neanche il tempo si meravigliarsi prima di trovarsi bloccato al muro dal suo braccio che gli premeva sul collo.

«Credi che non sappia di come l'hai fatta soffrire? Stai lontano da lei, o ti assicuro: ti faccio vedere i sorci verdi!»

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