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17. Meridiano

Il sangue che macchiava la pelle era rosso, rosso come il suo. Mise l'indice sulla ferita e un urlo gli ferì le orecchie quando spinse tra la pelle slabbrata. Guardò affascinato la sostanza vischiosa mentre la sfregava tra l'indice e il pollice, la portò al naso per odorarla, poteva il sangue profumare di cacao con la cannella? Lui adorava quella bevanda. Poi l'assaporó con la lingua, sì, decisamente il sapore non era uguale al suo, era dolce e speziato, leggermente piccante, delizioso.

Afferrò i capelli della prigioniera, ancora svenuta, alla nuca e tirò il viso in alto piegandole il collo indietro. Le lacrime continuavano a inondarle il viso e si era incisa il labbro inferiore a sangue per non mordersi la lingua a causa del dolore. Si abbassò e si impadronì delle labbra succhiando il sangue che le imbrattava con avidità, prima di aspirarne il profumo seguendo la vena dell'esile collo, mentre un lamento lasciò quelle labbra tentatrici e un tremito ne scuoteva le membra. 

Spalancò gli occhi che aveva chiuso catturato dall'aroma della ragazza, con uno schiaffo le segnò la guancia e questa si ridestò dal mondo in cui si era rifugiata ritornando alla sua tremenda realtà.

- Maledetta sanguesporco, - sibilò, stringendole il mento tra le dita, - cosa mi hai fatto?!

La donna sputò sul viso che aveva amato prima che una nuova maledizione la colpisse, aprendo un'altra ferita sul suo corpo martoriato.

Il mago correva tra le pareti di quello stretto labirinto pregando di arrivare in tempo.

Ripeteva come un mantra le parole del Salmo 90: non timebis ... ab incursu et daemonio meridiano «non temerai … l’assalto del demonio meridiano».

Le stanze si susseguivano una dietro l'altra, alcune avevano la porta spalancata e altre erano chiuse con grossi lucchetti. Sapeva di doversi addentrare nel profondo se la voleva ritrovare, non c'erano se, doveva farlo, non poteva perderla, questa volta non sarebbe sopravvissuto al dolore.

Arrivò in un covo sotterraneo scendendo mille gradini e lì nella stanza rotonda, illuminata da un sole nero che spuntava a mezzogiorno, c'era lei, ricoperta di tagli e sangue, incatenata a una sedia, mentre il mostro incombeva su lei.

Hermione sollevò lo sguardo colmo di delusione incontrando i suoi occhi, fu allora che il Mangiamorte si girò e Severus si ritrovò a specchiarsi nella parte malvagia di sé.

***
Vorrei ringraziare tutte voi per la pazienza, come sapete questo periodo è per me colmo di impegni, ma cercherò di aggiornare al più presto. Un abbraccio virtuale ❤️

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