Chapter 27.1 - ⭒Beneath the Mask🔞⭒
⚠️AVVISO: I CONTENUTI DI QUESTO CAPITOLO NON SONO LEGGERI⚠️
UN ALTRO CAPITOLO IN CUI OCCORRE FARE UNA PREMESSA. NON ARRIVA AI LIVELI DEL PRECEDENTE (mio parere, eh), MA ANCHE QUI VENGONO TRATTATE TEMATICHE FORTI.
VI PREPARO PSICOLOGICAMENTE.
—
Passi silenziosi sul marmo freddo. Una luce si accese al margine della cucina, mostrando la mia figura in ombra seduta dall'altro capo dell'isola. La Glock giaceva sul ripiano liscio, le mie mani ai suoi lati, i palmi aperti in una muta dichiarazione di intenti.
—Rilassati— mormorai alla sua figura, ancora sulla porta. —Non sono qui per ucciderti, o saresti già morto—
—Sono contento di incontrarti di nuovo, my dear— sorrise, un solco oscuro nel suo viso spigoloso. —Certo, mi sorprendi. È raro che una vittima mi si offra in modo tanto spontaneo. Sapevo che eri speciale, ma non in questo senso.—
Lo osservai mentre si avvicinava, ogni movimento lento, studiato per mostrarmi una tranquillità che ero certa non provasse.
—Sei completamente fuori strada, Murray— sibilai.
—Ah... Che peccato. Quindi di cosa si tratta? Violazione di domicilio? Ancora, my dear? Forse dovrei illuminare i tuoi superiori di questa ennesima infrazione?—
Si avvicinò al telefono all'angolo.
—Puoi provarci, ma è inutile. Ho disconnesso la linea telefonica e bloccato i cellulari. Ho disattivato il sistema di sicurezza. Non sono mai stata qui—
Rabbrividisco dal piacere che mi crea tutto ciò.
È sbagliato, ne sono consapevole. Ma lui aveva commesso un errore e io sono troppo terrorizzata per stare al mio posto.
Dovevo fare qualcosa... Ed eccomi qui.
—Se sparerai con la pistola, i vicini denunceranno il fatto e troveranno tracce del tuo passaggio. Saresti dentro prima ancora che tu possa far le valige per volare in un paese senza estradizione. Comunque, anche se ci riuscissi, i miei sostenitori non ti lasceranno godere la forzata vacanza. Quindi... finalmente possiamo conoscerti ad un livello più intimo, eh?—
Sorrisi e portai con estrema lentezza la mano alla giacca, slacciandola per mostrare il taser nella fondina ascellare al lato opposto di quella in cui di solito tenevo la Glock.
—Avvicinati e vediamo se è più piacevole di un colpo di proiettile— lo minacciai.
Non ero qui per usarlo, però, o non sarebbe rimasto sotto la giacca.
—Capisco. Sei venuta preparata, vedo. Hai pensato a tutto. Allora mi chiedo...— si sedette all'altro capo dell'isola, le braccia incrociate all'altezza del petto. —Se non sei qui per uccidermi, my dear, cosa vuoi? —
—Lascia stare la mia famiglia. — mormorai, con tutta la calma che riuscii a racimolare.
—La tua famiglia? —
—Non serve che fai l'ingenuo, Murray. Ho letto la lettera che hai spedito a casa di mia madre—
—Ah— si passò una mano sulla bocca per nascondere un sorriso. —E ti è piaciuta? —
Mi imposi di restare immobile quando si sporse sul tavolo, tentai di non reagire alla sua vicinanza, ma fallii.
Allontanai lo sgabello di qualche centimetro, spingendomi coi piedi.
—No— risposi, laconica.
Lui buttò indietro la testa, mentre una risata lo scuoteva nel profondo, i riccioli dorati che sussultavano a tempo con l'emissione di aria. Mi prudevano le mani dal desiderio di impedire il passaggio nel suo esofago di quell'ossigeno vitale, stringendo la sua gola tra le dita.
Fui assalita da un senso di nausea.
Questo no.
Io non ero così. Avevo una morale. Non ero come lui.
—Sei la mia preferita, Amneris, dico sul serio. Mi sei entrata sottopelle come mai nessuna prima—
—Vorrei suggerirti di cercare qualcun altro, ma non esiste una persona a cui voglio così male da augurarle un simile destino— borbottai.
Di nuovo quella risata di gola.
—Bene, di sicuro apprezzo la tua presenza in casa mia. Posso offrirti una tazza di té? —
—No. —
—Hai ragione, tu preferisci il caffè. Ne ho un po' di una miscela peruviana che...—
—Non sono qui per divertimento, Murray. Dimmi cosa vuoi— sibilai, cercando di non mostrare quanto il fatto che conoscesse le mie abitudini mi terrorizzasse.
—Cosa voglio? Beh, davvero tante cose...—
—Sai cosa intendo— sbottai, arricciando le dita in un pugno. —Cosa ti convincerebbe a lasciare in pace la mia famiglia? Soldi? Ho messo da parte qualcosa, in questi anni. Posso darti tutto. —
Lui scosse la testa —La disperazione non ti si addice, my dear— mormorò, con un sorrisetto che avrei tanto voluto rimuovergli a schiaffi.
Invece mi trattenni, mi aggrappai al sangue freddo, alla lucidità incrollabile che mi aveva sempre salvata in missione. Quel giorno, più che mai, cedere alle emozioni non era un'opzione: in gioco non c'era solo la mia vita, ma quella dei miei cari.
—Allora lascia che ti mostri cos'ho in mano. Forse potrei indurti a riconsiderare le tue intenzioni— rilanciai, aprendo un altro po' la cerniera della giacca per rivelare l'incarto bianco di una busta.
Lui inclinò la testa, incuriosito.
Sempre mantenendo i gesti deliberatamente lenti, presi la busta e la svuotai del suo contenuto.
Riconosci queste pagine? — domandai, un lento sorriso che si apriva sul mio volto.
Murray si immobilizzò, la teiera con l'acqua bollente restò sollevata a mezz'aria.
Oh, aye! Questa era la reazione che aspettavo.
—Sono informazioni false— si affrettò a sminuirle, forzandosi a completare l'azione e appoggiandosi con simulata indifferenza al ripiano alle sue spalle.
—Ah, davvero?— lo schernii.
—Ma certo. Una menzogna creata da mia madre per indispettirmi—
—Era una madre parecchio capricciosa...—
Silenzio.
—Vuoi sapere cosa penso io, invece? Le accuse contenute qui sono vere. Chissà cosa direbbe la gente a scoprire questi fatti sul tuo conto—
—Quindi le hai lette—
Mi limitai a fissarlo. Una domanda simile non poteva che essere un segno di disagio. Non era stupido, era ovvio le avessi lette e lo sapeva.
—Non c'è niente di vero— ripeté di nuovo.
—Aye, capisco... Quindi non è vero che hai violentato la tua ragazza—
Lui emise un verso sprezzante. —Non esiste una cosa simile. Non si possono violentare le proprie partner—
Strinsi le labbra per evitare di ribattere e ripetei, cambiando appena le parole —Non l'hai costretta ad avere un rapporto sessuale con la forza, brutalizzandola, picchiandola, quasi soffocandola, rompendole diverse costole e provocandole numerose lesioni interne, vaginali e anali?—
—Le piaceva forte. Io sono un uomo. Cosa dovrei fare, le coccole? —
Un brivido mi risalì la spina dorsale, ma continuai —Qualche mese dopo quel... Rapporto— era complesso definirlo tale nella mia testa, figuriamoci ad alta voce —Lei ha scoperto di essere rimasta incinta. Il Germe del Male, lo definiva—
—Il mio seme è forte— si vantò.
Come poteva il mondo non accorgersi di quella luce di follia che accendeva in modo raccapricciante quegli occhi azzurri?
—Lei però non lo voleva. Andò da tua madre e, qui racconta nel suo diario, la donna tentò di corromperla affinché non ti denunciasse. Da come si espresse, sembrava averlo fatto già diverse volte. Fu lì che scoprì... Della tua infanzia—
Murray inspirò secco e io sorrisi ancora. Oh, questo lo toccava sul vivo.
Spinsi ancora, rigirando il coltello su quella ferita aperta.
—Un malefico bambino a cui per anni la madre aveva cercato di rimuovere certe perversioni. Quella povera donna tentava solo di farti essere una persona perbene. Tu eri proprio un monello, eh? Bruciavi il seno delle barbie di tua cugina, tagliavi con le forbici la zona tra le loro cosce e poi, non contento, iniziasti a sperimentare simili turpi depravazioni con le figlie delle amiche di tua madre. Non sapeva più da che parte prenderti, le raccontò. Quindi iniziarono le punizioni corporali—
—Taci, femmina. Non sai di cosa parli—
Mi si rivoltava lo stomaco, ma proseguii lo stesso. Io dovevo vincere. Dovevo allontanarlo dalla mia famiglia e, se questo era l'unico modo, mi sarei abbassata al suo livello.
—Dicono fossi molto richiesto tra i ricconi amici di tua mamma, vero? Gente potente che non vedeva l'ora di mettere le mani su un bambino inerme. Ma per tua madre, questo era l'unico modo per farti tornare ubbidiente. Farti comprendere sulla tua pelle cosa significasse la violenza sessuale—
Il colorito sul volto di Murray era quasi sparito. Il mio viso, in compenso, doveva avere sfumature verdi, perché ero a tanto così dal rimettere la cena. Ma non desistetti.
—Inutile dire che la tua povera fidanzata si ritrovò sconvolta da tutta questa faccenda. Si era infilata in una famiglia di mostri e un piccolo fagiolino stava germogliando nella sua pancia. Non poteva tollerarlo, giusto? Ecco perché si tolse la vita. Sono state le tue azioni, non fu colpa di tua madre—
—Tu... Come osi, tu... — il sangue ritornò di colpo sul volto dell'uomo. Si afferrò i capelli tra i pugni, tirando come a voler rimuovere i pensieri spiacevoli dalla sua testa.
Continuai con un tono pacato, quasi annoiato. —Beh, d'accordo, qui ammette di aver sempre sospettato qualcosa, in una piccola parte di lei, ma sappiamo quanto credibile sia la tua maschera da essere umano. Ma quando l'hai violentata, ogni menzogna è caduta. Ha realizzato come tu, nei cinque anni da quando vi eravate messi insieme, l'avessi piano piano separata da tutti i suoi amici, di come fosse sola, senza una persona a cui rivolgersi in caso di bisogno, oltre a tua madre. Isolata da tutto e tutti, la perfetta vittima di un mostro sadico e manipolatore. Le restava solo un modo per fuggire, o almeno questo credeva. Si è tolta la vita. Un ultimo tentativo disperato di liberarsi di te e del frutto del suo stupro—
La rabbia aveva creato solchi sulla fronte e attorno agli occhi di Murray. Il suo incarnato si era scurito per l'afflusso di sangue e, nel mezzo, gli occhi brillavano come due tizzoni incandescenti. In modo da non farmi notare, feci attenzione a trovarmi con la mano dominante a pochi millimetri dalla pistola, pronta a ogni sua reazione.
—Per quale assurdo motivo vieni in casa mia a raccontarmi queste sciocchezze? — ribatté, infine, dopo qualche secondo che sembrò farlo recuperare la sua finta compostezza.
—Lo sai perché: non devi avvicinarti a mia madre o a mio fratello—
—E cosa farai per assicurartene? Rivelerai al mondo quelle calunnie? Vedi, hai detto bene. Gli amici di mia madre erano persone importanti. Non credo apprezzerebbero certe rivelazioni—
Sibilai tra i denti. Aveva ragione.
Ma se non avessi fatto i loro nomi... Non importava, loro sapevano che io sapevo. Mi avrebbero uccisa per farmi fuori, o usata, magari, come forse facevano con Murray. Una marionetta che ribaltava le sorti politiche a loro piacimento, commettendo omicidi o attentati.
Avrei potuto indentificarli, scoprire finalmente i mandanti degli atti terroristici e far sì che venisse fatta giustizia... Ma no. Se anche fossi riuscita in quella titanica impresa, non sarebbe avvenuto nell'immediato. Mamma e Roy rischiavano di morire in ogni momento.
Lampante, realizzai l'unica opzione che mi era rimasta: ucciderlo.
Però non ancora. Non così. Non avevo scuse valide per commettere un simile crimine. Mi ero infilata in quella casa non invitata. Avevo manomesso le tecnologie. Ero armata, mentre lui non lo era.
Malcolm non avrebbe potuto fare nulla per impedirmi la prigione, se avessi ucciso Murray lì e adesso.
—Quando ti ho vista la prima volta sapevo che c'era qualcosa di unico, in te— mi sorrise. Quel genere di sorriso ampio e caldo che si rivolgerebbe al proprio innamorato.
Rabbrividii.
—Ebbene, my dear, visto che ci tieni tanto non toccherò la tua famiglia. —
Battei le palpebre, sorpresa. Come aveva detto?
—Così? Semplicemente perché l'ho chiesto— le mie parole stillavano sarcasmo.
—Ovviamente no. —
—Ovviamente. — replicai, per niente sorpresa.
—Sarai una pedina attiva nel mio gioco. Troverai gli indizi nella lettera. Sei sveglia, sono certo capirai.— la sua risata mi gelò sul posto. —Oh, ci divertiremo così tanto, my dear...—
⋰∴🌙∴⋱ ANGOLO AUTRICE ⋰∴🌙∴⋱
Sempre di fretta, ovviamente ho dimenticato il commento finale 🤦♀️
(Pensavate vi avessi risparmiato, per una volta, eh? Invece no! MUAHAH 😈)
Purtroppo, devo dirvi una cosa un po' spiacevole. Sto avendo un blocco 🤧
Non perché manchino le idee, ma perché mi manca il tempo per buttarle giù. Ho davvero tantissime cose da fare e quando finalmente mi metto sotto a scrivere o sono esausta (e quindi devo forzarmi, il che ovviamente non funziona e il cervello non collabora) oppure ne capita un'altra e addio.
Perdo il filo.
Questo è per comunicarvi che ho finito i capitoli che avevo già pronti (cosa per me inconcepibile), ma è successo.
Non morirò per questo. Il mondo non finisce domani e non mi sta crollando il soffitto sulla testa (e sì, mi sto cercando di autoconvincere scrivendolo qui, nero su bianco - o viceversa per chi ha la versione dark)
Spero di non ritrovarmi a tardare nella pubblicazione dei capitoli nelle prossime settimane. Purtroppo non voglio darvi contenuti poco curati, non starei bene con me stessa. Già questi non sono stati sottoposti alle mie innumerevoli revisioni, prima della pubblicazione (infatti vi anticipo che nel futuro alcune cose potrei volerle sistemare 😅) e vi posso assicurare che la cosa mi sta creando non poche angosce ahah.
Per cui è un arrivederci a, si spera, mercoledì prossimo.
Un bacione a tutti e spero davvero di non avervi deluso 😫
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